giovedì 31 ottobre 2013

“Vita senza Tempo” – Video con Caterina Regazzi e Paolo D’Arpini



…. curiosando su youtube ho ritrovato questo vecchio filmato che Paolo non aveva mai visto (forse neanche voi), girato da Giorgio Vitali ed Orazio Fergnani a Bracciano 2 anni fa (settembre 2011), dove eravamo andati a presentare il nostro libro “Vita senza Tempo” in un centro vegetariano, invitati da un vecchio amico, Foma Fomic… bellissimo ricordo… da rivedere e riproporre senz’altro!
Era stata una serata veramente piena di accoglienza e calore, per l’occasione erano intervenute persone, amici di Paolo, che lui non vedeva da tantissimo tempo, come Lidia Bonura, che poi abbiamo perso nuovamente, o Noemi Longo, incontrata con grande piacere lì per la prima volta, o Afra, ragazza dolce e forte, grande amante dei pelosi, ma anche degli umani, qualora in sintonia (e noi credo proprio che lo fossimo), Caterina, la figlia di Paolo con i suoi bei bambini, Paola, la con-nonna di Paolo stesso.
Mi sento in questo momento di volere, col ricordo di quei bei momenti, riabbracciare tutti quanti, anche quelli che non ho nominato per mia scarsa memoria,augurandomi di re-incontrarli, prima o poi, in qualche luogo, di questo o di altri mondi!
Caterina Regazzi

mercoledì 30 ottobre 2013

avaaz, change org, amnesty international... l'altra faccia delle ong che raccolgono firme per varie petizioni


Taci, Obama ti ascolta....

Continuo a ricevere richieste di firme per varie petizioni suggerite da amici (e nemici), dette petizioni imbastite da avaaz e change org, sono a volte persino in contrapposizione fra loro. Si chiede talvolta una cosa ed anche il suo contrario in un'altra petizione. Il che fa pensare che lo scopo non sia quello di ottenete risultati a favore di una buona causa, ma semplicemente quello di raggruppare e raccogliere nominativi a fini reconditi... Le persone che cadono in questa trappola di rivolgersi a tali organizzazioni, fantomatiche umaniste ed ecologiste, in realtà collaborano allo spiamento del sistema comunicativo. 

Va a finire tutto in mano ad Obama... che la sera si diverte a leggere i nomi dei gonzi che hanno firmato. Le persone volenterose vengono così fregate, illudendosi di stare dalla parte del bene. Ultimamente anche a Caterina vari suoi amici e conoscenti hanno inoltrato petizioni a non finire.. ed allora mi sono deciso -su sua specifica richiesta- di recuperare e sottomettervi gli articoli scritti sul tema spinoso (vedi in calce)...


Qualcuno, durante discussioni pro e contro fatte su internet, mi hanno obiettato che attraverso le petizioni di queste ONG si raggiunge un gran numero di adesioni e che quindi sono utili... Ma io ho sempre risposto che in questa leggerezza estrema non si ottengono risultati tangibili, perché chi detiene le firme può farne l'uso che crede. Tant'è vero che se si è finiti nella mailing list di queste ONG si ricevono richieste su qualsiasi altra petizione, sia pur con una certa selezione tematica, chi ad esempio ha firmato pro foche riceve la petizione anche pro canguri e chi ha firmato contro Berlusconi riceve  la petizione contro un altro politico affine. 

Il mio consiglio è sempre quello di scrivere personalmente all'ente interessato esprimendo il proprio parere sul tema che ci sta a cuore. Per le istituzioni ci sono dei siti con la voce “contatti con il pubblico” in cui è possibile inviare commenti e richieste segnalando le proprie generalità precise e complete.. e questa è cosa buona e responsabilizzante ed inoltre le lettere vengono comunque protocollate e segnalate agli interessati (o almeno ai segretari dei personaggi interpellati). Anche per petizioni di carattere diverso da quello politico è possibile scrivere direttamente alle aziende, ad esempio si può scrivere alla monsanto, alla Barilla, alle fabbriche di armi, al vaticano, etc. e quelle lettere personali -secondo me- hanno più peso e forza delle migliaia di firme raccolte da avaaz e change org (ma pure da amnesty international, green peace, etc) che non si sa che fine fanno o se vengono realmente sottoposte agli enti interessati e con quali risultati....

Paolo D'Arpini


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Integrazione di Caterina Regazzi: 

A volte si legge: "grande risultato della petizione tal dei tali, abbiamo inviato le "firme" (?) al tale o al tal altro, abbiamo fatto sentire la nostra voce...". ma non mi pare di aver mai letto su un giornale di una qualche decisione presa dagli organi del potere costituito a seguito del risultato di una di queste petizioni. C'è da dire che anche se uno risponde ad una di queste richieste di"firme" non vengono richiesti né dati anagrafici, né estremi di un documento di identità, come si fa invece nelle petizioni "classiche" con tanto di tavolo per la strada e persone volenterose, queste si, che stanno lì a sbattersi a chiedere di firmare. Quindi mi chiedo: ma che valore potrebbero avere queste "firme" raccolte per posta elettronica, quando io di indirizzi mail posso averne un numero infinito? Mi farebbe piacere avere una risposta a questi semplici quesiti da qualcuno delle organizzazioni nominate.

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Ecco i link di vari articoli sul tema:




Regione Lazio, 21 novembre 2013 - "New economy: dalla tecnologia alla centralità dell’uomo"


Madre Natura - Affresco di Carlo Monopoli

Si svolgerà il 21 novembre 2013, nell’arco dell’intera giornata, un importante incontro ospitato dalla Regione Lazio e co-organizzato dal Consorzio Tiberina, con titolo "New economy: dalla tecnologia alla centralità dell’uomo" e sottotitolo "Un laboratorio di cooperazione sulla regione Tiberina, verso una rigenerazione dell’habitat e del lavoro in aree interne e città". L’interesse progettuale sarà rivolto all’intersezione fra Regione Lazio e regione Tiberina (il Bacino idrografico del Tevere, che interessa 6 Regioni d’Italia), vale a dire la macro-area omogenea centrale del Lazio stesso.

Due saranno le sessioni di lavoro: una più specificamente istituzionale al mattino (per lo più con interventi programmati da Pubbliche Amministrazioni di diverso livello, ivi compresa Presidenza del Consiglio dei Ministri e Regione Lazio, oltre che varie Università e altri Soggetti), una più di carattere progettuale al pomeriggio.

Il programma (in Sala Tirreno dell’Edificio della Giunta Regionale) ha una redazione tuttora dinamica. Per dare enfasi (non solo nel titolo) alla centralità dell’uomo – rivolgendo tutte le considerazioni sullo sviluppo dei “distretti” produttivi caratteristici, di beni e servizi, ad una visione rivolta al benessere fisico, psichico e sociale –, sia la mattina sia il pomeriggio vedranno a protagonisti, come relatori o moderatori, personalità del mondo del lavoro di diversa estrazione: sindacale, accademica, imprenditoriale. E’ dunque chiaro che l’accezione di una new-soft-green economy vedrà gli aspetti tecnici non come fine, ma come mezzo per contribuire a un’effettiva forma di “rigenerazione” vista come indispensabile in tutti i sensi, in un momento di grave crisi non solo economica, ma forse anche di pensiero, cercando di proporre – con costruttiva modestia – nuovi approcci etici, concreti e sostenibili al contempo. 

L’idea è di costruire una “visione”condivisa da più attori sociali, coerente e unitaria pur se riferita a più aree d’interesse, da cui far discendere, attraverso la cooperazione, azioni mutuamente rafforzate e dagli effetti sinergici amplificati.

E’ già pervenuto (sesta volta in neanche quattro anni di vita del Consorzio Tiberina) l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. Ad unire non solo simbolicamente, ma anche concretamente, le prospettive più teoriche del mattino e quelle più finalizzate del pomeriggio abbiamo chiesto un rinnovato pregnante saluto del Presidente On. Nicola Zingaretti, possibilmente di persona, proprio all’inizio della seconda sessione, come del resto ricevuto in occasione del Terzo Rapporto Annuale del Consorzio Tiberina presentato a Maggio in Sala Tevere.

Al pomeriggio è prevista una sorta di tavola rotonda no-stop su progetti/attività/iniziative orientati soprattutto allo sviluppo socio-economico dei territori, al lavoro, alla crescita delle PMI, al supporto agli Enti Locali, alla semplificazione amministrativa operativa, a un concetto allargato di cooperazione intersettoriale e interdisciplinare, tavola rotonda aperta a rappresentanti di Amministrazioni Pubbliche, Agenzie Regionali, Associazioni degli Enti Locali, Parchi, Associazioni dell’Imprenditoria (agricola, manifatturiera, dei servizi), Sindacati, Istituti di Credito, Fondazioni, Associazioni tematiche, “terzo settore”, Università, Centri di Ricerca, altri Enti, singoli operatori di tutte le aree, anche per dare il via – dall’indomani – al già lanciato Progetto "CUSTODE"Attendiamo quindi proposte di partecipazione e contributi, possibilmente con i titoli degli stessi.

Grazie.

CONSORZIO TIBERINA – Agenzia di sviluppo per la valorizzazione integrale e coordinata del Bacino del Tevere     
[t] 063202087-0632500420  [f] 0632650283  [@] tiberina@unpontesultevere.com 

martedì 29 ottobre 2013

UNRWA - Un convegno alla Camera per il ritorno dei palestinesi alle loro terre




"Troppa indifferenza sulla sorte dei rifugiati palestinesi. Solo periodicamente infatti, ha osservato la presidente della Camera Laura Boldrini, si registra un interesse concreto per le vicende dei 5 mln di palestinesi che vivono nei vari Paesi del Medio Oriente. «Dei rifugiati palestinesi -ha dichiarato Boldrini, aprendo il convegno 'Un importante attore per la stabilita' della regione», con il commissario generale dell'agenzia Onu per l'assistenza ai rifugiati palestinesi (Unrwa), Filippo Grandi- si parla per lo più quando si riaccendono le speranze che il processo di pace israelo-palestinese giunga finalmente a compimento. Dei bisogni, spesso drammatici, e delle speranze di questi milioni di persone non vi è quasi mai cenno nelle notizie di stampa o nel dibattito pubblico". 

«La drammatica crisi siriana -ha aggiunto Boldrini- con gli oltre due milioni di rifugiati scappati negli Stati vicini ed i cinque milioni di sfollati all'interno del Paese, ha avuto un impatto anche sulla condizione dei circa 500mila rifugiati palestinesi che vivevano in Siria. Oltre la metà di essi, infatti, ha dovuto nuovamente abbandonare le proprie case, cercando rifugio in altre zone del Paese o riversandosi anch'essi, come centinaia di migliaia di cittadini siriani, in Giordania, in Libano, in Turchia».


«Attraverso il lavoro dei suoi operatori -ha continuato Boldrini- l'Unrwa è davvero un importante attore per la stabilità della regione. Se, nonostante gli enormi numeri di rifugiati palestinesi accolti nei Paesi mediorientali, la situazione non è divenuta insostenibile, lo si deve anche a quest'Agenzia delle Nazioni Unite. Nel mio precedente incarico, mi occupavo anch'io di rifugiati, persone che, in fuga da guerre, persecuzioni e violenze, cercano la salvezza al di fuori del proprio Paese e spesso rischiano la vita per trovarla». 


«Ce lo ricordano le tragedie delle ultime settimane nel Canale di Sicilia, tragedie nelle quali sono state coinvolte anche famiglie siriane di origine palestinese. Compito dell'UNHCR, l'Agenzia dell'ONU per i rifugiati, per la quale lavoravo, è quello di trovare soluzioni per le persone che assiste: l'integrazione nel Paese d'accoglienza o il ritorno, volontario ed in condizioni di sicurezza, nel Paese di origine. L'Unrwa, invece, fornisce assistenza a persone che, in molti casi, si vedono precluse la possibilità di un'integrazione reale nei Paesi che li hanno accolti o dove sono nati, figli e nipoti di rifugiati». «È anche per questo che, come ha recentemente ricordato il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban ki-Moon, deve essere profuso ogni sforzo per giungere a una soluzione della questione israelo-palestinese. I negoziati promossi dall'amministrazione statunitense, attualmente in corso, come anche gli incontri di questi giorni a Roma, sono motivo di speranza. Lo sono per noi qui in Italia e in Europa, ma lo sono ancora di più, ovviamente, in Medio Oriente. E devono esserlo per i milioni di rifugiati palestinesi che, grazie anche all'impegno incessante dell'Unrwa, sognano di veder realizzate le proprie aspirazioni». 

 (Adnkronos - 24 ottobre 2013) 
Per inviare la propria opinione ad ADNKronos, cliccare sull'e-mail sottostante

segreteria.redazione@adnkronos.com



Filippo Grandi, Commissario  dell'UNRWA


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Mio commentino inviato alla Presidente Boldrini: 
"Trovo che sia importante ed utile sollevare la causa dei profughi palestinesi, auspicando il loro libero ritorno alle terre dei loro avi, da cui sono stati costretti a fuggire per la persecuzione subita... Mi complimento per l'iniziativa presa dalla Presidente della Camera in tal senso..”


Articolo in sintonia: http://paolodarpini.blogspot.it/2012/09/le-sottili-differenze-fra-sionismo-ed.html

Dominio americano ri-stretto... con la cartamoneta a costo zero si compra il mondo... - Ovvero il gratis che uccide e la FED che sovvenziona l'informatica USA


E vai...!

Ante scriptum 


Dunque: la DERIVA alla quale andiamo incontro è questa.QUELLA evidenziata di seguito da Blondet, ma....qual potrebbe essere un possibile futuro? E, soprattutto, quale è stato IL REALE PASSATO? Prendiamo ad esempio l'Europa del '500. Quell'Europa che----sopratutto l'Italia---dovette subire guerre ed angherie di ogni genere. Compreso il sacco di Roma, del 1527, preceduto da tanti altri (quello di Ravenna del 1512) e seguito da altrettanti. Quale era il MARGINE di LIBERTA' di una PERSONA, stratta fra dogmatismo religioso, guerre di religione intra-cristiane, esigenze economiche delle classi dominanti, traffici di mercanti e finanzieri assatanati, VIOLENZE gratuite di truppe mercenarie...E SIAMO NEL 500. IL SECOLO DELLA GRANDISSIMA ARTE RINASCIMENTALE!

Pertanto, il problema NON è spaventarsi, preoccuparsi, e nemmeno RASSEGNARSI. Il problema è quello di affrontare la STORIA sapendo che...O SI DOMINA O SI è DOMINATI.

Di conseguenza: quale è la deriva della globalizzazione? Che le classi dirigenti accorte sapevano e sanno che le possibilità insite nella globalizzazione richiedono altre forme di ESPLICAZIONE di DOMINIO. Pertanto, e preso atto che la Merkel è quella che tutti sappiamo essere, non ci si dovrebbe stupire se costei si muove in una certa direzione. INTEGRAZIONE ATLANTICA: è l'accelerazione di un processo iniziato con la sconfitta dell'ASSE. Ci vuol poco a capirlo. E tuttavia, per le leggi della storia, OGGI questa integrazione NON è altro che il COLPO di coda dell'atlantismo (intesa con questa termine una sequenza di operazioni ben studiate e ben calibrate. [Mentre OGGI noi ci potremmo trovare, ancorchè perdenti, con un documento in mano, di stampo eurasiatico, sul quale poter impiantare una politica antiatlantica che oggi ci manca anche perché dobbiamo aspettare che dalla Russia di Putin o dalla Cina, o dalle varie Organizzazioni economiche transnazionali ANTIGLOBALISTE per intrinseca natura, che stanno nascendo come funghi, esca un documento che ci COINVOLGA come EUROPEI].

Il problema della gratuità sollevato nell'articolo è INTRINSECO allo sviluppo produttivo. A tale scopo INVITO alla lettura del libro del prof. Antonio Saccà: "EUROPA o MORTE" ed. DINO, che da tempo sta affrontando tali problematiche. Queste questioni apparentemente insolubili, se studiate SOLO con mentalità esclusivamente tecnica, lo sono invece se si affronta il TORO per le corna. CIOE' si stabilisce a priori quali categorie sociali devono essere salvate nell'interesse generale e quali invece devono esse sacrificate. E'CHIARO CHE IO PROPENDO PER L'ELIMINAZIONE DEL POTERE FINANZIARIO TOUT COURT. E per il ritorno ad una strutturazione del lavoro produttivo in un quadro ANTILIBERISTA. Resta inoltre il problema dell'energia, ma su questo punto bisogna essere chiari: un eccesso di produzione energetica, ancorchè controllata dai soliti pochi, comporta comunque una ricaduta a vantaggio di tutti. POICHè questo eccesso è stato trovato, e specificatamente nel Mediterraneo, questa è la vera ragione della crisi militare che abbiamo in questo MARE NOSTRUM.  

Giorgio Vitali

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Segnalo un pezzo di Uriel Fanelli (Il Gratis che uccide - https://plus.google.com/106833178214092467470/posts).  

Uriel, uno che una volta o due s’è occupato di me per darmi del nazifascista genocida di ebrei, ma non gliene voglio; ha un angolo cieco nell’anima. Adesso sfido i suoi insulti perché questa sua rivelazione è di essenziale importanza e ciascuno deve prenderne coscienza – possibilmente i politici, se ce n’è ancora qualcuno. Leggete e poi, sotto, il mio commento. (MB)

Commento: 

Il fatto è che il suo allarme è ben fondato perché gli deriva dalle sue esperienze di lavoro. Sono convinto anch’io che questo sta facendo la FED. Stampare dollari senza limiti per rovinare gli altri Paesi e popoli, è il gioco più facile. È la forma sofisticata di quella che si chiamava «moneta d’occupazione»: i nostri liberatori del 1945, stampando le Am-Lire che non gli costavano niente ma che noi «liberati» avevamo l’obbligo di accettare, compravano per niente ciò che avevamo prodotto col nostro lavoro. Coi petrodollari comprano il greggio per niente. Così le merci cinesi, e i cinesi se ne accorgeranno: hanno Himalaya di dollari, che la FED deprezza a volontà stampandone altri. Il dollaro come valuta di riserva mondiale, equivale alla «moneta d’occupazione» – ovviamente globale.

Ora, che il progetto finale di asservimento sia quello descritto – o temuto – da Uriel, è più che probabile. Forse per Washington inevitabile.

Su una cosa il Faneli sbaglia: quando sostiene che «oggi solo DUE leader europei sembrano aver capito il gioco (Una e' tedesca, l'altro e' francese)», insomma la Merkel ed Hollande. Da quando lavora in Germania, questo Uriel adora la Merkel. La Merkel ed Hollande hanno protestato per lo spion aggio svergognato che il servizio americano fa sui loro telefoni, ascoltando non tanto governanti ma uomini d’affari, imprese e aziende – al chiaro scopo di rubare idee commerciali. È una protesta finta. (1)

Infatti, Angela Merkel è quella che più preme per raggiungere l’Accordo USA-UE di libero scambio: che significa sciogliere l’Europa burocratica ad egemonia tedesca, in un mercato comune americano – dove noi avremo l’obbligo di adottare le normative americane, poniamo, sugli OGM, sui vitelli gonfiati con gli estrogeni e tutte le porcate americane; dovremo accettare «il libero mercato» nella Sanità e nel sistema pensionistico (altrimenti non siamo competitivi), rinunciare ad ogni regolamentazione della finanza selvaggia come l’hanno concepita, voluta ed imposta in Usa.Ossia assoggettare tutta la vita umana dell’Occidente alle ragioni delle rendite monetarie di Wall Street e alla sua criminalità. Anche dopo lo scandalo Datagate la Merkel punta a quello (2). E a quello arriveremo. (Usa-Ue. Merkel dice sì ad avvio trattative libero scambio)

Sì, può darsi che tra i governanti europei, e soprattutto tra gli industriali e gli amministratori delegati, corra un brivido di paura a scoprire l’immane misura dello spionaggio a cui sono sottoposti dall’alleato. Vedere come l’alleato li deruba di brevetti, idee, informazioni strategiche può essere stato, soprattutto perché lo fa’ senza scrupoli e senza infingimenti: «È per la vostra sicurezza», ci sgrida il cane da guardia della super-potenza, Cameron.

È la scoperta che l’America è ormai il super-stato canaglia, il grande criminale del mondo, ed è ormai scatenato, delinque senza limiti.

Perché dovrebbe porsi dei limiti? Bisognava fermarlo prima; già dall’11 settembre, non accettando la menzogna della versione ufficiale. Invece i nostri politici hanno taciuto quando il ministro americano ha agitato all’Onu un flaconcino pieno di talco come «prova» delle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein. Hanno dato truppe servili d’appoggio all’invasione illegale di Iraq e Afghanistan, senza dichiarazione di guerra e senza che quegli stati minacciassero gli Usa. Cari europei: avete coperto, quando non collaborato, alle torture che il superstato-canaglia faceva o vi chiedeva di fare al posto suo. Avete taciuto quando ha ammazzato persone che riteneva colpevoli di qualcosa, in tutto il mondo, colpendole dall’alto coi droni, senza processo senza giudizio e nemmeno motivazione: «Terroristi», ci assicurava, e voi ci avete creduto.

Per la «lotta al terrorismo», gli avete aperto i dati bancari di tutti i vostri cittadini, attraverso SWIFT a cui qualunque ente americano può accedere liberamente; ed ora vi scandalizzate perché vi intercettano il telefonino della Merkel?

Hanno voluto abolire la distinzione fra banche d’affari e banche commerciali – causa del crack del ’29 – e hanno voluto che fosse abolita in tutta Europa, «per legge»: e voi avete obbedito, politici, economisti, partiti di governo e d’opposizione. E come era prevedibile, s’è ripetuto il crack. E voi, zitti.

Quando hanno annunciato: «Abbiamo finalmente ammazzato Osama bin Laden e l’abbiamo sepolto in mare secondo il tradizionale rito islamico», avete bevuto anche quella. Come volete che il potere americano vi tratti? Sa di potervi far fare tutto quello che vuole.

Nel 2002, la Casa Bianca ha enunciato il suo programma criminale senza ambagi: nel documento «National Security Strategy for United States of America» (del 20 settembre), si è arrogata il diritto «all’uso della forza contro l’integrità territoriale e l’indipendenza di qualunque Stato», a suo insindacabile giudizio, considera pericoloso per i suoi interessi. E ciò, in modo «preventivo», ossia prima che la minaccia alla sicurezza Usa si concreti.

Con quest’asserzione, il superstato-canaglia ha liquidato l’ordine internazionale vigente fin dal trattato di Westfalia (1648), il più alto esito della cultura politica prodotto in Europa, lo jus publicum aeropaeum. Con quell’enunciazione, di fatto, l’America s’è svincolata dal sistema di alleanze che essa stessa aveva creato dopo la secondo guerra mondiale. Di più, da allora dichiarato ogni altro Stato «illegittimo», res nullius, terra di conquista senza diritti. Da allora la diplomazia americana non riconosce che una distinzione nel pianeta: da una parte «the US», dall’altra «rest of the world», raccorciato in sigla ROW. Una sprezzante scorciatura.

Avete accettato anche quello, politici europei. Politici? Anche voi intellettuali, politologi cittadini qualificati, opinion leaders eccetera avete accettato, fatto finta di non capire, tenuto bordone al superstato criminale. A chi cercava di avvisarvi, avete dato del complottista-antiamericano (antisemita per far buon peso), da espellere dal dibattito pubblico.

Anzi, la Merkel preme per la zona di libero scambio Usa-UE; e se la vuole lei, la vuole il governo italiano, la vuole la UE, la vogliono tutti. Dunque avrete anche l’ultimo paradiso che Uriel Fanelli ha scoperto: «Tutto Gratis». Il Paese dei Balocchi di Pinocchio, offertovi da Wall Street. Non avete più i mezzi per comprarvi lo smartphone e l’auto? Ve l’affittano, dovete solo pagare un lieve canone mensile, restare aperti alle Entità che vogliono i vostri dati personali – non è forse vero che «non avete nulla da nascondere»? Non siete terroristi, voi. Non siete evasori fiscali: e dunque, che vi intercettino pure! In cambio vi faranno avere tutto, ma non sarete più padroni di nulla.
Nel comunismo, la proprietà privata era un crimine; nell’ipercapitalismo speculativo, è una «inefficienza» sorpassata, che vi faranno passare di testa con la pubblicità: «Perché rinunciare all’ultimo modello? Ve lo diamo noi. È gratis!». Il risultato è lo stesso del comunismo: nessuna proprietà privata, significa nessuna libertà politica. Avrete tutti lo Smartphone: lo stesso. Lo stesso automezzo elettrico-ecologico. Le stesse scarpe, lo stesso vestito. Tutto americano.

È il vostro futuro.

Per i credenti: può essere l’avverarsi, in forma sorprendente e imprevista, della profezia dell’Apocalisse 13: sulla falso agnello che farà in modo che «a tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, fosse impresso sulla mano destra o sulla fronte un marchio, in modo che nessuno potesse né vendere né comprare all’infuori di coloro che portavano il marchio, cioè il nome della bestia, o il numero del suo nome».

Maurizio Blondet 



Note: 

1
) Sulla volontà di Hollande (detto La Pera) di distanziarsi dagli americani, non è nemmeno il caso di parlare, è ridicolo. In Francia tuttavia c’è una resistenza ragionata, numerosa e sostenuta da intellettuali ed economisti contro l’euro, l’eurocrazia e gli «Stati Uniti d’Europa» - che in Germania non si è manifestata.
2) La cosa più impressionante del Datagate non è scoprire che ascoltano ed intercettano le agenzie di informazione, come Cia e NSA (dopotutto, è la loro funzione ufficiale); è che sia il corpo diplomatico americano al completo, e a tempo pieno. Hillary Clinton, da segretaria di Stato, ha dato precise istruzioni : per esempio sul captare dati informativi sui dirigenti delle Nazioni Unite, come il numero delle loro carte di credito, le loro password su internet, i loro orari di lavoro, le loro abitudini. «Sapere che un qualunque diplomatico americano che vi avvicina ha ricevuto istruzioni di procurarsi un’immagine ad alta definizione della vostra iride, o un vostro capello per fare la mappa del vostro DNA, rende ormai estremamente difficile stabilire con lui un clima di franchezza» (Paul Jorion). Susan Rice, allora ambasciatrice americana all’Onu, ha vantato pubblicamente (senza scrupoli) i risultati di questo spionaggio totale: «Mi ha aiutato a conoscere (...) la verità, a rivelare le posizioni sulle sanzioni (all’Iran. ndr) e ci ha permesso di restare un passo avanti nei negoziati». La NSA infatti ha vantato i risultati sulla rappresentanza francese all’Onu: «successi silenziosi che hanno aiutato a conformare la politica estera degli Stati Uniti».
3) Come tutti i geni matematici, è alquanto sociopatico. Basti dire che sta trasferendo il suo blog su darknet, perché «il numero dei lettori è tale da risultarmi insopportabile». Specie i « post piu' visionari, quelli che mi espongono al rischio di essere giudicato un razzista, nazista, comunista, cattolico, satanista, e tutto quello che dicono di me». L’articolo che ho riprodotto, l’ha già spostato su darknet perché è stato troppo letto. Qualcosa di simile alla creatura nel racconto di Franz Kafka, «La Tana».


lunedì 28 ottobre 2013

Povero Babbo Natale.. preso d'assalto dalle brigate universaliste perché "troppo bianco"


San Nicola (Babbo Natale) con paggio nero

Babbo Natale è razzista? Oramai nessuno si stupirebbe più se qualche arguto esperto analista dell’Onu arrivasse a dire una cosa simile. 

Dopo le accuse fatte a Dante che dovrebbe essere vietato a scuola perché antisemita, islamofobo e omofobo, francamente ci si può aspettare di tutto. Quindi niente di strano se l’accusa ora tocca all’arcano vecchio barbuto che porta i doni ogni notte di Natale. Al centro del mirino nello specifico è finito il Babbo Natale olandese, Sinterklaas, che nella tradizione del paese dei tulipani è rappresentato come un vecchio vescovo vestito di rosso, il San Nicola della versione cristiana, che si fa accompagnare da aiutanti chiamati Zwarte Piet, “Pietro il Nero”, rappresentati nelle feste folkloristiche da persone col volto dipinto di nero, le labbra rosso acceso, i capelli ricci e costumi variopinti. A far più ridere poi non è neanche l’assurda accusa, né il fatto che esista una commissione Onu per vigilare sulla political correctness delle feste popolari, ma lo stupore con il quale la commissione Onu ha commentato l’ovvia reazione degli olandesi che già hanno raccolto 2 milioni di firme contro la richiesta di abolire la festa. 

“Non riusciamo a capire perché gli olandesi non riconoscano che questo è un ritorno alla schiavitù e che questa festa, nel ventunesimo secolo, deve finire”. Già, non riusciamo proprio a capire.
Ma non è la prima volta che l’Olanda ha di questi problemi in prossimità delle feste natalizie. Già nel 2009 alla Haage Hoge School, un istituto molto frequentato dell’Aia, fu vietato agli studenti di addobbare il tradizionale albero di Natale. Il motivo? L’integrazione, perché essendo l’Aia un paese multi etnico e avendo l’istituto più del 40% di studenti di diverse nazionalità, qualcuno avrebbe potuto offendersi nel vedere un simbolo palesemente cristiano. 

Sorvolando sul fatto che l’Albero di Natale, rappresentazione dell’Albero Cosmico della Vita e quindi Centro luminoso che sempre irradia anche nelle notti più profonde è tutt’altro che cristiano e anzi è comune a praticamente tutte le tradizioni e religioni, il concetto che si è voluto far passare è che l’integrazione prevede il fatto che ciò che è culturalmente definito sia per forza offensivo per l’altro e che l’integrazione si basi proprio sull’annullamento della propria cultura, sul taglio d’accetta sulle specificità identitarie, sul trovare un punto comune che azzeri tutto il resto. La tanto sbandierata società multiculturale dell’incontro e confronto tra culture si riduce quindi allo svuotamento delle culture in modo che tutti siano uguali quando oramai non c’è più nulla che possa differenziare e, quindi, su cui ci possa confrontare. È questo il principio per cui, ad esempio, a Londra nel 2006 furono vietati biglietti e cartoline natalizie, sostituite con un generico “buone feste” o “auguri di stagione” senza simboli per non offendere le sensibilità altrui e per far sentire tutti uguali. Ed è in fondo lo stesso principio su cui si basano le deliranti proposte di eliminare il sesso dei genitori per non offendere le sensibilità altrui e far quindi diventare mamma e papà “genitore1” e “genitore2”. Non resta dunque che augurare una buona integrazione a tutti.


 Carlomanno Adinolfi

domenica 27 ottobre 2013

Governo Letta - Nuovo ministro economico in arrivo...

Carissimi Paolo e Caterina, ho avuto il piacere di conoscere il Dott. King della nobile famiglia dei King Kong (vedi foto), un luminare nel campo dell’Economia. Dalla fotografia possiamo notare il Dottore in un ambiente con tanto verde che ci fa ricordare il detto "l’erba del vicino e sempre verde" mentre la nostra è Politicizzata, striminzita, Tassata e Ivata. (A.C.)


Mi hanno chiamato dall’Italia per fermare il declino del Paese

Gli Italiani sono profondamente preoccupati perché le lobby di comando stanno vendendo tutto e parlano di crescita attraverso la decrescita. Pare che tre pasti al giorno siano troppi e vorrebbero ridurli a uno alla settimana.

Mi hanno invitato a concorrere alle prossime elezioni per la massima carica dello stato, per salvare il Paese dal serio pericolo di          estinzione.

Appartengo attivamente ai Movimenti : Universalisti, Moralisti, Naturalisti, Federalisti, Referendari, Socialisti,  Umanisti, e siamo contro ogni forma di Partitismo Politico di Potere come le grandi concentrazioni Democratiche che ingrassano sui lavoratori.

Il nostro mondo si fonda sul rispetto della natura e delle sue leggi.


Benché apparteniamo alle medesime origini, alcuni distaccatisi dal gruppo, vestiti in giacca e cravatta, hanno seguito la via del progresso incondizionato, auto blu, viaggi aerei, scampagnate e passatempi vari, stipendi da capogiro, ecc., arricchiti da addizionale corruzione e bunga bunga a go go, ed oggi si trovano ad un punto morto.
 
Noi invece abbiamo mantenuto con dignità e saggezza le nostre origini e siamo lieti di potervi dare una mano per la Vostra sopravvivenza e portare sulle vostre tavole tante banane, un tocca sana per la mente e per il cuore.

Fermiamoci per un istante a riflettere, ragionare, e con il Vostro aiuto poter programmare un estremo tentativo di salvezza per ammansire le belve umane che occupano le poltrone di comando nel Paese, sorretti indefessamente dai loro sostenitori, anime tormentate da Mitologie e Filosofie negative, che sino ad oggi hanno adottato e incoraggiato lo sviluppo dell’egoismo umano con speculazioni, scandali e continue guerre interne e per il mondo definendole  , giocare alla guerra per volersi bene.

Qualcuno mi ha chiesto quali sono i miei programmi s’è arrivassi ad occupare quella poltrona?

Innanzi tutto eliminerei le poltrone sostituendole con sgabelli con chiodi sporgenti, i servi della Patria devono muoversi tra le masse per conoscere le esigenze dei cittadini.

State tranquilli, ho dei programmi fantastici per dare un taglio definitivo alla Politica attuale che ha fatto tanto soffrire i cittadini e arricchito corvi e sciacalli.


Anthony Ceresa

sabato 26 ottobre 2013

Pescara – Partecipazione all’inaugurazione del VI Festival Mediterraneo della Laicità


Pescara - Inaugurazione VI Festival Mediterraneo della Laicità 
Silvana Prosperi e Paolo D'Arpini

Altro giro…. altro regalo…… in questa settimana intensa con Paolo, uno degli appuntamenti più attesi era questo “Festival Mediterraneo  della Laicità” di Pescara, che ha visto la presenza come “relatore” di Paolo che apriva una tre giorni ricca di idee e stimoli. Noi siamo stati presenti solo all'inaugurazione per precedenti altri impegni, ma è stata una giornata intensa e piena di emozioni, parole, sguardi, amicizie vecchie e nuove, in un clima di accoglienza perfetta di cui siamo molto grati ai nostri ospiti.
Il titolo dell’intervento di Paolo era “Le questioni della vita come questioni politiche, per una politica critica del modo di vivere. Presentazione di Riciclaggio della Memoria di Paolo D’Arpini” all’interno del quale lui ha solo in minima parte letto alcuni appunti che aveva preparato, ma come spesso accade, quando si coglie un pubblico attento (non distratto), guardando negli occhi i presenti escono direttamente dal cuore le sue idee, che lui è sempre ben felice di condividere.
Sono idee non nuove, solo che sono battezzate con neologismi che però, almeno secondo me, riescono a “illuminare” e descrivere quello che tutti noi (che cerchiamo un modo di vivere sincero, onesto e di presenza alla vita) sentiamo in fondo al cuore, anche se in parte l’abbiamo dimenticato, ricoperto dalle sovrastrutture imposte dalla società in cui viviamo, per comodità, per abitudine, convenzione, pigrizia, accondiscendenza, con quella situazione in cui ci troviamo, in cui però ci sentiamo stretti, non liberi.
All'Aurum c’era un pubblico serio, attento, delle “belle occasioni”. Alla fine ci sono state diverse domande ed interventi, tra cui: “Ma se leviamo alla vita le cose superflue… cosa rimane? Dobbiamo forse diventare monaci?”

E’ ovvio che la risposta (almeno per me) è che la vita è BELLA per quello che è in una semplicità relativa alle cose materiali, con la riscoperta e la valorizzazione di cose “altra”… le vogliamo chiamare spirituali?, la condivisione, l’affetto, l’amore, la convivialità, l’arte, le arti, che possono avere un gran valore senza avere un gran prezzo e senza comportare la necessità di un accumulo, ma la gioia di viverle nel momento presente.
Gioia di vivere come quella provata nella serata che è seguita all’incontro ufficiale, a casa di Silvana e Paolo, accoglienza generosa e piena di calore e di reciproco interesse, ognuno con le sue peculiarità, in piena libertà espressiva.
Caterina Regazzi


Sala d'attesa - Paolo D'Arpini e Michele Meomartino

Pescara - Festival della Laicità - Scorcio della Sala  Aurum 

Treia - 26 OTTOBRE 2013 - L'Accademia Georgica celebra Nazareno Strampelli


  
Nazareno Strampelli, con il suo grano


Scrive Valentino di Lazionauta: "Ciao.  Caro Paolo buona sera (mentre Walter Caporale è in Kenia...), questa volta ti mando io un comunicato perché penso e spero ti possa incuriosire visto anche dove l'evento è organizzato. Ciao e buona serata...

Mia rispostina: "Caro Valentino, grazie. Non ero per nulla informato di questo evento... stamattina di corsa faccio un salto a sentire cosa dicono. Intanto pubblico il comunicato che mi hai mandato e il programma... (Paolo D'Arpini)



Comunicato stampa del Comune di Rieti

L’Assessore Ubertini al convegno su Strampelli di Treia

L’Assessore all’Ambiente, Carlo Ubertini, porterà il saluto della Città di Rieti al convegno sulla figura dello scienziato Nazareno Strampelli, organizzato dall’Accademia Georgica Treia, che si terrà sabato 26 ottobre presso il Teatro comunale di Treia (MC). In questa occasione si ribadirà il valore culturale del genetista intimamente legato alla storia di Rieti.

Questa importante occasione di riflessione sulla figura di Strampelli – dichiara l’Assessore all’Ambiente Carlo Ubertini – sarà anche l’occasione per lanciare la prospettiva di una rivoluzione verde a Rieti, come motore di un nuovo modello di sviluppo fondato sulla green economy, sul turismo ambientale e su un consistente rilancio di una moderna agricoltura”.

Di seguito  il depliant dell’evento di Treia




EVENTO CELEBRATIVO 26 OTTOBRE 2013 – Treia, Teatro Comunale, ore 9:30-13:00 

IN   COLLABORAZIONE   CON  Comunità Montana  Ambito 4, Città di Treia,  Comune di
Castelraimondo, Comune di Rieti

 A C C A D E M I A G E O R G I C A T R E I A 


IL PERSONAGGIO
Nazareno Strampelli, detto Nazareno, nato a  Crispiero di Castelraimondo (MC) il 29  maggio 1866 e morto a Roma, 23 gennaio 1942, è  stato un genetista e senatore italiano, precursore  della Rivoluzione verde.  Fu uno dei più importanti esperti italiani  di genetica del tempo. I suoi sforzi lo condussero  alla realizzazione di decine di varietà differenti  di frumento, che egli denominò "Sementi Elette"  alcune delle quali ancora coltivate fino agli anni  Ottanta del XX secolo e perfino nel XXI secolo,  che consentirono – in Italia e nei Paesi che le  impiegarono – ragguardevoli incrementi  delle resemedie per ettaro coltivato, con consistenti  benefici sulla disponibilità alimentare delle  popolazioni. Le varietà di frumento create da  Strampelli ed esportate in Messico furono una delle  basi degli studi di miglioramento genetico che  condussero alla "Rivoluzione verde" degli anni  sessanta. Dal punto di vista pratico il suo metodo di  incrociare varietà differenti per ottenere nuove cultivar (incrocio) si dimostrò vincente sul metodo  allora più in voga per selezionare le sementi solo all'interno di una singola varietà.

La diffusione sul mercato dei primi grani ibridati, a cavallo della Grande Guerra, diede a Strampelli
notorietà in Italia e all'estero: nel 1919 l'Accademia dei Lincei gli concesse il premio "Santoro" e
l'Institut International d'Agricolture gli rese omaggio per iniziativa del barone svedese De Bildt e
del francese Luis-Dop. Con la fama raggiunta, lo studioso poté fondare a Roma, l'8 giugno 1919,
l'Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura, dove sviluppò ulteriori studi su nuovi grani
duri e teneri. Strampelli mantenne la direzione del centro romano, affiancandolo al lavoro sulla
cattedra di Rieti.

Durante la sua attività di agronomo, Strampelli non si occupò solo di ricerca scientifica, ma anche
di problemi sociali: lo studioso era sempre stato ben consapevole del ruolo e dell'importanza della
forza lavoro agricola, nonché dei problemi che affliggevano i contadini e le loro famiglie. Era
convinto che la cooperazione fra gli uomini potesse alleviare le sofferenze umane e raggiungere
risultati progressivi, sia in termini materiali che di dignità dell'uomo e del lavoratore. Per queste
convinzioni aveva fondato il25 marzo 1891a Crispiero la Società Agricolo-Operaia di Soccorso,
una delle prime nel suo genere, con il compito di sostenere le famiglie di agricoltori e operai
marchigiani nei momenti di difficoltà e nella malattia, andando a costituire uno dei primi enti
mutualistici italiani.

Nel gennaio 1915, in seguito al disastrosoterremoto della Marsica, si applicò alacremente  all'assistenza ai sinistrati, inviando aiuti nelle zone colpite e provvedendo all'assistenza a 160  bambini orfani o dispersi in un convento locale.
Nonostante i successi nazionali ed  internazionali (in particolare in Argentina,  Messico, Portogallo e Cina) delle qualità di  grano create dall'agronomo, Strampelli non  volle mai sottoporre a brevetto le sementi,
un'azione che, se compiuta, l'avrebbe reso  uno degli uomini più ricchi della sua epoca.
Condusse invece una vita modesta e  disinteressata, considerandosi un semplice  "impiegato dello Stato, e di lavorare per lo  Stato e per la patria". Al momento della  pensione per raggiunti limiti d'età rifiutò i  trattamenti speciali che gli furono offerti e  cui avrebbe avuto diritto per gli alti meriti  che lo Stato italiano gli riconosceva.

Nel 1900 sposò Carlotta Parisani, sua più  importante assistente, discendente  della famiglia Bonaparte, che morì nel 1926.  Tale perdita prostrò lo studioso per lungo  tempo. Un ritratto della principessa Carlotta,
con la dedica autografa di Nazareno  Strampelli al comm. Raffaele Simboli, è  conservato nell’Accademia Georgica di  Treia.
 

Nel XV secolo, quella passione umanistica che spinse  molti all’attività intellettuale avrebbe animato,
secondo la tradizione, un erudito e scrittore  apostolico, Bartolomeo Vignati, che nel 1430 volle  fondare nella sua città natale, Treia (allora detta  Montecchio), una Accademia di nobili intellettuali  dediti alla poesia. Quei nobili decisero di chiamarsi  Sollevati, alludendo alla potenza di tale arte, e nello  stemma che li rappresentava, impressero una  nuvoletta attratta dal sole, simbolo della leggerezza  dei loro componimenti poetici.

L’Accademia visse il suo periodo più fecondo tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento,  proprio nell’età dell’Illuminismo le cui idee giunsero nelle Marche ancor prima dell’armata  napoleonica.

Nel 1778 alcuni intellettuali innovatori e appassionati di agronomia decisero di trasformare  l’Accademia dei Sollevati in un centro per lo studio e la sperimentazione in agricoltura. Per sancire  questo passaggio l’istituzione mutò il nome in Accademia Georgica dei Sollevati.

Ben presto l’Accademia treiese acquistò notorietà e riuscì a collegarsi con l’Accademia dei  Georgofili di Firenze, con la quale ancora oggi ci sono stretti rapporti, e con quella di Berna.

L’attività dell’Accademia Georgica di Treia perseguì due obiettivi: la ricerca e la sperimentazione.  Gli studi e le sperimentazioni erano pubblicati nel “Giornale di Arti e Commercio” curato  dall’Accademia nel biennio 1780-1781 e diffuso non solo in Italia, ma anche in Europa. Lo stesso  Napoleone Bonaparte pensò di farne un polo di cultura agraria per l’Italia.

Gli esperimenti e le innovazioni dei ricercatori dell’Accademia segnarono un’importante svolta nel  settore agricolo. Sono da ricordare la coltivazione della canapa e del lino, l’estrazione dell’olio dai  semi, specialmente dai vinaccioli, l’introduzione della coltivazione della patata e del granturco,  l’importazione di foraggi sconosciuti dai contadini marchigiani come la sulla, l’erba medica, la  lupinella, il lojetto, la verza e la rapa, la scoperta di nuovi vitigni, la coltivazione del tabacco, la  ricerca di nuovi sementi, la rotazione agraria e l’apicoltura. In particolare l’introduzione delle nuove  erbe foraggere determinò in poco tempo la
valorizzazione agricola delle immense distese di  terreno argilloso che trovarono in queste nuove
coltivazioni le piante adatte alla locale rotazione  delle colture dando così un notevole impulso alla
produzione zootecnica. Infatti con la coltivazione  dei foraggi si evitava di lasciare incolti i terreni
rendendo più celere il recupero della fertilità e, nel  medesimo tempo, si otteneva un abbondante
nutrimento per il bestiame.


Gli studiosi sostennero, inoltre, la “via biologica” nella  difesa dell’ambiente e delle coltivazioni dagli insetti
nocivi.  Nel 1781, con breve di Papa Pio VI, gli Accademici  ottennero l’autorizzazione dal Governo Pontificio di  realizzare a Treia le “Case di Correzione e di Lavoro”  dove giovani disadattati, vagabondi e disoccupati erano  impiegati nella fabbricazione di tele, refi, merletti e  tessuti per le vele delle imbarcazioni.
Nel 1799 iniziarono osservazioni meteorologiche  sistematiche allo scopo di conoscere gli effetti dei
cambiamenti climatici sull’uomo e sulle colture.

L’Accademia Georgica ha sede nella prestigiosa  palazzina ottocentesca disegnata dall’architetto
Giuseppe Valadier e fa corona alla Piazza principale  della città.

Dopo lo straordinario impegno intellettuale della  generazione illuminista, l’Accademia è rimasta in vita come centro di cultura in virtù del suo ricco  patrimonio librario, archivistico e artistico. In base ad una convenzione firmata nel 1870, il Comune  affidò all’Accademia tutto il patrimonio librario e documentario del Comune originato dalla  soppressione degli ordini religiosi del 1861. Oggi l’Accademia conserva circa 14.000 volumi e  l’Archivio Storico Comunale – uno dei più antichi e completi delle Marche – costituito dal fondo
amministrativo-giudiziario con 852 manoscritti e da quello diplomatico comprendente 1.196  pergamene, di cui la più antica è datata 1161 e riguarda la vendita del Castello di S. Lorenzo.

Sono, inoltre, custoditi nell’Accademia: l’Archivio degli Accademici con manoscritti relativi agli
studi nel settore dell’agricoltura, incunaboli, codici, conii, sigilli, la collezione di foto con dedica e
autografo di personaggi famosi donata da Raffaele Simboli, quadri del pittore futurista Giacomo
Balla, i ritratti di Accademici illustri (Bartolomeo Vignati, Giulio Acquaticci, Ilario Altobelli, Luigi
Lanzi, Fortunato Benigni), i fondi archivistici dei Padri Filippini, delle Clarisse, il fondo musicale
Montebello, le carte relative al Teatro Comunale e alla Banda cittadina, il fondo delle case di
Correzione e di Lavoro e della Congregazione di Carità.

Ancora oggi l’Accademia offre un importante sussidio allo sviluppo culturale della realtà regionale
e rimane il punto di riferimento di studiosi e di ricercatori non solo nazionali.

In questi ultimi anni il Magistrato Accademico ha concentrato tutti gli sforzi economici e le risorse
umane alla messa in sicurezza dell’importante patrimonio mettendo in rete la biblioteca antica
(circa 14.000 volumi) attraverso il Polo Bibliotecario Maceratese collegato al sistema bibliotecario
nazionale e riordinando tutti gli archivi storici presenti con un sistema informatico convenzionale. Il
patrimonio librario e archivistico è stato altresì ospitato in nuove e idonee librerie e scaffalature.
Tali sforzi sono stati sostenuti anche con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di
Macerata. In un prossimo futuro tutto ciò consentirà la completa fruizione dei contenuti attraverso
la rete telematica.

Giuridicamente l’Accademia, ai sensi della legge 11 agosto 1991, n. 266, è un’organizzazione di
volontariato non lucrativa di utilità sociale che persegue esclusivamente finalità di solidarietà
sociale volta alla tutela, promozione e valorizzazione delle cose d'interesse artistico e storico di cui
alla legge 1 giugno 1939, n. 1089, e al decreto del Presidente della Repubblica 30 settembre 1963,
n. 1409, in coerenza con l’all’art. 10 del Decreto Legislativo del 4 dicembre 1997, n. 460.
L’Accademia di norma articola la propria attività nell’organizzare manifestazioni convegnistiche e
all’organizzazione di giornate di studio rivolte a diversi settori di tipo scientifico e umanistico; in
particolare, l’Accademia da sempre svolge il ruolo di istituto di conservazione custodendo e
mettendo a disposizione della propria utenza gli Archivi Storici Comunali, l’Antica Biblioteca,
l’Archivio Storico degli Accademici, nonché pregevoli opere d’arte, fondi letterari donati da illustri
personalità e quant’altro costituisce il patrimonio storico, culturale e artistico della comunità treiese.
Tutto il patrimonio è in parte di proprietà comunale in parte della stessa Accademia. Nel tempo però
tale struttura non ha mai avuto bisogno di individuare le singole proprietà perché il Magistrato
Accademico, pur essendo un organismo autonomo, da sempre collabora in stretta sintonia con
l’Amministrazione Comunale, e tutto il patrimonio conservato è considerato “patrimonio dei
cittadini treiesi”.

Tutti i fondi bibliografici, archivistici e artistici sono conservati in due immobili adiacenti: la
Palazzina Valadier e l’Appartamento Simboli, ambedue di proprietà comunale. Quest’ultima
proprietà è originata da un lascito all’Accademia da parte del cav. Raffaele Simboli che ha donato
all’istituzione sia l’appartamento – con vincolo di destinazione per le attività culturali
dell’Accademia Georgica - che il patrimonio contenuto in esso.

L’appartamento negli anni ottanta è stato venduto dall’Accademia al Comune di Treia ad un prezzo
simbolico.Ovviamente entrambi gli immobili mantengono il vincolo di destinazione per le attività
istituzionali dell’Accademia Georgica.

Pur essendo autonoma nelle sue decisioni, l’Accademia ha stipulato e da sempre ha usufruito di
convenzioni con le amministrazioni comunali che nel tempo si sono succedute per la conservazione
dei fondi bibliografici e archivistici del Comune di Treia, con particolare riferimento all’Archivio
Storico Comunale e anche a una sorta di biblioteca comunale a partire dai primi anni del ‘900. Nello
specifico tali convenzioni a fronte dei servizi erogati dall’Accademia prevedono un contributo
annuo e il pagamento delle utenze (in particolare quella dell’energia elettrica).

Le convenzioni a oggi conosciute dall’Accademia sono datate:
 1 febbraio 1870
 24 dicembre 1922
L’Accademia Georgica, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Treia, la Regione
Marche e la Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata, da tempo e nel limite delle
risorse economiche disponibili ha avviato una procedura volta alla messa in sicurezza e al riordino
dell’intero patrimonio archivistico, librario e artistico, utilizzando sistemi convenzionali, anche
informatici, finalizzati non solo alla tutela ma anche alla sua maggiore e moderna fruibilità.
La nuova organizzazione, che ha sostanzialmente allargato la visibilità della stessa Istituzione e del
patrimonio in essa contenuto, ha altresì visto aumentare quantitativamente e qualitativamente il
proprio bacino di utenza.

OGGETTO DEL PRESENTE PROGETTO E’ L’ORGANIZZAZIONE DI UN EVENTO
PREPARATORIO ALLA RICORRENZA DEL CENTOCINQUANTESIMO ANNO
DELLA NASCITA DELLO SCIENZIATOMACERATESE NAZARENO STRAMPELLI
Terminate tutte le operazioni di messa in sicurezza dei beni contenuti e conservati dall’Accademia,
il Magistrato Accademico intende promuovere la propria attività culturale con l’organizzazione di
eventi storici ed attuali che interessano il mondo della scienza agricola.
Si è ritenuto opportuno avviare questa attività con un evento preparatorio al centociquantesimo
della nascita del grande agronomo e genetista maceratese Nazareno Strampelli che si terrà nel 2016.
L’evento sarà reso possibile dalla collaborazione dell’AziendaAgroservice S.p.A. di San
Severino Marche (MC), che svolge attività di ricerca, sperimentazione, moltiplicazione di
sementi per l'agricoltura, in particolare cereali a paglia, oleaginose, leguminose.

L’Agroservice S.p.A. nasce come Cooperativa Produttori Sementi Elette (COPSE) nel 1969 sotto il
patrocinio dell’Ente Sviluppo Marche con la principale finalità di produrre sementi, di raccoglierle e
di commercializzare anche i mezzi tecnici. Dopo quindici anni, cioè nel 1984, l’attività si concentra
esclusivamente nella produzione e nella commercializzazione delle sementi e solo nel 1994 la
Società COPSE si trasforma nell’attuale Agroservice S.p.A. rilevando lo stabilimento in contrada
Rocchetta di S. Severino Marche ed il marchio.
L’Agroservice nel 1999 si rende parte attiva per la costituzione del Consorzio per la Valorizzazione
delle Sementi (CONVASE) con un marchio che certifica il processo di concia del seme.
Nel 2003 Agroservice termina dei lavori del piano di investimento migliorando le capacità
lavorative ed offrendo alla clientela un catalogo di ben 70 varietà. Altra tappa importante è
rappresentata dalla rilevazione da parte di Agroservice delle società ISEA S.p.A. di Falconara
Marittima (AN) dal gruppo Angelini, la quale diventa ISEA s.r.l.
Contemporaneamente viene avviato un importante piano di investimenti e si intraprendono progetti
di collaborazione con il Cermis, l’Istituto di Cerealicoltura di Foggia, l’Enea ed altri centri di
ricerca all’avanguardia sia Italiani che esteri ai quali sono affidati specifici obiettivi di ricerca e
sperimentazione su Frumento duro, Frumento tenero, Orzo, Triticale, Avena, Fave (uso zootecnico),
Cece, Lenticchia, Veccia e Girasole.
Tra il 2006 e il 2007 vengono ridefiniti i ruoli dell’Agroservice che si dedica alla produzione e alla
commercializzazione delle sementi, e di ISEA s.r.l., che concentra la sua attività nella ricerca e
sperimentazione al fine ottenere di nuove varietà sempre più performanti e rispondenti alle esigenze
della nuova agricoltura.
 

L’evento si svolge SABATO 26 OTTOBRE 2013 presso il Teatro Comunale di Treia con il
seguente programma:
SALUTI
 Luigi Santalucia, Sindaco del Comune di Treia
 Carlo Pongetti, Presidente dell’Accademia Georgica
 Maura Malaspina, Assessore all’Agricoltura della Regione Marche
 Antonio Pettinari, Presidente della Provincia di Macerata
 Renzo Marinelli, Sindaco del Comune di Castelraimondo
 Carlo Ubertini, Assessore all’Ambiente del Comune di Rieti
 Diego Di Paolo, Assessore alle Culture del Comune di Rieti
 Gianluca Chiappa, Presidente Comunità Montana Ambito 4 di San Severino Marche
 Tommaso Brandoni, Presidente dell’azienda Agroservice di San Severino Marche
 Giorgio Trentin, Direttore dell’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Macerata
 Yan Chunyou, Co-Direttore dell’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Macerata

INTERVENTI
 Norberto Pogna, dirigente di ricerca presso
il CRA-QCE di Roma
"Il grano del futuro e l'eredità Nazareno
Strampelli".
 Sergio Salvi, ricercatore di genetica
batterica, genetica medica, OGM, genetica
agraria e vegetale – autore di numerose
pubblicazioni su Nazareno Strampelli
Presentazione del proprio libro “Sulle tracce di
Nazareno Strampelli”
 Roberto Lorenzetti, direttore dell’Archivio
di Stato di Rieti
“La rivoluzione verde di Nazareno Strampelli”
 Benito Giorgi, già ricercatore, genetista e
breeder dell'ENEA
“Le due Rivoluzioni Verdi del XX secolo, a
confronto”

 Proposta di istituzione di un tavolo tecnico finalizzato all’avvio delle celebrazioni del 150°
anniversario della nascita di Nazareno Strampelli

 Conclusione dei lavori

Nell’ambito della complessiva manifestazione sarà presentato il libro “Sulle tracce di
Nazareno Strampelli” di Sergio Salvi, biologo, ricercatore in genetica e concittadino
dell’illustre genetista marchigiano.
Si tratta di uno studio effettuato passando in rassegna i principali periodici di agricoltura pubblicati
in Italia nel periodo in cui l’agronomo genetista Nazareno Strampelli (Castelraimondo, 1866 -
Roma, 1942) fu professionalmente attivo (1895-1940). Lo scopo era quello di recuperare scritti
“dimenticati” di Nazareno Strampelli e articoli di altri ricercatori, suoi contemporanei, che
riportassero la descrizione di osservazioni, scoperte e ricerche scientifiche inedite attribuite allo
scienziato marchigiano. Oltre ai periodici esaminati nell’arco di tempo indicato, sono stati consultati
anche altri materiali (periodici, monografie, libri), reperiti in maniera occasionale, anch’essi
contenenti riferimenti ad argomenti scientifici trattati da Nazareno Strampelli e rimasti sconosciuti o
in penombra. Grazie alle informazioni così recuperate è stato possibile definire alcuni aspetti -
taluni del tutto ignoti, altri scarsamente conosciuti - della variegata attività scientifica di Strampelli,
che non fu limitata unicamente al miglioramento genetico dei cereali. Una parte dell’opera è
dedicata agli scritti “tecnico-propagandistici”, anch’essi rimasti finora dimenticati, pubblicati dallo
scienziato negli ultimi anni di vita. Il libro si chiude con una completa bibliografia strampelliana
ragionata, corredata da numerose note analitiche.
Il volume edito dall’Accademia Georgica, sarà pubblicato dall’azienda Agroservice di San Severino
Marche.

Alla manifestazione sono invitati:
 Autorità militari e religiose
 Il Prefetto della Provincia di Macerata
 La Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata
 Il Centro Ricerche e Sperimentazione per il Miglioramento Vegetale “Nazareno Strampelli” di
Urbisaglia
 L’Università degli Studi di Perugia – Facoltà di Agraria
 L’Università Politecnica delle Marche – Facoltà di Agraria
 L’Istituto Tecnico Agrario di Macerata
 L’Unione Nazionale delle Accademia Agrarie (UNASA) e le accademie aderenti:
 Accademia dei Gerogofili - Firenze
 Accademia Agraria di Pesaro - Pesaro
 Accademia degli Incamminati - Modigliana (FC)
 Accademia dei Concordi - Rovigo
 Accademia dei Fisiocritici - Siena
 Accademia di Agricoltura - Torino
 Accademia di Scienze e Lettere e Belle Arti degli Zelanti e dei Dafnici - Acireale (CT)
 Accademia Italiana della Vite e del Vino - Conegliano (TV)
 Accademia Italiana di Scienze Forestali - Firenze
 Accademia Nazionale dell’Olivo e dell’Olio - Spoleto (PG)
 Associazione Italiana delle Società Scientifiche Agrarie - Bari
 Società Agraria di Lombardia - Milano
 Società Economica della Provincia di Salerno - Cava Dei Tirreni (SA)
 Le varie organizzazioni di categoria a livello regionale e provinciale
 Istituti Scolastici della provincia di Macerata di ogni ordine e grado intitolati a Nazareno
Strampelli


Accademia Georgica di Treia (esterno)

giovedì 24 ottobre 2013

USA/Letta - Ricevimento a corte e l´arte della guerra. I preziosi doni di Letta a Obama




    
Essere ricevuti alla Casa Bianca equivale oggi, in Occidente, a quello che un tempo significava essere ammessi a corte. Il gran giorno per Enrico Letta è stato il 18 ottobre, quando fu accolto dal  presidente Obama. Portando in omaggio preziosi doni. Lo si  capisce dal comunicato della Casa Bianca. 
    
    Anzitutto «il Presidente e il premier Letta sostengono entrambi la 
    Partnership transatlantica per il commercio e gli investimenti». Il 
    progetto di una Nato economica, voluto dalle multinazionali e 
    grandi banche Usa, al quale il presidente Napolitano, lo scorso 
    febbraio alla Casa Bianca, ha espresso incondizionato appoggio 
    ancor prima che l´accordo sia scritto e ne siano valutate le 
    conseguenze per l´economia italiana (soprattutto per le pmi e le 
    aziende agricole). 
    
    Altro tema dell´incontro sarà «la cooperazione Usa-Italia nella 
    Nato». Ossia la cooperazione italiana alla presenza di comandi e 
    basi militari Usa, cui si aggiungono le strutture Nato sempre sotto 
    comando Usa. Letta assicurerà Obama che il Muos di Niscemi sarà
    completato, nonostante l´opposizione popolare. 
    
    Gli assicurerà che l´Italia resterà nel programma del caccia 
    statunitense F-35, comunque si esprima il parlamento. Lo 
    testimonia il fatto che, nonostante la Camera (26 maggio) e il 
    Senato (16 luglio) abbiano impegnato il governo a non acquistare 
    caccia F-35 senza che il parlamento si sia espresso nel merito, il 12
    luglio è stata consegnata all´impianto di Cameri la fusoliera del 
    primo F-35 «italiano» e, il 30 luglio, il Pentagono ha ordinato alla 
    Lockheed Martin i primi 6 dei 90 F-35 che l´Italia acquisterà. A un 
    prezzo ancora da definire: nel budget 2014 del Pentagono, i primi 
    29 caccia costano 219 milioni di dollari l´uno, che salgono a 291 
    compresi sviluppo e collaudo. 
    
    Terzo tema dell´incontro quello delle «comuni sfide in Nordafrica e 
    Medio Oriente». Letta assicurerà Obama che l´Italia, oltre a restare 
    in Afghanistan quale «nazione quadro» dopo il 2014, si occuperà in 
    Libia di ricostituire esercito e istituzioni e di disarmare le milizie.. 
    
    Non a caso, tre giorni prima il ricevimento di Letta alla Casa 
    Bianca, il suo governo ha lanciato la «missione militare 
    umanitaria», il cui scopo dichiarato è rendere il Mediterraneo «un 
    mare sicuro». Obiettivo dell´operazione, dichiara il ministro della 
    difesa Mario Mauro, è quello di «triplicare la nostra presenza, in 
    termini di uomini e mezzi, nell'area sud del Mediterraneo, per una 
    missione militare-umanitaria con lo scopo di contenere la crisi 
    dovuta in parte alla situazione di `non Stato' in cui si trova la 
    Libia». 
    
    Le stesse forze aeronavali, usate nella guerra che ha ridotto la Libia 
    a un «non stato», vengono ora mandate a «contenere la crisi» che 
    ne è derivata. Si strumentalizza la tragedia umana provocata dalla 
    guerra, di cui le ultime stragi nel Mediterraneo sono solo la punta 
    dell´iceberg. I salvataggi dei naufraghi, sotto gli occhi delle 
    telecamere, servono ad accreditare l´idea che occorre potenziare le 
    forze armate, sempre e ovunque impegnate in «missioni 
    umanitarie». 
    
    Se il vero scopo fosse salvare vite umane, non si userebbero navi 
    da guerra, costosissime e non adatte a tali operazioni, ma si 
    creerebbe una apposita task force civile. Scopo reale della 
    missione, che triplicherà la presenza militare italiana nell´area sud 
    del Mediterraeo, è rafforzare la strategia Usa/Nato in Nordafrica e 
    Medio Oriente. Sulla missione «umanitaria» Obama loderà Letta 
    sotto gli occhi delle telecamere. Quelle che ci mostrano le tragedie 
    del Mediterraneo, invece, tra non molto si spengeranno. E altri 
    barconi affonderanno in silenzio.
    
    Manlio Dinucci 

    (Il Manifesto)