martedì 30 giugno 2009

Grandi manovre sul fronte eolico di Faleria ed Agro Falisco - "Cosa ne pensa Paolo Portoghesi?"

Ciao Paolo, ho già scritto all’arch. Roberto Barocchi spiegandogli la particolare situazione paesaggistica dell’Agro Falisco che egli non conosce (è del Friuli) e spero che ci dia una mano. Ho letto invece che l’articolo su Falera.info era fortunatamente contrario all’eolico e non te la prendere per il commento inserito che criticava te e l’articolista dicendo che l’eolico è positivo al di là di tutto: è uno dei soliti “addormentati” nel sonno letargico prodotto dai mass media e in verità non sa quello che dice, affermando solo banalità scontate, frasi fatte e luoghi comuni. Probabilmente egli non è mai andato a fare un percorso in tutta la sua vita e non gliene frega un bel niente della natura perché passa tutto il suo tempo con la bocca aperta davanti alla televisione.

Invece io conosco Fogliano, amo quel posto e mi dà i brividi pensare che verrà distrutto nell’indifferenza comune. Pensa che il posto lo dovrei anche inserire nella mia (e della mia compagna Daniela) guida sulle Rocche e Castelli perduti del Lazio, commissionatami dalla Eremon Edizioni per la quale ho scritto pure Lazio i Luoghi del mistero e dell’insolito, pubblicato nel 2006.

Andiamo avanti per la nostra strada, perché mi sa che siamo in pochi ad amare davvero questo territorio. Se cediamo anche noi è la fine. Un’ultima cosa: vorrei tanto sapere la posizione di Paolo Portoghesi circa l’eolico nell’Agro Falisco. Ti posso dire che se alzasse un dito (e la penna) e si degnasse – lui che è famoso – di darci una mano a denunciare questo progetto scandaloso, con pale eoliche di 100 metri.... Ecco, questa sarebbe un’ottima occasione per Portoghesi per dimostrare il suo interesse verso il territorio che afferma di apprezzare tanto.

Luca Bellincioni

lunedì 29 giugno 2009

Un articolo su Silvio Berlusconi, anomalo o "altro"... ma siamo su "Altra Calcata ... altro mondo", o no?

Ante scriptum:

"...interessante analisi, sicuramente partigiana ma anche utile... le campane meglio sentirle tutte!" (Paolo D'Arpini)

"Io scrivo per invitare alla riflessione. Non possiedo alcuna verità.
Cordiali saluti". (Antonino Amato)


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ACHTUNG BANDITEN:

Nel 1945 ci hanno “liberato”. Nel 2009 vorrebbero ”commissariarci”.
Da tempo vado scrivendo che Silvio Berlusconi rischia di fare la fine di Mattei, Moro, Andreotti e Craxi. E, probabilmente, qualcuno dei miei pochi lettori avrà alzato le spalle dicendo: “E’ la solita analisi del solito becero fascista”. Niente di più sbagliato. E difatti..... E difatti la magna stampa internazionale riprende l’argomento (1). Vogliamo leggere? “Gli ultimi giorni della corte di Re Silvio” s’intitola un paginone dello “Indipendent” di ieri. E il “Times”, con altre due pagine ipotizza che le pressioni per costringere Berlusconi a dimettersi continueranno “fino all’autunno”, indicando il governatore di BankItalia Mario Draghi, come possibile premier ad interim” (1). Naturalmente la stampa inglese indica nella “Chiesa” e in Giuliano Ferrara i sintomi della smottamento del consenso che si era raggrumato attorno a Berlusconi. Mah!

A “la Repubblica” risponde il “Corriere”: Renato Mannheimer ci fa sapere che la popolarità del premier è al 49%, in declino (2). Strano che alle recenti elezioni europee ed amministrative il declino non sia stato notato. Ma osereste dubitare delle analisi di Mannheimer e di Ferrara? Guardatevene, rischiereste un’accusa di “antisemitismo”. Del resto, se Carlo De Benedetti, editore de “la Repubblica” è “devoto della Sinagoga”, gli editori del “Corriere” si dividono tra “devoti” ed “amici della Sinagoga”.

Opino: certi “comportamenti allegri” di Berlusconi hanno suscitato critiche e rimbrotti in seno a Santa Romana Chiesa. Ma è certo che ad entrare in rotta di collisione con Berlusconi è stata una certa fetta della “giudia”. E per motivi materiali, non certo per motivi morali. Ma su questo tornerò.

***

Sorvolo su quanto, da mesi, scrivono “la Repubblica” e il “Corriere” sulle “frequentazioni dissipate” di Berlusconi. Non che i fatti non siano veri o, quantomeno verosimili. Ma tutto questo accanimento non dimostra dei “disegni superiori”? Io non so, fate voi.

Segnalo, invece, l’anomalo comportamento del premier israeliano Netanyahu: ha chiesto ed ottenuto di essere ricevuto a Roma, ha avuto dei colloqui cordiali e, volendo ringraziare l’ospite, corre a svelare che Berlusconi gli avrebbe detto che “Obama è debole con l’Iran”. Sia chiaro: Netanyahu è giudeo. E i giudei “dicono sempre la verità”. Sia quando favoleggiano di “Dio che scese sulla terra per stringere un accordo commerciale con il pecoraio Abramo”, sia quando narrano della “schiavitù d’Egitto”, sia quando “piangono sulla Shoah”.

Solo che la verità del giudeo era clamorosamente smentita dai fatti. Perché è un fatto che Frattini, Ministro degli Esteri del Governo Berlusconi, aveva sudato sette camicie per convincere l’Iran a partecipare alla “Conferenza dei Ministri degli Esteri del G8” che si teneva a Trieste. E ha receduto solo in presenza degli scontri che si sono verificati a Teheran a seguito delle elezioni presidenziali. Come poteva Berlusconi dichiarare che “Obama è debole con l’Iran” per il suo tentativo di avviare dei colloqui se, contemporaneamente, il Governo di Berlusconi faceva di tutto per avere gli Iraniani al tavolo delle trattative? Sono misteri, misteri dell’impostura giudaica: sono tanto abituati a raccontare frottole che, ormai, non si avvedono quando superano la misura.

E, poiché anche Domineddio ha i coglioni pieni delle imposture dei giudei, il caso s’incarica di smentirli clamorosamente. Berlusconi va a Corfù, dove è in corso un incontro tra NATO e Russia e ribadisce la “politica d’intesa” avviata a Pratica di Mare nel 2002. Ne scrive Maurizio Caprara con toni d’irridente sufficienza (3). Ne scrive Claudio Titto con analoghi toni (4). Ma Luca Rondarini ci fa sapere che al “vertice NATO Russia tenuto ieri a Corfù, e al quale ha partecipato in prima persona il premier italiano Silvio Berlusconi, unico capo di governo in un vertice programmato a livelli di ministri degli esteri. Sono qui su invito del segretario generale della NATO, spiega in aereo Berlusconi, che mi ha voluto qui per portare avanti l’accordo di Pratica di Mare” (5).

Insomma: Berlusconi è Berlusconi con le sue poche virtù e coi suoi molti vizi. Ma è indubbio che da moltissimi anni conduce una politica estera lungimirante e che detta politica è nell’interesse dell’Italia. Inutile aggiungere che questa politica di “pace” (ripeto: utile all’Italia) è “fatta con il beneplacito dei superiori”. Dubito che Berlusconi, se la situazione precipitasse in “guerra”, non si schiererebbe con USA/Israel. Gli do, comunque atto, di una certa lucidità politica: solo con la pace l’Italia può avere un qualche margine di manovra per fare i suoi interessi.

***

Mi si potrebbe obiettare: “Se Berlusconi è allineato alla politica di USA/Israel, se si muove secondo la lunghezza della corda del suo guinzaglio, perché questa lotta senza quartiere?”. Rispondo: parrebbe che da quando la Presidenza degli USA è passato da Bush Jr. (“l’intelligentone avvinazzato”) a Barack Obama (“il negretto ammaestrato”) l’incantesimo si sia rotto. E gli Americani cominciano a conteggiare i disastri causati da una politica troppo allineata ai voleri di Israele e ad una certa finanza rapace, in larga misura in mano degli Ebrei.

E questo è un problema. Altro problema è l’approvvigionamento di gas e petrolio. Allo stato, per portare il gas e il petrolio in Europa sono in costruzione:


1. Il “Nord Stream” di proprietà russa;

2. Il “South Stream”, di cui l’ENI è uno dei principali azionisti;

3. Il “Nabucco” di proprietà varia. Si propone di portare gas e petrolio in Europa; ma, passando attraverso la Turchia, di creare una diramazione verso Israele. (6).

Ecco: mentre il progetto “Nord Stream”, grazie ai soldi di Gazprom e degli industriali tedeschi, avanza nel Baltico; mentre il progetto “South Stream”, grazie ai soldi dell’ENI, avanza nel Mar Nero; il progetto “Nabucco” arranca. E allora si torna alla vecchia storia: do you remember of Enrico Mattei? Ruppe il monopolio delle “7 Sorelle”, ma pagò con la vita.

Che poi la parte di Bruto venga assegnata a Draghi oppure a Fini è particolare secondario. Quello che importa è che “Re Silvio” muoia. Già: naturalmente, ora, bisognerà convincere l’interessato. Ma questo in altra puntata. Perché il teatrino continua. E continuerà finché gli Italiani assisteremo passivamente.

Antonino Amato



(1) “Ultimi giorni alla corte di Re Silvio” in “la Repubblica” del 28 giugno 2009, pagina 7;

(2) “Popolarità del premier al 49%” in “Corriere della Sera” del 28 giugno 2009, pagina 6;

(3) “A Corfù grande show sulla Russia: Intesa con la NATO merito mio” in “Corriere della Sera” del 28 giugno 2009, pagina 5;

(4) “Berlusconi diplomatico per risalire la corrente” in “la Repubblica” del 28 giugno 2009, pagina 4;

(5) “Berlusconi a Corfù: Rappresento lo spirito di Pratica” in “LA SICILIA” del 28 giugno 2009, pagina 6;

(6) “Guerra del gas, Fischer contro Schroeder. L’ex Verde lobbista del progetto europeo” in “Corriere della Sera” del 27 giugno 2009, pagina 19.

domenica 28 giugno 2009

Operazione "Cat(z)one il Censore": articolo 50 bis del DDL 733 del 2009 - Gemellaggio informatico Italia / Birmania

Silvio, ribattezzato Cat(z)one, da una parte censura e dall'altra si fa i c. suoi...

Si chiama PDL, Partito delle Libertà, ma sono solo le libertà d'inciucio e di affari loro, del Silvio Berlusconi e dei suoi amici. Ecco che, con l'ausilio dei "cristianucci", il PDL al governo sferra il colpo definitivo alla libertà della rete internet per metterla sotto controllo e punire i disubbidienti (brutti sporchi e cattivi).


Il 25 giugno 2009 nel voto finale al Senato che ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (disegno di legge 733), tra gli altri provvedimenti scellerati come l'obbligo di denuncia per i medici dei pazienti che sono immigrati clandestini e la schedatura dei senta tetto, con un emendamento del senatore Gianpiero D'Alia (UDC), è stato introdotto l'articolo 50-bis, "Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet".

Il testo la prossima settimana approderà alla Camera. E nel testo approdato alla Camera l'articolo è diventato il n. 60. Anche se il senatore Gianpiero D'Alia (UDC) non fa parte della maggioranza al Governo, questo la dice lunga sulla trasversalità del disegno liberticida della "Casta" che non vuole scollarsi dal potere.

In pratica se un qualunque cittadino che magari scrive un blog dovesse
invitare a disobbedire a una legge che ritiene ingiusta, i provider dovranno bloccarlo.

Questo provvedimento può obbligare i provider a oscurare Un sito ovunque si trovi, anche se all'estero. Il Ministro dell'interno, in seguito a
comunicazione dell'autorità giudiziaria, può disporre con proprio decreto
l'interruzione della attività del blogger, ordinando ai fornitori di
connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di
filtraggio necessari a tal fine. L'attività di filtraggio imposta dovrebbe
avvenire entro il termine di 24 ore. La violazione di tale obbligo comporta una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000 per i provider e il carcere per i blogger da 1 a 5 anni per l'istigazione a delinquere e per l'apologia di reato, da 6 mesi a 5 anni per l'istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all'odio fra le classi sociali.

Immaginate come potrebbero essere ripuliti i motori di ricerca da tutti i
link scomodi per la Casta con questa legge? Si stanno dotando delle armi per bloccare in Italia il "Circolo Vegetariano VV.TT" "Saul Arpino" ed anche "Altra Calcata... altro mondo", oltre ad altri numerosi siti, insomma tutta l'informazione libera che viaggia in rete e che nel nostro Paese è ormai l'unica fonte informativa non censurata. Vi ricordo che il nostro è l'unico Paese al mondo, dove una media company, Mediaset, ha chiesto 500 milioni di risarcimento a YouTube. Vi rendete conto?

Quindi il Governo interviene per l'ennesima volta, in una materia che vede un'impresa del Presidente del Consiglio in conflitto giudiziario e d'interessi. Dopo la proposta di legge Cassinelli e l'istituzione di una commissione contro la pirateria digitale e multimediale che tra poco meno di 60 giorni dovrà presentare al Parlamento un testo di legge su questa materia, questo emendamento al "pacchetto sicurezza" di fatto rende esplicito il progetto del Governo di "normalizzare" il fenomeno che intorno ad internet sta facendo crescere un sistema di relazioni e informazioni sempre più capillari che non si riesce a dominare.


Fate girare questa notizia il più possibile, è ora di svegliare le coscienze addormentate degli italiani. La Democrazia è davvero in gioco... e non c'è nemmeno la garanzia Lottomatica!

I commenti spuri sono del corrispondente embedded Paolo D'Arpini


Fonte: dirittiglobali@peacelink.it


Referenze sui siti internet ancora attivi prima della censura definitiva:
http://www.google.com/search?q=internet+disegno+legge+733+2009&hl=it&start=0&sa=N

sabato 27 giugno 2009

La politica del teatrino, da Calcata alle Alpi: “Disneylandizzazione o valorizzazione del paesaggio?"

Spesso ho paragonato l'utilizzazione turistico-speculativa di Calcata all'apertura di un "teatrino" del fine settimana, in cui tutto è virtuale, per non dire "finto": la cultura, la bellezza paesistica, la cultura alternativa, l'invenzione artistica, la libertà espressiva, l'immondizia... etc.

Ma ciò è quel che succede "dalle Alpi alle piramidi... dal Manzanarre al Reno.."

La prova? Leggetevi l'intervento che segue:

Il nuovo numero della rivista della CIPRA (Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi) affronta l’argomento della "finzione paesistica e culturale" da diverse angolazioni

La crescente "messa in scena" delle Alpi è un dato di fatto. Tuttavia le domande e le responsabilità che ne derivano non sono affatto chiarite. Il nuovo numero della rivista della CIPRA Alpinscena, intitolato "Mount Disney", affronta l'argomento da diverse angolazioni. Se la vista sulla valle è sbarrata da una baita bruciata dal sole, per la maggior parte delle persone è tutto okay.

Se invece una struttura architettonica in cemento armato cambia i connotati della stessa baita - e consente agli alpigiani di svolgere meglio la loro attività - per molti non va affatto bene. Le stesse persone non vorrebbero tuttavia rinunciare ai tradizionali falò annuali, nonostante il rischio di incendio e il disturbo arrecato alla fauna. Perché percepiamo alcune cose in montagna come belle e adeguate, mentre altre fastidiose e fuori luogo? E perché non siamo in grado di apprezzare molte attrazioni se esse ! non vengono messe in scena da un intervento umano?

"Mount Disney", l'ultimo numero di Alpinscena, la rivista tematica della CIPRA, affronta queste domande con un approccio critico - ora con valutazioni, ora con stupore, meraviglia o anche mettendo in guardia - senza tuttavia esprimere condanne sommarie. Nel n. 91 di Alpinscena diverse autrici e autori illustrano il tema da diverse angolazioni. Werner Bätzing, dell'Università di Erlangen-Nürnberg/D, scopre i meccanismi che portano alla crescente messa in scena delle Alpi e ne mostra gli effetti sulla nostra esperienza personale.

Bernard Debarbieux, dell'Università di Ginevra/CH, mette in evidenza la discrepanza tra le nostre immagini e la realtà. Con gli stessi mezzi con cui noi prima abbiamo modificato il paesaggio, vorremmo ora ripristinarlo. Un controsenso? Köbi Gantenbein, redattore capo della rivista svizzera di architettura "Hochparterre", e Mario Broggi, esperto di ambiente naturale! alpino, arricchiscono la rivista con i loro interventi. Nella discussione sul Centro di esperienza della natura Karwendel a Mittenwald/D si affrontano i pro e i contro di una messa in scena a fini didattici. Il tema viene completato con diversi esempi da tutto l'arco alpino. Ulteriori informazioni: Alpinscena n. 91 "Mount Disney" può essere richiesto gratuitamente presso la CIPRA Internazionale, international@cipra.org.

Fonte: alpMedia http://www.alpmedia.net
Archivio: http://www.accademiadelmonferrato.com

venerdì 26 giugno 2009

Centrale a carbone di Civitavecchia e l'osservatorio ambientale dei belli addormentati e delle tre scimmiette

Gli onorati Sindaci del comprensorio inquinato anche stavolta l'hanno fatta grossa a sostegno della centrale a carbone di Civitavecchia con la nomina del Dott. Manrico Coleine a capo dell'Osservatorio Ambientale previsto dalla Valutazione d'Impatto Ambientale di TVN. Per chi non fosse informato Coleine è un medico di Civitavecchia ed è uno dei padri della centrale a carbone di TVN.


Mettendo in atto un comportamento fotocopia di quello di De Sio – no, no, no e poi sì – Coleine da consigliere comunale di Civitavecchia condannò la sua città e l'Alto Lazio, deliberando la riconversione a carbone di TVN. Dopo la sua nomina possiamo dormire sonni tranquilli. Abbiamo avuto le "rassicuranti" parole di Marrazzo su centraline e monitoraggi e adesso c'è Coleine all'Osservatorio Ambientale. Il Dott. Coleine prima versione, quello che diceva no al carbone, da medico aveva stilato un “decalogo in 10 punti contro la riconversione a carbone”. Folgorato dal fascino di ENEL ha cambiato parere. È un comportamento ricorrente tra quanti sono stati eletti a tutela della nostra salute: prima contrari, oggi amici di TVN, al punto di veder nominare a capo dell'Osservatorio uno che ha sostenuto il carbone.

La volpe a guardia delle galline. L'Osservatorio Ambientale è stato per cinque anni una farsa, continuerà con il nuovo presidente.

È difficile trovare parole per censurare gli autori di questa vigliaccata senza ricorrere ad un linguaggio greve. Ci guarderemo bene. Si tratta di nefandezze che devono apparire nella loro cruda drammaticità, senza dare appigli ad alcuno per distogliere l'attenzione dal fatto: l'Osservatorio Ambientale, che da sempre contestiamo, e gli eventi degli ultimi 5 anni ci hanno dato ragione, non serve a fermare né l’inquinamento né tantomeno i tumori.

L'Osservatorio Ambientale serve ai sindaci e a Marrazzo per dire che è tutto sotto controllo; mentre uno si ammala loro un alibi ce l'hanno: controllano.

Ma il cielo è di nuovo giallo e ci ricorda che una multinazionale dell'energia, piena di debiti e complici alcuni pezzenti, ha deciso che per fare cassa dobbiamo morire, i loro soldi servono solo ad acquistare nuove centrali inquinanti in giro per il mondo.

Perché nessuno gli impone, data la grandiosità degli investimenti, di fare scelte pulite per la salute e l’ambiente.

Guadagnano anche su quello, risparmiano sulle teste dei nostri figli. Così come è accaduto negli ultimi decenni qui si morirà molto di tumore e leucemia. Se a Brindisi, la colpa dell’inquinamento, ridicolo ma pur vero, è stata data agricoltori che bruciano le potature di olivo vuoi vedere che qui da noi sarà colpa degli agricoltori che bruciano le stoppie?

Amministratori accecati dal potere e dai soldi! Noi ci saremo sempre, a ricordarvi colpe immense che neppure i vostri figli potranno perdonare, a voi, alle vostre maggioranze, ai vostri assessori spendaccioni e alle opposizioni imbelli; al Governo del Sig. Berlusconi e del fido Scajola. Torneremo a Bruxelles e a Roma. A Tarquinia vogliono chiudere il reparto oncologico, perché troppo affollato dai malati di cancro che provengono da tutto il comprensorio inquinato.

Lotteremo senza tregua perché ENEL tolga le grinfie dalla nostra salute, dal nostro ospedale, dal nostro futuro, dalla nostra terra, dai nostri gioielli ambientali, dal nostro patrimonio archeologico: già, anche dal nostro patrimonio archeologico, perché sappiamo che anche la neo nata fondazione “Etruria Mater”, servirà a dare lustro a chi ci inquina che comunque vede tra i fondatori quello stesso Sig. Fontecedro, da poco pensionato di lusso Enel, che ai cittadini in sciopero della fame scriveva parole “rassicuranti” guardacaso a tutela degli interessi dell'azienda elettrica. Quante volpi a guardia delle galline!

Movimento Nocoke Alto Lazio

http://nocoketarquinia.splinder.com

giovedì 25 giugno 2009

“Eolico, eolico… In provincia di Viterbo dov’è che tira vento?” - Luca Bellincioni mi scrive

Caro Paolo, se dovessimo cercare un Comune che non abbia ancora fatto uno studio di fattibilità o una conferenza su un progetto di una centrale eolica, stenteremmo a trovarlo... Persino il Comune di Tuscania l'anno scorso in pompa magna annunciò l'avvio di un progetto per la creazione di un parco eolico nel suo territorio. E stiamo parlando di Tuscania, circondata da vincoli e vincoli di ogni tipo.

Certo è che se un'amministrazione volesse davvero fare una centrale eolica lo farebbe in barba ai vincoli “convincendo” qui e là i vari uffici tecnici. Lo hanno fatto e continuano a farlo in Sicilia, Campania e Puglia, dove sono stati devastati paesaggi magnifici nell'indifferenza comune. Fortunatamente - in questo caso - nel Lazio ci abitano molte persone, e molte di esse si dedicano all'ambientalismo, quello vero, quello di chi si sporca le gambe e le mani nei sentieri, assaporando la bellezza della natura e non l'ambientalismo falso di chi parla d'ambiente solo da dietro un pc o davanti alla televisione, senza essere nemmeno mai stato su un sentiero, magari in una forra... Questa gente mi fa schifo….

Ebbene l'eolico – nei modi in cui si sta sviluppando - è uno schiaffo alla ragione: ti prego davvero di leggere i miei articoli sul mio blog in merito:

http://ambientepaesaggio2000.splinder.com/post/19533249/L%27importanza+culturale+degli+%22

http://ambientepaesaggio2000.splinder.com/post/19456783/10+riflessioni+contro+l%E2%80%99eoli

Ho dedicato gli ultimi due anni della mia vita a questo problema e capirai i tanti motivi per dire no a "questo" eolico. Da "consulente per il risparmio energetico e le energie rinnovabili" riconosciuto dalla Regione Lazio quale sono, mi permetto di dire la mia su questa spinosa questione. Gli assunti da cui parto per dire no all'"eolico selvaggio" sono vari, ma cerco di riassumerteli al volo:
1- Non si può aiutare l'ambiente devastandolo;
2- Attualmente solo l'agricoltura e il turismo possono permettere uno
sviluppo locale sostenibile ed entrambi sono danneggiati dall'eolico;
3- Oggi il problema più grave del mondo - e quello che sta alla base del
maggiore consumo energetico e quindi dei cambiamenti climatici - non è altro
che il consumo di territorio: e l'eolico produce proprio consumo del
territorio.

Eppure l'eolico è in sé un'energia molto utile se usata con la logica. Innanzitutto esistono altre forme di tecnologia eolica meno impattanti (minieolico e microeolico) di cui non si parla mai perché le grandi aziende che producono le grandi pale debbono venderle. In secondo luogo l'eolico non dovrebbe mai essere promosso in aree "sperdute" come spesso i sindaci propongono, perché proprio quelle "aree sperdute" sono le porzioni di territorio di maggiore pregio! Le torri eoliche potrebbero invece essere installate - come già si inizia a pensare da più parti - in siti già altamente alterati dal punto di vista ambientale e paesaggistico, ad esempio a ridosso degli insediamenti produttivi, i quali fra l'altro sono proprio i maggiori "energivori", e restando il fatto che l'energia deve essere prodotta il più vicino possibile a dove viene consumata. Tempo fa proposi in svariati articoli la realizzazione di una "mappa nazionale dei siti industriali ventosi". Tale soluzione permetterebbe lo sviluppo sostenibile dell'energia eolica, limitando al minimo l'impatto paesaggistico, contando anche che pure nelle aree industriali dovrebbero comunque essere evitate le torri alte 100 metri! Le quali oggi vengono proposte qui e là perché - ripeto - le fabbriche le hanno già costruite e non sanno più a chi venderle e cercano qualche amministrazione traffichina e qualche popolazione rincoglionita per appioppargli questi impianti che quasi più nessuno vuole...

E non a caso nelle aree italiane in cui il paesaggio "si vende" e dove si vive di turismo, tipo l'arco alpino, tutte le regioni hanno varato una moratoria sull'eolico... Chissà perché... Tuttavia, rispetto all'eolico, di queste soluzioni alternative non si parla mai e non ce la faccio più a ripetere le stesse cose perché si tratta di cose eclatanti ed evidenti, e se la gente non ci arriva… non ci posso fare niente. Non se ne parla perché da un lato gli industriali italiani non vogliono le pale affianco ai loro "bei" capannoni, dall'altro perché i terreni agricoli costano molto meno... e poi l'opinione pubblica è bombardata da pubblicità deficienti che ti propongono delle belle campagne punteggiate di torri eoliche, quasi fossero un elemento naturale: un'immagine posta lì ad arte per iniziare a farci fare confidenza con queste assurde mostruosità, simbolo del Dio-Tecnologia cui tutto si deve - pare - sottomettere. Per cui, anche culturalmente, il valore di un paesaggio integro sta decadendo del tutto e si rischia che le popolazioni locali diventino sempre più favorevoli alla devastazione del proprio stesso territorio (che magari non conoscono più e di cui non gli frega più niente).

E tornando all'Agro Falisco, chi conosce la morfologia della zona (anzi mi chiedo: ma chi la conosce davvero?) e le caratteristiche di questo paesaggio converrà sul fatto che ovunque le pale venissero installate provocherebbero un impatto devastante e sarebbero visibili da decine e decine di chilometri (le pale alte cento metri sono visibili spesso anche da 100 km in territori pianeggianti). Infatti l'Agro Falisco è formato da un susseguirsi di altopiani dolcemente ondulati interrotti da profondi valloni (le "forre"): ebbene le pale verrebbero installate su uno di questi altopiani, ma appare chiaro a tutti come non ci siano barriere naturali a "chiudere" alla vista uno qualsiasi di essi, per cui la centrale eolica sarebbe visibile da ogni punto dell'Agro Falisco; pensiamo ai danni che provocherebbe la centrale al paesaggio stupendo (e vincolato) che si gode sulla Via Flaminia da Rignano Flaminio a Civita Castellana, ove lo sguardo oggi può spaziare in ogni lato a perdita d'occhio sulle magnifiche e dolcissime ondulazioni falische; oppure al danno al paesaggio eccezionale che è spesso visibile nelle aree archeologiche dell'Agro Falisco, ove fra castelli in rovina e costruzioni pre-romane i ruderi appaiono in splendida armonia con il paesaggio agricolo e naturale, fatto di quei vasti orizzonti che proprio l'eolico finisce col distruggere.

Pensiamo poi a quelle giornate bellissime d'inverno con la nebbiolina che copre tutto l'agro da cui spunta solo qualche vecchia quercia e la mole solenne del Soratte... Pensiamo agli stessi panorami dal Soratte verso l'Agro Falisco, con e le sue immense distese di grano e di pascoli... Tutto ciò che oggi contraddistingue l'Agro Falisco, e che lo rende riconoscibile sia a chi ci abita sia ai turisti, scomparirebbe completamente, accecato dalla visione di mostri roteanti alti 100 metri, con buona pace del turismo culturale che si stava sviluppando e che praticamente crollerebbe, e con buona pace quindi di tutte le aziende agrituristiche e b&b che avevano investito centinaia di migliaia di euro in questo territorio e che non avrebbero più da "vendere" il vecchio paesaggio romantico del Soratte ma una misera accozzaglia di pale eoliche.

E in una zona così vicina a Roma, se decadesse definitivamente il turismo – e l'agricoltura stessa, che oggi ha bisogno di un'immagine vincente del proprio territorio per imporsi sui mercati... - lo sapete quale sarebbe il suo destino? Il cemento.

Sarebbe la morte dell'Agro Falisco, che dalla prospettiva di un Parco Regionale (o Nazionale) che proteggesse uno dei paesaggi più romantici del mondo, decantato da artisti, letterati e viaggiatori, diventerebbe un triste deserto di pale eoliche, elettrodotti (quelli nuovi che - accanto a quelli già esistenti - verrebbero costruiti assieme ad una centrale eolica), villette e capannoni. Perché questo sarebbe il suo destino, non prendiamoci in giro. E chi dice il contrario se ne prenda le responsabilità verso le generazioni future cui - mi sembra - in troppi vogliano togliere il diritto sacrosanto di godere di un territorio integro, come abbiamo potuto fare noi.

Sicché mi pare necessario concludere che chi è a favore dell'eolico in ambiti rurali o naturali, e nella fattispecie nell'Agro Falisco, non vuole bene al territorio ma concorre alla sua distruzione. Si smascherino gli interessi occulti che sono dietro a queste operazioni e si avvii un nuovo modello di sviluppo per le aree a vocazione agricola a turistica, come la Valle del Treja. Un modello però basato sulla Ragione, non sull'ignoranza o sulla speculazione.

Spero che questa mia lettera - lo sapevo che non avrei resistito - ti sia d'ausilio per approfondire la questione. Non dobbiamo fare concessioni (e il tono della tua lettera mi pare fin troppo conciliatorio - a chi parla di eolico in ambiti pregiati tipo l'Agro Falisco: chi vuole devastare il territorio è per me un nemico personale da combattere con tutti i mezzi a mia disposizione.

Luca Bellincioni

“In principio era il mito. Come il gran Dio aveva portato la poesia nelle anime degli Indiani, dei Greci e dei Tedeschi, lottando per farle giungere alla parola, così seguitava a poetare, giorno dopo giorno, nell'animo di ogni bambino”. Herman Hesse

mercoledì 24 giugno 2009

Roma, Giugno 2009: European Consumers si confessa.... - Resoconto del trascorso incontro del 19 u.s. e cena vegetariana il 25 p.v. al Bibliothè

Siete romani? Avete avuto mal di pancia? Allora può darsi che abbiate
bevuto acqua inquinata. No, perché noi beviamo inquinato e non lo
sappiamo. O meglio, lo ha saputo Marco Tiberti dopo un mal di pancia
memorabile e relative analisi all'acquedotto. Dopodiché, si è scontrato
col un inaspettato quanto incredibile muro di gomma. Le autorità, sia
comunali, sia sanitarie, lo hanno sentito, ma non ascoltato. E che nelle
nostre acque ci sia, o almeno ci sia stata, contaminazione da stafilococchi e altri batteri non costituisca un fatto che smuova gli
addetti minimamente, fa tanto pensare che non c'è peggior sordo di chi
non vuole sentire. E quindi che il Peschiera sia stato contaminato da
una tubatura secondaria che, a causa della diminuita pressione e
dell'osmosi della stessa tubatura (che proprio stagna non è), ha fatto
filtrare ogni tipo di sporcizia non importa proprio a nessuno che conti.
Che almeno lo sappiano i romani, o hanno paura che poi non trovano più
l'acqua minerale?

Oltre al problema acque, alla riunione di EC c'è stato anche spazio per
il vegetarianesimo. Mario Graffeo chiede informazioni per la
costituzione dell'Associazione Vittime della Carne. Marinelli è
d'accordo per l'iniziativa e propone un'istanza al Ministero della
Salute per questa nuova tipologia di danno.

Martucci, pur non essendo vegetariano, conferma i danni della carne
almeno di quella prodotta e distribuita industrialmente, per passata
esperienza professionale. Nella catena del mattatoio dei maiali il
sangue viene scolato solo in piccola parte e rimane nella carne
aumentandone la tossicità.

Comunque il 25 giugno 2009, ore 20,30, Valeria Volpe organizza una
cena vegetariana di beneficenza, presso Bibliothè, Via Celsa 4/5 (Piazza
del Gesù), info: velste@libero.it

Sempre riguardo i vegetali, ma sul lato dello sviluppo sostenibile,
abbiamo avuto l'intervento di Benito Castorina dell'associazione Vetiver
Lazio. Il vetiver è una di quelle piante che dovrebbe godere di maggiore
considerazione. Intanto, bonifica l'ambiente, purifica l'aria e
consolida il terreno. Benito aggiunge pure che ha un potere calorifico
superiore al legno. Da noi ha suggerito l'impiego nell'ambito energia
dalle biomasse. Se la cosa v'interessa, suggeriamo l'interessante sito:
http://www.vetiverlazio.it

Su tutt'altro fronte Marinelli, insieme alla Gesef, continua a
promuovere l'interessante (e divertente) volumetto "Psicosa? Psicome?...
Psichi?" di Silver e Bruno Bozzetto e come protagonista principale Lupo
Alberto. Promosso dal comitato "Perché non accada", di cui fa parte la
stessa Gesef, questo lavoro mette in guardia i genitori e gli insegnanti
dal trattamento con i psicofarmaci a cui i bambini italiani sono sempre
più soggetti, colpevoli solo di essere troppo distratti o troppo vivaci.
Anche negli USA i bambini sono trattati con queste sostanze, peccato che
queste non migliorino di una briciola il rendimento dei pargoli ma li
reprima soltanto, e in molti casi li porti alla morte - ma a proposito,
perché la condotta o la scarsità di rendimento deve essere considerata
una malattia mentale? Non lo sappiamo. Il vero giovamento è delle cause
farmaceutiche che stanno ottenendo profitti vertiginosi con farmaci, per
altro, carissimi.

Comunque, ad allietarci della loro presenza sono stati Claudio Bucci,
presidente della commissione ambiente della Regione Lazio e Claudio
Pauselli, in qualità di osservatore, dell'Istituto Nazionale
Bioarchitettura.

La prossima riunione, probabilmente, sarà in piena estate e già si parla
di assemblea all'aperto di fronte a una bella grigliata. Vegetariana, ovviamente. Appuntamento su Facebook o sulla mailing list di European Consumers. Non ce l'avete? E poi come fate a saperlo?

Eugenio Odorifero - betaversion@inwind.it
www.europeanconsumers.it

martedì 23 giugno 2009

Sulla Tuscia tira un forte vento... di protesta, per la devastazione eolica in corso

La devastazione "eolica" della Valle del Treja e della Tuscia: un approfondimento illuminante sui progetti di Piansano, Monte Romano e Faleria

Caro Paolo, meglio che io non commenti il tuo articolo:

http://www.circolovegetarianocalcata.it/2009/06/23/faleria-calcata-e-civita-castellana-si-%e2%80%9cdanno%e2%80%9d-all%e2%80%99eolico-%e2%80%93-a-faleria-lo-decidono-nella-sala-della-misericordia-il-24-giugno-2009-alle-h-1830-%e2%80%93/

perché altrimenti per questioni simili ci perdo giorni di vita, tanto mi stanno a cuore: scriverei praticamente con il sangue! Ad ogni modo, spero ti possa dare uno spunto anche questi miei articoli:

http://ambientepaesaggio2000.splinder.com/post/19533249/L%27importanza+culturale+degli+%22
e
http://ambientepaesaggio2000.splinder.com/post/19456783/10+riflessioni+contro+l%E2%80%99eoli

Sì probabilmente è come dici tu, si tratta di "manovre" con gli studi di fattibilità: ma lo sai quanti ne sono stati fatti di questi studi in Italia (Tuscia compresa)? A centinaia e centinaia. Il problema è che in alcuni casi - se la popolazione dorme - tali progetti potrebbero realizzarsi veramente. Infatti non voglio rovinarti il sonno (il mio lo è già) ma ci sono serie possibilità che devastino con le eoliche la nostra magnifica ed amata Maremma (sia toscana che laziale). Dopo lo scempio di Scansano (GR), oggi ci sono decine di progetti in via di approvazione.

Uno di questi è a Monte Romano, dove effettivamente il sindaco stava "manovrando" con lo studio di fattibilità ma è stato pizzicato dagli avversari politici e così attualmente sta cercando di realizzare davvero la centrale per non fare una figura barbina. Il territorio sottomesso allo squallore politico e personalistico! Il problema è che si trova in uno dei paesaggi più belli d'Italia, fra la Tolfa e Tarquinia e non so se mi spiego... E non ci sono i vincoli strettissimi della zona di Civita Castellana, Faleria e Calcata per la maggiore vastità del territorio "libero" da utilizzare.

A Piansano, invece, presso il Lago di Bolsena, hanno già installato un anemometro e si parla già di tempi di inizio dei cantieri. Brutto, brutto segno. Ergo, scrivi assolutamente agli indirizzi che ti ho inviato e spediscigli il tuo articolo segnalando questi progetti e le fonti da cui hai appreso le notizie. Ci sono altre persone interessate al territorio come noi, e spesso di "peso politico" (non come noi). Eppoi la Valle del Treja e Calcata sono molto popolari ed amate e in molti sarebbero pronti a difenderle da progetti simili. Tieni inoltre conto che qualche anno fa era stata quasi incominciata una centrale eolica sulla Tolfa, presso Allumiere (loc. Freddara-Tolfaccia), in un luogo di una bellezza primitiva e struggente. Fortunatamente, però, i tolfetani hanno le contropalle e fecero un casino tale che il progetto fu abbandonato (anche se ancora c'è l'anemometro), fra l'altro con tanto di bocciatura da parte del TAR.

Stesso discorso sui Monti Prenestini, presso Guadagnolo, altro luogo stupendo con un paesaggio simile ad un dipinto: ma la popolazione locale (e non..) anche qui si organizzò e protestò finché la cosa venne accantonata. Le aggressioni al territorio ci sono e ci saranno sempre, ma è nostro dovere saper dare un contributo alla sua salvaguardia, nelle nostre specifiche possibilità e competenze. Io purtroppo sono molto impoverito negli ultimi tempi a causa della perdita del lavoro e quindi attualmente mi sposto poco, ma la penna (o meglio la tastiera) mi funziona eccome e come avrai capito quando scrivo "meno" (dal verbo menare).

Eppoi, un'ultima riflessione sull'eolico: ma come si può pensare di
"aiutare" l'ambiente devastandolo? Si può essere più cretini?

Luca Bellincioni

domenica 21 giugno 2009

Peter Boom a Calcata, per il sostizio d'estate 2009, ha parlato di : "Pansessualità ed amore"

La nostra naturale spinta sessuale può essere indirizzata verso infinite ed a volte anche incredibili manifestazioni. Il sesso è bellissimo se viene praticato con Amore verso gli altri, verso la Natura e verso se stessi.

Quando si parla in modo scientifico di sesso dev'essere chiaro che non si parla di Amore, Affetto o Sentimenti che possono rendere il rapporto sessuale un'esperienza eccelsa, eccezionale e anche mistica.
Quando si parla di Pansessualità non vuol dire che bisogna mettere in pratica tutti i comportamenti sessuali, ma che in principio l'essere umano ha la possibilità di sperimentare di tutto e di più. E' quindi bene conoscere se stessi (il famoso conosci Te stesso) e sapere quali spinte possono capitare, anche all'improvviso, a tutti noi. Direi quindi non solo “Conosci Te Stesso”, ma anche: “Conosci il sesso”

La maggior parte delle azioni sessuali non dipende dall'amore, dall'affetto o dai sentimenti, ma dalla spinta naturale che possiamo osservare anche nel mondo animale e vegetale. Con questo non voglio dire che gli animali non posseggano sentimenti, anzi... esistono specie di animali che formano coppie fedeli per la vita e che conoscono il lutto alla morte del o dei partner. Le ricerche degli ultimi anni hanno segnalato sentimenti o comunque sensibilità anche negli alberi, nelle piante, nella natura tutta.

Torniamo al sesso.
La masturbazione, per esempio, è un atto del tutto naturale e se non fatto in modo esagerato anche molto sano per corpo e spirito, sebbene certe religioni la considerano peccato. La scienza, la medicina e la psicologia di oggi considerano questo un peccato ridicolo. La eiaculatio può avvenire anche spontaneamente, durante il sonno con o senza sogni. Volenti o nolenti dobbiamo accettare questi avvenimenti originati dalla spinta naturale.

Ritengo necessaria una efficace educazione sessuale per i giovani anche questa ancora troppo osteggiata da tante religioni. Bisogna istruire le bambine e i bambini sul sesso, anche per prevenire in loro dubbi, fobie ed eventuali eccessi dannosi.

I condizionamenti sessuali del bambino iniziano già dalla nascita, fiocco rosa, fiocco azzurro, i maschi non devono piangere e solo le bambine possono giocare con le bambole,etc. Tutto questo produce in genere condizionamenti fortemente incisivi e talvolta traumatizzanti sugli esserini in crescita. E anche qui tiro in ballo le religioni citando una frase del filosofo francese Michel Onfray, che dice: “Penso che il sesso triste sia un prodotto del cristianesimo, come lo sono del resto De Sade e Bataille.”

Il Cristo inchiodato sadicamente alla croce sarebbe da spiegare psico-analiticamente. Non sarebbe tempo di dire che nessuno più deve soffrire per noi per espiare certi nostri inesistenti peccati. Non è mia abitudine fare le citazioni, ma questa ci voleva. Il sesso non è peccato, è peccato solo se viene fatto male e a danno di altre persone.

Lo stupro per esempio è un grave danno, come la pedofilia ora ufficialmente condannata dal Papa... , mentre lui e i suoi predecessori avevano messo il segreto sulle malefatte dei loro sottoposti promuovendo di fatto un plurifavoreggiamento della pedofilia.
Sembra che nessun prelato abbia mai protestato contro questo provvedimento. La repressione sessuale nell'ambito del clero stesso e l'ipocrisìa nel non voler affrontare apertamente i problemi collegati hanno avuto e producono tuttora gravi traumi in molte popolazioni. E' stato falsificato il concetto di NATURA.

Mi preoccupa la credulità della gente che continua ad affidare la prole a persone così represse. Il famoso “che i bambini vengano a me” non mi suona proprio bene.

Parliamo un attimo anche dell'autolesionismo che in certi casi, attraverso impiccagione, asfissìa o torture può arrivare a conseguenze gravi o addirittura a morte. L'assunzione di droghe o alcolici viene talvolta usata per superare certe fobie spesso prodotte dal proibizionismo, per alleviare i sensi di colpa e l'insicurezza. E' secondo il mio parere pericolosa e spesso controproducente.....

Naturalmente, dico NA-TU-RAL-MENTE si gioca molto con la fantasia.
Oggi gioca un ruolo molto importante il sesso virtuale, oggetto di studio di numerosi sessuologi.

Cito da Guattari-Deleuze:” A noi sembra che non ci siano solo due sessi, ma tanti sessi quanti sono gli esseri umani.”

Un dato che ho trovato sul sito della Federazione Europea di Sessuologia dice che il 40% delle coppie sposate sta insieme senza far sesso. Vuol dire che una buona parte di questo 40% fa altre cose.
Le coppie nelle quali un partner o ambedue sono infedeli regolarmente o occasionalmente sono numerosissime.

Un altro fattore, possibile attraverso la chirurgia è la modifica del corpo, con un intervento di chirurgia plastica o per cambiare sesso.
Naturalmente può essere benefico in molti casi qualora riesca a migliorare le condizioni di vita delle persone. Vanno tenute in conto però le eventuali conseguenze negative fisiche o di natura psichica.

Insomma, la tecnologia ci ha offerto tante possibilità in più e sta a noi di usarla bene e con prudenza. Pensare che alcuni millenni fa le donne si bagnavano nel fiume per rimanere incinte; non si era consci che un atto sessuale specifico serviva per far nascere figli dopo circa nove mesi. Gli umani vivevano allora probabilmente un po' come le scimmie bonobo, esseri liberamente pansessuali e che tra l'altro fanno sesso anche per ottenere favori, regali o per sottomissione. Eh, la prostituzione non è solo un fenomeno umano! In fondo, e questo non è sempre facile di ammetterlo, siamo animali anche noi, o no forse?

Un importantissimo ruolo per renderci conto della nostra pansessualità bisogna attribuirlo all'antropologia. Certi antropologi hanno attinto alla storia come quella greca antica nella quale anche gli Dei erano pansessuali esattamente come gli uomini. Altri o altre come Margaret Mead, Gilbert Herdt, Bronislav Malinowski, sono andati a convivere per lunghi periodi presso popoli primitivi, soprattutto quelli in Africa e la Nuova Guinea.

L'antichità ci ha tramandato il Tao cinese con lo Yin e Yang, simbolo della completezza racchiusa dentro un circolo. Dall'India ci è pervenuto il Kama Sutra studiato e tradotto in inglese dal antropologo Richard Burton (non era l'attore). Alla sua morte la moglie bruciò molti suoi scritti da lei ritenuti compromettenti. Ecco cosa ci ha portato il cosiddetto “sessopeccato” delle religioni.

E' come quando i nazisti bruciarono il famoso Institut für Sexualwissenschaft di Magnus Hirschfeld nel 1933 con tutti i suoi libri.
Finalmente, dopo 76 anni questo danno verrà riparato per iniziativa del professor Haeberle della Humboldt University di Berlino con l'apertura della più grande biblioteca sessuologica del mondo in un grande e modernissimo edificio costruito ex novo.

Purtroppo la sessuofobia e l'omofobia mietono ancora oggi tantissime vittime senza contare i danni psicologici per tutti.
Questi condizionamenti innaturali e quindi “CONTRONATURA” per l'uomo hanno creato terribili stragi psicofisiche. Se non fosse per grandi ricercatori come Freud, Hirschfeld, Kinsey ed altri, gente con grande coraggio, ancora oggi staremmo anche qui in Europa sotto il giogo terribile della sessuofobia, dell'ipocrisia, del cosiddetto Dio che giudica e che ordina attraverso la bocca di gente perfida e delinquente ciò che si deve fare per vivere una vita innaturale. In certi paesi islamici ancora si vive così. Donne vengono uccise con le pietre sulla pubblica piazza e omosessuali vengono impiccati. E siamo quasi nel 2010!

La donna anticamente era al centro della società, era lei la forza creatrice della natura nella figura della Dea Grande Madre, poi evidentemente gli uomini si sono accorti che senza di loro non era possibile procreare, cosa che oggi con la tecnologia sta di nuovo cambiando a causa dell'inseminazione artificiale.
In questo ha ragione Gheddafi che, circondato dalla sue 60 guardie femminili, ha detto durante la sua recente visita a Roma che le donne nel mondo islamico vengono trattate come pezzi di mobilio e che per la loro liberazione ci vorrebbe una rivoluzione.

Un altro aspetto sessuale è l'amore mistico completo di polluzione, vissuto quindi oltre che spiritualmente anche fisicamente. Una specie di sesso spirituale, mentale, immaginario o per chi preferisce magico.
Una volta davanti ad un panorama mozzafiato mi sono sentito innamorato di tutto il mondo, dell'universo intero. Purtroppo quella bella ed esaltante sensazione si è interrotta con l'arrivo di un gruppo di turisti che strillavano a squarciagola. Insomma, non c'è stata nessuna polluzione!

San Tommaso confidò ai suoi discepoli che durante il momento più intenso della sua meditazione sulle cose divine il suo corpo reagiva con la polluzione. E così anche San Bonaventura, come Santa Teresa e San Giovanni della Croce. Una suora mi ha confidato che questo le succedeva quando stava inginocchiata davanti alla statua di Cristo.

Esperienze psicofisiche pansessuali e certamente non volte alla procreazione. Anche lo Shivaismo indiano parla della grande importanza del piacere, proprio per lo sviluppo spirituale”. Arriviamo mille volte più facilmente alla perfezione interiore mediante l'esperienza del godimento dell'unione dei corpi che non per la pratica di austere virtù. Dall'unione erotica all'unione mistica il passo è breve; sono due aspetti della stessa medaglia”.

Siamo tutti pansessuali, proprio perché non sappiamo quali esperienze possono aspettarci, mistiche, con oggetti diversi, con persone estranee ed affascinanti, con animali e così via. Ho conosciuto un nonno di oltre 80 anni che si era invaghito perdutamente di un ragazzo ventenne, amico del nipote, e … non c'è niente di strano!

Già nel racconto della creazione troviamo la pansessualità, una sessualità completa in un corpo unico. La Bibbia cita esplicitamente che viene creato un essere maschio e femmina. Dopo avviene la separazione e vediamo Eva ed Adamo. La stessa unità primordiale dello Yin e Yang.
Ci sarebbero ancora troppe cose da dire. Per conoscere tutti gli aspetti del sesso potete collegarVi gratuitamente al sito dell'Università Humboldt di Berlino http://www2.hu-berlin.de/sexology. E' il sito sessuologico più completo del mondo con traduzione in moltissime lingue, compreso il cinese.
Per concludere Vi leggerò la mia Filosofia della Pansessualità, un breve scritto che oramai sta girando per tutto il mondo, pubblicato poco più di un anno fa dalla European Federation of Sexology

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La Filosofia della Pansessualità di Peter Boom
La Teoria della Pansessualità (comprendente tutte le tendenze sessuali dell’uomo, siano esse occasionali o permanenti) è basata sull’osservazione dei fenomeni naturali ed è un argomento di ricerca riconosciuto dalla sessuologia mondiale.
La Teoria si propone di far superare i correnti "pregiudizi" spesso causa di disordine, emarginazione ed esclusione nella società contemporanea.
Chiunque può esser nato con specifiche tendenze sessuali o può svilupparle successivamente e, se non dannose socialmente, non dovrebbe reprimerle.
La nostra sessualità, come i nostri sentimenti, può risvegliarsi in una scala di intensità e modi verso persone di qualsiasi sesso, età ed aspetto, vive, morte o immaginarie, verso animali, cose e verso noi stessi. Laddove il sesso viene considerato "peccaminoso" possono crearsi conflitti interni, esterni e fobie. Considerato che tutti gli stimoli vengono dalla natura, ed essendo noi parte di essa, non siamo in grado di eluderli. Se una certa tendenza sessuale emerge, sicuramente le risultanti necessità e risposte sono anch'esse naturali e parte di un processo subconscio. La storia e l'antropologia raccontano l'infinita variabilità del comportamento sessuale: la libertà di vivere il pansessualismo può certamente sciogliere alcune nevrosi, inutili sensi di colpa e di vergogna. Sarebbe sufficiente accettare la nostra ed altrui sessualità con maggiore apertura mentale per placare l'ansia causata dal credere di aver commesso un "peccato". In effetti la Teoria della Pansessualità aiuta a comprendere le numerose vie sessuali presenti o latenti in noi per accettarle e viverle con intelligenza, responsabilità e gioiosa naturalezza.

Per veramente finire voglio ancora ringraziare il nostro Paolo D'Arpini che mi ha sempre appoggiato, corretto e spronato all'approfondimento.
Grazie. Peter Boom


http://digilander.libero.it/pansexuality

http://www2.hu-berlin.de/sexology (cliccare sul link e poi su Sexual Orientation)

sabato 20 giugno 2009

La Rete Bioregionale Italiana ed il puzzle della vita, ovvero: "Il frattale del pianeta umano" di Mario Cecchi

Il Frattale del pianeta umano. Il cerchio delle reti


Il panorama associativo è costellato da migliaia di associazioni con migliaia di statuti i quali si assomigliano tutti, differenziandosi solo per alcune particolarità, quindi in teoria è possibile ridurle ad un unico denominatore comune: la voglia di aggregarsi, di unirsi in piccole cellule per contare di più, per incidere maggiormente nel tessuto politico sociale italiano.

Analogamente i partiti che sono espressione del popolo in politica, in quanto lo dovrebbero rappresentare in sede parlamentare, sono diventati espressioni di se stessi, tendono a perpetrarsi riproducendo meccanismi di privilegio e di potere che hanno travolto la politica in quanto gestione della cosa pubblica, facendo invece gli interessi delle lobbies economiche più potenti, multinazionali di ogni settore. Abbiamo assistito quindi ad una progressiva degenerazione del panorama politico istituzionale, sociale ed economico della vita e della società italiana arrivando al culmine apologetico della persona ove un unico individuo ha il potere economico, politico, massmediatico nelle proprie mani, da ricalcare quasi la figura del duce re onnipotente.

Dal lato opposto alla centralizzazione del potere nelle mani di un piccolo gruppo di persone a livello mondiale, non ha corrisposto una aggregazione di massa a tutela dei propri interessi che contrasta l’unificazione dei potenti dando vita ad un’opposizione radicale e determinata per la difesa della libertà individuale e dei diritti della terra. Attraverso la frantumazione degli interessi generali in piccoli interessi particolari, si è assistito e si assiste alla frantumazione delle organizzazioni che in nome di quelli interessi specifici difendono unicamente quel settore. Una logica sbagliata e perdente ( che avevano già adottato i romani per comandare col famoso detto “dividi et impera”) in cui noi ci ricadiamo costantemente, ingenuamente o per malafede, a discapito della nostra incisività e forza nell’azione politica, sociale… Per questo sta nascendo un nuovo tentativo di riunificazione, dell’arcipelago dei movimenti che hanno a cuore le sorti del pianeta, perché a differenza degli altri tentativi che erano prettamente politici e antagonisti, il nuovo cerchio delle reti intende unificare in una visione olistica, inclusiva, non partitica, di difesa degli interessi generali delle popolazioni e della terra nel suo insieme comprendendo l’ecosistema da cui è composto: Acqua, Terra, Aria, Regno Animale, Vegetale e Minerale indi inclusa la bio-diversità. Questa concezione onnicomprensiva del tutto è più avanzata della politica intesa in senso stretto come è stata intesa fino ad oggi, che con il proprio materialismo meccanicistico ha portato al degrado dell’individuo, alla sua alienazione, alla perdita dei valori spirituali eterocentrici che riguardano il suo collocamento in un sistema più ampio di relazioni che comprende tutta la trama della vita e non la sua visione egocentrica.

Allora, rimanendo anche ciascuno nella propria specificità di intervento è importante collegarsi, connettersi in rete con gli altri e le altre associazioni e movimenti per creare una convergenza di energie, di mutua solidarietà, di scambi e di informazioni, in modo da intessere una trama che in ultima istanza genera una società diversa fondata sui valori sociali umani e spirituali che condividono la responsabilità ed il piacere di essere custodi della Madre Terra e degli elementi che la compongono e hanno il compito di preservarla per le generazioni future. È ovvio che questo non può avvenire se non tramite ad una critica radicale del sistema attuale per tutte le ragioni che ben sappiamo. Altresì deve proporre ed attuare pratiche di vita e modelli di società diversi che sono economicamente, eco logicamente e umanamente più sostenibili e compatibili con l’ecosistema universale tenendo conto di tutte le relazioni anche quelle connesse con il cosmo; ponendo fine alla visione antropocentrica dell’uomo e collocandolo nel suo giusto ruolo in questa distesa infinita di relazioni.

Una visione ed una pratica che per altro è già conosciuta nella società attuale poiché migliaia sono i tentativi già sperimentati in tali direzioni, anche se stentano a farsi strada, sia per le contraddizioni interne che minano alla base queste esperienze perché è difficile staccarsi dai riferimenti e dai condizionamenti attuali, sia per le pressioni che le strutture social- repressive e religiose mettono in atto nei loro confronti. In questa direzione comunque vanno avanti esperienze di finanza etica, microcredito, banca del tempo, reti di economie locali, monete complementari, convivenze solidali, eco-villaggi, cohausing, famiglie aperte, case-famiglia, gruppi di acquisto, mercatini del biologico, ristoranti che praticano rifornimenti a chilometro zero, filiera corta, scuole familiari, centri sociali autogestiti, scienziati, sociologi, terapeuti, medici naturopati, medicine non convenzionali quali shatzu, agopuntura, fitoterapia, bioenergetica, medicina di Hammer, pranoterapia, agricoltura di sussistenza, agricoltura sinergica, permacultura, beni comuni, uso civico, movimento per la decrescita, macrobiotica, vegetarianesimo, economia poetica, ecc che sono tutte esperienze di vita o modalità di intervento nelle pratiche sociali, che per il solo fatto di porsi in essere contrastano l’imperativo sociale dominante che pone l’economia al primo posto e subordina tutti gli altri interessi compresa la salute umana e del pianeta, al dogma che chi comanda è il denaro.

Non è vero, l’uomo è dotato d’intelligenza e non tutti sono disposti a vendersi per denaro, tanti magistrati e funzionari l’hanno dimostrato pagandone di persona, venendo estromessi, reclusi, annientati o non avanzando di carriera, ma ciò non significa che hanno perso. Perde chi rinuncia alla propria dignità pur di ricoprire un ruolo più alto ed avere uno stipendio maggiore, perde chi fa un lavoro che non lo soddisfa ma ne è costretto perché si sente incapace di uscire dal meccanismo, perde chi lo fa coscientemente perché quello è l’unico modo per sopravvivere e farsi strada, perde perchè non vede oltre il vantaggio immediato e non vede che cosi facendo mette in crisi gli altri individui come lui, le relazioni umane e spirituali che si basano su altri valori oltre che l’ecosistema terrestre perché sarà disposto a danneggiare, inquinare, consumare le risorse naturali pur di trarne profitto. Del suo operato paghiamo tutti le conseguenze ed è per questo che si deve creare una coalizione cosi ampia che riesca a fare aprire gli occhi e la coscienza anche a queste persone vittime dell’ingranaggio, che riesca a fare percepire l’interesse di tutti piuttosto che il proprio personale tornaconto, che riesca a far capire che procedendo con quel sistema siamo arrivati al punto in cui siamo, senza una via d’uscita o quasi, il degrado ci divorerà, ci autodistruggeremo.

Per cui quel che è possibile fare facciamo, ciascuno nel proprio ambito, con i propri mezzi, con il proprio talento e cuore. È ovvio che non si vuole creare un organo centralizzato supervisore ed omologante di tutte le associazioni o reti, ma un coordinamento a cui dare ed attingere informazioni, iniziative, impulsi, per far fronte tutti insieme, uniti, all’emergenze naturali, sociali ed umane che saranno sempre più presenti nei prossimi anni, a causa dei processi vitali che si stanno compiendo causati dal comportamento irresponsabile dell’uomo o non, ma ci troveremo davanti a situazioni ove non ci saranno più istituzioni o partiti che potranno garantire la sopravvivenza, l’ordine, i consumi a cui siamo abituati, sia pure ingiusti, autoritari e soprattutto dissipativi delle risorse come fossero illimitate; ma ce la dovremmo cavare da soli unendoci, autogestendoci, mettendo in atto la democrazia partecipativa senza maggioranza o minoranza ma attuando un processo decisionale basato sul consenso.

Ed i governi? Si troveranno spiazzati, non avranno più ragione di esistere, non avranno più sudditi su cui comandare. Il movimento della disobbedienza civile avrà conquistato il mondo. Le comunità locali avranno ripreso l’autogoverno del territorio ed agiranno in piena autonomia rimanendo fedeli all’imperativo dell’armonia universale e in rapporto alla nostra Madre Terra.

Mario Cecchi - giuliettablu@hotmail.com

venerdì 19 giugno 2009

Tempio della Spiritualità della Natura, attività di ecologia profonda e spiritualità laica, ed orari degli autobus da Roma a Calcata e viceversa

Purtroppo per mia composizione genetica e ideologica (si fa per dire…) sono ubicato inamovibilmente nel settore sinistro del pensiero, cioè fra i progressisti liberali, quindi non posso né voglio assumere una veste destrorsa ordinata. La mia vita è tutta un caos e completamente priva di costrutto materiale, tutto ciò che faccio è sempre nell’ambito dell’oggi, del carpe diem, perciò non ho nulla da difendere e quindi il “mio campo” è un campo in cui crolli e cambiamenti, scavi e riempimenti avvengono in continuazione come natura comanda, con poco o nulla di mio intervento intenzionale.

Questo è un bene ed un male allo stesso tempo, è un bene perché in tal modo non persiste grande attaccamento verso una specifica forma ed è un male perché nulla di costruito o costruibile è a me imputabile…. Quando tanti anni fa decisi di denominare un pezzo di terra di cui ero e sono il custode “Tempio della Spiritualità della Natura” lanciai un’idea buona anche per esaltare valori estetici naturali, infatti qualcuno ne approfittò per costruire un più solido “Museo della Natura”. Eppure per il mio “tempio della natura” (a volte detto anche “tempio sincretico di tutte le religioni”) il battage pubblicitario era stato fortissimo, articoli su articoli, trasmissioni tv su trasmissioni tv, anche Paolo Portoghesi aveva promesso di “regalare” uno stupa simbolico, insomma le premesse di una grande edificazione c’erano tutte… ma –ahimé- c’ero anch’io e -come sapete- io amo “inneggiare ed evocare” senza costrutto!

Alla fine il tempio restò un terreno più o meno abbandonato a se stesso, “lasciato agli impulsi spontanei creativi della natura e delle sue creature” mentre io continuo a restarne il solitario custode, osservando ciò che mamma creazione vi plasmava e vi plasma giorno per giorno, anno per anno. Questo campo sacro è il mio “mein kampf” e nient’altro.

A questo punto è necessario che io parli della reale condizione di questo “kurushetra” di Calcata che come ho già detto non è un “campo di battaglia” piuttosto il mio “buen retiro”, un luogo in cui apprendere (o ricordare) un diretto contatto con la natura, con gli animali e con le piante. La visita al Tempio della Spiritualità della Natura prevede un incontro riavvicinato con il luogo in modo da trarne un senso di appartenenza e di presenza. Teoricamente questo è un discorso ancora molto sentito in tante realtà rurali, ed in verità i miei veri maestri ecologisti son stati proprio quei ‘vecchi contadini calcatesi’ dai quali ho appreso alcune verità basilari sulla terra e sull’arte di trarne frutto senza danneggiarla. Parlando in termini di agricoltura ‘naturale’ vorrei fare l’esempio della cura rivolta alla prole, che si manifesta con l’incoraggiamento alla crescita e non con la coercizione, allo stesso modo poniamoci verso le risorse che madre terra offre. In termini di agricoltura bioregionale ciò significa prima di tutto rendersi consapevoli di quello che spontaneamente cresce nel posto in cui si vive. Questo iniziale processo di osservazione, o accomunamento alla terra, è necessario per scoprire quante erbe e frutti commestibili son già disponibili, cresciuti in armonia organolettica con il suolo e quindi esprimenti un vero cibo integrato per chi là vive. Lo stesso corso va applicato anche alla vita animale selvatica che condivide la presenza in equilibrio naturale.

Una accurata analisi consente l’immediato utilizzo di cibo integrativo spontaneo per arricchire la dieta corrente, oggi limitata a poche specie coltivate (sia pure in modo biologico). Il passo successivo e quello di sperimentare l’eventuale inserimento nel terreno prescelto di piante coltivate che siano in sintonia o meglio delle stesse famiglie di quelle spontanee.

Questa graduale promozione ovviamente non può essere fatta con l’occhio distaccato di un botanico o di un tecnico agricolo ma va accompagnata da una reale presenza e compartecipazione al luogo, in modo da trarne occasione per un riconoscimento di appartenenza e condivisione (con la vita ivi presente) divenendo in tal modo noi stessi cooperatori della natura e suoi conservatori. E’ una convergenza, una osmosi, che si viene pian piano a creare fra noi e l’ambiente ed è anche la base della produzione di cibo vero (per uomini veri) che non va però relegata alla sola categoria dei contadini ma vista come la premura di ognuno. E’ un atteggiamento di consapevolezza alimentare.

Infatti il mio consiglio -dopo una breve permanenza presso il Tempio della Spiritualità della Natura- è quello di intraprendere piccole coltivazioni casalinghe ovunque sia possibile, nel giardino dietro casa o sulla terrazza di un condominio, e di approfittare di ogni passeggiata per cogliere delle erbe commestibili, in modo da spezzare la totale dipendenza dal cibo fornito dal mercato, rendendoci così responsabili -sia pure in minima parte- della nostra alimentazione. E’ un aspetto essenziale della cura per la vita quotidiana e della presenza consapevole nel luogo.

Ho iniziato ad occuparmi di attività ecologiste, vegetariane e di spiritualità laica prima esperimentando in vari luoghi d’Africa e India (Ashram e comunità rurali) e dal 1977 a Calcata (in provincia di Viterbo). A questo punto del percorso mi sembra ‘opportuno’ trasmettere la conoscenza acquisita a quelle persone ‘esterne’, interessate a questo tipo di ricerca, volendo con ciò sviluppare quelle attività ecologiche, culturali e spirituali sinora portate avanti. E questo testo è anche un modo di condividere la mia esperienza. Come dicevo, da parecchio tempo occupo alcuni terreni (siti in località Orti di Cristo e Grotticelli e Vignale) nei quali da tempo pratico la raccolta di erbe, svolgendovi inoltre un programma di riscoperta di valori naturali, meditazione, allevamento animali salvati dalla mattanza. In particolare uno di questi terreni, quello principale di circa ½ ettaro, è servito precedentemente come discarica comunale, quindi il lavoro verte anche sulla riqualificazione del luogo.

Nel corso degli anni ho sporadicamente ospitato persone che intendevano trascorrevi brevi periodi di “lavoro e di rilassamento’. Sui terreni insistono alcune semplici strutture: una casetta minuscola di pietra, una capanna in legno, alcune grotte ripulite ed imbiancate. La proposta per gli ospiti è quella di collaborare nelle varie necessità del Tempio, per qualche ora giornaliera e collaborare alle varie iniziative e programmi, in cambio offro pasti frugali ed ospitalità. Nel Tempio non c’è energia elettrica, il riscaldamento è a legna, i servizi da campo, l’acqua potabile è disponibile da un rubinetto esterno. Chiedo inoltre agli ospiti, possibilmente non più di due persone alla volta, di astenersi dal far uso di apparecchi elettrici (anche a batteria) assumendo un atteggiamento morigerato e silenzioso. Insomma siamo in un tempio…

Per prenotare le permanenze è opportuno scrivere a circolo.vegetariano@libero.it

Pure telefonando allo 0761-587200.

Paolo D’Arpini - www.circolovegetarianocalcata.it


Autobus da Roma a Calcata e viceversa:
www.cotralspa.it/PDF_Orari_Comune/Calcata.pdf

giovedì 18 giugno 2009

Pensieri per l'incontro del 21 giugno al Dojo Koshiki di Faleria, nell'ambito della Celebrazione del Sostizio d'Estate 2009 fra Calcata e Faleria

Care Amiche e cari Amici, di seguito alcuni pensieri, di due dei relatori, relativamente all'argomento che tratteremo domenica 21 giugno a Faleria.
Chi volesse potrà aggiungere pensieri personali sull'argomento e, chi volesse intervenire alla tavola rotonda, potrà farlo anticipando un abstract del proprio intervento oppure direttamente all'incontro stesso.

L'iniziativa rientra nella Celebrazione del Solstizio d'Estate manifestazione che si svolge tra Calcata e Faleria con inizio sabato 20 giugno, alle h. 16.30, al Palazzo Baronale di Calcata.


Input discorsivi:
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di Sergio Cecchini

Parliamo di ecologia? Pensieri e questioni.

Per molti l’ecologia è un fatto trascurabile, per altri invece un modo per
sbarcare il lunario a danno di tutti, una parola per ottenere consensi popolari o da addomesticare a proprio uso e consumo, nonché un mezzo con il quale affrontare i problemi delle energie rinnovabili o sprecate, per altri diviene invece natura stupida allorché ne falliscono i piani. Ma per altri essa ha a che fare con il comportamento dell’essere umano in una società civile.

Cos’è una società? Ma ancor prima come potremmo definire una comunità.
Per parlare di ecologia dobbiamo prima porre attenzione ai nostri
comportamenti, affrontare il tema dell’educazione, le questioni sulla
responsabilità, il concetto di libertà?

E’ meglio arrogarsi il diritto di procedere individualmente secondo le
proprie ambizioni personali o meglio unirsi ad altri?

Andrebbe spiegato a cosa serve sapere di storia, a scoprire da dove veniamo, cosa abbiamo fatto per arrivare sin qui, dove ed in che cosa abbiamo sbagliato, quando abbiamo realizzato qualcosa di utile.
La storia ci dice, semplicisticamente, che ogni volta che l’essere umano si è unito ne è scaturito qualcosa di buono.

Possiamo ipotizzare due visioni possibili dell’essere umano:
L’essere umano è padrone dell’Universo e fa ciò che vuole, usandolo a suo
piacimento. L’essere umano assume un atteggiamento responsabile e cerca l’armonia con esso.


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di Marco Corradi

Parliamo di ecologia? Brevi pensieri.

Per parlare di ecologia è necessario ricondurre tutto all’uomo?
L’uomo é solo l’ultima evoluzione di un percorso durato miliardi di anni ed é assolutamente causale, quindi quando si parla di ecologia é necessario eliminare la centralità della razza umana. Da quando il primo organismo si è mosso sulla faccia della terra la casualità ha generato l’evoluzione che ci ha portato al mondo che conosciamo, ma è solo uno dei mondi possibili, e non è detto che sia il migliore.
Per milioni di anni le specie si sono confrontate ogni volta si è raggiunto un equilibrio instabile dopo qualche tempo, anni, decenni, o millenni, si è perso e ben presto se ne è trovato un altro.

Cosa sarebbe successo se i microrganismi che nei primi miliardi di anni hanno trasformato l’atmosfera terrestre rendendola ricca di ossigeno si fossero regolamentati e avrebbero ridotto le loro emissioni?
Certo il genere umano sta influendo sul suo ambiente in modo netto ed non
armonico, e molto probabilmente renderà la terra non adatta alla sopravvivenza ma questo é soltanto uno dei cicli naturali della terra…………..
I cicli nella storia della terra…………..
La febbre del Sistema solare……………..

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Suggestioni altre.

Allora, io ero là, sulla più alta delle montagne, e tutto intorno a me c'era l'intero cerchio del mondo. E mentre ero la, vidi più di ciò che posso dire e capii più di quanto vidi; perché stavo guardando in maniera sacra la forma spirituale di ogni cosa, e la forma di tutte le cose che, tutte insieme, sono un solo essere. E io dico che il sacro cerchio del mio popolo era uno dei tanti che formarono un unico grande cerchio, largo come la luce del giorno e delle stelle, e nel centro crebbe un albero fiorito a riparo di tutti i figli di un'unica madre ed in un unico padre. E io vidi che era sacro... E il centro del mondo è dovunque.
(Alce Nero - Oglala Dakota)


Per informazioni su come raggiungere il luogo:
Sergio Cecchini 347 4426711 - Barbara Fedeli 347 5148035
http://www.dojokoshiki.it - www.faleria.info

mercoledì 17 giugno 2009

Descrizione di Calcata su "Comuni, Comunità, Ecovillaggi in Italia" di Manuel Olivares

Calcata (40 chilometri circa da Roma, in direzione Viterbo)
“..è un fenomeno di paese, in esso sono racchiusi i misteri di una civiltà arcaica e della moderna ricerca artistica e culturale”.

La frase è di Paolo D’Arpini, del circolo vegetariano calcatese e sintetizza bene la dimensione di questo suggestivo borgo medievale, quasi intagliato nello sperone di tufo su cui sorge (un’altura sacra ad una delle più antiche popolazioni italiche: i fallisci) e da cui ha rischiato, spesse volte, di franare.

Il paese viene evacuato negli anni ’60, per la sua precarietà logistica ma in breve tempo inizia a ripopolarsi. Arrivano i sessantottini dell’hic et nunc, del vivere “qui ed ora”. Ottengono le case in comodato o a prezzi stracciati dai vecchi proprietari e trasformano il paese in un vivace laboratorio a cielo aperto, dove si mischiano pansessualismo e teatro di strada, spiritualità e poliedriche sperimentazioni artistiche, macrobiotica, vegetarianesimo, marijuana ed altro ancora.

Con il tempo le vecchie grotte tufacee, utilizzate tradizionalmente come stallette o cantine, vengono riadattate a botteghe artigiane, studi e gallerie d’arte, piccoli negozi e originali spazi sociali per i transfughi della città.
Si moltiplicano i circoli culturali ed ecologia (il paese è inserito nel parco della Valle del Treja), arte, spiritualità ed esoterismo diventano i leitmotiv quasi ossessivi. Oggi è consigliabile visitare Calcata lontano dai weekend e dai giorni di festa, per evitare di assistere all’invasione dalla vicina Roma (il paese ormai ha una certa notorietà ed è forte l’incidenza del “turismo domenicale”).

Paolo D’Arpini, del circolo vegetariano, è un buon genius loci e può essere dunque valorizzato come “guida”. Sono diversi i posti da vedere: associazioni e locali rintanati tra i vicoli del borgo. Ad esempio, per citarne uno che mi ha particolarmente colpito, l’associazione “Het Sekhmet – Lo spirito attraverso l’arte”. Questa è gestita dall’architetto Athon Veggi che cura progetti di architettura archetipale, geomantica architettonica e Feng Shui, oltre ad essere scultrice, pittrice ed egittologa.

Manuel Olivares

martedì 16 giugno 2009

Formello, 22.06.09, viene presentato un progetto per installare 1000 impianti fotovoltaici nei comuni dell'Agro Falisco Capenate e Roma Nord

ll 22 giugno 2009 alle ore 18.00 presso la Sala Orsini di Palazzo Chigi del Comune di Formello sarà presentato un progetto per la realizzazione di 1000 impianti fotovoltaici sui tetti di fabbricati ad uso civile o commerciale nell´area a nord di Roma a costo zero, con la sola esclusione dei costi di istruttoria.

"Energiamia" è un progetto rivolto ai Comuni di Formello, Anguillara Sabazia, Bracciano, Castelnuovo di Porto, Campagnano di Roma, Civitella S. Paolo, Fiano Romano, Filacciano, Magliano Romano, Manziana, Mazzano Romano, Nazzano, Ponzano Romano, Riano, Sacrofano, Sant´Oreste, Torrita Tiberina, Trevignano Romano e Colleferro (fuori area), con lo scopo di realizzare, senza alcun onere per il destinatario, impianti fotovoltaici da installarsi sui tetti di abitazione o fabbricati ad uso civile, artigianale, industriale o commerciale, per la produzione di energia da fonti rinnovabili.

Gli utenti che beneficeranno del progetto diventeranno produttori autonomi di energia pulita, riducendo o azzerando completamente le spese della bolletta dell´energia, senza dover affrontare, le ingenti spese necessarie alla progettazione, all´acquisto e all´installazione degli impianti.

Il progetto prevede la pubblicazione di un bando che avrà la durata di 30 giorni e sarà rivolto a persone fisiche, giuridiche ed Enti pubblici e privati, proprietari, o che esercitino un diritto reale di godimento su complessi edilizi o unità abitative, situati sul territorio dei Comuni aderenti al progetto e aventi i requisiti necessari richiesti dal bando.

"Energiamia" si inquadra nella direttiva nazionale ed internazionale per la riduzione del livello di inquinamento ed è regolamentata dal D. lgs n. 387/03, dal DM del 19/02/07 e dalle delibere dell´AEEG. Tale normativa prevede che l´energia prodotta dall´impianto fotovoltaico benefici della disciplina dello scambio con una pari quantità di energia proveniente dalla rete elettrica e di incentivi annui.

I destinatari del progetto potranno beneficiare per un periodo di 20 anni dell´energia elettrica consumata, avendo a proprio carico solo le spese d´istruttoria. Al termine del suddetto periodo, l´impianto rimarrà di proprietà del destinatario. Gli impianti saranno realizzati, a partire dal mese di Luglio e saranno completati entro il 31/12/2010.

Informazioni.
Il bando, in uscita il prossimo 22 giugno 2009 e di durata di 30 giorni, sarà presentato nello stesso giorno della sua pubblicazione, alle ore 18.00 presso la Sala Orsini del Comune di Formello, e sarà inoltre scaricabile dal sito www.energiamia.net. Per informazioni numero verde 800215577.

Interverranno alla presentazione pubblica:
Marco Casini, Professore alla Facoltà di architettura Valle Giulia Sapienza - Università di Roma
Erminio Manciocco, Direttore Tecnico "Energiamia"
Stefano Feligioni, Presidente Sienergia

Moderatore:
Giacomo Sandri, Sindaco del Comune di Formello

Istallazione video:
Sebastiano Tecchio, regista

I cittadini sono chiamati a partecipare.
Al termine aperitivo con degustazione di prodotti locali.

Ass. Cult. Règia A.dM.
Erika Josè Cannata c. 3393544240
Elena Santoro c.3384173150
elesantoro@gmail.com; ass.regiam@yahoo.

lunedì 15 giugno 2009

Calcata: 23 giugno 2009 - Festa dei giorni più lunghi, della vigilia di San Giovanni, della Dea Fortuna, del compleanno del presidente...

“Tutte le cose fioriscono nella gentilezza del mio amore......”

Premessa generale: “In sintonia con la tradizione il Circolo Vegetariano di Calcata, anche quest’anno, festeggia il 23 giugno in quella che è chiamata la magica notte delle streghe, del solstizio d’estate, della vigilia di San Giovanni e del compleanno del presidente. Tutto combacia perfettamente, in questa data magica. Nella tradizione antica durante questa notte di prima estate si facevano rotolare dalle rupi dei grandi fasci di arbusti infuocati. Questa consuetudine aveva radici nella simbologia pagana di trasmettere la luce ed il calore dell’estate alle fredde valli sottostanti. L’altra tradizione dei fuochi di San Giovanni era quella dei due falò, uno interno, attorno al quale danzare fino al mattino, ed uno esterno, che delimitava il campo d’azione. Tutto ciò rappresenta l’identità fra la luce interiore del Sé e quella esteriore della Creazione. Questo è anche il senso della cerimonia che riproponiamo qui a Calcata, per ricordare la supremazia della natura su ogni artifizio dell’uomo. Riti pagani, danze in cerchio, musica arcaica, contemplazione della natura, è quanto aspetta i novizi che affronteranno il “rito propiziatorio”.

Sull’etimologia di Giugno gli studiosi sono concordi che questo è il mese dedicato a Giunone (Iuno), la dea dell’abbondanza e delle messi, nonché legittima sposa di Giove, per questa ragione venivano raccomandate le nozze durante il mese di giugno. Questo è anche il mese delle ciliegie, un frutto rosso e turgido e dolce, come il latte di Giunone….. Nella valle del Treja, in territorio del Parco, esiste un’antica struttura templare, lungo il corso del fiume, dedicata appunto a Giunone. Durante le ore del primo pomeriggio, quando il sole è caldo e l’aria dolce, davanti ai vetusti ruderi che videro nel passato la celebrazione delle feste orgiastiche, compiremo il tradizionale lavacro sacrale della vigilia di San Giovanni, sinonimo di purificazione mentale e corporale. Più tardi al Tempio Laico della Spiritualità della natura si svolge incede il rito propiziatorio davanti al fuoco, con salto della fiamma ed espressione di desideri (le donne sono pregate di vestire gonne larghe).

Quest’anno la ricorrenza del 23 giugno si svolge in concomitanza con la luna nuova, perciò dal mattino sino all’ora di pranzo al Circolo si terrà la sessione sul sistema archetipale ed elementale integrato. L’argomento dell’incontro è l’elemento Terra, particolarmente femminile e rappresentante della produzione vitale per antonomasia. Paolo D’Arpini

L’appuntamento è per le ore 11.00 del 23 giugno 2009 al Circolo vegetariano, via Fontanile snc.
Inizio con l’analisi del sistema integrato e pranzo con le specialità vegetariane da ognun portate.
Nel pomeriggio, alle h. 17.00, discesa al fiume Treja, per il battesimo laico, ognuno a turno verrà asperso di acqua santa da un san Giovanni prescelto dal caso con il sistema della cannuccia più corta.
La sera, alle h. 20.00, cerimonia nel Tempio della Spiritualità della Natura, salto del fuoco e canti in grotta e condivisione del cibo da ognuno portato.

Prenotazioni 0761-587200 - circolovegetariano@gmail.com

domenica 14 giugno 2009

Un po' fricchettoni ed un po' vegani... Il popolo "freegans" tradotto da Gianluca Quaglia

I freegans sono persone che adottano strategie di vita alternative allo stile di vita basato su economie convenzionali e puntano a diminuire l'utilizzo delle risorse disponibili. I Freegans credono nella condivisione, nella generosità, nella solidarietà sociale, nel libero arbitrio e nella cooperazione, in contrasto con una società fondata sul materialismo, l’apatia morale, la competitività, il conformismo, e l’avidità.

Dopo anni di tentativi per boicottare prodotti di provenienza non etica, responsabili di violazioni dei diritti civili, disastri ambientali, e abusi sugli animali, molti tra noi hanno cominciato a pensare che indipendentemente da dove acquistavamo le nostre merci, finivamo sempre per supportare qualcosa di deplorevole. Siamo arrivati alla conclusione che il problema non sono poche multinazionali incuranti del pianeta ma l'intero sistema economico.

Essere freegan è il totale boicottaggio di un sistema economico dove la ricerca del profitto ha cancellato considerazioni etiche e dove complicati sistemi di produzione, preparazione, imballaggio e distribuzione delle merci comportano che la maggior parte dei prodotti abbiano un impatto deleterio sul pianeta del quale spesso non ci rendiamo neanche conto. Perciò, per evitare di acquistare un certo prodotto da uníazienda solo per poi finire di favorirne un’altra, cerchiamo di limitare gli acquisti al massimo.

La parola freegans è composta da “free” (libero) e “vegan” (veganiano).
I veganiani sono persone che evitano prodotti di origine animale, prodotti testati sugli animali nella speranza di risparmiare sofferenze agli animali. I freegans hanno accentuato la consapevolezza che in un sistema di produzione di massa in cui il profitto, l’abuso dei diritti umani, degli animali, e del pianeta concerne tutti i gradi della filiera (dall’acquisizione delle materie prime alla produzione al trasporto) qualsiasi prodotto disponibile è coinvolto nel processo. Sfruttamento, la distruzione delle foreste pluviali, il riscaldamento globale, lo sradicamento delle popolazioni locali, l’inquinamento delle acque e dell’aria, la distruzione della fauna indigena nelle coltivazioni intese come parassiti, il mantenimento in vita di dittature per garantire gli interessi economici di pochi, lo sfruttamento intensivo del miniere, le trivellazioni petrolifere in aree sensibili, l’impotenza dei sindacati,!
lo sfruttamento minorile, l’appoggio a regimi repressivi sono solo alcune delle problematiche che un inconsapevole cliente non può evitare.

I freegans impiegano una serie di misure nella vita quotidiana ispirate a nostri principi:

RECUPERO DEI RIFIUTI

Viviamo in un sistema economico dove i venditori danno un valore ai prodotti e al terreno in base a quanto potrà fruttare economicamente. I consumatori sono costantemente bombardati con messaggi pubblicitari che consigliano di buttare e sostituire gli articoli che abbiamo già per incrementare le vendite, o di continuare consumare all’infinito. Questa pratica comporta la produzione di quantità di rifiuti così ingenti che molti potrebbero essere nutriti utilizzando gli scarti. Come freegans noi recuperiamo invece di comprare, nel tentativo di non essere “consumatori” noi stessi, e per confrontarci politicamente con l’ingiustizia di permettere che risorse vitali vadano sprecate mentre moltissime persone sono senza cibo, vestiti e riparo, e per ridurre l’ammontare dei rifiuti che vanno a riempire discariche e inceneritori (che sono sproporzionatamente presenti in maggioranza in aree con popolazione povera, non bianca, e che incrementano i rischi di cancro e asma).

Probabilmente l’attività più clamorosa dei freegans rientra nei termini “urban foraging” (raccolta urbana) e “dumpster diving” (il recupero dai rifiuti di quanto ancora utilizzabile). Questa pratica comporta la selezione direttamente dai bidoni dell’immondizia degli articoli che possono ancora essere utilizzati. Al contrario di quanto ci portano a pensare gli stereotipi relativi ai rifiuti, quanto recuperiamo è pulito, sicuro, e spesso in condizioni quasi perfette, una prova di quanto la nostra società sia incline allo spreco, consigliando un continuo rimpiazzo di articoli ancora in buono stato con articoli identici ma nuovi, magari diversi solo nella confezione ammiccante. I recuperatori agiscono da soli o in gruppo, ma la caratteristica comune è la condivisione di quanto recuperato con chi ha bisogno. Gruppi come il Food Not Bombs recupera cibo buttato nell’immondizia e lo cucina in posti pubblici distribuendolo a chi lo richiede.

Il recupero dei rifiuti fuori delle scuole, dagli hotel, dagli uffici ecc ci permette di recuperare ogni tipo di articolo: dal cibo agli indumenti ai giocattoli, ai mobili, ma anche veicoli, video, articoli di arredamento, parti elettroniche, e quantíaltro. Invece di contribuire ulteriormente all’aumento dei rifiuti, il riciclo fatto dai freegans riduce l’impatto ambientale che quantità enormi di rifiuti hanno sul pianeta.

Molti oggetti possono essere recuperati gratuitamente o condivisi anche utilizzando internet. Ad esempio su Freecycle.org (che ha sedi anche in Italia) o nella rubrica donazioni dei siti o delle pubblicazioni gratuite di inserzioni.


RIDUZIONE DEI RIFIUTI

A causa delle frequenti visite nei depositi di rifiuti, gli aderenti al movimento freegans hanno preso consapevolezza delle quantità enormi di rifiuti che produciamo quotidianamente e hanno deciso di comportarsi diversamente; riciclando, riparando gli oggetti invece di sostituirli quando possibile. Tutto ciò che non ha uno scopo pratico per noi viene ridistribuito tra i nostri conoscenti, nei centri di raccolta, o attraverso scambi organizzati in rete.


TRASFERIMENTI ECOSOLIDALI

Siamo consci dell’impatto devastante sull’ambiente comportato dall’automobile. Non solo i gas provenienti dalla combustione del petrolio ma anche le aree verdi distrutte per far posto alle strade e gli incidenti che colpiscono uomini e animali. Inoltre la sete di petrolio è alla base di conflitti in molte parti del mondo, compreso l’Iraq. Perciò cerchiamo di evitare l’uso dell’automobile favorendo l’uso della bicicletta, l’autostop, camminando. L’autostop ottimizza lo spazio all’interno di un veicolo, che produrrebbe comunque inquinamento, senza incrementarlo.

Non sempre l’uso delle automobili è vitabile ma cerchiamo di non utilizzare carburanti fossili utilizzando automobili diesel dove con carburante ecologico (olio recuperato dalle friggitrici industriali). Un altro esempio del riutilizzo di prodotti che andrebbero ad aumentare il totale dei rifiuti altrimenti. Gruppi di volontari stanno creandosi in diverse parti del territorio per aiutare chi è interessato a riconvertire le auto con motori diesel in auto a olio riciclato.


EDILIZIA GARANTITA

Noi crediamo che la casa sia un diritto e non un privilegio. Allo stesso modo in cui i freegans credono sia oltraggioso che ancora tanta gente non abbia da mangiare visto gli sprechi alimentari che ci sono, consideriamo vergognoso che ci sia gente che muore di freddo per strada quando migliaia di abitazioni rimangono vuote perché i proprietari speculano sul prezzo di affitto o di vendita. Occupare spazi disabitati e decrepiti, ristrutturandoli, e dando un tetto a chi ne ha bisogno vale più del concetto astratto di proprietà, senza dimenticare che chi possiede un immobile e non ne ha cura, favorendone la distruzione, non ha diritto di vantarne il possesso. Inoltre questi centri occupati possono diventare importanti per la comunità che li ospita, gestendo attività ricreative, fornendo informazioni utili alla conversione ecologica, fornendo accoglienza ecc.


DIVENTARE VERDI

Viviamo in un mondo dove spesso il cibo che mangiano è prodotto dall’altra parte del mondo, trattato chimicamente, e trasportato per migliaia di chilometri, conservato per tempi troppo lunghi, tutto questo ad alti costi per l’ecosistema. Tutto questo ci ha fatto perdere di vista il ciclo stagionale e naturale della vita.

Gli ecologisti urbani (esistono anche in Italia) trasformano aree abbandonate e destinate alla discarica abusiva in aree verdi, piantando fiori e pulendo. La creazione di giardini comunali autogestiti può sostituire sugli scaffali dei nostri supermercati il cibo trattato con vegetali freschi prodotti in zona. Nelle aree dove le percentuali di inquinamento dell’aria sono a livelli troppo alti, piantare degli alberi favorisce la produzione di ossigeno. In un panorama caratterizzato da mattoni, asfalto e cemento, un’area verde modifica l’architettura urbana, mettendo a disposizione di tutti aree che possono essere utilizzate per aggregazioni, cerimonie collettive, e facilitare connessioni interpersonali in un mondo che tende sempre più a isolarci.

L’agricoltura biologica alternativa ci permette di nutrirci senza passare attraverso le grandi catene di distribuzione e di disintossicarci utilizzando erbe che crescono spontaneamente intorno a noi. Perino nei nostri parchi cittadini possiamo trovare piante officinali, dandoci la sensazione di poter vivere consumando i prodotti offerti dalla Madre Terra e non imposti dalla grande distribuzione. Alcuni tra noi, fedeli a questa nuova consapevolezza, abbandonano i centri abitati e si trasferiscono in zone poco abitate dove creano comunità che rispettano l’ambiente e i ritmi di vita naturali.


LAVORARE MENO / DISOCCUPAZIONE VOLONTARIA

Quanto del nostro tempo perdiamo per pagare i conti o acquistare nuovi prodotti inutili? Per molti di noi lavorare significa sacrificare la nostra libertà per ricevere ordini da altri, stress, noia, monotonia, e in molti casi aumentando il rischio di squilibri fisici e mentali.

Una volta afferrato il concetto che non sono solo un numero limitato di prodotti o un numero limitato di aziende a causare la devastazione del pianeta ma che è proprio il sistema che non funziona, si comincia a capire che noi, in quanto lavoratori, siamo solo ingranaggi di una macchina che produce violenza, morte, sfruttamento, e distruzione. Il commesso della macelleria che ti taglia la bistecca è forse meno responsabile del contadino di una fattoria che pratica l’allevamento intensivo? E il creativo che mostra il prodotto in maniera appetibile? E il commercialista che tiene la contabilità del negozio e gli permette di continuare a lavorare? O l’operaio che produce fisicamente il frigo? E, naturalmente, i managers che gestiscono le grandi concentrazioni economiche hanno la più grande responsabilità per la produzione di rifiuti e di sprechi. Non bisogna essere azionista di una società che possiede una fabbrica o un impianto chimico per essere considerato responsabile.

Riuscendo a nutrirsi, muoversi, trovare casa, e cambiando i ritmi di vita senza spendere grosse quantità di denaro, un freegans può rimanere senza lavorare per periodi medio lunghi. Avremo così più tempo per le mostre famiglie, fare volontariato, unirsi a gruppi di attivisti che tengano a bada le grandi concentrazioni economiche che altrimenti tenderebbero a decidere per noi mentre lavoriamo per loro. Certo per la maggior parte di noi non avere un impiego non è attuabile: è molto più facile trovare un mobile nella spazzatura di un dentista che offrano cure gratuite, ma limitando le proprie uscite molti tra noi possono diminuire il tempo lavorativo e avere tempo libero per se stessi e la comunità. Ma anche se costretti a lavorare possiamo cercare di creare all’interno del nostro posto di lavoro una sensibilità verso i bisogni di tutti e un diverso approccio verso le associazioni di lavoratori.

Translation by GianLuca Quaglia
web site: www.qgl.it
email: info@qgl.it

Archivio Messaggi: http://lists.peacelink.it/ecologia

sabato 13 giugno 2009

Ricerca di una persona...(Mario Tozzi) per scopi umanitari!

Carissimi, qui si tratta di rintracciare una persona che potrebbe aiutare la causa umana, nel senso di scaldare il cuore umanamente ad un amico che ne ha bisogno!

Ora leggete la lettera dabbasso e se avete qualche dritta in merito fatemelo sapere, grazie, Paolo D'Arpini

................
Ciao Paolo, felice Giorno! Scusami se stamane sono un po' di fretta...ho bisogno di chiederti "aiuto" per un "regalo". Ieri sono stata a scuola fino alle otto di sera... lunghi consigli di classe in occasione degli scrutini di fine anno! Il Preside ha condiviso queste lunghe riunioni con noi docenti e così abbiamo avuto modo di scambiare qualche parola più "umana". Ci ha detto che andrà in pensione a giorni per gravi motivi di salute... tra le tante cose, ci ha raccontato di un suo "desiderio": ricontattare il suo caro amico "d'infanzia" (originario anche lui di Margherita di Savoia), il geologo MARIO TOZZI. Siccome sabato 20 giugno ci sarà la festa di "addio" alla scuola... io sarei felice se Tozzi fosse presente! Puoi aiutarmi, Paolo a rintracciare un qualche indirizzo di posta elettronica, o.. altre strade per invitarlo a scuola!!! Ho cercato in rete, ma di ndirizzi e-mail non vi è traccia! Mi puoi suggerire qualche idea? Grazie. Un infinito abbraccio, Antonella

venerdì 12 giugno 2009

"La comune alternativa di Campanara (Firenze) è sotto sgombero" - Disperato annuncio di Manuel Olivares

L'esperienza comunitaria di Campanara è a rischio. Manuel Olivares, giornalista di AAM Terra Nuova ed autore di vari testi su Comuni, Comunità, Ecovillaggi in Italia. Mi scrive oggi che i poliziotti stanno facendo sgomberare i residenti di Campanara, non sono esposte le ragioni di tale atto.

Qui di seguito l'appello pubblicato tempo addietro sul sito degli Ecovillaggi Italiani: http://www.ecovillaggi.it/article6600.htm

Un appello per Campanara Via Campanara 1 - Via Villetto 13 - Via Vallibona - Palazzolo sul Senio (FI)
Tel. Silvia: 335 7104642 - Ilaria: 338 6861843 - Ottavio: 338 9388957

Appello per l'ecovillaggio Campanara a proposito dei tempi infiniti di attuazione della delibera n.67 del 23/6/2004 del Consiglio Regionale Toscano che blocca la vendita di Campanara per un diritto di uso civico e per un programma di interesse pubblico…e di come invertire la rotta.
Firma e fai firmare l'appello su:
www.inventati.org/nascereliberi dove trovate tutta la documentazione.


Perché non si è riusciti a dare ancora risposte adeguate alla rinascita delle comunità che vivevano sulle montagne dell'appennino centrale?

Innanzitutto va rafforzata la decisione politica attraverso il riconoscimento:

1) che è interesse delle popolazioni di pianura, collina e fondovalle che ci siano persone che facciano rivivere case, villaggi e zone di montagna abbandonate, sulla base di progetti di promozione sociale e ambientale, costruendo così alternative alla crisi dei sistemi urbani e dei sistemi rurali.

2) dell'importanza del patrimonio storico, sociale e architettonico degli insediamenti rurali dell'appennino centrale come bene comune.

Quindi, mentre vanno avanti le procedure amministrative, occorre lavorare sul campo per impedire l'ulteriore degrado del patrimonio pubblico (non ci si può permettere ulteriori crolli) e per stabilizzare e dare sicurezza ai nuovi abitanti (ultimamente ci sono state due nuove nascite) attraverso la costruzione di un tavolo operativo che cominci ad affrontare le urgenze. Ribadiamo che serve un altro approccio (analisi delle difficoltà, ricerca delle soluzioni) che dia possibilità operative al progetto: cioè tavolo e osservatorio sulla progettualità sociale e ambientale.

Occorre lavorare meglio e di più per rinnovare e riqualificare l'interesse pubblico fra le popolazioni dell'alto mugello, costruendo nella valle di Campanara un polo di riferimento per una migliore gestione dei territori di montagna abbandonati, centro propulsivo per l'auto-recupero e l'auto-costruzione rurale,laboratorio di progetti collettivi, basato su risorse etiche e cognitive, non sul profitto, aumentando capacità e conoscenze locali. Associazione Nascere Liberi

Ed ecco il disperato annuncio di Manuel Olivares (manuel_olivares_71@yahoo.it):

12 giugno 2009: E' attualmente in corso lo sgombero del "Casone", uno dei casolari occupati nella Valle di Campanara (Palazzuolo sul Senio, provincia di Firenze). L'edificio è circondato da una ventina di poliziotti, intenzionati ad evacuarlo e transennarlo, mentre 3 compagni sono saliti sul tetto e altri 10 sono rimasti a terra. Seguiranno aggiornamenti.
http://viverealtrimenti.blogspot.com/
http://roma.indymedia.org/node/10614

P.D'A.

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(da un posto nel mondo)

Sono sicuro, nel sonno, di svegliarmi in una casa in riva al mare, dove ho trascorso tutta la notte con la donna che amo, vivendo con lei momenti di assoluta felicità. Il rumore delle onde ha accompagnato prima la veglia, poi il sonno, abbracciati nel tepore dei nostri corpi nudi.

Mi sveglio invece in una camera d'albero a Parigi e, pur sapendo ormai di uscire da un sogno, continuo a sentire il delicato rumore delle onde del mare.

Ma a Parigi non c'è il mare!

Fabio Volo

"Perché il prossimo G8 è stato indetto a L'Aquila da Silvio Berlusconi?" - Una lettera che pone molti interrogativi sul futuro dell'Altro Mondo

La scelta del Governo Berlusconi di spostare il G8 dalla Sardegna alla città de L’Aquila colpita dal terremoto non è solo una boutade propagandistica ad uso e consumo dell’immagine del leader. Sul terremoto e sulla ricostruzione in Abruzzo si sperimenta un modello che consideriamo paradigmatico della crisi globale e dei tentativi di uscita a destra dalla stessa.

Il terremoto è un fenomeno naturale. Le devastazioni che ha prodotto in Abruzzo sono il risultato di una politica del territorio, abitativa e sociale costruita in spregio dei più elementari diritti alla vita, alla salute, all’ambiente e alla sicurezza sociale delle popolazioni.

Ciò che non produce redditività è per il modello liberista un costo da eliminare : ecco perché non c’è stata alcuna politica di prevenzione, di messa in sicurezza, di coinvolgimento attivo delle popolazioni perché potessero rispondere con consapevolezza collettiva all’evento sismico.
E una volta che questo si è verificato, con la scia colpevole di morte e distruzione, l’Abruzzo e le sue popolazioni colpite sono diventate le cavie di un esperimento sociale paradigmatico.

Da una parte si è messo in campo ancora una volta il capitalismo delle catastrofi, ovvero l’idea di un modello economico, urbanistico e sociale costruito a tavolino, con il tentativo di azzerare la storia e la cultura di interi territori e popolazioni e di finanziare sulla spalle delle stesse la ripresa delle grandi lobbies mafiose dell’edilizia, delle infrastrutture,dei poteri forti finanziari; dall’altra si è messa in campo, insieme all’azzeramento di fatto del coinvolgimento degli enti locali, il disciplinamento di massa delle popolazioni, perseguendo, attraverso la cosiddetta efficienza della Protezione Civile, la passivizzazione della popolazioni, la militarizzazione delle relazioni sociali nelle e fra le tendopoli, la frammentazione sociale delle comunità.

L’obiettivo è chiaro : la solitudine competitiva, dentro la quale il messaggio diventa ciascuno pensi per sé e superi la paura dell’insicurezza attraverso l’identificazione diretta con chi detiene il potere e può decidere se il futuro di ogni singola persona sarà di vita o di precarietà disperata.

Comunità frammentate e persone disciplinate che dovranno sorridere speranzose all’Obama di turno che, girando fra le tende con telecamere al seguito, stringerà loro le mani, facendo capire al mondo come “siamo tutti sulla stessa barca…avvengono crisi economiche, avvengono terremoti, stringiamoci intorno all’umanità dolente, che ha.. che deve avere... fiducia in noi”. Ripresa dell’economia (la loro..), new town per tutti e applaudite il Commissario (e il premier).

Questo è il paradigma costituente dell’Abruzzo : quello che vuole nascondere la crisi e gli effetti delle politiche liberiste, quello che vuole far diventare sistema gli esperimenti autoritari già messi in opera sulla vicenda rifiuti in Campania, quello che ha bisogno di diventare modello accettato, in attesa di poterne affondare tutta la potenza contro altri conflitti territoriali già in atto (Val di Susa, Vicenza) o futuri (le centrali nucleari).

Ma se l’Abruzzo è un paradigma, significa che lì la battaglia sarà di lungo corso. Ma se l’Abruzzo è un paradigma, significa che quella battaglia deve divenire un patrimonio di tutti i movimenti in lotta per un altro mondo possibile.

Il G8 a L’Aquila non è stato scelto a caso : è stato voluto per tentare di usare le drammatiche condizioni delle popolazioni nelle tendopoli contro i movimenti di contestazione dei potenti della terra, primi responsabili della crisi globale.

Chi oserà mai protestare di fronte a queste popolazioni ferite? Chi oserà mai rompere questa aurea di solidarietà verso coloro che hanno perso tutto? Chi vorrà parlare di crisi globale di fronte alle tendopoli?

Le popolazioni stesse hanno cominciato a farlo. Superato il panico da shock, compreso che solo sulla memoria e sulle relazioni con il proprio territorio e le persone che lo abitano poteva essere pensato un possibile futuro, hanno cominciato a manifestare per una ricostruzione totale, delle case e delle relazioni sociali.

Sono primi segnali che c’è chi si oppone alla passivizzazione di massa, chi non vuole consegnare il proprio territorio alle consorterie mafiose, di chi non vuole che si giochi la partita del consenso ad una certa uscita dalla crisi sulle loro spalle. Segnali che sono anche il frutto del lavoro di diverse realtà di movimento che da subito si sono messe in azione a L’Aquila per portare solidarietà concreta e per stare dal basso con le popolazioni colpite.

Nel frattempo, i G8 territoriali avvenuti e in corso in ogni angolo del Paese, sono accompagnati da altrettante esperienze di contro-forum e di contestazione (da Siracusa a Torino, da Roma a Lecce etc.). Sono tutte esperienze che pongono da ciascun livello territoriale istanze e bisogni di una radicale fuoriuscita dalle politiche liberiste, che dicono chiaramente come la crisi la debba pagare chi l’ha provocata e che dev’essere un’altra la società da costruire, più giusta e uguale per tutte e tutti. Noi pensiamo che il G8 a L’Aquila possa diventare un’occasione.

Con tutte le difficoltà del caso e le delicatezze necessarie, riteniamo che le esperienze dei contro-G8 territoriali, le esperienze di conflitto territoriale (da Vicenza alla Val di Susa, ai movimenti per l’acqua e per i beni comuni) debbano provare ad incontrarsi proprio a L’Aquila con le importanti esperienze che anche lì sono state messe in atto dai movimenti aquilani e abruzzesi.

Un luogo di incontro e di confronto tra territori e movimenti, per capire assieme gli intrecci della crisi globale e gli intrecci del paradigma Abruzzo; un luogo di discussione e solidarietà che rafforzi le lotte territoriali e inneschi l’assunzione della realtà abruzzese come fulcro delle iniziative future. E un luogo di protesta e mobilitazione contro la crisi globale e le politiche liberiste, contro il governo e le politiche di ricostruzione. Da costruire insieme alle popolazioni. Naturalmente, non pensiamo ad una manifestazione classica anti G8, che attacchi zone rosse e che abbia come scopo lo scontro, né tanto meno ad iniziative autoreferenziali e semplicemente simboliche calate dall'alto su quel territorio. Pensiamo ad un momento di lotta costruito sulle rivendicazione dei movimenti territoriali che operano sul territorio, per sostenerle e connetterle con le altre rivendicazioni che i movimenti esprimono.

Immaginiamo le difficoltà, comprendiamo le prudenze, non inseguiamo feticismi. Ma crediamo anche che tutte le strade debbano essere tentate per fare dell’ennesimo affronto alle popolazioni (il ballo dei potenti davanti alle tende della tragedia) un’occasione di lotta e di solidarietà. A questo cercheremo di dare il nostro modesto contributo.

Per questo saremo a L’Aquila nei giorni del G8, dentro le iniziative che tutte/i assieme sapremo costruire.

Attac Italia
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