mercoledì 31 ottobre 2012

Aprilia, città bioregionale della Terra ... del vetiver e del pane!


Aprilia - Forno per cuocere il pane


Il 29 ottobre 2012 nonostante il brusco calo di temperature sopraggiunto improvviso, più di una trentina di residenti di Aprilia sono venuti ad assistere all’evento bioregionale organizzato dall’Associazione “Memento Naturae” in collaborazione con “Latium Vetiver” che ha voluto offrire il suo spazio, “distante dalla città” ma “vicino alla terra”, per ricordare come Aprilia rappresenti veramente il cardo e il decumano per questo suo saper essere “Città della Terra”.

Ripartire dal passato per rinnovare il futuro, è stato un messaggio e non solo un motto, che i relatori hanno voluto lanciare come sfida propositiva da far accogliere a tutti gli intervenuti che si sono ritrovati in un posto ben allestito con grande partecipazione tra pannelli descrittivi e prodotti attinenti.

In questo clima conviviale, dopo aver fatto i doverosi ringraziamenti di rito, ha cominciato a parlare l’insegnante Lorella De Meis, ricordando come questa iniziativa sia nata da un incontro avvenuto questa estate proprio ad Aprilia. Durante il solstizio estivo dopo aver dato ad ospiti provenienti da varie parti d’Italia, una calorosa accoglienza, fatta non solo di prodotti apriliani caratteristici ma soprattutto di persone che risiedono lì, sono stati assunti degli impegni e delle responsabilità per tentare delle progettualità future che non rimanessero solo sulla carta.

Ecco perché lunedì 29 ottobre, in ricordo del 75° anno di vita di Aprilia, abbiamo voluto impastare e consegnare a chi c’era,il lievito madre preparato grazie alle antiche ricette di donne che conservano ancora gelosamente questo sapere, affinché potesse essere un seme atto a far risvegliare le coscienze e a far generare dei frutti futuri che possano portare un beneficio all’intera Comunità.

Per fare ciò Aprilia aveva necessariamente bisogno di trovare chi si incaricasse per questa eventuale possibilità di rinascita; sono pertanto intervenuti il “padrone di casa” Benito Castorina con il suo vetiver, Francesco Locicero, responsabile di una azienda a conduzione familiare ormai nota nel panorama nazionale, che si prende cura delle api e che, insieme alla sua famiglia sta recuperando i grani antichi che simboleggiano i territori dell’Agro Pontino e Francesca che si sente innanzitutto mamma e generosamente vuole offrire le felici opportunità del vivere sano dei suoi figli a tutti gli altri bimbi con l’educazione ambientale.
Tutti si sono espressi con un semplice linguaggio, senza fronzoli, tipico delle persone che respirano e assaggiano tutti i giorni quella vita a stretto contatto con la Natura di cui avremmo bisogno un po’ tutti per redimerci dal quel mondo artificiale e troppo virtuale con cui ci hanno ingabbiato.

Lavorazione del Vetiver


Benito Castorina ha spiegato come quella pianta miracolosa che cura da diversi anni, potrebbe far nascere migliaia di micro-imprese in tutta Italia, visti gli “effetti collaterali positivi” che genera. Ma proprio per queste sue caratteristiche la fanno considerare una pianta “molto scomoda”, perché risolverebbe troppi problemi e non permetterebbe ai lor(di) signori di continuare a guadagnare e speculare dalle troppe situazioni remunerative che conosciamo bene.

Anche Locicero, sulla stessa lunghezza d’onda di Castorina, ha voluto ribadire che in una società dove c’è attenzione più alla “durabilità dei materiali” per far “ricomprare”, che all’uso di questi per un opportuno risparmio intelligente di risorse. Ha auspicato che molte aziende agricole guardassero oltre allo scopo abietto di mero lucro, per il quale ingannano con prodotti scadenti, inquinano i terreni con sostanze dannose e trascurano quei ritmi naturali e quell’orologio biologico che appartiene a tutti gli esseri viventi che coabitano con noi nella Madre Natura. Tutti si potrebbero adoperare invece per trasformare il loro modo di fare produttività attraverso uno stile di vita più virtuoso e più consono.

È stata poi la volta del Prof. Mario Polia, che ha letteralmente incantato i presenti con citazioni classiche alternate a detti popolari, ricordando che a contare veramente sono le cose semplici ed essenziali, come per esempio quel semplice farro che al tempo di Roma antica, è stato la cosa più sacra e preziosa da condividere con gli Dei. Sì perché quel grano di cui ci nutriamo è la “carne della nostra Terra”, è il suo corpo che tutti noi mangiamo e a volte sfruttiamo, dimenticandoci come da una spiga si ricava quel minuscolo chicco di grano da far germogliare. La sua nascita non avviene da sola, ma è il frutto della volontà, il vero motore silenzioso, per far fare un salto di qualità e per guardare con rosee prospettive al nostro futuro. Appartiene quindi a questo genere di azioni “sacre” che pervadono tutta una Comunità che si sforza e si prodiga nel fare tutto questo, quella che si dovrebbe chiamare Civiltà.

Da tutte queste conclusioni, si può capire meglio perché, in questa occasione, abbiamo scelto volutamente di non fare il classico convegno dal quale a volte rimangono solo parole anziché azioni concrete. Il perché abbiamo cercato un posto “impervio” che serva a non farci dimenticare come il contatto con la Natura insegni il sacrificio e non la vita comoda. Anche per questo non era importante essere in tanti, ciò che contava era solo essere motivati ed avere la voglia concreta di cambiare qualcosa e si è visto questo già nell’organizzazione stessa da parte di tutte quelle persone che lo hanno permesso, adoperandosi fin da subito, ognuno mettendo in campo disponibilità, estro, fantasia, competenza e professionalità al servizio degli altri.

Solo con questa predisposizione spontanea e questo atteggiamento volontaristico, oggi si può fare la differenza. Ora che la politica è sempre più lontana dalla vita reale, ora che la gente comune ha capito che bisogna fermarsi un attimo per comprendere da dove ripartire, è finalmente ora il momento propizio per far tornare a volare quelle rondini che in tempi passati hanno consegnato dignità alle genti di questi luoghi.

Ma per farlo non occorre solo abbandonare il paradigma, svuotato e ormai privo di senso, di questa società artificiale che si è staccata dalle sue radici, o annichilire il sistema di vita per uccidere i popoli che hanno creato i mercanti del nostro pianeta: bisogna anche ridimensionare con intelligenza e con gli strumenti attualmente disponibili, quella visione marcatamente antropocentrica che sta portando alla catastrofe l’umanità.

Benito Castorina

In chiave bioregionale quindi è opportuno adoperarsi ad agire con delle modalità e degli intenti, che comportino solo quelle piccole trasformazioni nei contesti in cui viviamo, necessari esclusivamente alla propria sussistenza e non permettere più gli stravolgimenti degli habitat naturali o le distruzioni continue di biodiversità dettati dal lucro, dagli sprechi e dai consumi eccessivi.


Sorseggiando il vetiver trasformatosi all’occorrenza in Tè e degustando un April-pizza con l’aggiunta di un po’ di miele abbiamo tracciato un cammino che ci auguriamo che le persone di Aprilia vorranno intraprendere con noi. E già a fine gennaio è in programma un appuntamento che potrà proseguire in questa direzione.

Riccardo Oliva 
Memento Naturae      


Campo del Vetiver di Aprilia

martedì 30 ottobre 2012

L'altra voce sui marò (assassini) - Protesta anarchica contro la Ferrari




Durante la notte del 30 ottobre 2012, di fronte alla concessionaria Ferrari di via Boggio a Torino, è comparso uno striscione con la scritta “la Ferrari difende i marò assassini”.

La Ferrari ha corso il gran premio d’India con i colori della Marina militare italiana sul cofano. La Brigata Folgore ha chiuso la rievocazione militarista e fascista della battaglia di El Alamein, fischiando il ministro perché non è ancora riuscito ad ottenere la liberazione dei due marò italiani detenuti in India per aver ucciso a fucilate due pescatori del Kerala.


Quelli della Folgore sono abituati all’impunità. Chi può dimenticare le loro imprese durante “Restore hope”, la missione “umanitaria” in Somalia?


Nonostante alcune foto scattate da un commilitone li ritraessero mentre applicavano elettrodi ai testicoli di un prigioniero inerme nudo, nonostante le immagini chiare di uno di questi eroi che stuprava con un razzo illuminante una ragazza somala legata ad un camion nessuno ha badato
a questi “incidenti”.


Lo Stato italiano è abituato all’impunità per i propri militari che si sono distinti in torture, massacri di civili, stupri. L’esercito italiano ha commesso orrori indicibili nelle guerre di conquista coloniale in
Libia, Eritrea, Etiopia, con impiccagioni di massa, avvelenamento di pozzi, deportazioni di intere popolazioni, uso di armi chimiche. 


Nella seconda guerra mondiale in Grecia e Jugoslavia, i militari italiani non furono secondi a nessuno nel terrorizzare la popolazione civile, radendo al suolo interi villaggi, fucilando centinaia di civili, stuprando e torturando.


Nessuno di questi criminali di guerra, quando la guerra è già essa stessa un crimine orrendo, è mai stato estradato nei paesi che ne hanno fatto richiesta. Macellai come Badoglio e Graziani è morta nel suo letto ed è stata sepolta con gli onori militari.

Oggi di fronte all’ennesimo crimine di guerra, di fronte all’assassinio di due pescatori, colpevoli di aver incrociato la rotta di una petroliera italiana, il governo italiano, alcuni comuni, l’esercito al gran completo, e anche la più nota marca di auto da corsa della penisola, pretendono l’impunità per i due marò assassini.


Nulla di cui stupirsi. Lo Stato difende chi uccide in suo nome. Nei mari dell’India, in Afganistan o per le strade di Genova.


Sono assassini in divisa, assassini che lo Stato trasforma in eroi.

Noi non ci stiamo! Nessuna pace per chi fa guerra!


Federazione Anarchica Torino - corso Palermo 46 – ogni giovedì dalle 21
fai_to@inrete.it




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Commento ricevuto: 


INSOMMA  se per gli anarchici i marinai italiani in servizio per tenere libere   le comunicazioni marittime internazionali (essenziali alla sopravvivenza dell'umanita'  ormai sovrappopolata per sopravvivere di sole risorse locali), sono colpevoli a priori ed
a prescindere dalle prove e degni di un auspicato linciaggio, io non vedo piu' nessuna  differenza fra anarchici ed il peggio del peggio, che non voglio neppure nominare per non offendere nessuno.
 Se invece  ancora qualcuno si vergogna di condannare al ludibrio ed altro senza prove o con tutte le prove contrarie, puo' leggersi quale sia la situazione qua sotto e scoprira' che non furono gli italiani a sparare al peschereccio indiano, bensi' i barchini della guardia costiera DELLO SRI LANKA, nelle acque del quale stato sono avvenute centinaia di simili incidenti con decine e decine di morti negli ultimi anni, dato che gli indiani ci vanno a pescare illegalmente.





ENRICA LEXIE: ANALISI TECNICA

"Enrica Lexie": Analisi Tecnica. vicenda della petroliera enrica lexie - crisi italia / india. Nonostante la mole dell'informazione relativa ai fatti del 15/2/2012 ...





  

Cordiali saluti a tutti i liberi e laici    Marcus  Prometheus.

    Penso che tutte le grandi religioni del mondo: ...
... cristianesimo, islamismo e comunismo,
siano, a un tempo false e dannose
Bertrand Russell 

   


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Commento di Luigi Crocco: 
A vedere lo striscione a Torino con l'immagine di indignati lavoratori  associandolo al simbolo politico anarchico  A cerchiato , ma non essendo sicuro del simbolo ho letto la notizia della Ferrrari rossa , che sembrando più veritiera a correre il Gran Prix in india con il simbolo della folgore ,soprattutto per ricordare al India il problema dei nostri 2 Marò trascinati giù dalla nave poi in carcere ultimo in Albergo in attesa della sentenza per condannarli alla pena di morte oppure liberati , forse  sul primo  errore del comandante della petroliera che invece di proseguire la rotta sulle acque internazionali ha deviato per ancorare la nave al porto dei pescatori dove le famiglie dei pescatori indignati volevano sequestrare la nave per risarcire con 600 euro i danni ai pescatori presumibilmente uccisi dalle armi dal fuoco di pirati amici .
Ma così vigliaccamente anche il Nostro governo non ascoltando l'invocazione che veniva dal porto cercò d'imbastire una sorta formale di leggi internazionali da allungare sul agonia del processo la minaccia di condannare alla pena di Morte i nostri Marò, facendo precipitare nel angoscia pure le nostre  maestranze Ferrari .
Ma non c'è da stupirsi pure Rommel nella battaglia di Ala men, fu vigliaccamente tradito d'allora governo Mussolini non facendogli pervenire il promesso carburante assolutamente necessario 6 mesi prima per vincere la guerra contro gli anglo-americani sul dominio del Africa . Così i nostri bersaglieri a piedi con le  bombe a mano e sulle motorette Fiat che andavano pure a benzolo furono costretti a dare il massimo delle loro vite assieme ai tedeschi sui Tigre, sapendo di perdere la battaglia. Ma rimase il valore di essere ricordati dagli anglo-americani e da Rommel che li decorò col massimo valore di guerra  in Germania, la croce di ferro


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Commento di Vittorio Marinelli: “Quella degli anarchici è una presa di posizione un po' forte. Noi crediamo si tratti di un incidente, avendo confuso le povere vittime per pirati e trattandosi, pertanto, di legittima difesa putativa, e imposteremmo la difesa dei due militari in tal senso provvedendo, in primis, a risarcire adeguatamente i familiari. Certo sono vergognose le prese di atto demagogiche che dimenticano la morte di due poveri e incolpevoli pescatori”


lunedì 29 ottobre 2012

Pulizia velenosa - Come difendersi dai "prodotti per la casa"



A proposito di animali, vorrei spendere ancora una parola a questo proposito con questo paragone TANTO ELEMENTARE quanto POCO CONSIDERATO: 

Ci dicono da sempre che l'IGIENE è MOLTO IMPORTANTE, sopratutto poi quando dobbiamo ingerire degli alimenti, per evitare le MALATTIE. Per questa prevenzione ci hanno insegnato a lavare gli alimenti e ad usare forchette, cucchiai ecc. a differenza di TUTTI gli animali che oltre che mangiare i medesimi prodotti senza lavarli, NON USANO questi attrezzi, anzi il cibo è addirittura pieno di polvere ed ogni altro prodotto che si può trovare sul terreno, LORO TAVOLA, senza contrarre malattie di alcun genere. Questo è comprensibile in quanto altrimenti si sarebbero ESTINTI da chissà quanto tempo. 

Porto un piccolo paragone: si USA pulire il tavolo ed i piani di lavorazione con dei prodotti industriali che per bene che ci vada sono prodotti chimici di dubbia provenienza, dei quali la pubblicità ingannevole, ci elenca gli enormi pregi che ci fanno perdere di vista i REALI PERICOLI che ci procurano e di cui contro i quali NON ABBIAMO le necessarie difese. 

Senza contare TUTTI gli altri prodotti CHIMICI che ci portiamo in casa ogni volta che andiamo a fare la spesa. E' risaputo che con questi prodotti CHIMICI laviamo anche i pavimenti sopra i quali i nostri amici animali DEVONO VIVERE la loro vita a diretto contatto con le zampe; senza contare quando ci cade qualcosa di cui sono ghiotti e che con la lingua leccano abbondantemente anche questo pavimento saturo di prodotti CHIMICI sulle cui confezioni sono stampate avvertenze poco edificanti.

Ora mi chiedo: non saranno proprio anche questi prodotti CHIMICI a cause a noi ed ai nostri amici queste malattie?


Genfraglo - genfraglo@libero.it

domenica 28 ottobre 2012

Roma, 29 ottobre 2012 - Convegno per un agricoltura in grado di riconciliare economia ed ecologia




Ante Scriptum - Io ci sarò, in veste di uditore, ed invito anche voi ad esserci... per far sentire le ragioni dell'agricoltura naturale e anti OGM - Giuseppe Altieri 


La crisi economica colpisce un'agricoltura già fortemente attraversata da una profonda crisi strutturale. Ai dati del censimento dell'agricoltura, che evidenziano in Italia la perdita in 10 anni del 32,2% delle aziende (- 25% in Europa), si uniscono diverse analisi dedicate al settore che mostrano negli anni 2008-2009 un calo del 25,3% del reddito delle imprese agricole (-12,2% in Europa) recuperato solo in minima parte nel 2010.

La crisi agricola di oggi è il punto di arrivo di un modello di sviluppo non più sostenibile e che vede nei sistemi agricoli e di produzione del cibo i settori dove maggiormente esplodono le contraddizioni di un tale modello di sviluppo. Contemporaneamente però, l'agricoltura è il settore che più di altri ha già realizzato attività innovative per la costruzione di un modello di produzione e consumo basato su una visione avanzata della sostenibilità in grado di garantire al tempo stesso efficienza economica, equità sociale e tutela e valorizzazione delle risorse naturali e del paesaggio. Quello che oggi, infatti, appare con esemplare evidenza è che ciò che è meglio sul piano ecologico lo è anche sul piano agronomico ed altrettanto sul piano economico e sociale e la strada maestra che ci viene indicata dagli scenari attuali è di puntare per il futuro in modo deciso sulla diversificazione, la sostenibilità e la multifunzionalità. La crisi strutturale nella quale siamo immersi impone di dare una priorità assoluta nell'uso delle risorse pubbliche a obiettivi pubblici come la salvaguardia dell'ambiente e dell'occupazione. Un forte tessuto di imprese multifunzionali, ad alta intensità di lavoro, è la strada migliore per perseguire questo obiettivo.

Associazione Italiana Agricoltura Biologica . Associazione per l'Agricoltura Biodinamica . Fondo Ambiente Italiano . Federbio - Unione Nazionale Produttori Biologici e Biodinamici . Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica . Italia Nostra . Legambiente . LIPU BirdLife Italia . Pro Natura . Società Italiana Ecologia del Paesaggio . Touring Club Italiano . WWF Italia

Roma - Lunedì 29 ottobre: per un agricoltura in grado di riconciliare economia ed ecologia, alle ore 15.00 nella sede di Rappresentanza della Commissione Europea in Italia.

PROGRAMMA

SALUTI
Alessandro Giordani, Capo Settore "Comunicazione, informazione e reti" della Rappresentanza in Italia della Commissione europea
Fulco Pratesi, Presidente onorario del WWF Italia
Coordina: Costanza Pratesi, Responsabile ufficio ambiente e paesaggio del FAI

INTERVENTI
In rappresentanza delle Associazioni promotrici dell'iniziativa
Alessandro Triantafillidis, Presidente di AIAB
Marco Bignardi, Vicepresidente di FederBio
Riccardo Santolini, Presidente di SIEP-IALE
Patrizia Rossi, Responsabile agricoltura di Lipu BirdLife Italia

Le associazioni promotrici si confrontano con i rappresentanti degli agricoltori e delle istituzioni
Pietro Sandali, Capo Area Azione Economica di Coldiretti
Vincenzo Lenucci, Responsabile Segreteria di Presidenza e Direzione Generale di Confagricoltura
Giuseppe Cornacchi, Responsabile Dipartimento Sviluppo Agroalimentare e Territorio di CIA
Dario Stefàno, Assessore Agricoltura della Regione Puglia e coordinatore tavolo agricoltura della Conferenza Stato - Regioni
Paolo Petrini, Assessore Agricoltura della Regione Marche e Presidente della Rete Regioni OGM free
Giuseppe Blasi, Capo Dipartimento delle politiche europee ed internazionali e dello sviluppo rurale del MIPAAF

Conclusioni: Mariagrazia Mammuccini in rappresentanza delle Associazioni promotrici dell'iniziativaSegreteria: Carmelina Pani, c/o WWF Italia Via Po 25/c, c.pani@wwf.it, Tel. 06.84497454

Arte ecologica - Paolo Sommaripa in mostra a Pomezia dal 17 al 25 novembre 2012


Nell'immagine:  Marcella Cossu e Paolo Sommaripa


Ante Scriptum: 
Paolo Sommaripa è un bravo artista e maestro d'arte  originario di Mazzano Romano, nella Valle del Treja, che ha partecipato in passato a diverse mostre organizzate dal Circolo vegetariano VV.TT.  al Palazzo Baronale di Calcata. Dal suo trasferimento a Pomezia  ha continuato ad  interessarsi di faccende artistiche e culturali, avendo anche promosso l'istituzione di una "biennale d'arte" in quella città.. Di seguito pubblico la presentazione della sua prossima mostra personale dal titolo  "I progetti futuri di Sommarì" e vi invito alla partecipazione....  Paolo D'Arpini


Emblema di un arte contemporanea ecologica che mette a nudo l’anima di questo noto maestro di pennello e l’amore per l’ambiente naturale. Colori, armonie di trasparenze, bellezze di forme che parlano di spazio, di passato, di ricordo antico dai profumi lontani che, solo la memoria di questo artista riesce a mettere in moto, esercitando col suo stato emotivo il ritorno alla bellezza di quel tempo. 

Percorrendo i meandri della memoria, ora asfaltati a nuove esigenze attuali, Sommaripa incide nel segno, determinato alla ricerca del soggetto sorpreso nella sua dimensione metafisica … Scrive il critico d’arte Fattino Tedeschi. E’ un viaggio intrapreso tanto tempo fa, ma che continua in strade che portano in luoghi silenziosi, senza tempo, dove si ha l’impressione che debba accadere qualcosa di inevitabilmente magico. I suoi soggetti sono ispirati alla luce e le sue rifrazioni, nonostante una mano ferma con colori scuri, scandisce i personaggi sia uomini che animali, in una estenuante marcia alla ricerca di una serenità interiore quasi sempre a portata di mano, ma irraggiungibile. 

Così,  Paolo Sommaripa, in arte Sommarì, traspone sulle tele tutto ciò che può introdurci nei mondi segreti dell’anima creatrice, e da bravo pittore metafisico, elaborando metafore, ricerca risposte attraverso irrealtà visibili. Ma d’altronde, chi dipinge ciò che si cela dietro l’apparenza del mondo visibile, interpreta il mondo per cogliervi i riflessi della propria interiorità.” 

"I progetti futuri di Sommarì", questo il titolo della mostra personale che si terrà nella Torre Civica di Piazza Indipendenza, con il Patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Pomezia, dal 17 al 25 novembre 2012. In mostra opere recenti, olii, acrilici, tecniche miste su tavola o su cartonacci, ma anche guazzetti e disegni degli anni ’70,80,90, da dove si evince  l’indagine ed interpretazione dei complessi meccanismi relazionali che esistono tra spazio e individuo. L’aura metafisica padroneggia e riemerge con tutto il suo pathos, il vissuto d'altro canto, il quotidiano, si propone non raramente attraverso il filtro di esperienze visuali precise, rendendo Sommarì, uno degli artisti di arte contemporanea più apprezzati dell’attuale panorama artistico.  

Il vernissage sabato 17 novembre alle ore 16,30. Apertura mostra h.10,00-13.00 e 16.00- 20.00. 

Info: 3284636294  -  sommaripa@hotmail.it 

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sabato 27 ottobre 2012

4 novembre 2012 per la pace mondiale - Laksharachana voluto da Sathya Sai Baba




Preghiera - Dipinto di Franco Farina




Cari amici,
il nostro mondo continua ad avere un grande bisogno di preghiere e di luce ed è per questo che il 4 Novembre 2012 verrà celebrato uno speciale Laksharchana in diverse città contemporaneamente. Diffondete l’informazione affinché si possa partecipare sempre più numerosi a queste belle iniziative che innalzano l’energia di Madre Terra e dei suoi figli.
L’ingresso è libero.  Un abbraccio di Luce.
Renata

Organizzatori Laksharchana per l’Italia

referente per l’Italia:
Federica Romanin Jacur
cell.340 3576036 – Padova




per Torino (Piemonte) contattare:
Maria Mancuso
cell. 333 5608673 - casa 011 345039

Per Milano (Lombardia) contattare:
Dolores Bove-
cell. 328 1758727

per Padova (Veneto) contattare:
Federica Romanin Jacur
cell. 340 3576036

per Bologna (Emilia R.) contattare:
Elisabetta Silvestri
cell. 333 9509860

per Catania (Sicilia) contattare
Enza Greco
cell. 338 8822744

per Pisa (Toscana) contattare:
Jaya Murthy

per Napoli (Campania) contattare:
Angelo Delle Cave
cell. 329 4951564

per Cagliari (Sardegna) contattare:
Cristina Marras
Cell. 368 209121
Rossana Biccai
cell. 333 4206727


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Commento di Franca Chichi: "Bella questa " sinergia", per il bene di tutti noi, della Pace, del Pianeta e di tutto ciò che è giusto si manifesti.
Se non ci possiamo stare con il corpo,  stiamo in comunione di intenti e di Spirito.
E di questa iniziativa è giusto che ne siate a conoscenza TUTTI qualsiasi sentiero voi seguiate, anche soltanto quello della ricerca di voi stessi... La cosa più importante, in questo momento cosmico...è "esserci"...il come... può essere anche 100.000 volte diverso... tanto la Luce, o come la volete chiamare, unifica tutto.
Grazie a tutti, per quel che siete"

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Post Scriptum 


 Che cosa è il Laksharachana?

Il 18 gennaio 1997 Swami ha dato il mantra " Aum Sri Sathya Sai Krishnaya Namaha "al Dr. Gadhìa (un devoto di Sai che ha vissuto in Leicester). Swami istruì il Dr Gadhìa su come utilizzare questo mantra, che è un Sadhana per tutti (disciplina spirituale). Dalla Sua Grazia l'unico sadhana chiamato Laksharchana viene eseguito ripetendo a voce alta questo mantra per 100.000 volte (= laksh), collettivamente da tutti i partecipanti, mentre si offre (offerta = archana) chicchi di riso ai Piedi di Loto del nostro Amato Signore.
  
Il significato di ogni parola del mantra viene data qui di seguito:
  
Aum (si pronuncia Om) - si riferisce a Parabrahman (Dio)
  
Sri - dea della ricchezza e della prosperità
  
Sathya - Verità
  
Sai - Divina Madre
  
Krishnaya - Per Krishna (avatar “completo” come Sathya Sai Baba)
  
Namaha - Saluti
  
Quando è morto il dottor Gadhìa, Swami stesso ha chiesto al signor Vadgama di assumere questo bellissimo seva di condurre il Laksharachana. Il sig.Vadgama ha detto: “Swami Mi dispiace, ma io sono troppo vecchio (aveva allora 77 anni) e la mia voce non è buona per cantare per tanto tempo e comincio a tossire” . Swami gli ha detto: “Apri la bocca -e materializzando la vibhuti gli ha detto- vai a fare il mio lavoro e io sarò con te”. Swami ha anche detto al signor Vadgama “Tu hai tantissimo servizio da fare in futuro”. Pertanto, il signor Vadgama sta viaggiando in tutto il mondo a fare il Laksharachana. Swami ha detto pure che  “Proprio Vadgama stesso durante il tempo di Shirdi Baba stava lavando gli utensili. Ora lui produce piatti e nella prossima nascita sarà un magazziniere di Prema Sai”. Swami ha detto che il signor Vadgama era “Shama” (un devoto intimo di Shirdi Baba) durante il tempo di Shirdi Baba.
Questa sadhana è un'occasione d'oro per i devoti di fare dei passi concreti verso l'auto-purificazione e pregare per le Benedizioni Divine di Baba.
ISTRUZIONI
Tutti voi avete un piatto con chicchi di riso, la foto di Swami e la vibhuti.
Ci sono 2 scomparti nel piatto. Mettete il riso in uno e la foto di Swami con la vibhuti nell’altro scomparto. Quando si canta il mantra si prende in mano il riso (si utilizza solo il pollice e l'anulare per prendere il riso) passiamo prima la mano al cuore e quando diciamo “Namaha” si fa cadere il riso delicatamente sulla foto di Swami. Il riso, la vibhuti e la foto si caricano di VIBRAZIONI DIVINE. Quando avremo finito si prega di mettere il riso la foto di Swami e la vibhuti nel sacchetto di plastica per portarle a casa con voi. Il riso la vibhuti e la foto sono state caricate con particolari vibrazioni divine, e il riso può essere utilizzato per la cottura e tutti gli oggetti avranno proprietà curative e molti miracoli sono stati segnalati da persone che li hanno sperimentati.
Cantiamo il mantra “Om Sri Sathya Sai Krishnaya Namaha” all'unisono e con piena concentrazione per ricavare il massimo beneficio. Da prima tutti cantano il mantra in un tempo lento e con lo stesso tempo raccolgono i chicchi di riso con la mano destra la passano al cuore e li fanno cadere sull'immagine del nostro Amato Signore o sul pacchetto di vibhuti.
Dopo averlo fatto per un minuto la mano si regola alla distanza tra i chicchi di riso e l'immagine e poi i devoti possono chiudere gli occhi e mettere a fuoco il Signore internamente e continuare con l'azione. La velocità dei canti poi aumenta e contemporaneamente aumenta la velocità dell'offerta dei chicchi di riso.
Facciamo all’uniscono in una sola voce nel canto del nome del nostro Amato Swami con AMORE E DEVOZIONE.
Grazie e Sai Ram.
         

"Che tutti i mondi siano felici!"


Con l'adesione simbolica del Circolo vegetariano VV.TT.  che il 4 novembre 2012 terrà nella sua sede di Treia, alle h. 20.00, una meditazione sul significato di questa iniziativa. Per appuntamento  telefonare allo 0733/216293 o scrivere a circolo.vegetariano@libero.it 

venerdì 26 ottobre 2012

Discorso sull'eutanasia e sull'accanimento terapeutico


Paolo D'Arpini, "allettato"



Mi chiede I. P.: "Mmmhhh... Sei pro o contro l'eutanasia? ...O meglio cosa ne pensi?"

Il discorso si può dire  che inizia con Socrate e con la sua decisione di non fuggire alla condanna inflittagli dagli ateniesi (per avvelenamento con la cicuta).  Ai suoi tempi alcuni dei discepoli stretti gli consigliarono di non accettare la sentenza e di salvarsi la pelle scappando da Atene ma il filosofo imperterrito suggerì: “Prima o poi la morte arriva comunque, ora se io fuggissi per amore della vita negherei il valore della democrazia e del verdetto popolare liberamente espresso, inoltre non conoscendo ciò che mi attende nel  “post mortem”  la curiosità innata del ricercatore che è in me  mi spinge a non scantonare da questa esperienza,  che  viene spontaneamente. Se dopo la morte non vi è più nulla  potrò godermi un meritato riposo se invece vi è ancora coscienza ed esistenza allora potrò    finalmente corrispondere con spiriti nobili ed elevati ed avere una interessante condivisione sul significa dell’Essere. In entrambi i casi perché preoccuparsi?” Con queste parole serene Socrate bevette l’infuso mortale e se ne  morì descrivendo dettagliatamente le sue esperienze  fisiche e psichiche in ogni momento del processo di dipartita.
Dal punto di vista etico, l’eutanasia  volontaria  ha una sua  dignità morale, non solo nella cultura occidentale ma anche in oriente, ove è accettato il “suicidio” onorevole, vedi il caso  dell’auto sbudellamento (harakiri) in Giappone, o l’ascesa sulla pira degli asceti ancor vivi in India (ed a questo proposito ricordo la storia del guru prelevato da Alessandro Magno  nella piana gangetica e che si  immolò sul fuoco ardente poco prima della morte di Alessandro stesso).  Anche in Cina e nella cultura indioamericana la “morte sacrificale” viene accettata come un fatto normale, addirittura nella storia mesoamericana si narra che la creazione del mondo avvenne proprio in seguito al “sacrificio” di due importanti Dei (uno brutto ed uno bello) che si gettarono volontariamente nel fuoco primordiale e da ciò fecero nascere la vita sulla terra.
Allo stesso tempo, sempre da epoche immemorabili, viene posto l’accento sulla gravità del suicidio come atto di regressione karmica, ad esempio nella tradizione cristiana ai suicidi è comminato un girone infernale pessimo e persino in India ed in Tibet ai suicidi vengono riservate numerose reincarnazioni espiative (come ciechi o malati gravi).  Ma in questo caso si parla di atti di suicidio in cui si vuole sfuggire dal proprio dovere karmico, non si ha il coraggio cioè  di affrontare le prove che la vita ci manda e quindi queste prove devono essere riportate davanti all’anima. Insomma c’è sempre il dubbio che  la morte auto indotta sia una specie di fuga o noncuranza  verso la vita (come nel caso di morte causata da eccessi e vizi), ma  in tal senso persino la persecuzione terapeutica -che tiene in vita il malato a “tutti i costi”-  potrebbe esser vista come una forma karmica espiativa.

Lasciando  da parte la “morale” resta comunque aperto il discorso  del diritto umano,  in Italia come nel resto de mondo  il legislatore dovrebbe decidere (in teoria) su base  razionale e quindi la decisione legale normativa  resta  aperta.

Ovviamente non sono  d'accordo sull'accanimento terapeutico, il che significa che non accetterei di farmi ricoverare in un ospedale per essere tenuto artificialmente in vita.  E se non potessi io stesso oppormi  chiederei che i miei eredi possano farlo a mio nome.


Non volendo comunque correre rischi inutili, sentendomi prossimo alla morte,  personalmente accetterei di esaurirmi per inedia.


Paolo D'Arpini


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Replica di I. P.: "Vediamo se ho capito, dunque nella realtà positiva uccidersi potrebbe essere generare per alcuni versi un giudizio negativo, mentre per altri un fragoroso applauso, mentre dal punto di vista karmico il medesimo gesto invece sembrerebbe produrre l'effetto contrario...
Come è possibile far coincidere le due Realtà?
Ad esempio, cosa sarebbe accaduto se Socrate, al centro dell'occasione, come un protocristiano non si fosse lasciato avvelenare? 
Se non avesse rispettato la volontà del popolo e avesse lasciato libera quella croce occupata V secoli dopo dall'uomo Gesù?
Io non lo so, ma per alcuni aspetti sembrerebbe quasi che in questa dimensione meramente terrestre, l'individuo essere umano nato con un destino preciso alla fine sia sempre sacrificato dal mondo e non dal cielo, che tutti abbraccia.
Il mondo negativamente parlando non è morto, e positivamente parlando è ancora vivo... è questo il vero problema?
Ci sono esseri che non "vivranno" mai, o almeno mai si scopriranno a sperimentare l'imponderabilità dell'armonia universale... 
...Per questo, anche se tutto è perfettamente come doveva essere, molte cose inevitabilmente sarebbero dovute andare diversamente... 
La medicina tradizionale è in questo caso l'unica cura possibile...

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Mia risposta: "Non si può tornare indietro e congetturare su qualcosa che avrebbe potuto accadere se...
Il fatto, il significato implicito, è che non si può cambiare nulla di quel che avviene... quindi anche decidere sulla base di una ipotetica scala morale o di convenienza umana è  una pretesa esagerata.
Accontentiamoci di seguire la corrente e di rispondere adeguatamente alle occasioni favorevoli o contrarie che si presentano al momento... finché morte non ci separi (da questa vita sognata)"

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Pensiero poetico finale

Adattamento alla vita non significa supina accettazione delle condizioni imposte... Va sempre considerata la capacità di adattamento in una reciprocità. L'ambiente può essere modificato senza snaturarlo o distruggerlo in modo da assecondare le necessità vitali. In fondo la vita è un aspetto dell'ambiente. Poi c'è il discorso delle conseguenze, causa effetto. Ma tutto ciò ha valore solo dal punto di vista della manifestazione, del divenire. Il divenire nel suo complesso è influenzato da tutti gli aspetti vitali ad esso connessi ma questo processo non può essere scisso in specifiche cause ed effetti, il tutto è sempre in gioco nella sua totalità” (Saul Arpino)


31 ottobre 2012 - Il circolo vegetariano festeggia Samahin (volgarmente detto Halloween) a San Severino Marche





Com’è nella tradizione anche quest’anno il Circolo vegetariano VV.TT. celebra il momento che nell’antichità segnava la fine dell’anno agricolo, e che sancisce una nuova tappa nel Ciclo della Vita. In questo periodo dal 31 ottobre ai primi di novembre anche nella tradizione cristiana si ricordano i santi ed i morti e questo segna il collegamento fra il vecchio mondo pagano e quello nuovo conseguente all’avvento del cristianesimo.

La festa di Samahin è particolarmente sentita nella cultura anglosassone, infatti è una ricorrenza di origine celtica in cui si dice che in questo periodo "si apre una finestra fra la vita e la morte, fra la morte e la rinascita". L’evento era conosciuto nell’antichità remota ed anche nel medio evo. La tradizione afferma che siccome quella notte gli spiriti tornano sulla terra occorre ingraziarseli con alcune offerte che venivano lasciate sui bordi del camino, allora gli spiriti benevolmente potevano cedere un loro dono o messaggio. Se invece non trovavano alcuna offerta allora si vendicavano apparendo terrifici ai vivi. In parte la tradizione è rimasta con il famoso "dolcetto o scherzetto" di Halloween. 

Comunque la cosa principale da farsi durante la giornata di Samahin, e soprattutto la sera, è quella di compiere dei riti nella natura, in particolare si apparecchiano in una radura due cerchi composti con gli ultimi fiori in modo che tutti i colori della natura siano rappresentati.

A turno i partecipanti si posizionano all’interno di un cerchio, in cui si attirano i pensieri positivi verso i defunti, poi si passa all’altro dove si rinuncia a tutti i pensieri negativi nei loro confronti. In questo modo si pacifica il mondo dell’aldilà con l’aldiqua. La cerimonia esoterica e commemorativa verrà compiuta dalla sibilla Sonia Baldoni di Vivere con Gioia,  in località Ugliano, in quel di San Severino Marche. Più tardi,  nella casa accogliente della scrittrice Lucilla Pavoni,  desineremo con il cibo vegetariano da ognuno portato. Una piccola offerta volontaria per la sibilla e  per chi ci ospita sarà gradita. 
 

Appuntamento alla frazione di  Ugliano di San Severino Marche
alle h. 16.00 del 31 ottobre 2012 

La casa di Lucilla Pavoni, che ospita l’incontro, si trova su una bellissima collina isolata alle pendici dell’appennino marchigiano. Ecco come raggiungerla:

Da San Severino Marche seguire la strada per Apiro/Cingoli.

Superare Cesolo e Marciano, arrivati al bivio per Apiro/Cingoli prendere la direzione per Apiro.

Superare le frazioni Palazzata e Corsciano sino all’indicazione per Ugliano, dopo circa 700 metri sulla destra imboccare stradina in terra battuta seguendo la freccia che indica la casa di Lucilla.

In caso di difficoltà potete anche chiedere al baretto di Corsciano, oppure in extremis telefonare a Lucilla al 338.7073857.



Paolo D'Arpini - Circolo Vegetariano VV.TT.
Info. circolo.vegetariano@libero.it - 0733/216293 
Lucilla:  338.7073857  -  Sonia: 333.7843462


Cerimonia bioregionale sotto un sacro albero

giovedì 25 ottobre 2012

Mazzano Romano - Valle del Treja e Monte Soratte - Incontri culturali in Biblioteca


Rocca di Calcata vista dalla Valle del Treja


Acqua del cielo e acqua della terra: l’eterno ciclo storico-mitologico di un prezioso elemento.

Anche quest’anno riprendono i “Giovedì dell’EdA”, incontri culturali a tema curati da Claudio Corvino (CTP Campagnano-Mazzano R.) e ospitati dalla Biblioteca comunale di Mazzano Romano. Il primo ciclo di incontri (da Ottobre a Gennaio) avrà come tema il territorio, dal monte Soratte a Montegelato, inteso come sistema natura che incontra l’azione umana (la storia). L’acqua e la terra, costituiranno i primi elementi da cui iniziare ad osservare lo sviluppo geologico, archeologico e storico del territorio.

Sono stati invitati per parlarcene nei prossimi “Giovedì dell’EdA” liberi ricercatori, archeologi, speleologi, studiosi e artisti che vivono e informano il territorio attraverso il loro lavoro di ricerca e di studio.

Si partirà dall’acqua, di cui è ricchissima tutta la Valle del Treja, che da elemento senza forma diviene fonte di vita e luogo di scambio ma anche forza distruttiva. Da qui al cielo, o meglio ai templi megalitici che servirono ad osservarlo e trarne auspici e previsioni (Giovanni Feo), per poi incontrarsi a discutere di archeologia (Sonia Tucci), di misteriose grotte, mitiche culle degli dei e noti luoghi di terapia, per terminare con la magica musica dei Ludi Scaenici (Cristina Majnero).

Questa prima serie di incontri si protrarrà fino a gennaio 2013, sempre presso la Biblioteca di Mazzano Romano, il giovedì dalle 17.00 alle 19.00.

Primo appuntamento:

Riprendono anche quest'anno i “Giovedì dell’EdA”, ciclo di incontri culturali a tema curati da Claudio Corvino (CTP Campagnano-Mazzano R.) e ospitati dalla Biblioteca comunale di Mazzano Romano. I primi incontri (da Ottobre a Gennaio) avranno come tema il territorio, dal monte Soratte a Montegelato, inteso come sistema natura che incontra l’azione umana (la storia). L’acqua e la terra, costituiranno gli elementi da cui iniziare ad osservare lo sviluppo geologico, archeologico e storico del territorio. 


La Biblioteca comunale di Mazzano Romano
 e il Centro Territoriale Permanente di Campagnano
 siamo lieti di invitarla all'incontro

Geografia sacra dei luoghi etruschi e pre-etruschi
 Incontro con Giovanni Feo
25 ottobre 2012, Biblioteca comunale di Mazzano Romano, ore 17.00
 Residente in Maremma, dove ha portato avanti un’estesa ricerca sul territorio etrusco utilizzando gli strumenti dell’indagine multidisciplinare, Giovanni Feo ha scoperto, nel 2004, il primo e unico tempio megalitico e astronomico italiano, iniziando così una nuova ricerca intorno alla geografia sacra dei luoghi etruschi e pre-etruschi.
Il ricercatore sarà protagonista dell’incontro di giovedì 25 ottobre (sempre alle ore 17.00 e fino alle 19.00) e parlerà delle sue ultime indagini riguardo la ricostruzione di un’antica griglia di allineamenti da poco scoperta nell’Italia centrale.
Giovanni Feo ha pubblicato una ventina di libri, tra cui Misteri Etruschi,Geografia sacraIl tempio di Volutmna (Stampa Alternativa), Le vie cave etrusche (Laurum), La religione degli etruschi (Effigi).