sabato 31 marzo 2018

La nascita dell'elettrochimica - Luigi Galvani e Alessandro Volta


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Vediamo l’importanza di due grandi scienziati italiani, attivi già nella seconda metà del ‘700: il medico, anatomista, fisiologo ed accademico bolognese Luigi Galvani(1737-1798) ed il chimico, fisico ed ingegnere Alessandro Volta (1745-1829). Uno dei loro principali campi di interesse fu il settore elettrico, ed in particolare il settore che si interessa degli effetti fisiologici dell’elettricità ed il settore elettrochimico che si interessa alle relazioni tra fenomeni elettrici e chimici.

Galvani scoprì, con i suoi famosi esperimenti sulle rane, la capacità dei nervi di trasmettere segnali elettrici che potevano provocare contrazioni e fibrillazioni dei corpi. La spiegazione di tipo prettamente fisiologico da lui data provocò una vivace polemica con Volta che dava una spiegazione diversa del fenomeno, più orientata verso la fisica. Entrambi, in realtà, fornivano elementi atti a comprendere a fondo il fenomeno.

Galvani è ricordato anche per aver messo a punto uno strumento, detto galvanometro, tuttora in uso in versioni perfezionate per la misura di correnti elettriche minime, e basato sulla capacità della corrente di provocare la torsione di un sensibile filamento. Si deve anche allo scienziato bolognese la messa a punto della galvanotecnica, cioè una tecnica atta a deporre uno strato protettivo metallico (ad esempio, di stagno) su un diverso metallo (ad esempio ferro). La tecnica consisteva nel far deporre lo strato protettivo in un bagno di una sostanza chimica (ad esempio un sale di stagno) capace di scindersi in due gruppi chimici (detti ioni) caricati con cariche elettriche di segno opposto a causa del passaggio di una corrente elettrica nel bagno. Il metallo da ricoprire ed un secondo oggetto, fatto di un metallo diverso, immersi nel bagno, funzionavano da poli positivo e negativo (detti anodo e catodo) tra cui passava la corrente. Il fenomeno descritto è alla base dell’elettrochimica.

Sullo stesso principio era basata la celeberrima pila messa a punto da Volta alla fine del secolo e presentata anche alla Royal Society con comunicazioni del 1800-1801. In questo caso i poli metallici erano costituito da dischi di rame e stagno inframmezzati da feltri imbevuti di una soluzione di una sostanza chimica capace di scindersi formando ioni. I singoli gruppi di rame, stagno e feltro (che formano una singola “cella elettrochimica”) erano posti in serie (o “in batteria”) ed alle estremità della pila si generava una differenza di potenziale elettrico atto a creare una corrente come nelle moderne pile o batterie. Ancora oggi il potenziale elettrico (che è il livello energetico cui si trova una carica elettrica) è misurato in una unità di misura, il Volt, che prende il nome dal grande scienziato nato a Como. La pila fu presentata da Volta anche a Parigi alla presenza di Napoleone, di cui abbiamo più volte sottolineato l’interesse per la scienza e la tecnica. Volta fu premiato con una medaglia d’oro e l’ammissione all’Accademia di Francia. Anche la Royal Society britannica lo aveva premiato con la “medaglia Coplay” nel 1794.

Tuttavia la pila non fu l’unica grande invenzione di Volta. Nel 1775 lo scienziato aveva messo a punto l’elettroforo ad induzione perpetuo, basato sull’accostamento senza contatto di un disco metallico ad un altro caricato elettricamente con cariche negative (“elettroni”). L’influenza a distanza delle cariche elettriche del secondo disco – poiché le cariche dello stesso segno si respingono - provocava l’allontanamento degli elettroni nel primo disco, inizialmente scarico, ed il suo caricamento, a distanza, in senso positivo. Oggi sappiamo, infatti, che il caricamento positivo è dovuto solo all’allontanamento nel primo disco delle particelle dotate di carica negativa sempre presenti allo stato libero nei metalli, gli elettroni, di cui parleremo diffusamente nei prossimi numeri. Gli elettroni potevano poi essere allontanati continuamente dal primo disco toccandolo con un terzo conduttore e lasciando solo la carica positiva.

Sullo stesso principio è basato il condensatore, cioè un apparecchio formato da due dischi metallici contrapposti, messo a punto da Volta tra il 1778 ed il 1780 per l’accumulo e la conservazione di cariche elettriche. Volta individuò anche la legge che lega la carica elettrica Q del condensatore con la differenza di potenziale tra i due dischi V ed una costante C caratteristica del condensatore detta capacitàQ = CxV.

Il grande scienziato comasco, divenuto professore di fisica sperimentale e poi rettore dell’Università di Pavia, ed in contatto con LavoisierLaplace ed altri grandi scienziati dell’epoca, si interessò anche di chimica e leggi dei gas. Tra il 1776 ed il 1777 scoprì il metano (CH4) allora detto “gas delle paludi” perché si sviluppava dalla decomposizione delle piante negli acquitrini. Nel 1791 individuò la legge di variazione del volume dei gas a pressione costante con la temperatura, legge poi perfezionata 10 anni dopo dal francese Gay-Lussac (di cui si scriverà nel prossimo numero): V= kT. Nel 1795 aveva anche preceduto l’inglese Dalton (anche di lui parleremo nel prossimo numero) nella scoperta che i vapori provenienti dall’evaporazione di un liquido si sviluppano in un ambiente chiuso sempre con la stessa legge (la pressione del vapore cresce esponenzialmente con la temperatura : P = KT ) indipendentemente dal fatto che vi sia aria, o un altro gas, o il vuoto (il che significa che ogni vapore o gas esercita una sua pressione parziale indipendente dalle pressioni esercitate da altri gas o vapori).
Direttamente collegato alle realizzazioni di Volta furono le ricerche sperimentali sviluppate da un ottimo chimico inglese, Humphry Davy (1778-1829), di umili origini (era figlio di un falegname), ma poi diventato membro della Royal Society ed addirittura premiato anch’egli da Napoleone nel 1813 nonostante l’ostilità regnante tra Francia e Regno Unito.
Davy scoprì l’ossido di azoto noto come “gas esilarante” (ON2) e studiò altri composti dell’azoto. Servendosi di batterie basate sugli studi di Volta (che aveva incontrato personalmente in Italia) riuscì ad isolare in soluzione, o “bagno” elettrochimico, vari metalli (Calcio, Magnesio, Potassio, Sodio, Stronzio, Bario), grazie alla loro capacità di perdere elettroni trasformandosi in ioni positivi che si raccoglievano al catodo (polo negativo). Grazie allo stesso principio potè determinare anche la capacità dell’idrogeno (H) di formare ioni positivi (H+).

Scoprì anche un elemento non-metallico, lo Iodio (in collaborazione con Gay-Lussac) e dimostrò l’esistenza di acidi privi di ossigeno come l’acido cloridrico (HCl) dimostrando l’erroneità della tesi di Lavoisier secondo cui tutti gli acidi contenevano ossigeno. Progettò rivestimenti di rame (materiale che resiste alla corrosione) per rinforzare le fiancate delle navi.

Il suo nome è legato soprattutto all’invenzione della famosa lampada (che porta il suo nome) da allora usata nelle miniere di carbone perché progettata in modo da evitare gli scoppi dovuti al micidiale gas “grisou”che provocava stragi tra i minatori nelle miniere di carbone. Davy è famoso anche per aver assunto come assistente uno dei più grandi scienziati dell’800, Faraday (cui dedicheremo un prossimo numero), che lo stesso Davy presentava spiritosamente come “la mia più grande scoperta”.

Vincenzo Brandi

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giovedì 29 marzo 2018

Europa.... e tornò il tempo della guerra di religione



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Qualcuno mi chiede come andrà a finire con questa lotta di “religione” in corso. Mi sa che la religione c'entri poco, perché la lotta è sempre per il potere, ma ... sta di fatto che le religioni di origine giudaica (ebraismo cristianesimo e islam) sono in stretto antagonismo fra loro, pur credendo nello stesso “dio", solo che quel "dio" lo personalizzano a loro uso e consumo e quindi debbono combattersi per la supremazia. 

Metà Europa è stata sotto il dominio islamico per diversi secoli poi i muslim sono stati fermati e pure estromessi, soprattutto per merito dei paesi nord europei (Francia e Inghilterra, etc), solo che la loro campagna non si è fermata all'allontanamento dei muslim dal territorio europeo ma si è allargata alla conquista dei loro domini (vedi la dissoluzione dell'impero ottomano e l'istituzione delle "colonie") soprattutto per motivi petroliferi e di altre risorse. Poi ci si sono messi di mezzo pure i sionisti ed ora la frittata è fatta... 

Per la legge del contrappasso i musulmani conquisteranno l'Europa, lo stanno facendo anche per l'ignavia e la cecità dei nostri governanti e del papone bencoglio...

Paolo D'Arpini



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Commento di C.C.: "Nelle ultime 48 ore sono stati arrestati due terroristi islamici, un egiziano a Foggia e un marocchino a Torino, entrambi con la cittadinanza italiana, dunque “nuovi italiani”. Ma molti ancora  insistono  sullo Ius Soli che darà la cittadinanza automatica a migliaia di potenziali futuri terroristi islamici."

mercoledì 28 marzo 2018

La fine dell'Occidente - Di corsa verso il precipizio, ad occhi chiusi....


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Francamente, sono stupito, stupito e persino imbarazzato. Sono nato in Svizzera, ho vissuto la maggior parte della mia vita lì, ho anche visitato la maggior parte d’Europa, e ho vissuto negli Stati Uniti per oltre 20 anni. Eppure nei miei peggiori incubi non avrei potuto immaginare che l’Occidente affondasse così in basso come adesso.

Voglio dire, sì, conosco le false provocazioni (false flags), la corruzione, le guerre coloniali, le menzogne della NATO, l’abietta sottomissione degli europei dell’Est, ecc. Ho scritto molte volte. Ma per quanto imperfetti fossero, e per dirla in modo gentile, ricordo Helmut Schmidt, Maggie Thatcher, Reagan, Mitterrand, persino Chirac! E ricordo cosa era il Canard Enchaîné, o anche la BBC.

Durante la Guerra Fredda, l’Occidente non era quasi un cavaliere in armatura bianca e splendente, ma lo stato di diritto era importante, così come lo era almeno un certo grado di pensiero critico.

Ora sono profondamente imbarazzato per l’Occidente. E molto, molto spaventato. Tutto quello che vedo oggi è un branco sottomesso guidato da veri, in buona fede, psicopatici (nel senso clinico della parola)
E quella non è la cosa peggiore.

La cosa peggiore è il silenzio assordante, il modo in cui tutti guardano altrove, si fa finta di pensare :”non sono affari miei” o, peggio, in realtà non si prende sul serio tutto questo spettacolo grottesco. Che cosa è sbagliato con voi persone ?! Sei stato trasformato in zombie ?! SVEGLIATI!!!!!!!
Lascia che misuri attentamente le mie parole qui e ti dica la schietta verità.

Dal momento che è avvenuto  il colpo di stato di Neocon contro Trump, l’Occidente si trova ora esattamente nello stesso corso in cui la Germania nazista si trovava, all’incirca, verso la metà degli anni ’30.
Oh certo, l’ideologia è diversa, anche il capro espiatorio designato. Ma la mentalità è * esattamente * la stessa.

Le stesse cause producono gli stessi effetti. Ma questa volta ci sono armi su entrambi i lati che fanno dell’Olocausto di Dresda una piccola scintilla.

Così ora abbiamo questa toccante esibizione di “solidarietà occidentale” non con il Regno Unito o il popolo britannico, ma con la City di Londra. Ora non è così toccante ?!

Lasciate che vi chieda questo: qual è stata la caratteristica centrale delle politiche britanniche verso l’Europa, oh, diciamo dal Medioevo?
Proprio così: iniziare le guerre in Europa.

E questa volta pensi che sia diverso?
Does: ”il miglior precursore di comportamento futuro è il comportamento del passato ” in qualche modo non si applica questo al Regno Unito ?!

Lasciate che vi dica anche questo: quando Napoleone e Hitler attaccarono la Russia, il paese slavo stava attraversando crisi profonde ed era obiettivamente debole (davvero! Cercatela voi stessi!). In entrambi i casi, la società russa era profondamente lacerata dalle contraddizioni interne e il momento dell’attacco sembrava ideale.
Non oggi.

Quindi faccio questa semplice domanda: vuoi veramente andare in guerra contro una Russia nucleare completamente unita?
Pensi che questa sia un’iperbole?
Pensa di nuovo.

La verità è che la situazione odierna è infinitamente peggiore della crisi dei missili cubani. In primo luogo, durante la crisi dei missili cubani c’erano persone razionali da entrambe le parti. Oggi non c’è UNA SINGOLA PERSONA RAZIONALE IN UNA POSIZIONE DI POTERE NEGLI USA. Non uno! In secondo luogo, durante la crisi dei missili cubani su cui tutto il nuovo stava riferendo era la crisi, l’intero pianeta si sentiva come se fossimo ai margini dell’abisso.

Oggi nessuno sembra essere consapevole del fatto che stiamo per andare in guerra, forse una guerra termonucleare, dove le vittime verranno contate tra centinaia di milioni.
Tutto a causa di cosa?

Perché la gente dell’Occidente ha accettato, o non sa nemmeno, di essere governata da una brutta banda di psicopatici ignoranti e arroganti.

Per lo meno questa situazione mostra questo:
La democrazia rappresentativa non funziona.
Lo stato di diritto si applica solo ai deboli e ai poveri.

I valori occidentali sono stati ridotti a uno scherzo triste.
Il capitalismo ha bisogno di guerra e un’egemonia mondiale per sopravvivere.
L’impero anglo-ionista sta per crollare, l’unica domanda aperta è come e a quale costo.

In questo momento stanno espellendo in massa i diplomatici russi e si sentono molto forti e virili. I politici polacchi e ucraini stanno vivendo una vera e propria ondata storica di coraggio e fiducia in se stessi! (nascondendosi, come loro, dietro la potenza di fuoco Anglo-USA)
La verità è che questa è solo la punta di un iceberg molto più grande. In realtà, le consultazioni cruciali a livello di esperti, che sono così importanti tra le superpotenze nucleari, si sono quasi fermate molto tempo fa. Siamo giù alle telefonate di alto livello. Questo genere di cose accade quando due parti stanno per andare in guerra.

Guerra Nucleare

Per molti mesi la Russia e la NATO hanno fatto i preparativi per la guerra in Europa. E la Russia è pronta. La NATO non lo è! Oh, hanno i numeri e pensano di essere forti. La verità è che questi ufficiali della NATO non hanno idea di ciò che sta per colpirli, quando i russi entreranno in guerra questi statali della NATO non capiranno nemmeno cosa sta succedendo loro. Molto rapidamente la vera azione verrà lasciata agli Stati Uniti e alla Russia. Quindi qualsiasi conflitto andrà nucleare molto velocemente. E, per la prima volta nella storia, gli Stati Uniti saranno colpiti molto, molto duramente, non solo in Europa, nel Medio Oriente o in Asia, ma anche negli Stati Uniti continentali.

Sono nato in una famiglia militare russa e ho studiato gli affari militari russi e sovietici per tutta la vita. Posso assolutamente prometterlo, per favore non dubitarlo per un secondo: la Russia non si tirerà indietro e, se messa alle strette, spazzerà via tutta la tua civiltà. I russi non vogliono davvero la guerra,la temono (come dovrebbero!) E faranno di tutto per evitarlo. Ma se attaccato si aspetta una risposta di violenza assolutamente devastante. Non prenderlo da me, prendilo da Putin che lo ha chiaramente detto lui stesso e chi, almeno su questo tema, è sostenuto da circa il 95% della popolazione.

Dalle crociate orientali all’invasione nazista dell’Unione Sovietica, basta abbastanza e i russi non prenderanno un altro attacco occidentale, specialmente uno appoggiato dalla potenza di fuoco nucleare. Di nuovo, per favore, medita molto attentamente con le parole di Putin: “che bisogno avremmo in un mondo se non ci fosse la Russia? “

Tutto questo per cosa? Gli Stati Uniti e la Russia non hanno ragioni oggettive per fare altro che collaborare (i russi sono assolutamente sconcertati dal fatto che i leader degli Stati Uniti sembrano essere completamente ignari di questo semplice fatto). Ok, la City di Londra ha molti motivi per volere la Russia sparita e tacere. Come Gavin Williamson, il piccolo ragazzo di soia responsabile della “difesa” britannica ,ha detto così elegantemente , la Russia dovrebbe ” andarsene e stare zitta “. Attento. Lascia che te lo dica: non sta succedendo! La Britannia sarà trasformata in un cumulo di ceneri radioattive molto prima che il russo se ne vada o si chiuda. Questo è semplicemente un fatto.

Quello che mi confonde è questo: i leader americani vogliono davvero perdere il loro paese per conto di una piccola brutta cricca di arroganti culi inglesi pomposi che pensano di essere ancora un impero? Hai anche dato un’occhiata a Boris Johnson, Theresa May e Gavin Williamson? Sei davvero pronto a morire in difesa dell’interesse di questi degenerati ?!
Non capisco e nessuno in Russia lo fa.
Sì, lo so, tutto quello che hanno fatto è espellere alcuni diplomatici. E i russi faranno lo stesso. E allora? Ma questo manca il punto!

GUARDA NON DOVE SIAMO MA DOVE STIAMO ARRIVANDO !!

Puoi ottenere 200.000 manifestanti anti – pistola (sospiri, carrelli) in DC ma NESSUNO O TUTTI SULLA GUERRA NUCLEARE ?!

Cosa c’è di sbagliato in te gente ?!

Cosa è successo all’Occidente dove sono nato nel 1963?

Mio Dio, questa è davvero la fine di tutto?

Sono l’unico a vedere questo relitto di un treno al rallentatore che ci trascina per tutto il precipizio?

Se puoi, ti preghiamo di dare una ragione per sperare ancora.

In questo momento non ne vedo molti.

Il Saker

Traduzione: Sergei Leonov


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martedì 27 marzo 2018

"Muoia renzione con tutti gli italioti" - Della serie: tanto meglio tanto peggio!


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Dopo aver distrutto in quattro anni un partito, Renzi e i renziani hanno partorito un’altra strategia puntualmente deficiente e sconsiderata: “tanto meglio tanto peggio”. Oppure, se preferite: “lasciamoli schiantare”. Son lì che tifano perché Di Maio vada con Salvini e magari pure con Berlusconi, per poter poi dire che anche i grillini ci hanno la rogna e che probabilmente Nicola Morra in un’altra vita è stato Goring. 
Non so davvero che diavolo abbia fatto l’Italia per meritarsi questo morbo che fa danni tanto quando vince (quasi mai) quanto quando perde (quasi sempre), ma sarebbe davvero ora che i non-renziani del Pd battessero un cazzo di colpo. Non se ne può più di tutta questa mestizia umana e morale. Neanche all’asilo di Pescaiola eravamo così. Hanno perso tutto e ancora danno la colpa agli elettori e alla congiura di questa fava garrula. 
Mettersi in un angolo come bambini mocciosi e sperare nel disastro altrui - e incidentalmente del paese - è tanto infantile quanto politicamente demente. Un Aventino dei poveri, anzi dei poveracci, che non fa che regalare altro consenso a M5S e centrodestra, che è poi quel che in fondo ha (quasi) sempre fatto il Pd. Sin dalla sua nascita. Riuscendo persino a peggiorare di giorno in giorno, fino a questo parossismo di boria&nulla chiamato renzismo.

Andrea Scanzi

(Nella foto, che purtroppo non è un fotomontaggio, un neo-senatore che voleva abolire per finta il Senato fa il figo al primo giorno di legislatura)
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Oddio... è proprio lui,  senatore

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Commento di Marco Bracci: "Nel leggere l'articolo mi è venuta in mente un'analogia: chi opera in campo edilizio, spesso crea una Srl e dopo 2 anni, il tempo di costruire e vendere tutte o quasi le abitazioni, svende l'ultimo appartamento a una finanziaria o lo dà in cambio alla banca che ha concesso i mutui e chiude la Srl. Se dopo 3 anni sorgono dei problemi, tipo tubature rotte, fognature malfunzionanti ecc., nessuno più ne risponde e i malcapitati proprietari devono pagare di tasca propria. Ecco, con il PD penso sia successa la stessa cosa: hanno portato l'Italia allo sfascio e ora scompaiono, schiacciati dal non voto degli italiani che hanno avuto la cecità di credere a dei disonesti..."
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Mia integrazione: 

Non è tempo di Aventino... Lettera aperta al PD

La sera del 26 marzo si è riunito a Treia il locale direttivo del PD, di cui faccio parte, per "fare il punto locale e nazionale del dopo elezioni", ed anche per una raccolta di pareri in previsione dell'assemblea provinciale del 27 marzo. 
La mia opinione, minoritaria all'interno della sezione, è che il Partito Democratico e la Sinistra, dovrebbero imparare a non fare inutili e dannose scissioni rivendicando chissà quali purezze ideologiche, che però finiscono poi nel nulla, nella miseria di un 3% dei voti. Così la Sinistra, invece di affermarsi con le sue scissioni, si annienta. 
E ora, con la scarsa saggezza del Renzi, arroccato sull'Aventino nella difesa impossibile delle sue proposizioni, il PD tende a rinchiudersi in se stesso, non è presente nella discussione politica, non fa sentire la sua voce. Il che è dannoso. 
Si ritiri Renzi, se così gli piace, dopo la sconfitta di cui è stato la principale causa, da ogni azione all'interno del PD, lasciando che il partito possa ricompattarsi e trovare una nuova unità con la sinistra. Liberi e Uguali, e tutti gli altri scissionisti, a rigore dovrebbero rientrare nel PD per riacquistare forza. 
Ora è tempo che il PD dialoghi e trovi accordi con i Cinquestelle per entrare nel governo ed essere così attivi e presenti alla nazione. Questa presenza, questa vitalità, è molto importante per la coscienza popolare, che altrimenti un governo delle destre è inevitabile...

Paolo D'Arpini  


domenica 25 marzo 2018

B.R.: "Aldo Moro non rivivrà..."


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Come ogni anno, in un costante e ormai quarantennale crescendo di ipocrisia giornalistica, in questi giorni si celebra il ricordo di una delle più tragiche vicende che hanno attraversato la storia del nostro Paese dal dopoguerra ad oggi - il caso Moro – con immancabili tentativi di depistaggio per lo più fondati sulla denuncia di improbabili rigurgiti del terrorismo brigatista.

Quest’anno, però, Il disappunto per l’immorale, disgustoso e complice silenzio del servizio pubblico televisivo sugli aspetti più controversi della vicenda è in grande parte lenito dal prezioso contributo del sito di Claudio Messora, Byoblu, con la inquietante e più che autorevole intervista, suddivisa in 5 tappe, al deputato Gero Grassi, autore del libro “Aldo Moro, la verità negata”.

Ascoltare, meditare e diffondere è un’unica cosa, ma soprattutto un dovere!

1° atto – Il politico Aldo Moro
Nel 1974, a Washington, il 25 settembre, Henry Kissinger dice a Moro “Presidente lei deve smettere di perseguire il suo piano politico per portare tutte le forze del suo Paese a collaborare direttamente. Presidente, lei o la smette o la pagherà cara, molto cara”.

Dalle minacce del Presidente Usa Harry Kissinger fino all’incrocio tra via Fani e via Stresa a Roma, la strada è breve ma disseminata di angoli oscuri. Oggi non più così scuri

Nella P2 ci sono imprenditori, politici, giornalisti, magistrati, uomini delle forze dell’ordine. Addirittura durante il “Caso Moro” – quindi il 16 marzo/9 maggio – quattro generali dei carabinieri da Milano, Torino, Genova e Roma, con quattro gazzelle e quattro appuntati vanno a “Villa Wanda” ad Arezzo, e quando la Anselmi li interroga (nella “Commissione P2”), loro dicono che sono andati lì per comprare gli abiti della “Lebole” con lo sconto di Gelli. Vengono arrestati in Commissione.

Il 17 marzo, in Italia si apre una disputa storica che permane: trattativa sì o trattativa no? Curioso che quando Cossiga viene interrogato, alla domanda: «Chi è il capo del partito antitrattativista?», risponda: «Eugenio Scalfari di “Repubblica”». E come fai, perché, che c’entra Scalfari? Non lo capisci! Ma Cossiga non parla a vanvera. Cossiga è criptico, ma se dice una cosa ha le sue motivazioni, almeno così a me ha insegnato questa storia del caso Moro. Alcuni dicono Andreotti, che scrive: «Le lettere di Moro sono moralmente irricevibili». E Moro gli risponde dal carcere: «Presidente Andreotti, lei passerà alla triste cronaca. La storia non le appartiene. Lei è un uomo cinico senza mai un momento di umana pietà»

“La morte di Moro non è l’omicidio di una persona soltanto, ma di un’idea di Stato e di mondo. Moro non è stato ucciso solo quel 9 maggio: viene ucciso ogni qualvolta, a tutti i livelli, dalle sedi pubbliche a quelle private ed anche a quelle istituzionali, non si ha il coraggio di ricordare che quest’uomo venne assassinato da quelli che per quarant’anni hanno oscurato la verità ingiustamente. Parliamo di organi dello Stato che si sono preoccupati di chiudere la stagione del terrorismo con una verità, da raccontare agli italiani, che non esponesse il paese al disamore verso la giustizia e verso la verità, preferendo quella “possibile” a quella… “vera”. 

Adriano Colafrancesco

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Commento di Marinella Correggia: Sulla vicenda Moro e l'orribile quadrilatero BR-SISMI-CIA-Mafia http://popoffquotidiano.it/2018/03/16/fantasma-moro-si-agita-ancora-sui-misteri-ditalia/

sabato 24 marzo 2018

Roma, 24 marzo 2018 - Discorso d'insediamento di Roberto Fico, eletto Presidente della Camera dei Deputati


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Signore deputate, signori deputati! Sono emozionato nel rivolgermi oggi, in quest’Aula, a tutti voi e a tutti i cittadini. Vi ringrazio per la fiducia che mi avete accordato con un incarico di così alta responsabilità. Onorerò il mio impegno con la massima imparzialità e il massimo rigore. Desidero innanzitutto rivolgere il saluto mio e di quest’Aula al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, garante degli equilibri e dei valori costituzionali. Valori che per essere affermati nella nostra Carta costituzionale hanno richiesto il sacrificio di tanti uomini e tante donne nella lotta contro il nazifascismo. Vogliamo ricordare quel sacrificio con particolare commozione oggi, nell’anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Rivolgo inoltre il mio saluto alla Presidente Laura Boldrini, che mi ha preceduto in questo importante incarico, al Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e al Presidente della Corte Costituzionale. Mi perdonerete se cercherò di esprimere con un breve cenno personale l’emozione di rivolgermi oggi a questa Assemblea. Il mio impegno di cittadino nella vita pubblica, condiviso con tante altre persone, ha avuto inizio dalla difesa del territorio e dei beni comuni. Negli anni, l’impegno è andato oltre la dimensione locale, e ha raggiunto una dimensione nazionale, rendendomi portavoce di tutti i cittadini, e oggi, ad avere la responsabilità di rappresentare quest’Assemblea.
Non vi nascondo che, se ripenso a questo percorso, a come è nato e mi ha condotto su una strada inaspettata, la giornata di oggi assume un significato che mi tocca umanamente nel profondo. Ci troviamo nel luogo in cui si esprime la sovranità popolare. Il luogo della proposta, dell’ascolto e dell’analisi di scelte destinate a incidere sulle vite di milioni di persone. Sento personalmente questa grande responsabilità. Questo è il luogo dove il futuro può prendere forma e intendiamo costruirlo insieme, a partire da oggi, con l’unico interesse del bene collettivo, perché abbiamo il compito di servire un’intera nazione. Dobbiamo far sì che in quest’Aula i cittadini possano sentirsi rappresentati, vedendola come un punto di riferimento in cui tornare a riporre la propria fiducia. Ed è proprio ai cittadini che penso, quando invito tutti noi a riflettere sulla necessità che il Parlamento ritrovi la centralità che gli è garantita dalla Costituzione. Obiettivo determinante per affrontare non soltanto le sfide interne, ma anche per dare nuovo valore all’idea stessa di Europa e affrontare le grandi sfide globali della nostra epoca.
La questione della centralità del Parlamento ha attraversato la storia costituzionale del nostro Paese con declinazioni e sfumature diverse. Vorrei provare a dirvi cos’è, per me, oggi, la centralità del Parlamento e come possiamo contribuire a riaffermarla ai nostri giorni, in un contesto in cui il rapporto tra potere legislativo e potere esecutivo continua a essere caratterizzato dall’abuso di strumenti che dovrebbero essere residuali, in cui poteri e competenze sono spesso trasferiti in altre sedi decisionali, in cui gli interessi sono frammentati e le leggi sono sempre più settoriali e tecniche. Dobbiamo impegnarci a difendere il Parlamento da chi cerca di influenzarne i tempi e le scelte a proprio vantaggio personale.
Abbiamo provato tante volte la sensazione amara di essere esposti a pressioni esterne inaccettabili. La massima apertura e la costruzione di rapporti, anche all’esterno del Parlamento, sono un contributo fondamentale al processo democratico, ma voglio affermare con forza che le decisioni finali devono maturare solo e soltanto nelle Commissioni e nell’Aula, perché soltanto un lavoro indipendente può dare vita a leggi di qualità. Per questo motivo voglio affermare con decisione che non consentirò scorciatoie né forzature del dibattito. Un Parlamento centrale, per me, è un Parlamento di cui i cittadini possano fidarsi, e possono farlo perché sanno che qui è perseguito esclusivamente l’interesse generale, qui sono esaminate le loro proposte di legge, qui si realizza la volontà espressa attraverso i referendum, qui si deve intercettare lo spirito di cambiamento che anima l’Italia del 2018 e che i cittadini hanno espresso così chiaramente con il voto del 4 marzo. Le istituzioni sono assolutamente tenute a farsi carico della richiesta di cambiamento, se non vogliono diventare vuote e inaridirsi. L’intento di rinnovamento deve essere la linfa vitale di questa legislatura. Il rinnovamento ha un significato molto chiaro: cominciare a fare scelte che guardino al bene di tutti, e non solo di una piccola parte.
Gli squilibri che in questi anni si sono creati, vanno riequilibrati. Per questo, è ora prioritario andare verso il superamento definitivo dei privilegi. Il taglio ai costi della politica dev’essere uno dei principali obiettivi di questa legislatura. Sono profondamente convinto che si debbano e si possano razionalizzare i costi della Camera dei deputati, senza per questo tagliare i costi della democrazia. Qualcosa è stato fatto, ma c’è ancora tantissimo da fare. Occorre andare avanti, perché certi interventi, che ancora oggi qualcuno riduce a una mera questione di bilancio dello Stato, toccano in realtà due temi cruciali della nostra democrazia: - il rispetto per la cosa pubblica e - il rapporto di fiducia tra i cittadini e la più alta istituzione rappresentativa. Questa fiducia non si costruisce con proclami o dichiarazioni d’intento, ma solo attraverso l’esempio, le azioni concrete, le nostre scelte quotidiane, i voti che quest’Aula esprimerà. Dobbiamo aprire ancora di più quest’Aula ai cittadini, sia in senso fisico sia valorizzando gli istituti di democrazia diretta previsti dalla Costituzione. Per esempio, attraverso la previsione di tempi certi per l’esame delle proposte di legge di iniziativa popolare. Ma non solo. Penso a come le Camere - condividendo una riflessione avviata in altri ordinamenti - possano anche diventare luoghi per utilizzare le nuove tecnologie digitali a supporto del processo legislativo, per coinvolgere maggiormente le persone. Quello dell’innovazione è un tema su cui in questi anni si è fatto un lavoro significativo. A questo proposito, voglio esprimere un ringraziamento a tutto il personale dell’Amministrazione della Camera dei deputati, che è un modello di qualità nel panorama europeo. Bisogna continuare su questa strada.
Le innovazioni devono andare di pari passo con altri importanti interventi che potrebbero essere realizzati nell’ambito di una riforma del Regolamento della Camera dei deputati. Perché è anche da qui che passa il miglioramento della qualità della vita di tutti. Si tratta di interventi a cui non possiamo sottrarci, anche alla luce delle recenti novità introdotte al Senato della Repubblica. In questo senso il mio impegno come Presidente della Camera sarà ispirato a tre princìpi: - garantire un alto livello qualitativo della discussione parlamentare; - garantire il rispetto di tutte le componenti, sia di maggioranza sia di opposizione; - interpretare lo spirito di cambiamento che i cittadini ci hanno espresso nelle ultime consultazioni elettorali. Consentitemi ora una riflessione di carattere più generale. Se il Parlamento deve essere luogo di analisi e di visione di lungo periodo, deve dare una risposta alle domande: Quale legislazione vogliamo produrre? Quali strumenti adottare e come usarli per governare i processi economici e sociali? È necessario porre fine a un modo di legiferare confuso, fatto di aggiustamenti continui, deroghe, estensioni, perché questo modo crea incertezza e diventa un danno per i cittadini e per la crescita del Paese.
Mi piace immaginare il Parlamento come istituzione pensante, come istituzione culturale che si interroga su che cosa deve fare. Un Parlamento capace di esprimere una visione di Paese è un Parlamento che rispetta i cittadini e ispira così in loro il senso di appartenenza e di fiducia, nel futuro e nella classe politica. E quando i cittadini sentono che le loro richieste sono ascoltate, che è data una risposta ai loro bisogni, allora consolidano il loro essere comunità ed è in quel momento che si crea unione e coesione. Una comunità unita non può tollerare nessuna forma di illegalità, e non si rassegna di fronte alle ingiustizie, anzi, è capace di rispondere con determinazione, perché ha la forza che gli deriva dal sentirsi pienamente rappresentata e rispettata dalle istituzioni. Così, ogni richiesta di pizzo a un imprenditore non sarà più un attacco al singolo, ma a tutta la collettività. Ogni ragazzo che abbandona la scuola e sceglie la via dello spaccio o della violenza, sarà una sconfitta per tutti noi. Ogni individuo che non riesce a vivere un’esistenza dignitosa, sarà una vergogna e una responsabilità per tutti. È solo ritrovando lo spirito di essere comunità di cittadini, che possiamo recuperare il senso di Stato che vogliamo incarnare: portare equilibrio laddove ci sono squilibri, in modo che nessuno debba più sentirsi ai margini e tutti riescano a esprimere le proprie potenzialità. È dall’individuo che bisogna ripartire.
Per questo motivo, voglio concludere con l’auspicio che in quest’Aula ciascuno di noi porti avanti il proprio impegno con la continua tensione al miglioramento, andando a superare persino l’espressione migliore di sé stesso. Perché sono fermamente convinto che la bontà di ciò che possiamo realizzare sia sempre frutto del valore umano che mettiamo nelle nostre azioni. Auguri di buon lavoro a tutti noi.


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giovedì 22 marzo 2018

Facebook o Fakebook? Colpevoli o innocenti? Questo è il problema...

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L'attuale campagna di attacco nei confronti di Facebook è pericolosa perché utilizzando la privacy come pretesto, tende a impedire una rilevante possibilità espressiva del dissenso. Dal suo esordio è noto anche ai sassi, che Facebook utilizza i dati dei suoi utenti ai fini commerciali e politici. 

Facebook è cresciuta negli anni solo parzialmente per il gradimento di pubblico, ma sopratutto per lo sfruttamento di dati che venivano forniti spontaneamente da milioni di utenti. Il risveglio della coscienza assopita di chi tutto questo ha tollerato sfruttandolo, è molesto alla intelligenza e tende a ben altri nefasti obiettivi. 

Facebook non fornisce soltanto dati per programmare le menti agli impegni elettorali e commerciali previsti, ma ospita altrettanto voci di dissenso significative. 

Al contrario della televisione che contiene nulla oltre la pubblicità, Facebook contiene anche le "voci stonate" che non si adeguano alla verità unica. Da tempo si cerca di adeguare Facebook alle modalità espressive della televisione ove la realtà è sostituita totalmente dalla bugia. 

La campagna contro le Fake News è promossa da tempo dai maggiori produttori di bugie mediatiche al fine di controllare Facebook come fosse televisione non ha dato i risultati sperati. Questo è il vero primum movens della attuale attacco a Facebook. 

Chi contrasta senza molto successo le cosidette Fake News sono infatti i maggiori produttori di vere Fake News. 

Facebook non è certo una opera pia alla quale affidare la coscienza umana. Occorre però contrastare chi sopprimendo la modestissima libertà espressiva di Facebook, vorrebbe programmare le menti ad un forma unica di verità. 

 Fabio Farello



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Pareri diversi a confronto: 


"L’informatore della NSA ed ex-dipendente della CIA Edward Snowden ha attaccato Facebook con un tweet dopo la sospensione dei Strategic Communication Laboratories (SCL) e della società di analisi dei dati politici Cambridge Analytica, su ciò che secondo Facebook era l’uso improprio dei dati raccolti. Zerohedge spiega che nel 2015 Cambridge Analytica acquistò dati da un professore di psicologia dell’Università di Cambridge, Aleksandr Kogan, che aveva sviluppato l’app “thisisyourdigitallife” che raccoglieva informazioni sugli utenti e i loro contatti. Dopo aver convinto Kogan e Cambridge Analytica a cancellare i dati raccolti dall’app, Facebook ricevette segnalazioni (da fonti che non avrebbe identificato) secondo cui non tutti i dati erano stati cancellati, portando il gigante dei social media a cancellare gli account di Cambridge Analytica e della sua società SCL. (Alex Christoforou) - Continua: https://aurorasito.wordpress.com/2018/03/20/edward-snowden-accusa-facebook-di-spionaggio/

Oplà, il Re è nudo, una volta di più. Improvvisamente i media si sono accorti che Facebook e i social sono un potente mezzo di rastrellamento di informazioni e un gigantesco sistema di marketing. Coloro che questo lo dicevano da tempo erano fino a qualche giorno fa marcati come pericolosi sovversivi, nostalgici del vecchio internet, magari inventori di fake news. Bastava guardare quel che ti appariva nelle colonne laterali di FB per capire il giochetto, assolutamente palese; giochetto che, tra l’altro, è perfettamente legale perché uno si iscrive al giocattolino ma non legge mai che cosa ha firmato. Gratis ma a caro prezzo… (Olivier Turquet) - Continua: https://www.pressenza.com/it/2018/03/facebook-grande-fratello-coscienza-umana/
"Occorre anche considerare che strutture "aperte" come FB o Google aiutano la libertà d'informazione, che altrimenti sarebbe ristretta ai media "controllabili" dai poteri forti e dalla politica. Certo anche loro mangiano alla greppia del sistema di controllo universale e della censura ma lasciano almeno un po' di briciole di libera espressione al popolo, infatti sono attaccate anche per questo..." (Paolo D'Arpini)

martedì 20 marzo 2018

La costituzione più bella del mondo e le furbizie riformiste delle "quote rosa"


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I numerosi incensatori della Costituzione italiana («la più bella del mondo»), sempre pronti a scagliarsi contro chiunque abbia qualcosa da eccepire verso un testo che ai loro occhi è sacro e intangibile, non hanno però nulla da dire sul fatto che uno dei suoi primi articoli venga sistematicamente violato e stravolto. 

L'articolo 3 recita infatti: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali». E allora perché tutta questa retorica melensa sulle famose «quote rosa» in politica, nelle istituzioni e in ogni ambito della vita sociale? 

È forse sinonimo di garanzia il fatto che più donne in ruoli di potere, presentate alla stregua di specie protetta e da salvaguardare come i panda, migliorino davvero gli ambienti in cui operano? L'esempio di figure come Hillary Clinton, Angela Merkel o, per rimanere su scala locale, di Laura Boldrini, Maria Elena Boschi o Valeria Fedeli (ma se ne potrebbero aggiungere tante altre), non sembra proprio deporre in tal senso. Anzi, tutto il contrario. 

Ragione per cui questo continuo martellamento mediatico pare piuttosto una furbata per ottenere ruoli di potere e/o prestigio facendo leva su qualità fisiologiche che di per sé non vogliono dire nulla, ma che a forza di essere propagandate come tali si sono imposte nel discorso pubblico. 

Presentarsi come «vittime» e «discriminate» paga, ma a ben guardare non è altro che un modo scaltro e politicamente corretto per aggirare il tanto decantato «merito» e fare carriera a spese di altri che avrebbero realmente titolo a occupare quei posti. E siccome hanno capito bene come funziona il giochino, ci marciano sopra alla grande.

Paolo Sensini

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domenica 18 marzo 2018

Treja.... fiume sacro o fogna a cielo aperto?



Ancora una volta, nella giornata di mercoledì 14 marzo, il fiume Treja è stato interessato da un pesante inquinamento. L’evento si è rivelato in tutta la sua gravità in serata, quando lo specchio d’acqua al di sotto delle cascate di Monte Gelato è stato coperto da una spessa schiuma e un forte odore acre ha saturato l’aria.
I guardiaparco si sono subito attivati risalendo il corso del fiume per individuare l’origine dell’inquinamento e richiedendo l’intervento dell’ARPA Lazio per effettuare i campionamenti e le analisi necessarie alle indagini. La causa è stata rapidamente individuata nello sversamento di una considerevole quantità di liquami di presumibile origine zootecnica ai margini di un terreno agricolo, in una azienda in località Pian delle Rose.
La grande quantità di materiale sversato, non trattenuta dal suolo, già saturo d’acqua per le abbondanti piogge dei giorni scorsi, ha raggiunto un piccolo affluente del Fosso del Pavone e da lì è arrivata nel Treja.
Trovandosi al di fuori dei confini del Parco, è stata richiesta la collaborazione dei Carabinieri forestali e sono in corso di accertamento eventuali responsabilità penali.
A meno di una settimana dalla Giornata mondiale dell’acqua, non è possibile però non stigmatizzare comportamenti che, nella migliore delle ipotesi per superficialità e negligenza, mettono a rischio il fragile ecosistema fluviale. Speriamo davvero che questa sia l’ultima volta.

Immagine correlata

(Fonte: http://www.lacitta.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=35450:inquinato-ancora-una-volta-il-treja&catid=80:cronaca)

sabato 17 marzo 2018

Teatrino Italia - Sulla scena solo politici scodinzolanti al servizio delle multinazionali e delle lobbies d’oltre oceano


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Le cose non vanno bene in nessun caso. Come qualcuno ha già detto, abbiamo sulla scena solo politici scodinzolanti al servizio delle multinazionali e delle lobbies di ogni genere d’oltre oceano.

Sono tuttavia particolarmente preoccupata per le posizioni prese dai Cinque Stelle, scelte che possono avere un impatto sui cittadini meno informati e sull’uomo della strada e che mi appaiono come un programma di vero e proprio smantellamento dello Stato con delle “intromissioni indebite” sulla sua compagine e sul suo funzionamento. Mi dispiace dirlo perché non ho niente contro di loro e ho sempre difeso Virginia Raggi che, nella gestione del Comune di Roma, è accusata da tutti e di tutto allorché i danni sono stati fatti essenzialmente dai suoi predecessori e lei non è certo la Madonna di Lourdes che può fare dei miracoli da un giorno all’altro. Che la si lasci lavorare in pace, poi si tireranno le somme.

Riguardo al Movimento Cinque Stelle, la loro totale assenza di sensibilità istituzionale è molto preoccupante e mi chiedo se non ci siano dietro di loro dei consiglieri fraudolenti che mirano soprattutto  ad abbassare il livello dei politici italiani e dell’assetto istituzionale del nostro Paese. Dalle posizioni che prendono i Cinque Stelle e dalle proposte che vantano appare con preoccupante chiarezza che non hanno la minima idea dell’importanza e della consistenza del lavoro del Parlamento e dei singoli Parlamentari. Pretendono di diminuire il numero dei Parlamentari e i loro stipendi, costringono i loro eletti a versare una parte dello stipendio di Membri del Parlamento per contribuire alla realizzazione di progetti del Movimento, vogliono limitare a due i mandati dei Parlamentari, ecc…  A mio parere, tutto ciò non solo nuoce al buon funzionamento del Parlamento ma è illegale e illegittimo e costituisce una intromissione indebita negli affari dello Stato. Il Parlamento e i Parlamentari sono al servizio del Paese, sono al servizio del Popolo sovrano che li ha eletti , sono al servizio di tutti i cittadini italiani, non già dei Partiti politici. Per queste ragioni, i soldi che il Movimento prelieva dagli stipendi dei Parlamentari eletti nelle sue liste sono soldi che vengono prelevati dalle tasche del Popolo italiano, che vengono sottratti al corretto funzionamento del Parlamento, sottratti, di conseguenza, a tutti i cittadini italiani che hanno il diritto di disporre di un Parlamento che funzioni a pieno titolo secondo i criteri stabiliti dalle leggi e dalle regolamentazioni vigenti e non già dai singoli Partiti e Movimenti.

Premesso che tutti i lavori, tutti i mestieri, sono importanti per il benessere del Paese e per il buon funzionamento dello Stato e devono essere eseguiti con competenza e diligenza, va sottolineato che il compito di Membro del Parlamento non è una “sine cura” , è un lavoro difficile che richiede un grande impegno quotidiano, la vocazione di essere al servizio dell’interesse generale, una formazione adeguata e grandi capacità di analisi e di comprensione delle problematiche alle quali i cittadini e il Paese sono confrontati.  Contrariamente a quello che mostrano di pensare i Cinque Stelle, non ci si improvvisa Parlamentare e Legislatore, non è possibile prendere delle persone dalla strada, farle eleggere come membri del Parlamento e dopo due mandati buttarli fuori, impedir loro di presentarsi di nuovo alle elezioni perché ciò costituisce un danno per il buon funzionamento del Parlamento e un danno a fronte dell’interesse generale. Salvo casi particolari, sono i cittadini che devono rimandare a casa i Membri del Parlamento non i Partiti e i Movimenti e il criterio può essere, essenzialmente, solo quello della loro inefficienza non già quello dell’esperienza acquisita.

Peraltro, se si riduce al minimo lo stipendio dei Parlamentari, nessun professionista di alto o buon livello potrà accettare di lasciare la propria attività per esercitare quella di Membro del Parlamento o rinuncerà o cercherà di tenere il piede in due staffe e l’Italia si ritroverebbe a contare soprattutto sugli sfaccendati, i nullafacenti disposti ad accettare qualsiasi stipendio oppure con i Berlusconi e simili che dello stipendio di Parlamentare non sanno che farsene. Il problema, a mio parere, non è quello della riduzione degli stipendi dei Membri del Parlamento, è invece quello di farli lavorare assiduamente, di incatenarli alle loro sedie in Parlamento con un regolamento adeguato e multe salatissime per qualsiasi assenza. Quell’emiciclo molto spesso semi-vuoto è un vero scandalo.

Anna Maria Campogrande

P.S.

Personalmente, non ho bisogno di stare da una parte o dall’altra per leggere le riflessioni altrui o andare ad ascoltare conferenze e dibattiti. Se posso, io, partecipo sempre e ovunque ai dibattiti e alle conferenze alle quali sono invitata, senza distinzione di bordo politico, ed ogni giorno compero un quotidiano diverso perché non amo essere indottrinata da un pensiero unico.

Amo ascoltare e comprendere, il più largamente possibile, le opinioni dei miei simili e le idee che circolano, è solo così che ritengo di potermi fare un’idea approfondita ed equilibrata del contesto nel quale vivo e fondare le mie scelte. L’attuale, nuovo, contesto politico nel quale viviamo rende difficili le nostre scelte e richiede attenzione a largo raggio. A me, quello che preoccupa di più di Giggino e Co è la loro scarsa formazione e sensibilità istituzionale, loro trattano lo Stato come se fosse una qualsiasi impresa privata e in caso di una vera vittoria, da parte loro, io temo più di ogni altra cosa lo smantellamento dello Stato.

AMC

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