Il Ciclo della Vita - Affresco di carlo Monopoli
Abbiamo
la fortuna di vivere in un momento storico eccezionale in cui
sembrano cadere ad uno ad uno tutti i riferimenti storici,
economici, ideologici su cui si è basata e si basa la nostra vita
odierna, almeno quella cosiddetta occidentale. Il termine crisi in
cinese è fatto da due ideogrammi il primo significa "pericolo"
il secondo "opportunità". Sta a noi prende le precauzioni
per il pericolo e darci da fare per l'opportunità.
Questo momento di
apparente crisi (indotta) quindi ci serve per prepararci se non si
è già preparati, non certo per piangerci addosso, ma per mettere
in discussione tutte le false convinzioni ed i paradigmi su cui si
basa la nostra esistenza. Siamo realmente in un momento di decadenza
sociale ed universale e di disfacimento di ogni contesto che ci
circonda e questo viene avvertito maggiormente da chi ha investito il
proprio "vivere" sull'avere e sulla quantità piuttosto che
sull'essere e sulla qualità.
Viene avvertita una crisi materiale
quando di fatto è una crisi spirituale, ma ciò perché siamo stati
abituati, istruiti e programmati solo a vedere con i sensi e a dare
valore solo a ciò che ci appare, perdendo oramai di vista da tempo
che siamo noi quelli che diamo significato alle cose. Il sistema si
regge perché nonostante ci lamentiamo l'altro pilastro siamo noi. Qualunque potere è sempre una relazione, se c'è chi lo esercita c'è
anche chi glielo lascia esercitare. Gandhi questo lo aveva capito
perfettamente e quando cominciò le sue disobbedienze civili non
violente non fece altro che far mancare alla relazione di forza
l'altra parte.
Tu hai potere solo fino a quando io ti concedo che tu
lo abbia. La vera crisi è "identitaria" ossia non si ha
coscienza di avere questa funzione nella relazione del potere. Del
resto il sistema non è da meno tentando di distruggere ogni giorno
le identità e livellando la popolazione alla industrializzazione
della uguaglianza.
Non voglio fare una disamina sul fallimento generale del "sistema"
o dell'ordine mondiale che arrancherà ancora per qualche tempo ma è
destinato a cadere come un castello di sabbia, proprio perché
fondato su equilibri sottili che a loro volta erano fondati su
imbrogli, falsità e nel migliore dei casi mezze verità. Le verità
possono essere costruite a tavolino come a Hollywood ma nel tempo
quando le forze di interesse o di equilibrio che le sostengono
vengono a mancare crollano miseramente.
La memoria purtroppo è un
altro elemento che ci stanno distruggendo e noi li lasciamo fare. Si
sa che senza radici non ci sono alberi e senza memoria non c'è
futuro oltre al fatto che chi non impara dalla storia è destinato a
commettere sempre gli stessi sbagli. Certamente ci sono delle
responsabilità di chi è preposto a difendere l'uomo, le comunità
ed i territori in cui vive, il suo sostentamento, la sua
educazione, la sua salute, la sua spiritualità, ma se proprio questi
uomini cancellano il valore di queste cose distruggendo in primis la
formazione e la cultura che sono poi la cassaforte di tutto il
resto, succede che anche tutto il resto cade.
Gli uomini più colti e
profondi dovrebbero essere i "santoni" del villaggio ossia
i custodi del buon sapere per il corretto andamento della comunità.
Succede, però, che proprio tutta la classe dirigente anziché
conservare questo patrimonio diventa fautore di smantellamento in
vista di una non precisata globalizzazione che nullifica le realtà
identitaria che sono ricchezza e patrimonio in cambio di un Nuovo
Ordine Mondiale non meglio precisato a cui siamo obbligati a scendere
"quote di sovranità".
A questo hanno contribuito
certamente anche settarismi di interesse non certo per una
conservazione di particolarità ma piuttosto di scientifica divisione
per evitare di "fare forza" insieme contro quel potere che
si gioca nella relazione di cui prima abbiamo detto. Per non essere
troppo criptico mi riferisco ad enormi gabbie culturali, sindacali,
religiose ed ideali che hanno determinato non poco le sorti della
storia, come alcune religioni come l'ebraismo, il cristianesimo,
l'islam, come il comunismo ed il capitalismo, neoliberismo ecc.
Studiando certe connessioni storiche vengono fuori delle scoperte che
distruggono alcuni piani di riferimento e di orientamento che
sconvolgono non poco, per fare solo un esempio scoprire che la
rivoluzione bolscevica, fu finanziata da Wall Street cosi come il
Nazional Socialismo della Germania non è cosa da poco. Scoprire che
c'è una regia di potere che non è quella che noi crediamo non fa
piacere, ed è facile comprendere che il sistema diventa complicato
perché in quella famosa relazione di potere il popolo si trova a
"giocare" su un tavolo con un "facente funzione"
(politica) che non è la reale controparte.
Da qui crolla ogni
riferimento del mondo diviso, (da chi?) in comunisti e capitalisti,
in destra e sinistra, in buoni e cattivi, ecc e ci si accorge di
essere solo uomini. L'uomo deve ripartire a conoscere se stesso prima
di ogni cosa, ma chi lo educa chi lo aiuta a fare questo percorso
escatologico? Ricordiamoci che l'uomo è un animale sociale ed è la
comunità che lo cura e lo educa e lo prepara alla vita. Siamo
arrivati quasi ad un loop chiuso senza via d'uscita. Se l'uomo ha
perso i riferimenti ideali e spirituale come può educare le nuove
generazioni a questo livello spirituale? Bisogna cercare i pochi semi
buoni in mezzo a tanti semi avariati o peggio atrofizzati. Questi
pochi semi dovranno con non poche difficoltà ritornare ad essere la
maggioranza. Riuscire ad tirarsi fuori da questo paradigma non è
facile.
Avere poi la consapevolezza che siamo "macchine sociali
emozionali programmabili" è a sua volta ancora più drammatico,
ma già solo prenderne coscienza non è facile. La vera
consapevolezza infatti avviene quando ad un certo punto della vita,
che è solo una finestra temporale dello spirito universale che si
diverte ad avere una esperienza materiale, si riesce ad essere
registi del proprio momento storico dove il tempo coincide con la
materia. Ci sono in giro per il mondo una serie di attività più o
meno spirituali e più o meno complesse che servono proprio a questo,
tali metodi servono proprio a rendersi consapevoli della propria
programmazione e a far si che "questa" diventi sempre più
un auto-programmazione.
La battaglia della vita infatti consiste
proprio nel passaggio dall'essere attore al divenire regista, dal
vivere o dal lasciarsi vivere. Questo è un gioco potenziale che
potrebbe anche finire con un pari, metà vita da attore e metà vita
da regista che già sarebbe un grande successo in un mondo di sole
comparse. Occorre ripensare un modello di vita diverso da quello fin
ora abbiamo conosciuto, ma per fare questo serve una maggiore
consapevolezza dell'essere partecipi del pianeta e della natura per
capire che nel futuro la parola "consumo" e "crescita"
dovrà esistere solo sui libri di archeologia storia. La prima
trasformazione deve nascere dalla conoscenza della natura umana che è
fatta di tempo e materia.
Se non si comprende questa unità
dimensionale non si uscirà dalla "crisi" (interiore) che
fondamentalmente quella di sempre ossia che l'uomo ancora non ha
compreso la "necessità della sua esistenza". Perché un
puro spirito si dovrebbe sacrificare in un fazzoletto di spazio tempo
quando ha a disposizione l'eternità. Forse perché la perfezione
dello spirito superiore passa proprio per il sacrificio della materia
con le sue leggi di entropia universale. La non conoscenza fin
dall'inizio del significato della sua esistenza comporta un vuoto che
bisogna riempire o nascondere per rendere la vita apparentemente
serena. Tale vuoto comporta necessariamente l'incompletezza della sua
essenza al punto di non comprendere le priorità ed i valori reali,
spesso si passa tutta la vita a mettere in ordine concetti idee e
valori, e vince chi alla fine ha messo nel migliore dei modi la scala
di valore al posto giusto. Qui si scontrano poi due grandi modi di
intendere la spiritualità, per le religioni rivelate si nasce puri
(o lo si diventa con il battesimo) per poi comminare nella vita
secondo regole che portano alla salvezza, oppure si nasce stolti (in
quanto ignoranti delle cose della materia e dello spirito) e solo
alla fine del percorso, non per tutti, si raggiunge la perfezione la
saggezza il karma attraverso una serie di errori che migliorano
l'esperienza della vita. La semplificazione (divisione) della visione
del mondo in materia e spirito è uno degli errori più grandi ma è
servito per far comprendere agli appartenenti ai primi "gironi"
le questioni basilari, solo che anziché elevarli alla "conoscenza
superiore" e successo che per opera di pochi tutto il resto
dell'umanità fosse portato verso il basso, dove ancora si trova.
L'assoluta mancanza di visione olistica ha determinato la causa
dell'attuale frazionamento della conoscenza in pura speculazione.
Si, si, no, no, sia solo questo il vostro parlare, diceva un grande
maestro. La retorica spesso serve più ad imbonire che a piegare.
Certamente nella ricerca della propria identità e della necessita
dell'esistenza dell'uomo c'è inesorabilmente la necessità di
comprendere il valore della vita nella dimensione materiale. Questo
concetto fondamentale viene sempre sottovalutato ed invece dovrebbe
essere fonte di preghiere di ogni uomo ogni giorno. Nella finestra di
tempo che lo spirito universale del grande universo ci concede di
essere materia si esercita la dimensione della vita. Appare chiaro
che il tempo
è la forma più alta di "valore" che una vita possiede.
Nonostante questo sia assolutamente chiaro ed ovvio quasi banale, la
società che abbiamo costruito disprezza e spreca il tempo,
distruggendolo e consumandolo con le peggiori questioni industriali,
ecologiche sociali, ideali, ecc.
Il tempo è sacro, lo riscrivo
perché voglio che ci soffermi almeno per qualche secondo: Il tempo è
sacro. Se si comprende la profondità è la verità di questa
affermazione si potrà comprendere tutto il resto. Se una vita umana
non ha tempo non è vita è morte. Nulla niente vuoto. Il tempo è la
principale determinata della sacralità della vita, il tempo è la
proprietà della vita e ogni vita e proprietaria del suo tempo. Non
è spiegabile con la logica, anche perché l'uomo è una macchina
sociale intelligente ma è anche una macchina emozionale
programmabile. La ragione contrariamente a quanto crediamo non è
sempre attiva ansi esattamente il contrario è quasi sempre spenta e
risponde per lei l'abitudine dei programmai installati. Ora tutto
dipende da quali programmi abbiamo installati? In questo tempo in cui
l'uomo è diventato (è stato programmato) un consumatore-produttore,
in cui la sua vita, il suo tempo, ossia il suo valore più alto è
messo in un ciclo: lavori-guadagni-spendi-felicità e si ricomincia.
Qui nasce la grande truffa, intendiamoci non c'è uno stratega ma
forse un male che ha colpito diversi strateghi che si chiama avidità.
Questo male non ha fatto altro che rubare tempo agli altri per
concederlo a se stessi, nei vari modi che la finanza, la tecnologia,
la società più o meno civile glielo concede. Rubando il tempo ad un
popolo si ruba la sua identità e la sua vita. La nostra ragione
non è attiva al 100% e ci hanno inserito dei programmi che sono
tali da farci distruggere il valore più caro che abbiamo che è il
tempo.
Ci stiamo auto-distrugendo nei valori, nella dignità,
nell'onore, nella cultura, nel sociale, ecc questi programmi ci
impoveriscono ci indeboliscono, ci fanno sentire soli, ci
impauriscono, ci deprimono, ci bruciano lo spirito ci consumano il
tempo. Questo "tempo" è l'elemento indispensabile per
essere vita, per vivere. Non solo questo "tempo" è di
proprietà della mente che lo produce della unità della vita
chiamata persona. Ogni persona ha il suo tempo lo possiede e ne è
proprietario e quindi se ne dispone a secondo della sua volontà ne è
sovrano. Se questo tempo invece è dedicato ad altri, non secondo la
sua volontà c'è schiavitù e quindi cessione di sovranità
personale, di sovranità umana. La crescita dello spirito passa per
la forgia della materia attraverso il tempo che ci è dato da vivere,
sta a noi cederlo consapevolmente per crescere noi in una comunità
oppure farcelo estorcere in cessioni di quote di sovranità.
Facendo
un salto quantico e arrivando alla società consumistica e
materialista di oggi e cercando di essere in qualche modo concreti,
oggi come si può essere sovrani del proprio tempo? Non facile la
risposta immaginate di formattare un hard disk e reinstallare tutto
da capo ecco questo è quello che in qualche modo bisogna fare, non
solo bisogna mettere anche potenti antivirus perché la ricaduta è
sempre in agguato. La consapevolezza della sovranità del proprio
tempo fa sciogliere tutti i legami, e quando si dice tutti si dice
tutti anche quelli affettivi, solo dopo si possono riprendere le
relazioni con il contesto con principi di reciproca sovranità.
L'uomo cresce sovrano del suo tempo solo se la comunità e sovrana e
crede nella sovranità dei suoi singoli diversamente cambiano i
rapporti di forza e quindi di potere. In tutto questo c'è anche un
problema di contemporaneità della consapevolezza. In un sistema
imperiale basato sulla estorsione del tempo, costruire un nuovo mondo
in cui l'uomo torni sovrano del suo tempo non è facile, poiché
infinite strutture sociali e civili sono basate sul principio del
"debito". Il debito non è altro che sottrazione di tempo e
di valore. Si tratta di fare invertire direzione al treno, oggi il
sistema estorce e ruba tempo fino a portare al sudicio le persone,
nel nuovo paradigma il sistema invece fa si che l'uomo possa godersi
al massimo quel poco tempo che gli è concesso vivere.
Il nuovo
paradigma prevede un nuovo modello sociale, un nuovo modello
economico, un nuovo modello culturale. Per fare solo degli esempi, il
concetto del PIL deve non solo sparire ma essere messo al bando come
il più grande nemico dell'umanità, si deve parlare di Felicità
Interna Netta (neanche lorda). Questo si può ottenere cambiando i
paradigmi per esempio con lo strumento con cui misuriamo il tempo (il
tempo è denaro) cominciando a pensare ad una moneta
sovrana
che misura un tempo
sovrano,
cominciando a rendere ogni popolo il più autonomo possibile
sopratutto sotto il profilo alimentare, ogni città dovrebbe potere
essere alimentata il più possibile con prodotti locali e con
prodotti che facciano meno strada possibile e sopratutto senza pagare
nessuna royalty per un brevetto che è stato rubato alla natura.
Autonomia energetica ma partendo da un risparmio energetico che
diventerebbe sostanziale se si producesse solo quello che serve dove
serve e quando serve e a chilometro zero. Una vera campagna di
riduzione dei consumi di prodotti inutili soprattutto invertendo la
filosofia della Obsolescenza programmata.
La filosofia della "R"
Ritornare a Riutilizzare, a Risparmiare, a Ripulire, a Recuperare, a
Riciclare, a Riparare, a Regalare, a Restaurare, a Ripensare, a
Raccontare,al Ricordare, a Ragionare a Riflettere, a Respirare, al
Rispettare, a Riunirsi, alla Reciprocità, alla Riconoscenza, alla
Risonanza, ecc ecc le cose, e la vita. Partendo con la società
dell'idrogeno piuttosto che continuare a rincorrere quella del
petrolio. Della cultura della biologico, del naturale, ecc.
Nuovi
umili pastori per le pecorelle di tutto il mondo che dovranno essere
portati su nuovi campi verdi per dare tempo di bonificare i vecchi.
Vince solo chi persevera. Tutto questo non può che partire dai
fermenti n giro per il mondo che per fortuna ancora ci sono e
verranno piano piano alla luce e saranno il novo fronte dell'umanità
sovrana.
Giuseppe
Turrisi – Coordinatore di Accademia della Libertà
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