Calcata fra le nebbie
Un giorno ho fatto felice
Paolo portandogli il primo numero di Bullettin (il giornalino cartaceo del
Circolo) di cui non aveva più copie, che lui mi aveva regalato alla
fine degli anni ottanta del secolo scorso.
A quei tempi lavoravo a
Roma Radio Proletaria (ora Radio Città Aperta) dove conducevo una
trasmissione sulla natura, Terre Protette, che parlava in particolar
modo di delle attività ecocompatibili nei parchi e nelle riserve
naturali. Quindi era doveroso andare a Calcata nel Parco Regionale
della Valle del Treja, a conoscere e intervistare Paolo D’Arpini,
visitare il Circolo Vegetariano VV.TT. e avere notizie su tutte le
molteplici attività che venivano già allora regolarmente proposte.
Paolo D'Arpini a Calcata
Quasi da subito con Paolo
nacque una profonda amicizia basata su una reciproca stima e una
visione comune su come era possibile vivere in un luogo in sintonia
con il territorio e la natura. Come lui anch’io, se pur da meno
tempo, avevo abbandonato la città per la campagna e allora come
adesso, non era facile trovare persone con cui condividere questa
scelta di vita. Quindi se pur vivendo un po’ lontano da Calcata,
prima a Palombara Sabina e ora a Moricone (ambedue paesi del Parco
Naturale Regionale dei Monti Lucretili, situati alle falde dei Monti
Lucretili a Nord Est di Roma), vi sono tornato spesso, tra l’altro,
a presentare le mie attività artistiche e culturali come concerti di
musica popolare e di musica ecologista (una volta anche uno
spettacolo in una grotta!), presentazioni della mia newsletter Gaia e
di libri di poesie e sui parchi e attualmente anche seminari e stage
di ceramica sul periodo neolitico definito la Civiltà della Grande
Dea, periodo che rappresenta le nostre più profonde radici di popoli
europei.
Il gorilla che dorme di Calcata
Insieme a tutto ciò negli
ultimi anni con Paolo abbiamo condiviso un progetto ambizioso che è
poi allo stesso tempo una filosofia e una pratica di vita. Si tratta
del Bioregionalismo, anche definito Ecologia Profonda o semplicemente
l'"arte di vivere in un luogo in armonia con la natura",
con se stessi e gli altri esseri viventi. La nostra è stata una
evoluzione culturale e spirituale del tutto naturale visto che
ciascuno a casa sua queste cose le praticava già. Ma insieme al
bioregionalismo si è aperta una rete di contatti con persone che in
tutta Italia e addirittura in tutto il pianeta aderiscono a questa
visione. Questa rete di contatti è in seguito divenuta la Rete
Bioregionale Italiana e con Paolo e altre persone della Rete abbiamo
pubblicato nel 1997 il libro "La Terra Racconta" (Ed. AAM
Terra Nuova) sul bioregionalismo e la realizzazione delle mappe
locali come metodo per prendere coscienza del luogo dove ciascuno di
noi vive.
Grotte nel tufo
E allora ecco la
riscoperta della Tuscia come area omogenea dal punto di vista
naturalistico, storico, culturale, economico, una vera e propria
“bioregione antesignana”. Ecco allora i tanti incontri
organizzati da Paolo condivisi localmente e non solo, da tantissime
persone, per dare dignità a questa proposta anche politica in
relazione ad un riordino amministrativo della regione Lazio e regioni
limitrofe e allo svincolo dalla sudditanza economica e culturale
dalla grande città di Roma.
Le antiche tribù falische
che tremila anni fa popolavano questi splendidi luoghi sapevano
benissimo integrarsi con il loro territorio, le loro divinità erano
benevole e legate alla terra e alle acque, poi tanti secoli di
dominio patriarcale sulla società umana e sulla natura hanno quasi
fatto dimenticare una certa evoluzione culturale e spirituale di una
società paritaria, democratica e ecologica ante litteram che però
non è mai del tutto scomparsa e regolarmente riaffiora nel tempo e
nei nostri sogni, miti e archetipi.
Stefano Panzarasa
(attualmente responsabile del Servizio Educazione Ambientale del
Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili)
Stefano Panzarasa, canta e suona
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