giovedì 8 novembre 2012

Tibet - Appello al Governo Cinese per una autonomia amministrativa per la regione del Tibet



Sono sempre stato a favore della Cina, che riconosco essere una grande nazione,  faro di luce per cultura, scienza e filosofia e matrice di grande saggezza umana. Ed è in questa visione che chiedo al Governo Cinese, in previsione dell'imminente cambio di guardia alla guida del Paese, di modificare l'atteggiamento nei confronti del Tibet. 

Il Tibet, come la stessa Cina, è una terra che ha contribuito alla elevazione dello spirito umano. E pur ammettendo che essa faccia parte integrante del territorio cinese potranno trovarsi forme di compensazione e di aggiustamento amministrativo per salvaguardarne la peculiare cultura. In fondo persino in Italia che è un piccolo stato sono state create delle enclavi semi-indipendenti, per rispettare la  tradizione locale  ancestrale, come ad esempio l'Alto Adige e la Val D'Aosta. 

Da lungo tempo prosegue l'auto-immolazione di persone tibetane che con il loro sacrificio vogliono sottolineare e dichiarare al mondo, ed al Governo Cinese, la loro autonomia di pensiero e di spirito. Queste persone non sono dinamitardi che hanno scelto di portare la guerra in casa, uccidendo altri e distruggendo i beni comuni, Queste persone -perlopiù religiosi e religiose- si lasciano morire bruciati con il sorriso sulle labbra sapendo che il loro sacrificio ha un nobile scopo. La Cina dovrebbe rispettare chi è in grado di sacrificare la propria vita senza offendere gli altri. 

La Cina ha conosciuto e combattuto l'oppressione straniera.  Non erano forse i ribelli  della guerra dell'oppio anch'essi patrioti che combattevano contro la prevaricazione e la malevola politica britannica? E quelli che si lasciavano andare al vizio sono stati un cattivo esempio per la comunità cinese. Gente priva di nerbo e di dignità umana. I tibetani che  ardono cosparsi di benzina sono invero valenti stoici  che compiono quel gesto per glorificare la loro cultura, quello è un gesto apparentemente violento, in realtà pacifico, poiché non comporta offesa contro le istituzioni ed i concittadini cinesi. 

L'intelligenza va riconosciuta e  spero che il nuovo Politburo cinese sappia riconoscerla e metterla in pratica con consone azioni.  

Paolo D'Arpini
Circolo Vegetariano VV.TT. 


Altri articoli in tono sul Tibet: 
https://www.google.com/search?client=gmail&rls=gm&q=tibet%20paolo%20d'arpini 

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Notizia di cronaca recente

Cina: inizia a Pechino il Congresso del Partito comunista e 5 Tibetani si danno fuoco prima del congresso del PCC - La Cina ha  bisogno di una nuova politica per il Tibet!

In concomitanza del 18esimo Congresso del Partito Comunista Cinese  cinque persone, tra cui tre adolescenti tra i 15 e i 16 anni, si sono  date fuoco per protestare contro la politica cinese in Tibet. Questo è  il numero più alto di persone che in un solo giorno si sono date fuoco  dall'inizio dell'ondata di suicidi nel febbraio 2009. Il numero dei  suicidi politici sale così a 68.

Di fronte a questa tragedia, l'Associazione per i popoli minacciati  continua a chieder un sostanziale cambio nella politica cinese in Tibet. 


La Cina deve ripensare e modificare a fondo la sua politica nazionalista  se vuole evitare una drammatica escalation della situazione in Tibet. La  politica cinese in Tibet è evidentemente fallita e senza una vera  disponibilità al dialogo da parte del potere cinese questa terribile  ondata di suicidi non si fermerà.

Dei cinque Tibetani che mercoledì scorso si sono dati fuoco, almeno due  sono morti, e cioè il monaco 15enne Dorje e la 23enne Tamdrin Tsoe nella  provincia orientale dello Qinghai. Prima di cospargersi di benzina e  darsi fuoco, la giovane madre aveva chiesto il ritorno del Dalai Lama in  Tibet. Alla sua morte più di 3.000 Tibetani che vivono nella regione si  sono uniti in una manifestazione spontanea per chiedere la libertà del  Tibet. Le ultime autoimmolazioni sono avvenute nelle province di Sichuan 
e Qinghai come anche nella Regione autonoma del Tibet.

Dopo i cinque tentativi di darsi fuoco, le autorità cinesi hanno  ulteriormente rafforzato la presenza delle forze di sicurezza nelle  province con presenza tibetana. Nella Prefettura Autonoma di Gannan 
nella provincia di Gansu, in cui oltre il 50% della popolazione è  tibetana, è stata proibita la vendita di carte SIM per la telefonia  mobile, sono stati chiusi una miriade di Internet-Caffè e sono state 
interrotte le telecomunicazioni mobili. In diverse zone tibetane è stata  proibita la vendita di benzina e di altri liquidi infiammabili e nei  dintorni dell'antica capitale Lhasa la polizia ha sequestrato bottiglie 
di plastica e taniche vuote.


Associazione per i popoli minacciati / Comunicato stampa 
www.gfbv.it/2c-stampa/2012/121108it.html



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Commento ricevuto:


La genìa dei lama tibetani, monaci oscurantisti  e feudali,  esercitava un potere temporale  assoluto e sanguinario  sui disgraziati contadini  del Tibet .  Ricordiamo pure che, a parte la parentesi colonialista inglese, il Tibet fa parte della Cina da oltre 300 anni, quando   il nostro Lombardo Veneto  è Italia da meno di  150 .
E’ noto  a tutti , che lungi dall’essere uomo di pace  come rappresentato nelle nostre immaginette,  l’attuale Dalai Lama persegue una politica anti cinese e  imperialista, al soldo, lui e suo fratello, dei servizi occidentali. Il fatto che spinga giovani al martirio non so se debba essere addebitarlo direttamente a lui, vedo solo che mai un vecchi monaco   si sacrifica, questo è alquanto sospetto.
Sebastiano Cosenza

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