mercoledì 30 settembre 2009

L'influenza femminile nell'opera di Gandhi e Mandela in Sud Africa - Documentario di Bettina Corke - Roma, 2 ottobre 2009, Arancera Serre di San Sisto

Bettina Corke è una regista e scrittrice inglese, residente in Abruzzo ed attualmente profuga "terremotata" a Roma. Bettina ha creato un documentario con spezzoni originali d'epoca e sottotitoli in italiano sull'opera politica di Gandhi e Mandela in Sud Africa, evidenziando come la presenza femminile avesse influito ed aiutato la missione dei due eroi per la libertà e la non violenza.

Il documentario fornisce affascinanti e nuove visioni della vita di questi due grandi uomini e ricorda come le donne giocarono un ruolo primario, purtroppo spesso dimenticato, nella battaglia per il raggiungimento della giustizia sociale e per lo scioglimento dell'impero e dell'apartheid. Gandhi e Mandela insegnarono al mondo come perdonare, come amare e come lavorare con gli altri per ottenere la libertà e la giustizia. Durante il XX secolo essi hanno sviluppato un modo di pensiero e di vita che avrebbe consentito a donne ed uomini del popolo di entrare in un sistema non violento, ma effettivo, per ottenere la pace, per ottenere l'affrancamento dall'oppressione, dal bisogno, dalla fame e dalla povertà. Per merito della loro guida e consiglio emerse un movimento popolare di massa non-violento. Per raggiungere la pace e non la guerra civile, l'eguaglianza e non la discriminazione. Nonché per arrivare alla giustizia sociale ed economica.

Il documentario di Bettina Corke illustra tutto ciò in modo straordinario, tanto che è in grado di spingere lo spettatore a entirsi partecipe della situazione e del dialogo vissuto. Dal film si evince l'importanza della presenza di 25.000 donne che marciarono per prime contro l'apartheid, il sacrificio della moglie di Gandhi, anch'essa imprigionata dagli inglesi assieme ad altri uomini e donne, e la persecuzione legale subita da donne ed uomini accusati di tradimento dall'impero coloniale inglese, e tutto questo a partire dal 1956. Nel cortometraggio si scopre come tanti uomini e donne, di ogni colore, di ogni razza, di ogni clan e tribù e di ogni religione, si unirono per sconfiggere prima l'impero e poi l'apartheid.

Il documentario verrà proiettato il 2 ottobre 2009 in occasione della giornata internazionale della non violenza e della nascita del Mahatma Gandhi, durante l'evento organizzato a Roma (dal 2 al 4 ooobre 2009) dal Circolo Vegetariano VV.TT. e dall'APAI: "Ecologia profonda, alimentazione naturale, spiritualità senza frontiere" all'Arancera delle serre di San Sisto, con inizio alle h. 16.


Programma completo:

2 ottobre:

h 16,00 Raga indiani in apertura della conferenza stampa.
A seguire inaugurazione della mostra sul tema “Ecologia profonda, alimentazione naturale, spiritualità senza frontiere”.

h 16.30 Presentazione della manifestazione, a cura degli organizzatori, Laura Lucibello (APAI) e Paolo D’Arpini (Circolo Vegetariano VV.TT.) e delle Istituzioni patrocinanti.

h. 17.00 Introduzione agli argomenti trattati della giornalista e scrittrice Marinella Correggia.

h. 17.15 Documentario su Gandhi e Mandela di Bettina Corke.

h. 17.30 Poesie e saluto a cura del decano vegetariano d’Italia, il regista Edoardo Torricella.

h. 18.00 Concerto di musica spirituale in onore di Gandhi “Vrindavan”.

h. 18.30 Prasad e piccolo rinfresco vegetariano.

3 ottobre:
La mostra d’arte sul tema della “Ecologia profonda, alimentazione naturale, spiritualità senza frontiere” permane all’interno dell’Arancera per la cena di beneficenza organizzata dall’Onlus Alfredo Agrò per la cura dei malati di leucemia tramite una lotteria per la quale Apai offre un’opera.

4 ottobre:

h 10.30 – Inizio della Tavola rotonda sul tema “Ecologia profonda, alimentazione naturale, spiritualità senza frontiere” – interventi a rotazione.

h. 13.00 – Pausa pranzo vegetariano in cui ognuno porta qualcosa, e performances di danza e musica su San Francesco by Paul.

h. 15.00 – Continua la Tavola Rotonda con interventi intercalati da musica, poesie e documentari brevi.

h 19.00 – Chiusura dei lavori e della mostra e piccolo rinfresco finale.

Aderenti e interventi previsti alla Tavola Rotonda del 4 ottobre 2009:

AAM Terra Nuova – Rivista dell’Italia Naturale, Direttore Mimmo Tringale * AVI – (Ass.Vegetariana Italiana), Responsabile Ecologia Ciro Aurigemma * Rete Bioregionale – Etain Addey, Stefano Panzarasa, Fulvio Di Dio, Jacqueline Fassero, Chiara D’Ottavi * European Consumers, Presidente Vittorio Marinelli * Movimento per l’Etica Universale, Presidente Franco Libero Manco * Amici della Sabina e Mondo Sabino, Direttore Gianfranco Paris * Lega Abolizione Caccia, Presidente Carlo Consiglio * Cooperativa Editoriale Le Due Città, Direttore Antonello Palieri * Associazione per lo studio della cultura Vedica VEDIC * Aurelio Rizzacasa, Docente di filosofia all’Università di Perugia * Fabio Caporali, Docente di ecologia all’Università di Viterbo * Edoardo Torricella, Regista della Compagnia Teatrale Il Gruppo * Alberto Mengoni, Istruttore Centro Zen Nirvana * Bettina Corke, Regista-scrittrice * Accademia Europea, Presidente Carlo Carli * Antonio Piacentini, Edizioni Il Punto d’Incontro di Vicenza * Manuel Olivares, Scrittore su comunità, comuni ed ecovillaggi * Nico Valerio, Scrittore scientifico, esperto di alimentazione naturale * Giorgio Vitali, Chimico, Infoquadri * Michele Trimarchi, Psicologo, Presidente ISN international society of neuropsychophysiology * Giuseppe Altieri, Agroecologo * Maura Beltrame, Documentarista * Vivere con gioia, Sani con gusto, Roma salute, Luce sorgente, Equilos – lifewaves * Soul Travel * Gianluca Iacuvelle, YMCA * Enzo Marzo, Critica Liberale * Luca Bellincioni, Ambiente e Paesaggio

Artisti partecipanti alla mostra:

Vincenzo Illiano

Luciano Laffi (Ass.Senza spazio né tempo)

Laura Lucibello

Elena Lugovska

Michela Mezzomo Stucchi

Sofia Minkova

Valeria Pretazzoli

Maria Caterina Princi

Giuseppe Salvatore

Rosalia Scorpiniti

Maria Teresa Serra

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Info. sulla Mostra d’Arte: info.apai@virgilio.it – 333.5994451

Info. sui Programmi: circolo.vegetariano@libero.it - 0761/587200

http://www.circolovegetarianocalcata.it/2009/09/24/roma-2-e-4-ottobre-2009-presentazione-di-laura-lucibello-per-la-manifestazione-%e2%80%9cecologia-profonda-alimentazione-naturale-spiritualita-senza-frontiere%e2%80%9d-arancera-di-san-sisto/

martedì 29 settembre 2009

Antonella Pedicelli e Julio Cabrera Ovalle del Guatemala

Stamani mi è capitato tra le mani un libro bellissimo, Paolo, il solo pensiero mi commuove e nello stesso tempo mi fa riflettere sulla "vita attiva" e sull'impegno concreto di tante e tante persone intorno a noi; ti allego la recensione.....e intanto ti abbraccio con immenso affetto!
Antonella Pedicelli


Perseguiteranno anche voi. Una diocesi su strade di perdono e di pace

La Chiesa italiana, a parte eccezioni statisticamente poco rilevanti, appare ben integrata nella società, del tutto a proprio agio nel sistema economico, politico, mediatico e militare che la governa. Gerarchia e fedeli sono perfettamente adattati a una società del profitto, del consumismo, della corruzione, della menzogna, del disprezzo per la persona umana e per ogni valore di giustizia e di solidarietà. Manca la profezia. Ecco perché questo libro, che parla del Guatemala e fa risuonare alta la voce dei martiri guatemaltechi - martiri della carità e della giustizia, vittime senza numero del disprezzo per i poveri - è di estrema attualità in Italia. Un vescovo coraggioso, Julio Cabrera Ovalle, passando in rassegna, con la riflessione di grandi personalità e la partecipazione attiva di tutta la realtà diocesana, le piaghe del suo popolo, il popolo quiché del Guatemala, ha pensato di venerarle e celebrarle come piaghe di Cristo. Non più, quindi, sangue che grida vendetta, ma sangue che salva. L'EMI, presentando questo libro alla Chiesa italiana e a ogni cristiano, è convinta che ancora una volta lo Spirito Santo ci parla attraverso la vita di una giovane Chiesa e ci chiede di ritrovare la strada della croce.

lunedì 28 settembre 2009

Roma - Ecologia profonda, vegetarismo e spiritualità laica all'Arancera delle Serre di San Sisto dal 2 al 4 ottobre 2009

Ottobre è un mese particolarmente amato dai romani.. la dolcezza ottobrina è una caratteristica peculiare della città eterna, sembra quasi che le 4 stagioni, inverno, primavera, estate ed autunno vogliano contemporaneamente mettersi in mostra a Roma con tutte le loro specifiche bellezze e questo avviene nei primi giorni di ottobre, i giorni equilibrati della Bilancia.

Nell'antica Roma il 2 ottobre, sesto giorno prima delle none, era considerato "fasto", il 3 ottobre, quinto giorno prima delle none, era definito "comiziale" come pure il 4 ottobre. Perciò questi tre giorni sono particolarmente indicati per i festeggiamenti pacifici organizzati a Roma dal Circolo Vegetariano VV.TT. di Calcata e dall'APAI, con il patrocinio dell'assessorato Cultura del Comune, nell'arancera delle serre di San Sisto.

La manifestazione si chiama "Ecologia profonda, alimentazione naturale, spiritualità senza frontiere" e comprende una mostra d'arte su questi temi ed una Tavola Rotonda. Lo spunto viene da alcune importanti ricorrenze che intervengono in questi giorni: il 2 ottobre è la festa internazionale della nonviolenza e della nascita di Gandhi, il 3 ottobre è inserito nella settimana nazionale vegetariana ed il 4 ottobre è la festa del patrono d'Italia il santo Francesco d'Assisi.

L'evento è all'insegna della semplicità e verità di vita, tutti i partecipanti parleranno a turno come in una vera tavola rotonda e tutti mangeranno il cibo vegetariano da ognuno portato. Sono previste anche performances di musica e canti indiani in onore di Gandhi, documentari, danze rituali, canti dedicati a San Francesco e poesie d'amore.

Fra i partecipanti il regista Edordo Torricella (decano vegetariano d'Italia) e la regista Bettina Corke, laici come Enzo Marzo, docenti universitari come Aurelio Rizzacasa, ecologisti come Stefano Panzarasa, Jaqueline Fassero e Luca Bellincioni, giornalisti e scrittori come Nico Valerio, Marinella Correggia ed Antonello Palieri... e tanti altri conosciuti o sconosciuti ma degni di ogni rispetto umano... tutti alla pari seduti in cerchio.

Conduce la festa Laura Lucibello ed il sottoscritto, Paolo D'Arpini

Per info 0761/587200 - 333.5994451
circolo.vegetariano@libero.it - info.apai@virgilio.it

Programma completo:

Attenzione il presente programma sostituisce quello annunciato dal 3 all’11 ottobre, sia nella durata che negli eventi.

APAI e Circolo Vegetariano VV.TT. organizzano, con il Patrocinio del Comune di Roma – Assessorato alla Cultura – la manifestazione “Ecologia profonda, alimentazione naturale e spiritualità senza frontiere” che si tiene dal 2 al 4 ottobre 2009 presso l’Arancera delle Serre di S.Sisto – Via Valle delle Camene 14 (strada a senso unico si prende da Terme di Caracolla), Roma.

Le date:

Il 2 ottobre ricorre la festa internazionale della non violenza e della nascita di Gandhi.

Il 4 ottobre ricorre la festa nazionale del patrono d’Italia San Francesco d’Assisi.



2 ottobre :

h 16,00 Conferenza stampa con invito dell’Assessore Umberto Croppi. A seguire inaugurazione della mostra sul tema “Ecologia profonda, alimentazione naturale, spiritualità senza frontiere”.

h 16.30 Presentazione della manifestazione, a cura degli organizzatori, Laura Lucibello (APAI) e Paolo D’Arpini (Circolo Vegetariano VV.TT.) e delle Istituzioni patrocinanti.

h. 17.00 Introduzione agli argomenti trattati della giornalista e scrittrice Marinella Correggia.

h. 17.15 Documentario su Gandhi e Mandela di Bettina Corke.

h. 17.30 Poesie e saluto a cura del decano vegetariano d’Italia, il regista Edoardo Torricella.

h. 18.00 Concerto di musica spirituale in onore di Gandhi “Vrindavan”.

h. 18.30 Prasad e piccolo rinfresco vegetariano.


3 ottobre :

La mostra d’arte sul tema della “Ecologia profonda, alimentazione naturale, spiritualità senza frontiere” permane all’interno dell’Arancera per la cena di beneficenza organizzata dall’Onlus Alfredo Agrò per la cura dei malati di leucemia tramite una lotteria per la quale Apai offre un’opera.

4 ottobre :

h 10.30 – Inizio della Tavola rotonda sul tema “Ecologia profonda, alimentazione naturale, spiritualità senza frontiere” – interventi a rotazione.

h. 13.00 – Pausa pranzo vegetariano in cui ognuno porta qualcosa, e performances di danza e musica indiana.

h. 15.00 – Continua la Tavola Rotonda con interventi intercalati da musica, poesie e documentari brevi.

h 19.00 – Chiusura dei lavori e della mostra e piccolo rinfresco finale.

Aderenti e interventi previsti alla Tavola Rotonda del 4 ottobre 2009:

AAM Terra Nuova – Rivista dell’Italia Naturale, Direttore Mimmo Tringale * AVI – (Ass.Vegetariana Italiana), Responsabile Ecologia Ciro Aurigemma * Rete Bioregionale – Etain Addey, Stefano Panzarasa, Fulvio Di Dio, Jacqueline Fassero, Chiara D’Ottavi * European Consumers, Presidente Vittorio Marinelli * Movimento per l’Etica Universale, Presidente Franco Libero Manco * Amici della Sabina e Mondo Sabino, Direttore Gianfranco Paris * Lega Abolizione Caccia, Presidente Carlo Consiglio * Cooperativa Editoriale Le Due Città, Direttore Antonello Palieri * Associazione per lo studio della cultura Vedica VEDIC * Aurelio Rizzacasa, Docente di filosofia all’Università di Perugia * Fabio Caporali, Docente di ecologia all’Università di Viterbo * Edoardo Torricella, Regista della Compagnia Teatrale Il Gruppo * Alberto Mengoni, Istruttore Centro Zen Nirvana * Bettina Corke, Regista-scrittrice * Accademia Europea, Presidente Carlo Carli * Antonio Piacentini, Edizioni Il Punto d’Incontro di Vicenza * Manuel Olivares, Scrittore su comunità, comuni ed ecovillaggi * Nico Valerio, Scrittore scientifico, esperto di alimentazione naturale * Giorgio Vitali, Chimico, Infoquadri * Michele Trimarchi, Psicologo, Presidente ISN international society of neuropsychophysiology * Giuseppe Altieri, Agroecologo * Maura Beltrame, Documentarista * Vivere con gioia, Sani con gusto, Roma salute, Luce sorgente, Equilos – lifewaves. Attività per un vivere armonico * Gianluca Iacuvelle, YMCA * Enzo Marzo, Critica Liberale * Luca Bellincioni, Ambiente e Paesaggio


Artisti partecipanti alla mostra:

Vincenzo Illiano

Luciano Laffi (Ass.Senza spazio né tempo)

Laura Lucibello

Elena Lugovska

Michela Mezzomo Stucchi

Sofia Minkova

Valeria Pretazzoli

Maria Caterina Princi

Giuseppe Salvatore

Rosalia Scorpiniti

Maria Teresa Serra


Info. sulla Mostra d’Arte: info.apai@virgilio.it – 333.5994451

Info. sui Programmi: circolo.vegetariano@libero.it - 0761/587200


http://www.circolovegetarianocalcata.it/2009/09/24/roma-2-e-4-ottobre-2009-presentazione-di-laura-lucibello-per-la-manifestazione-%e2%80%9cecologia-profonda-alimentazione-naturale-spiritualita-senza-frontiere%e2%80%9d-arancera-di-san-sisto/


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Pensiero poetico del dopo Comunicato Stampa


La pazienza paga… aspetta

Lascia che la mano di Dio lavori per te!
Lascia che Colui che ti ha creato… crei per te anche ogni situazione,
privilegio e opportunità.

Oh individuo perché sei così pieno di dubbi?

Colui che ti ha creato si prende cura di te.
Chi che ha creato questo Universo e tutti i pianeti è Colui che ti ha creato.

Abbi pazienza e abbandonati a Lui : (in questo modo) tutte le cose
migliori verranno a te.

Dimora in Dio, dimora in Dio!
Fai pace con la tua anima e dimora in Dio

Tutte le situazioni e le comodità che di questo Universo ritieni le
migliori saranno ai tuoi piedi.
Tu hai bisogno di un milione di cose?
Un milione di cose verranno a te, se tu sarai stabile, centrato e paziente.

Ricorda che le creature ti osservano e la Creazione è pronta a servirti
se solo tu sei te stesso. Quindi, per favore lascia andare i fantasmi della vita, smetti di girarci intorno, consolidati, concentrati, sii te stesso così che la pace e ogni bene e prosperità possano raggiungerti in ogni modo e in ogni momento.

Yogi Bhajan

domenica 27 settembre 2009

Calcata, dal 31 ottobre all'8 novembre 2009: “Il Ciclo della Vita” / “Shamain” / "Halloween" - Al Circolo Vegetariano VV.TT.

“Shamain” era la festa celtica che oggi chiamiamo "Halloween" (nella religione cattolica Ognissanti), e che viene celebrata al Circolo Vegetariano di Calcata ogni anno da almeno vent'anni. Ma la tradizione esoterica è molto più antica.... e per non cadere nella mischia calcatese dei travestimenti birraioli e trucidi abbiamo chiamato questa festa "Il Ciclo della Vita" ovvero: Morte e Rinascita. (P.D'A)

Per i Celti la fine di Ottobre era l’inizio dell’anno nuovo, ed era il momento in cui, per qualche motivo, il confine fra mondo visibile e al di là si faceva labile, tanto che i due si interpenetravano, e creature dell’uno o dell’altro mondo potevano sconfinare…. Da qui l’usanza, poi degenerata in superstizione, di offrire dolci agli spiriti disincarnati, che venivano sulla terra, per tenerli buoni.

Che dire di questa visione del mondo? Era forse simbolica della fragile barriera che vi è fra la vita e la morte o vi era qualcosa di più?
A me sembra che essa, oltre i suoi significati puramente simbolici, ci parli di un tempo in cui la percezione umana rispondeva a parametri ben diversi da quelli che raggiunge oggi; un tempo in cui la dimensione della coscienza era talmente ampia da poter dialogare a tu per tu con un mondo parallelo. E se molti atti, molte festività, finirono per ripetersi solo per tradizione, era pur vero che esse forzatamente scaturivano da esperienze vissute, altrimenti non ci sarebbe stato senso a perpetuarle: insomma, qualcuno, in tempi così lontani da non poter forse essere nemmeno ricordati, aveva toccato il limite tra un mondo e l’altro, e aveva compreso che , nel ripetersi ciclico di tutte le cose, vi è – o vi era - anche un tempo specifico per l’avvicinarsi e l’incontrarsi di mondi che sono situati su di una frequenza vibratoria così diversa, così lontana.

Ma, per qualche motivo – ovviamente a noi ignoto – si producevano (o si
producono) in certi periodi particolari (o forse mediante modalità particolari) aperture dimensionali fra mondo spirituale e mondo materiale.

E, come nel ciclo naturale la morte e la vita si avvicendano al punto di formare un cerchio completo ( e quindi si può dire in un certo senso che si tratta della stessa cosa, perché il tempo è una realtà illusoria e quindi l’esistenza compresa fra i suoi due estremi è un continuum che ha all’interno della sua parabola un presunto inizio e una presunta fine, ma non si tratta in realtà né dell’una né dell’altra cosa, visto che un cerchio non ha inizio e non ha fine) così nello Shamain la fine dell’anno celtico veniva a coincidere- ovviamente- anche con l’inizio dell’anno nuovo, e la vita e la morte - e le creature dei loro rispettivi mondi- venivano a incontrarsi nello stesso punto.

Per estensione quindi potremmo concludere che la celebrazione che avveniva in quel momento particolare dell’anno simboleggiava l’esistenza del punto d’incontro fra due realtà, che di per sé nulla ha a che vedere con il tempo e lo spazio; ma visto che la dimensione spazio-temporale domina i parametri percettivi umani, è necessariamente così che può essere filtrata dall’attrezzatura psico-fisica di cui l’uomo è dotato. D’altronde i simboli e i riti configurano il ricalcarsi di realtà pertinenti al mondo delle idee, in modalità che permettono la recezione diretta e immediata di un concetto a livello terreno. Questi “ponti” concettuali nel corso del tempo hanno persino preso aspetti monumentali quali le piramidi egizie o precolombiane, o le cattedrali gotiche volute dai Templari, in cui idealmente si uniscono il cielo e la terra.

Col tempo la memoria di queste esperienze si attenuò: ma nella tradizione iniziatica venne perpetuata la coscienza di questa realtà presente e possibile, tramite i rituali misterici. Essi cercavano di recuperare pienamente quella sacralità profonda di cui già nell’epoca classica si stavano perdendo le tracce, sostituita da una pseudo spiritualità che tendenzialmente creava una frattura sempre più profonda fra il mondo degli dei e quello dell’uomo.

L’argomento di cui si parlerà durante gli incontri previsti sono gli stati alterati di coscienza, e questa è una realtà che accompagnava forzatamente i culti misterici che si riconducono, in origine, alla ricerca di un contatto con la Grande Madre, il misterioso spirito d’amore che pervade la creazione e dà un senso a tutto, che scandisce i ritmi vitali della natura ed è messaggero delle energie celesti; che traspone in forme e in realtà visibili le sostanze cosmiche, e che quindi, nel suo linguaggio mediato dalle forze di natura, porta a livello della nostra limitata comprensione umana le incommensurabili e smisurate verità che reggono l’universo, e che si esprimono a livelli energetici talmente lontani dai nostri da non poter minimamente essere espresse in termini razionali. La mamma è sempre la mamma!

Possiamo ipotizzare che nell’era del Toro, dal 4000 al 2000 A.C., prima dell’avvento dei culti patriarcali di orgine indoeuropea, gli uomini avessero una percezione più viva delle realtà celesti di cui la natura si faceva interprete e che identificava nella donna generatrice di vita, come nella terra stessa, la depositaria del mistero più grande. I culti erano rivolti alla Dea, e le società stesse venivano rette da governi di tipo matriarcale. Nell’area mediterranea in particolare questo aveva portato pace e benessere (visto che le madri sono più interessate a generare la vita piuttosto che dare la morte), come attestato dai ritrovamenti archeologici relativi alla cultura minoica e alla zona dell’Egeo e dell’Anatolia. Poi gli invasori sostituirono con i loro dei maschili, aggressivi e guerrafondai la Grande Madre, il cui culto gradualmente scemò e fu in gran parte relegato alle confraternite iniziatiche, quelle che oggi potremmo definire società segrete. Da questo punto il sacro – inteso come atteggiamento che vede in ogni cosa il riflesso del “divino”, o meglio del supersensibile, cioè di quei mondi superiori di cui il nostro mondo è una sorta di riproduzione in scala a livello energetico e che influisce direttamente sulla vita dell’uomo come parte del tutto – iniziò la sua parabola discendente, in cui fu rimpiazzato gradualmente dal profano, quell’atteggiamento in cui più nulla è “sacro”, più nulla viene identificato cioè come l’eco terreno di più vaste realtà cosmiche, e la visione antropocentrica sostituì quella che concepisce l’essere umano come inserito nei ritmi della vita senza necessariamente essere il centro dell’universo. L’antropocentrismo si è originato con il monoteismo, che via via ha sostituito i culti pagani, assai più vicini alla vera natura delle cose e agli archetipi che configurano i vari aspetti dell’esistenza.

Il primo culto misterico di cui ci parla la storia è quello eleusino, che si rifà al viaggio di Demetra (la dea greca della fertilità- un’immagine della Grande Madre, Cerere per i Romani) in cerca di sua figlia Persefone (Proserpina per i Romani), scomparsa nel mondo sotterraneo perché rapita da Ade, il dio degli Inferi. I “misteri” conducono l’adepto nel mondo delle tenebre, delle sue tenebre personali, affinchè possa – se non comprenderle – accettarle e integrarle nel sé come strumento di trasformazione, proprio come noi accettiamo il fatto che per sei mesi l’anno (Autunno-Inverno) Demetra, ossia la natura, piange la figlia che deve rimanere sottoterra, e le messi non crescono; mentre quando Persefone, per sei mesi all’anno (Primavera-Estate), si ricongiunge con la madre sulla superficie della terra, ecco che Demetra fa festa e ritorna la vita alla natura. Il mistero del ciclo di vita e morte non è comprensibile razionalmente, ma se ne può penetrare l’essenza, riconducendola nell’ambito della sfera personale, entrando in sintonia con una percezione più profonda.

Demetra-Persefone, spesso considerata una dea duale (e quindi avrebbe in un certo senso la stessa valenza) rappresenta sia la vita , nella sua veste di Demetra, che la morte, quando si cala nei panni di Persefone: perciò essa apre e chiude un ciclo. La vita, paradossalmente, origina la morte, come Persefone è figlia di Demetra, e anzi il suo alter ego. E’ quindi un tutt’uno.

Il culto eleusino prevedeva, come apertura dei riti, una sorta di pellegrinaggio simbolico da Eleusi ad Atene, un percorso di una ventina di chilometri, per ripercorrere le orme di Demetra che fece lo stesso percorso alla ricerca della figlia scomparsa, e fu antesignano, si può dire, degli assai più corposi pellegrinaggi che videro il loro sviluppo in epoca medioevale sotto l’egida del cristianesimo. Si trattava, anche in questo caso, di un viaggio rituale, epressione del desiderio di un cambiamento interiore, un bisogno di esperienze nuove; il pellegrinaggio è la metafora della vita umana alla ricerca del senso del proprio procedere.

Nel viaggio ogni segno diventa la manifestazione di un ordine invisibile che offre risposta a un interrogativo interiore, come se, per qualche istante, il mistero possa rivelarsi e dare responsi.

Ed ecco che gli aspiranti all’iniziazione erano sottoposti a varie prove, compresa una morte simbolica, ed ecco che veniva loro data da bere una mistura di erbe psicotrope, perché la loro coscienza, nello stato alterato, si allineasse con quelle verità che un tempo lontano l’uomo poteva percepire nel suo stato “normale”.

Nel tempio di Delfi, in cui si ricevevano gli oracoli di Apollo, la Pizia (la sacerdotessa incaricata di fare da ricettacolo per i messaggi del dio- ancora una volta una donna: evidentemente si riconosceva all’elemento femminile una maggiore assonanza con la dimensione “altra” ) prima di ogni sessione profetica digiunava per tre giorni, dopodichè assumeva una mistura di erbe che, unitamente ai vapori inebrianti che uscivano da una fenditura nel pavimento dell’”adyton”, il luogo in cui si svolgeva il rito, le provocavano una vera e propria “trance” che serviva evidentemente a travalicare i limiti della coscienza ordinaria per addentrarsi nel terreno soprannaturale in cui si percepivano bagliori di rivelazione e si esperivano realtà precluse al quotidiano.

Poi vennero i culti dionisiaci, in cui l’ebbrezza del vino provocava alterazioni molto più radicali e meno composte: si potrebbe anche pensare che i culti dionisiaci siano una degenerazione dell’uso dell’alterazione della coscienza, ma in realtà servivano ad esplorare i limiti che dividono anima e corpo, sanità e follia, come momenti di crisi ma anche di opportunità e crescita. Forse il precipitarsi da un estremo all’altro, caratteristico dei culti dionisiaci, che vedevano momenti di euforia seguiti a momenti di depressione, di estrema agitazione e poi di calma innaturale, serviva proprio a far capire quanto fosse labile il confine fra una vita e l’altra, o meglio fra la vita e la morte. Il segreto è riuscire a camminare sulla linea di confine. In ogni caso anche i misteri dionisiaci, come quelli eleusini, rievocavano momenti di sprofondamento nella morte per poi celebrare il ritorno alla vita.

Che dire, poi, degli sciamani del nuovo mondo, tutti iniziati, da secoli, all’uso rituale del peyote (in Messico) o dell’Ahiauasca (in Brasile?). Non c’è cultura “primitiva” (leggi: legata alle radici dell’uomo) che non usufruisca di questi elementi presenti in natura per catapultarsi verso realtà precluse alla normale percezione dell’uomo. E lo sanno molto bene quanti hanno fatto parte della cultura hippy degli anni sessanta-settanta (come per esempio il sottoscritto) che tentavano di esplorare realtà alternative alla piattezza di un sistema materialistico organizzato come una prigione per l’anima, mediante l’uso delle cosiddette “droghe” psichedeliche.

In realtà il drogarsi, e cioè l’essere schiavi di una sostanza, è tutt’altra cosa, poiché i “figli dei fiori” non ricercavano l’ebbrezza di per sé, ma utilizzavano l’alterazione della coscienza come mezzo per espandere la consapevolezza del sè ed entrare in quegli stati percettivi che sentivano li avrebbero messi in contatto con le realtà superiori di cui, forse, sentivano un’ancestrale nostalgia. Questo perlomeno era l’intento di Timothy Leary, colui che produsse per primo l’LSD, e di tutti coloro che lo utilizzavano come porta d’accesso a un sacro viaggio dentro di sé.

Ogni cosa ha il suo tempo, e come l’iniziazione misterica mediante piante psicotrope, anche quella psichedelica è diventata un vestito dismesso: ma la coscienza rimane, ed ha bisogno, in qualche modo, di espandersi.
Io credo che la spiegazione sia questa: in conformità con la legge di attrazione, secondo la quale noi attiriamo nella nostra sfera personale le esperienze e le conoscenze di cui più abbiamo bisogno (non necessariamente quelle che ci piacciono di più) le piante psicotrope furono scoperte dall’uomo (oppure gli furono “date”?) nel momento in cui egli si accorse che nella sua struttura interiore era venuto a mancare quel qualcosa che gli permetteva di percepire in maniera molto chiara le realtà “celesti”, le voci e le presenze di mondi superiori e lontani quanto a valenza energetica, ma non per questo irraggiungibili, perché è anzi proprio il contatto con questi mondi che ci può trasformare e proiettare verso ciò che siamo destinati a diventare.

Possiamo dunque dire che è (o meglio era) insita nell’uomo la capacità di relazionarsi direttamente a forme superiori di conoscenza e di energia-spirito in quanto parte stessa del suo bagaglio interiore, animico: ma un’obnubilamento della coscienza lo impedisce da tempo immemorabile, e la nostra sfida, ancor oggi, è recuperare quella parte di noi. Molti miti parlano, in forme diverse, di una “caduta” come quella edenica, che innalzò una cortina fra la percezione diretta del divino e l’uomo. Tutti i miti mascherano qualche primigenia verità, anche se chiaramente alcuni di essi sono stati volutamente manipolati o hanno subito alterazioni nel corso del tempo. Certo è che la scissione fra una percezione superiore e quella ordinaria deve aver avuto luogo in qualche momento dell’esperienza dell’uomo, poiché egli, in ogni civiltà e in ogni tempo, ha sempre ricercato questa relazione con il soprannaturale, come a chi viene amputato un arto inizialmente si comporta d’istinto come se ci fosse ancora. E’ la parte “con accesso negato” dell’uomo.

Oggigiorno in particolare, come contraltare al trionfo del materialismo, si moltiplica il numero di chi cerca quelle risposte che può solo trovare dentro sé, ma il cammino non è più quello degli “aiuti” esteriori. Si tratta invece di un lavoro molto più faticoso, un itinerario tutto interiore alla ricerca di se stessi che comporta dedizione pressocchè totale e scelte ponderate che possono reintrodurre nella coscienza quegli stati che oggi chiamiamo “alterati” e che si possono presentare come esperienze “picco” in occasioni particolari, ma di cui ci potremmo reimpossessare, mediante il paziente lavoro su noi stessi, come realtà ordinaria dell’anima. La conoscenza di sé porta necessariamente alla trasformazione.

E’ questo il prossimo passo dell’evoluzione umana?

Simone Sutra

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Programma generale:

31 Ottobre 2009 – h. 17.00 – Inaugurazione della mostra sul “Ciclo della Vita” e discorso interattivo con gli artisti. Distacco ed estasi.

1 Novembre 2009 – h. 17.00 – Cerimonia – Spettacolo: “Suggestioni in trasformazione” – Interventi e musica in tema con poesie.

7 Novembre 2009 – h 11.00 – Passeggiata conoscitiva nel Parco del Treja e raccolta strumenti musicali naturali. Partenza da Via del Fontanile, Circolo Vegetariano.

8 Novembre 2009 h. 17.00 – "Viaggio all’Origine" Tavola rotonda. Conclusioni e progetti futuri e rinfresco con bevande e dolci da ognuno portati.

Infoline Programmi: 0761-587200 – circolo.vegetariano@libero.it

Per partecipare alla Mostra d’Arte: 333.5994451 – info.apai@virgilio.it

Patrocinio di: Comune di Calcata, Parco Valle del Treja, Provincia di Viterbo.

Sito Web:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/2009/09/21/calcata-il-ciclo-della-vita-dal-31-ottobre-all8-novembre-2009-centro-visite-del-parco-del-treja-e-circolo-vegetariano-vv-tt-calcata-il-ciclo-della-vita-dal-31-ottobre-all8-novembre-2009/

sabato 26 settembre 2009

Anatemi ed iconoclastia di Antonino Amato: "Il Vangelo, riveduto e scorretto..."

Premessa.
Antonino Amato afferma di voler cantare fuori da ogni coro... come puro solista. E siccome quasi nessuno ha il coraggio di ascoltare le sue canzoni, senza pregiudizi, mi sono concesso di pubblicarle su questo blog "altro", dissentendo in parte ed in parte riflettendoci sopra... (P.D'A.)


E Gesù disse: “Date alla Chiesa quello che è di Dio e a Giuda quello che è di Cesare”

Leggo il “Corriere della Sera” del 25 settembre 2009 e mi sovvengo delle mie giovanili letture dei Vangeli e degli Atti degli Apostoli. Evidentemente, nei Sacri Palazzi, devono avervi apportato mutamenti tali da renderli irriconoscibili. Io rammentavo che Gesù avesse detto: “Date a Dio quello che è di Dio e a Cesare quello che è di Cesare”. Volendo significare che si deve tener conto di una certa discrasia tra “l’amore di Dio” e la “vita reale degli uomini”. Oggi mi tocca notare che, di questa necessaria discrasia, la Chiesa si serve come di un “istrumentum Regni” e per fare della volgarissima politica. E, poiché l’affermazione è forte, cercherò di svilupparci su un mio ragionamento.

Il fatto. L’arcivescovo Antonio Maria Vegliò, presidente del “consiglio pontificio per i migranti e gli itineranti”, rilascia certe dichiarazioni critiche sull’accoglienza che la Repubblica Italiana riserba agli immigrati. Calderoli (Lega Nord) risponde che “le parole di Vegliò non sono quelle del Vaticano”. Ma ieri “l’Osservatore Romano” ha pubblicato una intervista nella quale Monsignor Vegliò ribadisce le sue posizioni e chiarisce che le sue parole rispecchiano la posizione della Santa Sede.

Osservazioni. Niente da eccepire sul fatto che Monsignor Vegliò parli a nome della Santa Sede. Ma mi tocca osservare che le parole del Vegliò e della Santa Sede sono “dissennate”, contrarie ad ogni norma di buonsenso. E difatti nessuno si sogna di contestare “l’accoglienza che si deve ad un qualche singolo oppure ad alcuni singoli”. Il problema nasce, invece, quando alla frontiere della Repubblica si presentano e premono “milioni di singoli”. Nel Vangelo si predica: “Quello che avanza datelo ai poveri”. Non sta scritto: “Togliete il pane di bocca ai vostri figli per darlo ad altri”. E si deve pur convenire, quale che sia la fede che anima i singoli, che Santa Romana Chiesa è tutta presa dal desiderio di ammassare nei forzieri vaticani enormi ricchezze e, contestualmente, predica a noi Italyani una “carità spinta fino al martirio”

Io non so, ma a me pare che a molti chierici di Santa Romana Chiesa si attagli l’epiteto di Gesù: “Scribi e Farisei”. A confermarlo aiutano le parole del Vegliò (e della Santa Sede) che “Spiega che l’Europa presenta già un volto multietnico, multireligioso e multiculturale“ e che “Negare la metaformosi che sta avvenendo a livello internazionale non solo è un’assurdità ma è anche una scelta pericolosa e irresponsabile”. E difatti.... E difatti vero è che San Paolo predicava che “agli occhi di Cristo non c’è ebreo, non c’è greco e non c’è romano”. Ma San Paolo, così predicando, delineava la Chiesa come “cattolica”. Non imponeva certo agli altri di fondersi in un miscuglio caotico. E, quando nel Medio Evo nacque quel tipo di civiltà che tanti chiamarono “Civitas christiana”, si riconobbe a tutte le nazioni pari dignità, non si predicò e non si favorì la mescolanza....

Conclusioni. A parte queste ovvie osservazioni, mi tocca notare che Santa Romana Chiesa applica molti pesi e molte misure. Al punto da potersi sostenere che pratica la “politica dell’imbroglio”. E difatti predica continuamente a noi Italyani di “tenere aperte le frontiere a beneficio degli stranieri in entrata” ma non fiata sul fatto che “Israele tiene aperte le frontiere per l’uscita dei Palestinesi dalla Palestina”. Così come non fiata per il fatto che i leaders israeliani rivendicano che “Israele deve essere giudaico”. Anzi arriva al punto, nell’amministrazione delle sue pecorelle, da porsi il problema di non suscitare reazioni tra gli Ebrei. E ribadisce dieci, cento e mille volte che il Papa, nell’accogliere la Confraternita Sacerdotale San Pio X, non era stato informato delle dichiarazioni negazioniste di Williamson.

Insomma: continue recriminazioni su noi Italyani, ma coda tra le gambe e lingua a penzoloni verso di Ebrei. Colpa dei chierici? NO: merito degli Ebrei che da 5.000 anni tengono fermo sul loro “Dio nazionale” Jahvé e demerito nostro che ci siamo scordati dei nostri “Dei nazionali”. Amen.

Antonino Amato

venerdì 25 settembre 2009

Le energie alternative e pulite basterebbero al fabbisogno energetico del mondo intero... ?

Premessa.
Questo intervento di Peter Boom è stato scritto dal punto di vista della produzione "energetica" e non tiene pienamente conto di fattori paesaggistici ed ambientali. Per una par condicio egualmente lo pubblico... (P.D'A.)


L'energia del vento sta già facendo importanti passi avanti nonostante l'avversione da parte di certi ambientalisti che forse vedrebbero di buon occhio (per un motivo o l'altro) il perdurare delle centrali a carbone, gas, nucleari, etc., che non sono per niente pulite, costano molto e guastano il paesaggio.

Forse non ci sarebbe neanche più bisogno del vento perché si potrebbe inventare una ruota che gira sempre senza vento o altro.

L'energia solare fa importanti passi avanti e sono già stati inventati pannelli solari a costi molto più bassi di quelli finora in commercio. In Italia sono vietati nei centri storici, forse per non togliere spazio ai milioni di antenne e parabole. Esistono già pannelli solari che imitano i caratteristici coppi che coprono i nostri tetti antichi.

Molti altri sistemi alternativi per produrre energia vengono inventati e messi in pratica ed anche questa diversificazione ci dà la speranza di poterci liberare dall'inquinante uso del petrolio, del carbone, del nucleare, etc.

Dal “Club of Amsterdam” mi è giunto un interessante articolo riguardante strade e autostrade ad energia solare. In pratica bisognerebbe collocare su strade, autostrade e parcheggi dei pannelli solari appositamente prodotti per questo scopo invece di continuare a coprire il manto stradale con l'asfalto (inquinante prodotto petrolifero).

I suddetti pannelli solari conterrebbero anche dei “led” (strisce o punti luminosi) con la funzione di rendere visibili da sotto le linee di divisione delle strade, un sistema molto più sicuro soprattutto per la guida durante la notte. I “led” servirebbero anche per dare indicazioni ai guidatori. Inoltre riscalderebbero la superficie stradale per contrastare la formazione di ghiaccio.

Stazioni di rifornimento elettrico toglierebbero di mezzo ogni uso di carburanti inquinanti e l'auto elettrica diventerebbe l'unico ed anche più economico mezzo di trasporto.

Per coprire le superficie asfaltate con pannelli solari super-resistenti nei soli Stati Uniti basterebbero cinque bilioni di dollari (un ottimo investimento!) che renderebbero tre volte il fabbisogno energetico del popolo nord-americano, una quantità di energia quasi abbastanza per il mondo intero.

Un affare enorme anche per le industrie petrolifere che potrebbero convertire i loro sforzi, i loro investimenti in questo storico mega-cambiamento indispensabile per salvare il mondo da un inquinamento irreversibile e dalla sempre meno disponibilità di risorse carburabili.

Peter Boom

giovedì 24 settembre 2009

"Il Pianeta Acqua" di Giorgio Nebbia

Avrebbero dovuto chiamarlo "Acqua" e non "Terra", il nostro pianeta, perché l'acqua è presente in quantità grandissima e occupa una superficie ben più grande di quella dei continenti e delle terre emerse. Si parlava, qualche mese fa (Ambiente Società Territorio, [N.S. IX], 54, (1), 24-25 (gennaio-febbraio 2009)), di quanto sia grande e immenso il mare, anche se tutta la sua acqua non serve a (quasi) niente a fini umani e neanche per l'irrigazione, per la sua troppo elevata concentrazione di sali, 35 grammi per ogni litro. L'acqua "utile" per la vita e per gli umani deve avere una concentrazione salina massima di circa uno o due grammi per litro.

L'unica acqua utile è quella fornita dal grande distillatore di acqua marina alimentato dal Sole; l'energia del Sole fa evaporare l'acqua dalla superficie dei mari e delle terre emerse e la porta allo stato di vapore nell'atmosfera; poi ancora il Sole, scaldando diversamente le varie parti del pianeta, fa spostare le masse dei gas dell'atmosfera fino a quando incontrano dei corpi freddi, al di sopra o sulle terre emerse, e a questo punto il vapore acqueo si condensa ad acqua liquida, priva di sali, che cade sulla superficie dei continenti e degli stessi oceani.

400.000 miliardi di metri cubi all'anno evaporano e ricadono, e di questi solo 100.000 miliardi di metri cubi all'anno cadono sulle terre emerse. Di questa acqua una parte rievapora e una parte (circa 40.000 miliardi di metri cubi all'anno) scorre liquida, con basso contenuto salino, sulla superficie delle terre emerse, nelle valli, si infiltra nel sottosuolo e riemerge nelle sorgenti, nei fiumi, attraversa i laghi e ritorna nei mari per ricominciare il suo ciclo.

E' fin troppo ovvio, soprattutto ai cultori di geografia, che l'acqua è la fonte della vita, fa crescere le piante, è la materia prima (insieme all'anidride carbonica) per la fotosintesi clorofilliana, nutre gli animali e nutre e "serve" quegli animali specialissimi che sono le donne e gli uomini. Non si sa esattamente quanta acqua occorre per le attività umane, per bere, per cuocere gli alimenti, per lavare, per eliminare gli escrementi, per irrigare i campi per nutrire gli animali da allevamento, per le industrie; si calcola un uso di qualche miliardo di metri cubi all'anno, una piccola frazione di quella disponibili nei fiumi, nei laghi, nel sottosuolo. Eppure circa due miliardi di terrestri, donne, uomini, vecchi, bambini, hanno acqua insufficiente o di cattiva qualità perfino per mangiare e per bere, mancano di servizi igienici, gabinetti e fognature, circa un miliardo soffre letteralmente la sete. "Sete" che significa non soltanto poca acqua da bere o per usi di cucina, ma anche pochissima acqua per fini igienici, per lavarsi, per svuotare gli escrementi. I giornali e i notiziari mostrano spesso dei bambini che trascinano delle carriole con contenitori pieni di acqua, raccolta lontana da casa; o donne che portano i contenitori di acqua sulla testa per chilometri. E intanto circa un miliardo di persone fa un uso smodato e irrazionale dell'acqua e migliaia di chilometri di acquedotti perdono la loro preziosa acqua.

I mutamenti climatici in atto rendono più bizzarre le piogge e provocano siccità o alluvioni. Spesso la poca acqua dolce disponibile in un territorio viene contesa fra paesi vicini; si parla ormai di guerre per l'acqua e la crisi si fa di anno in anno più grave e preoccupa le autorità internazionali. Per parlare di ciò e per cercare soluzioni, nel marzo 2009 si è svolto a Istanbul il 5° Forum mondiale dell'acqua, una enorme riunione a cui hanno partecipato diecine di migliaia di persone, ministri, capi di stato, amministratori locali, ma soprattutto rappresentanti e portavoce di interessi industriali e commerciali e relativi portaborse, e anche ambientalisti e portavoce dei movimenti per la difesa dell'acqua. Chi sa quanti chilometri di acquedotti e fognature sarebbe stato possibile costruire con le centinaia di migliaia di euro spese per queste grandi assemblee e per questo turismo congressuale, tanto più che in questa, come nelle altre diecine di conferenze sull'acqua, si dicono sempre le stesse cose, note da anni, senza fare concreti passi per dare acqua a chi non ce l'ha..

In molte zone dei vari continenti --- Africa centrale, sud-est asiatico, America meridionale --- ci sono grandissime risorse di acqua dolce nei fiumi e nei laghi e poca popolazione che peraltro in genere non ha acquedotti o servizi igienici per trarre beneficio da questa ricchezza. Ci sono molte zone dei vari continenti --- in genere quelle dei paesi "industrializzati" --- in cui è molto grande la popolazione, accentrata in città sempre più numerose e grandi, in cui sono intense le attività agricole e industriali, è alta la richiesta di acqua dolce e la disponibilità di acqua nei fiumi e nei laghi è limitata anche perché l'inquinamento provocato dalle città, dalle industrie e dall'agricoltura e zootecnia rende non potabile (in un certo senso "distrugge" dal punto di vista dell'utilizzabilità a fini umani) parte dell'acqua dolce esistente.

Tanto per cominciare la soluzione delle crisi dell'acqua va cercata in una giustizia distributiva e qui ci si scontra col primo grave ostacolo, quello della "proprietà" dell'acqua, al centro di tutti i dibattiti sotto due aspetti. Di chi è l'acqua di un fiume come il Po, o il Danubio, o il Rio delle Amazzoni, che scorre fra diverse regioni e paesi ? Il titolo della conferenza di Istanbul era proprio: "Stendere dei ponti" fra rive e popoli che si affacciano sullo stesso fiume. Non a caso la Turchia, che ospitava il Forum mondiale, ha conflitti con la Siria e l'Iraq per la "proprietà" delle acque del bacino idrografico del Tigri-Eufrate, il "grande fiume" biblico che si estende nei tre paesi confinanti. Simili problemi si hanno nel caso del Reno o del Danubio o anche del Ticino, metà svizzero e metà italiano, anzi in Italia, metà lombardo e metà piemontese.

Chi preleva acqua da un fiume per le proprie legittime necessità priva di parte dell'acqua coloro che vivono a valle e che avrebbero le stesse necessità e lo stesso diritto sull'acqua del fiume comune. Chi scarica sostanze inquinanti in un fiume rende inutilizzabili le acque dello stesso fiume per le popolazioni a valle. Bisognerebbe perciò riconoscere che la vera unità politico-economica in cui si dovrebbe regolare la distribuzione e l'uso delle acque è il bacino idrografico, quel territorio composto da ogni valle con i fiumi principali e i loro affluenti, in cui scorre l'acqua delle piogge e delle nevi dall'alto fino al mare. La distribuzione e l'uso delle acque dovrebbero essere pianificati, decisi e fatti dalle popolazioni che abitano ciascun bacino. Sfortunatamente per ragioni anche storiche, ciascun bacino idrografico è diviso fra vari stati e regioni amministrative, ciascuno dei quali si considera "padrone" dell'acqua del suo pezzo di bacino idrografico. Lo stato o la regione a monte di un bacino idrografico non ha nessun obbligo di avvertire chi sta a valle che costruirà una diga, che preleverà tanta acqua, che scaricherà tanti rifiuti nel bacino. Spesso i paesi che si spartiscono uno stesso bacino idrografico sono in conflitto.

La soluzione potrebbe essere cercata in una educazione a considerare l'acqua come bene comune delle popolazioni che abitano lo stesso bacino. Dovrebbe esistere non il popolo del Piemonte o quella del Veneto, ma il "popolo del Po", o altrove il "popolo del Danubio", o il "popolo del Giordano", eccetera. Non a caso nel corso del Forum di Istanbul sono state ripetute le parole solidarietà e collaborazione, purtroppo dalle bocche dei partecipanti, ma così poco nel cuore e nella politica dei governanti dei vari paesi.

L'acqua dolce dei fiumi e dei laghi può arrivare alle singole persone, famiglie, città, ai campi e alle fabbriche, soltanto attraverso tubazioni, impianti di depurazione, pompe e macchinari, che richiedono soldi. In via di principio dovrebbe essere lo stato che si assume il compito di assicurare acqua a tutti facendo pagare un prezzo equo e uguale, tale da coprire le spese per le opere di trasporto e distribuzione. L'"acqua di stato" come servizio pubblico dovuto ai cittadini. Di fatto gli stati con riescono (o non riescono più, o rinunciano) a svolgere questa essenziale funzione e dovere e si affidano a imprese il cui fine non è quello di soddisfare dei diritti civili e umani, ma di guadagnare, di coprire con le tariffe i costi affrontati e ricavarne profitto. E dove non "c'è mercato" per guadagnare non c'è neanche interesse ad assicurare l'acqua alle persone --- per lo più ai popoli poveri --- da cui non si può ricavare nessun utile.

Sempre più spesso riviste e i mezzi di comunicazione ci hanno mostrato i bambini con pesanti carriole piene di bottiglioni di acqua o donne con recipienti di acqua sulla testa che vagano da un fiume alle case o alle baracche. Chi volete mai che investa soldi per alleviare la fatica di queste persone --- sono, ripeto, alcuni miliardi nel mondo --- quando ciò non assicura profitti ? Quando addirittura l'acqua "di tutti" è concessa dagli enti statali o regionali, a pochi centesimi di euro al metro cubo, ai privati che la imbottigliano e la vendono a diecine di euro al metro cubo ? Anche al Forum di Istanbul tante parole, tante interviste, tante luci, ma nessuna risposta alla unica realtà: non esiste un padrone dell'acqua e l'acqua è un diritto di tutti. Arrivederci al prossimo Forum mondiale fra tre anni a Marsiglia.

Giorgio Nebbia - nebbia@quipo.it

mercoledì 23 settembre 2009

Piccoli comuni d'Italia e piccole ricette vegetariane - Gli asparagi di Zambana

Ti lascio questo simpatico articolo autunnale nell'ambito della "Conoscenza" dei piccoli Comuni d'Italia!
Tua Antonella

L’Asparago di Zambana
A Zambana la coltivazione degli asparagi è una tradizione di successo che si tramanda nel tempo.

L'Asparago di Zambana è un asparago bianco con peculiari caratteristiche di delicatezza, tenerezza e assenza di fibra. Ciò è dovuto alle particolari condizioni climatiche, del terreno e alle tecniche di coltivazione. I produttori di Zambana devono rispettare precise regole per ottenere il marchio di asparago trentino depositato presso l'apposita associazione dei produttori: terreno con 70% minimo di sabbia e pH tendente alla neutralità. Due caratteristiche, queste, delle zone dove si è sviluppata in passato la coltivazione degli asparagi, sulle golene, le fasce di terreno situate tra l'argine e il letto del fiume Adige.

Le prime notizie circa la coltivazione dell’asparago in Trentino risalgono ai primi anni dell’Ottocento, quando, a seguito dell’incorporamento nel 1810 del Trentino nel Regno Italico voluto da Napoleone, furono pubblicate sulla rivista “Annali dell’agricoltura del Regno d’Italia” memorie di autori vari sullo stato dell’agricoltura locale.

Lo sviluppo maggiore si ebbe intorno agli anni ’60, anche a seguito della nascita di una rete commerciale in grado di indirizzare buona parte della produzione verso l’esportazione. Negli anni ’70 e ’80 vi è stata una crisi produttiva, ma ora le superfici coltivate ad asparago sono in costante crescita, con una produzione provinciale vicina ai 600 quintali annui.

L’associazione As.TA. - Asparagicoltori Trentini Associati - raccoglie e commercializza direttamente circa 150 quintali di prodotto l’anno.

L’Asparago in cucina
Come antipasto gli asparagi vengono offerti crudi, in insalata, oppure in una triplice veste: impanati, al burro fuso o al pomodoro. Questa è solo l'ouverture di un possibile pasto a base dello sfizioso ortaggio: si può proseguire con l'asparago proposto in zuppa o come risotto. Buoni anche il rotolo o le crespelle, senza dimenticare i cannelloni.
Ricco anche l’elenco dei modi in cui gli asparagi vengono proposti come secondo piatto: con le uova, sode e nella classica salsa bolzanina, al burro fuso e parmigiano. O ancora più gustosi con il gorgonzola. Vengono serviti alla bismark, alla primavera, alla veneziana, al Teroldego, al vino bianco. Ad accompagnare questo principe degli ortaggi anche piatti di carne e di pesce, tra cui, nei giorni del raccolto, il capretto al forno servito con polenta nera di Storo.


Asparagi con salsa primavera (tempo cottura 50 minuti)

Ingredienti per 4 persone: 1 kg di asparagi bianchi, 3 uova, un limone, senape, pepe, olio extravergine, aceto di vino, erba cipollina, prezzemolo, sale.

Pulite bene gli asparagi e cuoceteli dolcemente, tenendoli in piedi, in acqua salata con un po’ di succo di limone e una noce di burro, per circa 20 minuti. A parte preparate la salsa, facendo bollire le uova per circa 7 minuti. Indi raffreddatele, passate al setaccio i tuorli e unite, mescolando, il sale, il pepe, la senape, il succo di limone, l'olio e l’aceto. Alla fine, aggiungete gli albumi solidi tagliuzzati, l'erba cipollina e il prezzemolo.

martedì 22 settembre 2009

Finlandia per tutti - Una ragazza "diversamente abile" descrive il suo viaggio ... e sembra di stare in un altro mondo....

....ecco il racconto di una ragazza "diversamente abile" sul suo viaggio in Finlandia!

"Le mie tre settimane di permanenza in un paese sperduto di 10.000 abitanti di nome Joutseno, in cui ho sperimentato un’esperienza di volontariato europeo, non mi hanno precluso la possibilità di fare qualche escursione nei paraggi!

Inizio col dire che la Finlandia è un paese davvero molto accessibile e che l’attenzione per le persone disabili non è limitata solo alle grandi città ma in ogni parte della nazione!

Iniziamo dai taxi. Esistono dei taxi specifici per il trasporto di persone in carrozzina, sono dei mini-furgoni dotati di pedana, 3 posti carrozzina e 4 o 5 sedili. E’ possibile rimanere comodament seduti sulla propria carrozzella durante il tragitto, tanto sono dotati di molte cinture di sicurezza che bloccano la carrozzina. Questi taxi devono essere prenotati con un certo anticipo poiché non ce ne sono molti in giro. Questo è il numero da contattare se vi trovate ad Helsinki 35895885361 oppure 01007444. Se parlate inglese non avrete problemi a comunicare, quasi tutti i finlandesi masticano un ottimo inglese. In alternativa il personale di assistenza dell’aeroporto sarà ben lieto di telefonare per voi. Il vero inconveniente del taxi è il costo poiché oltre al prezzo della corsa dovrete aggiungere 13.50 euro per ogni carrozzina che verrà caricata sul mezzo! Noi ne avevamo 3 ed abbiamo pagato ben 40 euro di carrozzine più 5 euro di corsa! Una bella fregatura! Volendo potete anche prendere un taxi normale, chiudere la vostra car nel portabagagli e risparmiare un po’ di soldi!

Per quanto riguarda i mezzi di trasporto pubblico sono accessibili anche ai passeggeri con disabilità; alle fermate bus sono presenti gli orari di transito delle vetture ed è indicato se la linea è accessibile o meno.

Durante il mio viaggio ho potuto spesso testare i treni. Devo dire che sono davvero fantastici, sono per il 95% allo stesso livello della banchina per cui non c’è bisogno di carrelli elevatori per salirvi. Inoltre ogni volta che i conducenti del treno arrivano in una stazione controllano se ci sono passeggeri con difficoltà che devono salire sul treno. Sono loro stessi a svolgere il ruolo di assistenti, scendono dal treno, ti aiutano con le valige e ti danno una mano a salire. La distanza tra la banchina e l’ingresso del treno è tipo quella che c’è quando si deve salire sulla metropolitana. Perciò esiste una micro-pedana di max 3 cm, comandata elettricamente da un pulsante posto sul portellone del treno, che serve a colmare quel piccolo gap che si supererebbe tranquillamente impennando la carrozzina. Evidentemente hanno pensato anche alle carrozzine elettriche! All’interno della carrozza accessibile ci sono almeno 4 se non 5 posti carrozzina e, come in Italia, l’accompagnatore non paga il biglietto.

Helsinki è completamente pianeggiante, ogni marciapiede è munito di scivolo e le strade sono molto ampie. Si respira un’aria di modernità e di tranquillità, non c’è smog, non c’è caos, c’è tanto verde! Da segnalare l’escursione all’isola di Suomenlinna, di fronte Helsinki, raggiungibile con 15 minuti di traghetto che partono dalla piazza del mercato. E’ un posto paradisiaco, pieno di quel verde tipicamente Finlandese e di quei paesaggi immacolati in cui respirare pace assoluta! Sull’isola è possibile ottenere dal centro informazioni una cartina in cui vengono consigliati i percorsi più indicati per chi viaggia seduto su 4 ruote!."

Silvia

lunedì 21 settembre 2009

Delizie vinarie dell'Alto Adige nel museo provinciale del vino di Caldaro, sotto la maestà delle Alpi

Situato nel cuore di Caldaro, nella zona vinicola per eccellenza dell’Alto Adige, il Museo provinciale del vino nacque come primo museo del suo genere a sud delle Alpi.

Fu costituito nel 1955 e fino al 1986 aveva sede a Castel Ringberg sopra il Lago di Caldaro. Nel 1986 il museo é stato trasferito a Caldaro paese. Da allora, nel corso degli anni, il museo è divenuto meta sempre più ambita per chi intende compiere un viaggio alla scoperta dell'affascinante mondo del vino.

Chi visita questo museo particolare segue un percorso attraverso la storia culturale del vino ed in particolare attraverso la viticoltura altoatesina. I locali delle cantine con soffitto a volta ospitano un'ampia rassegna di attrezzi utilizzati nel lavoro dei vigneti: la collezione di utensili, torchi, bicchieri e boccali d'epoca in vetro e in ceramica, vari dipinti e i preziosi documenti storici fanno luce sulle tecniche e le tradizioni della vinificazione altoatesina.

Il percorso didattico davanti al museo, un tempo sede della decima cantina della tenuta dei principi del Tirolo, permette di osservare un pergolato con antichi e rari vitigni e, nella stagione autunnale, assaggiarne i gustosi grappoli d'uva.
In cantina, su prenotazione, si tengono prelibate degustazioni di vini autoctoni.

All' ingresso del museo i visitatori sono accolti da un vescovo con un grappolo d' uva in mano. È S. Corbiniano di Freising che ci guida nel cuore della storia della viticoltura altoatesina.

domenica 20 settembre 2009

Roma Nord, Municipio XIX - “Notizie locali … problemi generali…” Lettera aperta di Paola Caratelli ad Alfredo Milioni ed altre notizie...

In un antico spot pubblicitario Milioni fa rima con Negroni ma potrebbe fare rima anche con peroni, canzoni, torroni, limoni e via dicendo....

Un mese fa la mamma di Daniel, il bambino annegato nel lago di Martignano, ci aveva detto per telefono che si sentiva abbandonata dal Municipio XIX e dal presidente Milioni, del quale non conosceva ancora la faccia.

Il 19 settembre, sul Corriere della Sera, un'altra cittadina di Montemario spara a zero contro il presidente Milioni perché si è, in qualche modo, sentita presa in giro sui lavori di manutenzione di alcune strade ancora piene di buche. Dice infatti Paola Caratelli sul Corriere della sera: "...solo alcune strade del municipio sono state ri-asfaltate, tra cui quella del presidente Milioni. Nel frattempo mia madre Amadei Ivana continua ad avere il problema per uscire da casa con la carrozzina."

Nel mesi di ottobre prossimo cadranno le foglie e saremo in pieno autunno. Quando abbiamo rivolto 10 domande a Milioni eravamo in piena estate ma si è sottratto al chiarimento che lui stesso aveva preannunciato. A ottobre è maturo il tempo dei cachi vaniglia e sarà anche maturo il tempo di esposti e denunce. Nel municipio XIX ci sono ferite passate ancora aperte grazie ad un personale politico addormentato sui propri gettoni. Mi riferisco all'intossicazione di salmonella nelle scuole di Ottavia del 1998 per la quale è stata condannata in tre gradi di giudizio la cooperativa di ristorazione scolastica La Cascina, rimasta per anni una delle principali ditte appaltatrici del municipio XIX. Ci sono poi le collusioni tra politica e servizi sociali. Come non ricordarsi il progetto di centro famiglia a Ottavia approvato in consiglio municipale per ottenere i soldi dalla Regione e che poi sarebbe stato assegnato in una zona che non c'entrava niente con il progetto, affidato secondo le classiche lottizzazioni.

L'amianto sul centro polivalente di Largo Codogno, l'amianto all'ingresso della casa di riposo di via della stazione di Ottavia saranno oggetto del primo esposto in cui sarà chiamato in causa il presidente del Municipio. Poi, a seguire, seguirà un esposto ogni venti giorni circa agli enti pubblici e/o giudiziari di competenza. Questo autunno non sarà uguale, fino al panettone di Natale, lenta cadrà ogni foglia ingiallita, tutti giocheranno la loro partita, per una migliore qualità della vita.

Comiromanord tramite European Consumers - comiromanord@yahoo.it

Le dieci domande al presidente Milioni:
http://www.ciardullidomenico.it/OTTAVIA/A_Milioni_10_domande.htm

La lettera sul corriere della sera di Paola Caratelli:
(http://www.ciardullidomenico.it/images/milioni.pdf)

sabato 19 settembre 2009

Il sindaco Alfonso Amato vieta le ronde delle squadracce razziste... succede nel comune di Sicignano degli Alburni

Le ronde sono “categoricamente vietate” a Sicignano degli Alburni, piccolo Comune della provincia di Salerno, grazie a un’ordinanza emessa pochi giorni dopo l’approvazione del parlamento al cosiddetto “pacchetto sicurezza”, che contiene norme in materia di immigrazione e tutela della pubblica sicurezza quantomeno controverse.

“Preso atto – recita l’ordinanza, ripresa da vari organi di informazione a livello locale – che il Comune di Sicignano degli Alburni si è sempre distinto per l’assoluta civiltà dei suoi abitanti, non ha bisogno alcuno né di ronde, né di delegare a privati l’imprescindibile funzione di tutela della convivenza civile”, si vieta “per l’intero territorio comunale ogni e qualsivoglia ricorso alle ronde” e si stabilisce che “ogni violazione della presente ordinanza sarà punita a norma di legge”.

Voluta da Alfonso Amato, sindaco del comune di circa 3000 abitanti, il 10% dei quali immigrati, l’ordinanza è stata approvata assieme ad altre due delibere che stabiliscono che le tasse imposte agli immigrati dalla nuova legge per la richiesta o il rinnovo del premesso di soggiorno o l’acquisizione della cittadinanza saranno a carico della giunta comunale.

“Faccio appello agli altri sindaci perché facciano la stessa cosa” ha detto Amato, per il quale il reato di immigrazione clandestina introdotto dalla legge “è un’offesa alla cultura giuridica del nostro paese. Pensare di incriminare una persona perché è nata in Africa invece che in Italia è una bestialità. È fascismo, è un ritorno al 1938”. Il primo cittadino ha annunciato che promuoverà una campagna per la convocazione di un referendum abrogativo della legge che introduce reato di clandestinità.

venerdì 18 settembre 2009

Molto peggio dell’ignoranza è la finta cultura. Molto peggio della mancanza d'informazione è la finta informazione

Massimo Fini dixit:

Da una parte ci sono le responsabilità degli addetti ai lavori, editori e giornalisti. Gli editori che invece di essere indipendenti sono legati ai poteri politici ed economici, tanto è vero che le case editrici sono di proprietà delle banche e di altre grandi imprese. I giornalisti che dovrebbero non fermarsi di fronte a nulla e invece stanno bene attenti a non dare fastidio a nessuno, a meno che i loro attacchi siano decisi da chi li paga. La “libera stampa” che si trasforma nell’ufficio stampa del potere.

Dall’altra parte ci sono i lettori dei giornali e gli spettatori televisivi. Tutti quelli che si illudono che basti seguire le “news”, o tutt’al più qualche dibattito di pseudo approfondimento, per essere perfettamente in grado di comprendere e giudicare qualsiasi avvenimento. Economico e politico. Nazionale e internazionale.
L’editoriale di Fini è dedicato, invece, all’Afghanistan. La chiave di lettura è nel titolo: “Fuori dalla Nato, fuori dall’Afghanistan”. È l’altra faccia dell’invasione voluta da George W. Bush e avviata nell’ottobre 2001: accanto agli scopi economici e strategici la cosiddetta “missione di pace” serve a mantenere in piedi l’Alleanza Atlantica. Cioè il controllo di Washington sull’Europa.

Nell’altro editoriale Marco Travaglio presenta il nuovo quotidiano che partirà il 23 settembre. Niente finanziamenti di Stato e assoluta libertà di indagine. Quello che per il giornalismo dovrebbe essere la regola ed è diventato, purtroppo, una stupefacente eccezione.


Ulteriori informazioni sulla rivista sul sito
www.ilribelle.com
Via Trionfale 6415, 00135 Roma - Tel. +39.06.9727.4699
Mail: redazione@ilribelle.com

giovedì 17 settembre 2009

Inaugurazione mostra d'arte "In Vista del Soratte" - Sant'Oreste, Palazzo Canali Caccia, 19 settembre 2009 h. 16.30

Il 18 settembre 2009 con una passeggiata fra Calcata vecchia e quella nuova (partenza h. 16.30 dal Circolo Vegetariano) inizia la manifestazione in Vista del Soratte.

Sabato, 19 settembre 2009, alle ore 16.30, al Palazzo Canali Caccia di Sant'Oreste, viene aperta al pubblico la mostra più importante dell'Equinozio d'Autunno....

Ci sia concessa questa "esagerazione" almeno per il fatto che la mostra coincide con l'equinozio d'autunno.... infatti il sole proprio in questi giorni settembrini entra nel segno della Bilancia, sancendo così l'inizio dell'autunno. E' un dolce inizio... e nell'antichità, al tempo dei saggi Falisci, Sabini ed Etruschi, questo momento corrispondeva alle più gioiose esibizioni ludiche.

Non solo raccolta di noci, nocelle, bacche, ultimi frutti, uva... ma anche incontri amorosi ed espressioni di libertà. Questa festa d'inizio autunno era anche un appuntamento per i cosidetti Riti Fescennini (che si tenevano agli equinozi ed ai solstizi) e si svolgeva massimamente sulle pendici o sul cucuzzolo -oppure in vista- del Monte Soratte, la bianca montagna che domina tutta la Valle del Tevere.

Gli artisti dell'Agro Falisco, Sabina ed Agro Romano sono stati chiamati a rappresentare la sacralità e la bellezza di questo monte cantato da poeti e dipinto da pittori nel corso dei secoli... ed il 19 settembre -appunto- si inaugura la mostra, come simbolico rifacimento dei mistici e segreti Riti Fescennini.

L'incontro prevede anche un dialogo su paganità e sacralità della natura e comincerà con i canti celtici della violinista e cantante Catherine Louise Geach. Vorremmo inoltre menzionare, come opera particolarmente significativa di questa mostra, l'olio della pittrice Michela Mezzomo Stucchi che riprende il Soratte, al crepuscolo, visto dalla Sabina -da Poggio Mirteto- dove il 20 settembre siamo tutti invitati per continuare a celebrare "In Vista del Soratte" con una passeggiata mattutina ed un picnic ed uno sharing pomeridiano di esperienze e racconti sul tema.

Vi aspettiamo, Paolo D'Arpini e Laura Lucibello

Info: 0761-587200 - 333.5994451

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Nomi degli artisti e delle opere in mostra "In Vista del Soratte" a Palazzo Canali Caccia di Sant’Oreste dal 19 al 27 settembre 2009:

Giuseppe Canali "IF Sottotitolo: SE SI DOVESSE SCIOGLIERE IL GHIACCIO DAI POLI" - Materiale: Fotografia digitale stampata su carta

Lucilla Frangini Ballerini "VIDES UT ALTA STET NIVE CANDIDUM SORACTE"

Materiale: Filo metallico dorato e carta.

Michela Mezzomo Stucchi "Monte Soratte" – olio.

Eleonora Trombetti "Treja" – acrilico – "Cascate Monte Gelato – acrilico

Emanuela Trombetti "Papaveri" – acrilico - "Girasoli" -acrilico.

Maria Teresa Serra "Paesaggio" - olio.

Riccardo Fumagalli "Calcata borgo" – fotografia

Laura Lucibello "Fiori del Parco Valle del Treja" – fotografia

Vincenzo Illiano "Il fontanile" – acquerello".


Programma generale:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=in+vista+del+soratte+2009


Con il patrocinio morale di:
Comune di Sant'Oreste, Comune di Poggio Mirteto, Parco Valle del Treja, Provincia di Viterbo, di Roma e di Rieti.

Commento sull'articolo delle pandemie e vaccinazioni e malattie inventate a scopi di lucro

Ciao Paolo,

dopo aver letto l'articolo (inquietante!) scritto dalla ricercatrice sulle pandemie, pubblicato su questo blog, voglio segnalarvi un articolo scritto da un antropologo francese, direttore di ricerca al Cnrs, il quale si occupa in particolare delle "grandi paure" della società.Lo trovate sul numero di settembre di "Le monde diplomatique" allegato de "Il Manifesto".

Vi consiglio di leggerlo perchè si sofferma con equilibrio sull'inaguadetezza delle politiche sanitarie, sui rischi legati a una mobilitazione delle popolazioni che fa leva sulla paura, ma anche sul carattere irrealistico e infondato delle manipolazioni dei virus per fini di bioterrorismo.

Così conclude: "la diffusione delle voci più infondate e folli che accusano alla rinfusa l'Oms. Obama, Rockfeller, Soros, mobilita le pulsioni di morte che vivono oggi in ogni soggetto di questa società mondiale opprimente e pericolosa, incerta e disorientata. Essa si riallaccia inoltre a fenomeni di agitazione demagogica (già legati talvolta alle epidemie di cui si accusavano gli stranieri e gli ebrei), e rinnova, a livello di web, la capacità dei media classici di gettare l'opinione pubblica nell'infatuazione o nella diffidenza.... il diritto al dubbio è sano ma quando si trasforma nell'obbbligo di essere terrorizzato, si entra nella logica dei tempi oscuri della storia".

Mi sembra un autorevole punto di vista da aggiungere a quello della ricercatrice austriaca per cercare di fare chiarezza... e dormire sonni più tranquilli!

Cari saluti, Marina Pellico

mercoledì 16 settembre 2009

Alimentazione vegetariana: scelta degli ingredienti, cucinatura, apparecchiatura, masticazione, appetito.. Le cose importanti per assimilare il cibo

“Saper mangiare è l’azione più importante della vita”

Solo gli iniziati si sono soffermati sull’importantissima questione della nutrizione. Quel cibo, al quale date solo l’importanza istintiva, e non importanza intellettuale consapevole, è il solo ad essere in grado di ridarvi forza e salute. Profferite parole, date ordini, scrivete liberi (buoni o cattivi) componete sinfonie, ottenete ogni cosa, la potenza, la ricchezza, la gloria, e tutto questo, grazie al cibo. Si sottovaluta l’importanza della nutrizione; ma mostratemi un’attività più importante… tutto dipende da essa, tutto è legato ad essa. Se non mangiate, di che cosa sarete capaci? Una medicina non vi guarisce se non avete fiducia nella sua efficacia; anche se possiede delle virtù curative, non basterà a renderla realmente efficace. Anche trangugiando intere farmacie, non guarirete. Un medicinale, infatti, è una materia morta, contiene alcuni elementi chimici che possono produrre uno stato di eccitazione o di calma ma non porta la vita.

Mangiando molto si affatica l’organismo, si ostacolano e si bloccano tutti i processi digestivi. Così compaiono malattie di ogni genere a causa dell’opinione che si debba mangiare molto per essere in buona salute. Mangiando troppo, accorciate la vostra vita. E’ la fame che prolunga la vita. Non alzatevi mai sazi da tavola, altrimenti diverrete pesanti, vi materializzerete e non avrete più alcun impulso a perfezionarvi. Quando avete finito di mangiare, restate tranquilli un momento, facendo alcune respirazioni profonde. Se tante persone sono malate, è perché non sanno mangiare: hanno accumulato dentro di se troppe sostanze che non sono state bene addomesticate, e in loro queste si trasformano in rifiuti. Finché non mangiamo con amore, resta una gran parte di cibo che l’organismo non può trasformare, perché quel cibo non vibra in armonia con esso, e la materia che vi si accumula ostacola le funzioni del corpo. Se volete sapere quali sono i vostri punti deboli, digiunate qualche giorno, e la dove proverete un malessere, sappiate che la malattia può sopraggiungere. Ad attirare a noi i mali, sono le scorie delle nostre antiche vite. Ogni peccato, ogni errore, ha lasciato in noi qualcosa che si è depositato come un residuo. I nostri mali sono il risultato di tutte le scorie che si sono accumulate e che non sono state espulse. Con il cibo che assorbe, l’essere umano forma il proprio corpo. Certo, in qualunque modo si mangi, l’organismo estrae sempre qualche cosa, ma si tratta soltanto delle particelle più materiali. Ma se i materiali assorbiti non sono puri, andranno ad accumularsi nell’organismo il quale non saprà più come eliminarli, ed ecco la malattia.

La nutrizione è uno yoga, in quanto saper mangiare richiede concentrazione, attenzione, padronanza di se, ma anche intelligenza, amore e volontà. La nutrizione deve essere compresa come un lavoro dello spirito sulla materia. Osservatevi quando mangiate e constaterete qual è il vostro grado di evoluzione. Se non avete rispetto verso il cibo che Dio stesso vi ha dato, verso chi ne avrete? Dio è nel cibo sotto forma di vita. Molti non dicono nemmeno una preghiera; si gettano immediatamente sul cibo e mangiano come animali. Ecco perché non ne traggono grandi benefici: infatti, assorbono soltanto gli elementi grossolani del cibo, mentre tutto ciò che è sottile, eterico, rimane loro estraneo, sconosciuto. E’ stato detto: “Voi siete templi del Dio vivente”. Non bisogna quindi insudiciare quei templi con alimenti impuri. Purtroppo, mangiando carne, la maggior parte di loro somiglia più a dei cimiteri pieni di cadaveri che a dei templi. I grandi carnivori sono animali feroci che diffondono attorno a se un odore spaventoso, a differenza degli erbivori che hanno abitudini molto più pacifiche; il cibo che assorbono non gli rende né violenti né aggressivi, mentre la carne rende i carnivori irritabili. Allo stesso modo, gli esseri umani che mangiano carne sono sempre spinti ad un’attività distruttrice.

La differenza tra un’alimentazione carnea ed un’alimentazione vegetariana consiste nella quantità dei raggi solari contenuti nei rispettivi cibi. I frutti e gli ortaggi sono talmente impregnati di luce solare che è lecito definirli una condensazione di luce. E’ piuttosto povera di luce solare, ed è questa la ragione per cui essa imputridisce rapidamente; ebbene, tutto quello che marcisce rapidamente è nocivo alla salute. Gli alimenti sono luce condensata, suoni condensati. Se avete sempre il pensiero occupato altrove, non potrete decifrare quella luce del sole condensata.

Uccidendo gli animali per mangiarli, si toglie loro il diritto di vivere e di evolvere. Ogni uomo è quindi accompagnato da tutte le anime degli animali di cui ha mangiato il corpo. Gli animali possiedono un’anima; chi ha mangiato la carne di un animale è costretto a sopportarne la presenza dentro di se e quella presenza si manifesta attraverso particolari stadi che appartengono al mondo animale. E’ detto nei Vangeli: “Dove si trovano i cadaveri là si radunano gli avvoltoi”. Questo è vero per i tre mondi, fisico, mentale e astrale. La carne rappresenta: la violenza sul piano fisico, la sensualità sul piano astrale e l’egoismo sul piano mentale.

Gli esseri umani mangiano senza amore, automaticamente, solo per riempire un vuoto. Se sapete mangiare, anche assumendo pochissimo cibo avrete mangiato tre volte meno che d’abitudine, ma avrete forze per tutta la giornata. I più mangiano troppo meccanicamente, troppo rapidamente, a volte anche senza masticare; ricevono quindi dal cibo unicamente le particelle più grossolane e mai le energie eteriche.
Mentre mangiate fate si che il vostro cuore sia colmo di riconoscenza verso il Creatore, la riconoscenza è capace di trasformare la materia grossolana il luce e salute. Il cibo è riempito di forze, di particelle, che non provengono solo dalla terra, bensì dall’intero Cosmo, ha ricevuto radiazioni dall’intero universo; il sole, le stelle, l’atmosfera, i quattro elementi hanno lasciato su di esso impronte invisibili ma reali; lo hanno impregnato di ogni sorta di particelle, di forze, di energia.

Occorre mangiare meravigliandosi del cibo, pensando che tutto l’universo ha lavorato per produrre tutti quei frutti. Provate a concentrarvi per qualche minuto sul cibo che state mangiando, pensando di comunicare con tutto l’universo. Se saprete mangiare in modo consapevole, il cibo vi rivelerà un mondo incredibile, vi dirà come tutte le particelle che lo compongono hanno attraversato l’universo per venire ad organizzarsi insieme, al fine di portarvi la vita. Provate a mangiare pensando di aver davanti a voi un tesoro, e il cibo si trasformerà in luce, in fede, in estasi. Dovete sempre mangiare in modo consapevole introducendo un pensiero e un sentimento in ogni boccone, perché è così che otterrete dei poteri sulla materia.

Ringraziate dunque per questa benedizione di avere il cibo, grazie al quale otterrete tutto: la vita, la salute, la comprensione, la gioia. In un semplice pasto come possono degli ortaggi e dei frutti, che sono materie inanimate, darci simili ricchezze e renderci capaci di camminare, parlare, leggere, cantare, pensare, e creare? E’ incredibile! Se non mangiamo non possiamo fare nulla. Perché dunque non prestare al cibo la massima attenzione? Se volete evolvere, considerate i pasti come un atto sacro, una cerimonia magica.

Il senso della vita è nascosto nella nutrizione. La vita eterna non si trova nel nutrimento fisico, se non si nutrono l’anima, lo spirito e il cuore, essi moriranno. Lo spirito, l’anima e il cuore devono mangiare idee, pensieri, sentimenti. Il sentimento e il pensiero, che sono ancora un’altra forma di nutrizione. E’ necessario nutrire anche la propria anima e il proprio spirito attraverso la meditazione, la contemplazione, l’estasi; se gli esseri umani sono tanto infelici è perché non si nutrono. Occorre nutrirsi di alimenti puri, ma anche di sentimenti puri e di pensieri puri…

Non tutti i problemi possono essere risolti soltanto perché si sa mangiare correttamente. Il miglior cibo non ha mai impedito a taluni ad essere cattivi, viziosi e di voler devastare il mondo intero. Ovviamente, non di diventa perfetti solo sapendo mangiare. Occorre anche saper respirare e poi saper pensare, perché si tratta delle stesse leggi a livelli diversi. Bisogna abituarsi ad essere attenti durante tutta la giornata, sorvegliare le proprie parole, i propri gesti, il proprio atteggiamento, per non avere in seguito nulla da rimproverarsi, nulla da riparare. Più si è evoluti, più si ha bisogno di silenzio.

Spunti tratti dal libro di Omraam Mikhael Aivanov “HARNI YOGA”
Rielaborazione di Franco Libero Manco

martedì 15 settembre 2009

Ironia sulle nuove malattie inventate - Impunità garantita alle case farmaceutiche per i danni da vaccino...

2000 persone contraggono l'influenza suina e ci si mette la mascherina...

25 milioni di persone con AIDS e non ci si mette il preservativo...

PANDEMIA DI LUCRO:

Che interessi economici si muovono dietro l'influenza suina?

Nel mondo, ogni anno, muoiono milioni di persone, vittime della malaria,
i notiziari di questo non parlano...

Nel mondo, ogni anno muoiono due milioni di bambini per diarrea che si potrebbe evitare con un semplice rimedio che costa 25 centesimi..

I notiziari di questo non parlano...

Polmonite e molte altre malattie curabili con vaccini economici,provocano la morte di 10 milioni di persone ogni anno.

I notiziari di questo non parlano...

Ma quando comparve la famosa influenza dei polli... i notiziari mondiali si inondarono di notizie... un'epidemia e più pericolosa di tutte, una pandemia!

Non si parlava d'altro, nonostante questa influenza causò la morte di 250 persone in 10 anni...

25 morti l'anno!!

L'influenza comune, uccide ogni anno mezzo milione di persone nel mondo.

...Mezzo milione contro 25.

E quindi perché un così grande scandalo con l'influenza dei polli?

Perché dietro questi polli c'era un "grande gallo".

La casa farmaceutica internazionale Roche con il suo famoso Tamiflu, vendette milioni di dosi ai paesi asiatici.

Nonostante il vaccino fosse di dubbia efficacia, il governo britannico comprò 14 milioni di dosi a scopo preventivo per la sua popolazione.

Con questa influenza, Roche e Relenza, ottennero milioni di dollari di lucro.

Prima con i polli, adesso con i suini: e così adesso è iniziata la psicosi dell'inflluenza suina. E tutti i notiziari del mondo parlano di questo.

E allora viene da chiedersi: se dietro l'influenza dei polli c'era un grande gallo, non sarà che dietro l'influenza suina ci sia un "grande porco?".

L'impresa nord americana Gilead Sciences ha il brevetto del Tamiflu.

Il principale azionista di questa impresa è niente meno che un personaggio sinistro, Donald Rumsfeld, segretario della difesa di Gorge Bush, artefice della guerra contro l'Iraq...

Gli azionisti di Roche e Relenza si stanno fregando le mani... felici per la nuova vendita milionaria.

La vera pandemia è il guadagno, gli enormi guadagni di questi mercenari della salute...

Se l'influenza suina è così terribile come dicono i mezzi di informazione,se la Organizzazione Mondiale della Salute (diretta dalla cinese Margareth Chan) è tanto preoccupata, perché non dichiara un problema di salute pubblica mondiale e autorizza la produzione farmaci generici per combatterla?

Che tutti conoscano la realtà di questo vaccino.

Dr. Carlos Alberto Morales Paità

lunedì 14 settembre 2009

Reattori nucleari ai confini nordest come fossero luna park, senza guscio di contenimento - Denuncia di Greenpeace

Green Report:

Greenpeace dichiara di essere «venuta in possesso di un documento della compagnia elettrica Slovenske Elektrarne (SE), controllata al 66% da Enel, che descrive come manipolare l'audizione pubblica prevista dalla procedura di Valutazione di impatto ambientale (VIA) per il progetto di
completamento di due reattori nucleari sovietici a Mochovce, in Slovacchia.

L'audizione si terrà il prossimo 18 settembre, a Bratislava». «Si tratta -
spiega Andrea Zlatnanska, responsabile della campagna Energia - di un documento ufficiale di Enel/Se che mostra chiaramente la volontà di manipolare la partecipazione del pubblico per evitare che si facciano critiche al progetto».

Il documento - sostiene l'associazione ambientalista - descrive come
prevenire che ci siano manifestazioni di protesta, come restringere la
partecipazione del pubblico, e come raggiungere una minima attenzione dei
media. Enel/Se indica esplicitamente al ministero dell'ambiente slovacco di organizzare solamente un'audizione a Bratislava e che venga `evitata'
l'audizione a Vienna già richiesta dal Consiglio comunale. Secondo la
convenzione Espoo, infatti, i Paesi confinanti possono far richiesta di
partecipare alla Via per capire quali potrebbero essere gli impatti del
progetto.

Austria e Ungheria sono ovviamente molto critiche sul completamento di
reattori nucleari risalenti agli anni '70 a pochi chilometri dal confine.

Il progetto consiste nel completamento di due reattori nucleari di
progettazione sovietica VVER da 440 MW ognuno, la cui costruzione fu interrotta all'inizio degli anni '90. I reattori non hanno alcun sistema di protezione in grado di proteggerli da incidenti gravi come l'impatto di un aereo. Il completamento costerà a Enel - nelle previsioni - 2,8 miliardi di euro, quasi quanto costerebbe realizzare ex-novo un reattore EPR di ultima generazione.

«In Slovacchia Enel - dice Francesco Tedesco, responsabile della Campagna
Energia e Clima di Greenpeace - sta buttando i soldi dalla finestra come se comprasse una Duna senza airbag al costo di una Ferrari. È uno scandalo che la controllata di Enel faccia silenzio attorno al progetto e nasconda le informazioni agli occhi dei cittadini che dovranno convivere con reattori nucleari senza guscio di contenimento».

Greenpeace denuncia che il comportamento di Enel/Se, interferendo nel
processo di pubblica partecipazione, è in violazione della legge. Greenpeace chiede dunque al governo slovacco che la procedura di Via, ormai compromessa, sia fermata e fatta ripartire dall'inizio. I lavori di completamento dovrebbero inoltre essere fermati immediatamente fino a quando la procedura Via non sarà conclusa.

noscorietrisaia@libero.it

domenica 13 settembre 2009

India - Contadine e contadini e braccianti in lotta per la vita e contro la liberalizzazione agricola mondiale e l’inaccessibilità dell’acqua

L'India che cambia...

Molti decenni fa l'economista gandhiano Kumarappa - morto nel 1960 – dedicò il suo libro Finance and Poverty ai contadini e braccianti indiani, i kisan, "che sopportano il caldo e la fatica". E' tuttora così. Anzi adesso quei lavoratori devono sopportare anche la globalizzazione.

Per questo in 50.000 sono confluiti davanti al parlamento di New Delhi giorni fa per una protesta pacifica ma energica, con tanto di salti sulle barricate della polizia, arresti e immediati rilasci. Promotori il Coordinamento indiano dei movimenti agricoli e i rappresentanti nazionali del sindacato internazionale Via Campesina. Obiettivo: protestare - come in India hanno iniziato a fare in modo eclatante nel 1997 - contro quella rovina famiglie (rurali) dell'Organizzazione mondiale del commercio.

Già: perché proprio il governo indiano, ospitando un minivertice Omc, ha deciso di "rivitalizzarla", dando il segnale che l'impasse nei negoziati del Doha Round può essere superata, completando entro il 2010 la liberalizzazione dell'agricoltura a vantaggio del grosso business. Il che metterebbe a rischio i mezzi di sussistenza di oltre due terzi degli abitanti del paese, legati al mondo dell'agricoltura, per i quali la concorrenza di quelli che essi chiamano "gli attori agricoli dei paesi sviluppati, pesantemente sussidiati dai loro governi" sarebbe imbattibile e si aggiungerebbe agli altri devastanti fattori di crisi, come la siccità.

Giorni prima i rappresentanti del mondo agricolo avevano incontrato il ministro dell'Agricoltura Anand Sharma. Ricavandone la promessa che non li avrebbe mai traditi. E però, denunciano, é successo il contrario. L'India infatti si sta movendo in completa segretezza nel quadro di vari accordi di libero scambio, oltre all'Omc; e sta perdendo terreno rispetto ai paesi sviluppati, soprattutto gli Stati Uniti, nel negoziare gli unici meccanismi che potrebbero proteggere dalla devastazione il suo vitale settore agricolo: i "prodotti speciali" (Sp) e il "meccanismo speciale di salvaguardia" (Ssm).

L'India ha accettato di esentare dai tagli alle tariffe doganali (imposti dall'Omc) solo otto o nove colture e solo il 5% dei prodotti agricoli. Molto poco, quasi nulla per un paese che ha una grande agro-biodiversità in 15 zone agro-climatiche. Quanto al meccanismo di salvaguardia che dovrebbe
prevenire la crescita delle importazioni, e' stato reso del tutto inoffensivo appesantendolo di termini e condizioni.

Gli Stati Uniti stanno forzando la penetrazione di derrate specifiche come mais, riso, cotone e soia, già riversate con il dumping nei mercati di tutto il mondo. E' anche in gioco, dice Via Campesina, il modello di agricoltura promosso dall'Omc: industriale, ad alta densità di input chimici. Ma gli agricoltori indiani promettono battaglia "finché il ministro Sharma e il Primo Ministro non onoreranno la promessa di proteggere le condizioni di vita nelle campagne".

Intanto in Bangladesh si sono incontrate diverse donne agricoltrici provenienti da Nepal, India, Corea del Sud, Filippine, Thailandia, Indonesia. Hanno voluto calare nella pesante realtà bangladeshi la campagna di Via Campesina contro le violenze sulle donne (ma violenza é anche la
mancanza di accesso all'acqua pulita e ai rifugi anticiclone, vitali per la sopravvivenza). E hanno voluto dare manforte alla lotta per la terra condotta da due sindacati rurali, il Bangladeshi Kisan Sabha e la Bangladesh Krishok Federation. Nel remoto distretto meridionale di Patuakhali, diversi
membri senza terra dei due movimenti hanno occupato le "chaur", isole emerse nei fiumi, una delle conseguenze del caos climatico.

Marinella Correggia

sabato 12 settembre 2009

Altra agricoltura in marcia in Puglia per i diritti della produzione contadina... di Gianni Fabbris

"Una mattina mi son svegliato...."

La mattina dell'11 settembre 2009, alle 9.30 siamo arrivati davanti alla sede RAI di Bari in circa una trentina, un camper, gli striscioni del Tavolo Verde Puglia e le Bandiere di Altragricoltura con una delegazione di gli agricoltori pugliesi e lucani.

Fra di loro anche Tano Malannino viticoltore da Vittoria (RG), presidente di Altragricoltura, Martino Morsello e la moglie Vita da Marsala (TP), Piergiorgio Silanus da San Gavino (CA) del Comitato di lotta degli agricoltori e pastori sardi. Mentre si annuncia l'arrivo di agricoltori da Mondragone (CE) e da Fondi (LT) abbiamo iniziato il presidio. Tano Malannino, Martino Morsello, Piergiorgio Silanus e Angelo Boccuzzi (agricoltore di Ginosa, in provincia di Taranto) si sono incatenati alla balustra antistante l'ingresso della sede RAI di Bari in Via Dalmazia mentre gli agricoltori iniziavano il volantinaggio e la distribuzione dell'uva ai passanti, ai conducenti delle macchine ed agli esercizi commerciali intorno.

A tutti i cittadini ed ai giornalisti che vengono a trovarci stiamo spiegando i nostri obiettivi:

- che l'informazione racconti la verità su quello che sta accadendo nelle campagne meridionali. Gli agricoltori meridionali sono abbandonati ad un destino terribile, la chiusura entro il 2013 deel 40% delle aziende. In questo passaggio in cui perdono agricoltori, lavoratori e consumatori si consumano ingiustizie, impoverimento sociale ed economico, degrado territoriale. Ogni agricoltore venuto qui ha la sua storia da raccontare, una diversa dall'altra. C'è chi racconta delle aziende sarde vendurte all'asta, chi di truffe colossali fatte da commercianti senza scrupoli che emettono assegni a vuoto e scappano, chi ha i pignoramenti dal Consorzio di Bonifica o da Equitalia per somme non dovute, chi ha l'azienda saccheggiata da mafiosi o semplici ladri ma tutti parlano della difficolt di produrre, vendere il prodotto e far quadrare i conti, del venir meno di speranze e del venire avanti della rabbia. Una rabbia che ti porta a dire "se qui non ci scappa il morto nessuno si occupa di noi". E' qui il nostro primo obiettivo di questi giorni e dei prossimi mesi dell'autunno: che si racconti la verità su quello che sta accadendo nelle campagne e si spieghi ai cittadini quello che c'è dietro la condizione di chi oggi lavora la terra. Alla RAI che fa servizio pubblico, ma a tutti gli altri organi di informazione, chiediamo di fare inchiesta di dare la parola di spiegare la crisi.

Per questo siamo qui e non ci muoveremo fino a quando non avremo certezze di aver fatto qualche passo avanti perchè quando si parla di agricoltura si racconti la crisi delle aziende e non si faccia solo folklore.

- che il Governo e le Regioni per le rispettive responsabilità affrontino la crisi delle aziende agricole dell'agricoltura e della zootecnia mediterranea. Gli agricoltori hanno le loro proposte e su quelle si stanno organizzando. Dichiarazione dello stato di crisi, moratoria per impedire la morte delle aziende, una misura sulla finanziaria che risarcisca le aziende del mancato reddito dovuto alla forbice fra costi e prezzi alla produzione, la riforma dell'INPS in Agricoltura in modo da tutelare il lavoro di agricoltori e salariati e non solo gli interessi delle banche , un piano di rilancio delle produzio9ni mediterranee. Misure urgenti che, se adottate, potrebbero contribuire a tasmponare la crisi in attesa dell'inevitabile riforma che risolva gli effetti della più grande calamità dei nostri tempi: il fallimento del neoliberismo in agricoltura. A Bari, nel momento in cui si apre la Fiera del Levante, chiediamo che il Presidente del Consiglio (o chi verrà al posto suo) e il Presidenmte della Regione ci ricevano e ascoltino le proposte degli agricoltori. Non toglieremo il blocco fino a che su questo avremo risposte e garanzie. A scanso di equivoci, comunque, stiamo convocando una manifestazione meridionale a Napoli per i primi di Novembre. Fino ad allora nelle campagne meridionali continueremo le mobilitazioni per ottenere i risultati minimi che ci aspettiamo.

Invio questa nota, dopo aver fatto un primo incontro con i responsabili della redazione RAI e mentre una nostra delegazione è dal Prefetto di Bari. Andremo avanti ad oltranza, rimanendo incatenati e mobilitati.
Oggi 12 settembre aspettiamo qualche centinaio di agricoltori da diverse zone della Puglia e della Basilicata per proseguire e tenere una importante assemblea ed incontro con la stampa.

Gianni Fabbris - fabbris@altragricoltura.net

venerdì 11 settembre 2009

"Dittatori come stars?" di Alba Montori sulla politica spettacolo - nonché - "Vacche grasse e bambini magri" di Ecofilosofia Trevigiana

In questo mio belpaese (mio si fa per dire: mi ci sento sempre più a disagio) sembra ci sia una predilezione per i dittatori, pardon i Presidenti!

Dopo il (colonnello? generale?)presidente Gheddafi, adesso Chavez: accoglienze trionfali a due dittatori in due mesi.
Una vera mania.

E mica da parte degli addetti ai lavori, gente che ha il compito (talvolta ingrato) di ricevere i capi degli altri stati per protocollo, a prescindere dal livello di civiltà politica dei medesimi: no, da parte del popolo dei cultori della cultura cinefila, cinematografica e dello spettacolo, dei maggiorenti e pure del popolo sovrano, proprio quello che parla democratico, vive democratico e muore democratico, così democratico (di sinistra o di destra) che di più non si può pure se ama i dittatori.

Insomma pare che calpestare la democrazia e i diritti civili sia assolutamente trendy, a sinistra come a destra, sinistra( sinistra) e destra (destra) inopinatamente, concordi entusiasticamente nell'applaudire, e addirittura osannare chi ha costruito e mantiene il suo potere proprio sulla discriminazione politica e il disprezzo della libertà.

In effetti, quando è arrivato Alhmadinejad con la scusa della conferenza FAO, che è della stessa risma, non eravamo poi una grande moltitudine a pretendere che non fosse ricevuto non solo con tutti gli onori, ma a non esser ricevuto affatto.

Ma non riesco a meravigliarmi di ciò: dopotutto in questo paese lo spirito di emulazione è forte e diffuso capillarmente, perfino a livello inconscio, il servilismo al Potere. E più è "forte"ovvero autoritario, arrogante, illibertario e rozzo e meglio è. Se no che Potere è?

Stalin/Hitler vince tutti gli avversari, anche se li stermina è buono, è bravo e bello pure. Forse che il Potere non glie l'aveva dato il Popolo?

Come a Gheddafi, a Chavez, ad Alhmadinejad e ... beh, sono in attesa di vedere il prossimo!

Scusatemi, io non ci sto, non ci posso stare.
E non vi provate a dire che cose del genere le fate anche in mio nome.

Dittatori, NO. NO, e basta, senza grazie.
Non sono proprio sola sola siamo pochi, discriminati, zittiti, ma resistiamo

Alba Montori - Condominio Terra

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VACCHE GRASSE E BAMBINI MAGRI.

840 milioni di esseri umani, soprattutto bambini (e quasi tutti nel Sud del mondo), soffrono di denutrizione cronica (dati FAO 2004). Ma, com´è noto, la fame nel mondo non è un problema causato dalla mancanza di cibo prodotto, ma da una sua distribuzione non omogenea e soprattutto dagli sprechi enormi: 36 dei 40 paesi più poveri del mondo esportano cibo verso gli USA e l´Europa.

L´Etiopia, anche durante la sua peggiore carestia, produceva semi oleosi che esportava per il consumo animale. Il Brasile conta 16 milioni di persone malnutrite. Ed esporta 16 milioni di tonnellate di soia per
mangimi animali - 1000 kg di soia l´anno per ogni individuo malnutrito! (Fonte: Database FAO 2001)

La Colombia dispone di 45 milioni di ettari coltivabili: solo 5 milioni sono coltivati per produrre cibo per la popolazione, 40 milioni sono latifondi lasciati a pascolo per la produzione di carne. In Messico, milioni di persone soffrono di denutrizione cronica. Nel 1960, il bestiame consumava 5% dei cereali prodotti. Nel 2003, il 45%. Allo stesso modo, per l´Egitto si è passati dal 3% a 31%, per la Cina dall´8% al 28%. (Fonte: Unimondo)

FABBRICHE DI PROTEINE ALLA ROVESCIA
L´animale, considerato come macchina che trasforma risorse vegetali in animali, è completamente inefficiente. L´indice di conversione è definito come la quantità di kg di vegetali necessari a far crescere l´animale di un kg. Se facciamo un confronto con le proteine, anziché col peso dei vegetali, i risultati sono simili: per produrre un kg di proteine animali servono 16 kg di proteine vegetali! Un vera fabbrica di proteine alla rovescia!

L´economista Frances Moore Lappé, ha calcolato che in un anno, nei soli Stati Uniti, sono state prodotte 145 milioni di tonnellate di cereali e soia. Per conto, sono stati ricavati 21 miloni di tonnellate di carne, latte, uova. Facendo la differenza, si ottengono 124 milioni di tonnellate di cibo sprecato: questo cibo, avrebbe assicurato un pasto completo al giorno a tutti gli abitanti della Terra! Con il solo spreco degli USA. (Fonte: Frances Moore Lappé, "Diet for a small planet", New York, Ballantine Books, 1982, pp.69-71)

Se consideriamo le proteine anziché le calorie: un ettaro di terra destinata ad allevamento bovino produce in un anno 66 Kg di proteine. Destinando lo stesso terreno alla coltivazione della soia otterremmo nello stesso tempo 1848 Kg di proteine, cioè 28 volte di più (Fonte: J. Andrè, Sette miliardi di vegetariani, Giannone Ed.)

GLI SPRECHI GLOBALI DI CIBO E TERRE
I 2/3 delle terre fertili del pianeta sono usati per coltivare cereali e legumi per animali. (Fonte: FAO e USA Agency for International Development) Su scala mondiale, il 90% della soia e la metà dei cereali prodotti globalmente sono destinati a nutrire gli animali anziché gli esseri umani. (Fonte: Database FAO, Food Balance Sheet, 2001).

IMPATTO SOCIALE
L´Europa è in grado di produrre abbastanza vegetali da nutrire tutti i suoi abitanti, ma non i suoi animali. Solo il 20% delle proteine vegetali destinati agli animali d´allevamento proviene dall´interno, il resto viene importato dai paesi del sud del mondo, impoverendoli ulteriormente, e
sfruttando le loro risorse ambientali. (Fonte: Commissione Europea).
Se tutti, sulla Terra, adottassero un modello di consumo come quello oggi imperante nei paesi occidentali, il pianeta non potrebbe reggere, servirebbero almeno due volte e mezza le terre emerse oggi esistenti. Viceversa, se tutti seguissero il modello alimentare degli indiani, potremmo nutrire 11 miliardi di persone (contro i 6 miliardi attualmente esistenti).

I paesi ricchi oggi possono consumare così tanta carne solo perché sfruttano suolo e risorse dei paesi poveri in cui il consumo di carne è minimo. SPRECO D´ACQUA Il 70% dell´acqua utilizzata sul pianeta è consumato dalla zootecnia e dall´agricoltura. Dobbiamo sommare, infatti, l´acqua impiegata nelle coltivazioni, che avvengono in gran parte su terre irrigate, l´acqua necessaria ad abbeverare gli animali e l´acqua per pulire le stalle. Una vacca da latte beve 200 litri di acqua al giorno, 50 litri un bovino o un cavallo, 20 litri un maiale e circa 10 una pecora. (Fonte: "Le fabbriche degli animali", E. Moriconi, Ed. Cosmopolis, 2001)

Il settimanale Newsweek ha calcolato che per produrre soli cinque chili di carne bovina serve tanta acqua quanta ne consuma una famiglia media americana in un anno (5 kg di carne non bastano a coprire il consumo di una settimana, per la stessa famiglia!).

SPRECO DI ENERGIA
Anche l´energia fossile necessaria per la produzione di cibi animali è di gran lunga maggiore di quella necessarie per la produzione degli stessi nutrienti da fonti vegetali. Le calorie di combustibile fossile spese per produrre 1 caloria di proteine dalla soia sono pari a 2; per il grano, servono 3 calorie, per il latte 36, per il manzo 78. Un rapporto soia/carne pari a 1:39 a sfavore della carne.
(Fonte: "Energy and land Constraints in Food Protein Production", Science, Nov 21, 1975)

Il consumo medio annuo del solo manzo di una famiglia americana richiede 1200 litri di carburante ed immette nell´atmosfera 2,5 tonnellate di CO2, che equivale a utilizzare la macchina per 6 mesi (Fonte: Alan Durning, "Cost of Beef for Health and Habitat" Los Angeles Times September 21
1986 V3).

Jon R. Louma afferma che per ogni caloria ingerita dall´americano medio, servono 9.8 calorie di carburante fossile, quindi in un anno un americano "mangia" 13 barili di petrolio.

INQUINAMENTO CHIMICO
Il massiccio uso di fertilizzanti è dovuto soprattutto alla pratica della monocoltura, che risulta conveniente in quanto consente una industrializzazione spinta: vengono standardizzate le tipologie di intervento, i macchinari agricoli, le competenze e i tempi di lavoro.
Se anziché alla monocoltura i suoli fossero destinati a coltivazioni a rotazione per uso diretto umano, non sarebbero necessari prodotti chimici, perché il suolo rimarrebbe fertile. I prodotti chimici comprendono fertilizzanti, pesticidi (che uccidono gli insetti nocivi per le colture)
ed erbicidi (che uccidono le piante nocive): tutti inquinano il suolo, l´acqua e il cibo stesso.

Non si tratta però di un problema legato all´agricoltura in sé e per sé, ma all´agricoltura finalizzata all´allevamento di animali: per quanto riguarda gli erbicidi, ad esempio, è indicativo il fatto che l'80% di quelli usati negli USA viene utilizzato nei campi di mais e di soia destinati all´alimentazione degli animali.

INQUINAMENTO DA DEIEZIONI
In Italia gli animali d´allevamento producono annualmente circa 19 milioni di tonnellate di deiezioni a scarso contenuto organico, che non possono essere usate come fertilizzante. Contengono prodotti chimici (farmaci, fertilizzanti) di cui gli animali sono imbottiti. Calcolando il carico equivalente, ovvero trasformando il numero di animali in quello equivalente di popolazione umana che produrrebbe lo stesso livello di inquinamento da deiezioni, in totale, in Italia, gli animali equivalgono ad una popolazione aggiuntiva di 137 milioni di cittadini, cioè più
del doppio del totale della popolazione. (Fonte: "Le fabbriche degli animali", E. Moriconi, Ed. Cosmopolis, 2001)

Le deiezioni provenienti dagli allevamenti intensivi USA inquinano l´acqua più di tutte le altre fonti industriali raggruppate. (Fonte: Environmental Protection Agency 1996)

Lo spandimento delle deiezioni animali è strettamente collegato alla "zona morta" di 7,000 miglia quadrate nel Golfo del Messico, che non contiene più vita acquatica (Fonte: Howlett, Debbie "Lakes of Animal Waste Pose Environmental Risk", USA Today, 30 Dec. 1997, p. A7.).

Il 16% del metano immesso nell´atmosfera, una delle cause dell´effetto serra, viene emesso dagli animali d´allevamento. (Fonte: World Watch Institute, "State of the World 2004", p. 74).

L´ABBATTIMENTO DELLE FORESTE
Le foreste pluviali, il polmone verde della Terra, non vengono abbattute per predare il legname: questa è una della cause minori, la causa principale è la creazione di pascoli per l´allevamento di bovini destinati a fornire carne all´Occidente.

In Costa Rica, ad esempio, durante gli anni ´60 e ´70 l´aumento vertiginoso delle esportazioni di carne verso gli Usa - conseguente al boom del consumo degli hamburger - determinò un vero e proprio assalto alle foreste pluviali; oggi sono ridotte a poco più del 10% della loro estensione originaria. (Fonte: Unimondo)

Nella foresta Amazzonica, l´88% del territorio disboscato è stato adibito a pascolo (Fonte: The year the world caught fire, Rapporto del WWF, 12-1997)

In totale, la metà della foresta pluviale dell´America centrale e meridionale è stata abbattuta per l´allevamento (Fonte: FAO e USA Agency for International Development).

E il ritmo di disboscamento è in continua crescita.

UN ESEMPIO EMBLEMATICO: IL BRASILE
Secondo i dati del CIFOR (Centro per la Ricerca Forestale Internazionale) e dell´INPE (l´Istituto di Ricerca Spaziale del governo Brasiliano):
- Tra il 1997 e il 2003 (6 anni) c´è stato un incremento del 600% di carne bovina esportata (soprattutto in Europa). L´incremento di popolazione bovina si è avuto per l´80% nella foresta amazzonica.
- Nel 2003 c´è stata una crescita del 40% della deforestazione rispetto all´anno precedente.
- In soli 10 anni, la regione ha perso un´area pari a due volte il Portogallo. Gran parte di essa è diventata terra da pascolo. Le operazioni di taglio per il mercato del legno sono molto meno influenti sulla deforestazione rispetto alla produzione di carne.

Per produrre un hamburger dai manzi dell´America Latina, si devono abbattere 5 mq di foresta tropicale (Fonte: Julie Denslow Julie and Christine Padoch. People of the Tropical Rainforest. Berkeley: University of California Press. 1988. p. 169)

L´ITTICOLTURA
Se gli allevamenti intensivi ed estensivi di mammiferi e volatili causano così tanti danni, la pesca e l'allevamento di pesci non è certo da meno.
Il problema dell'overfishing - la pesca intensiva nei mari di tutto il mondo - è all'ordine del giorno presso tutte le istituzioni nazionali ed internazionali (ONU, Comunità Europea, ecc.): la quantità di pesci ancora presente nelle acque è sempre più esigua.

L'allevamento di pesci - o itticoltura - è quindi in rapida crescita (38% del pesce venduto in Italia, nel 2003), ma crea più problemi di quanti ne risolva. Solo il 12.4% degli allevamenti è "estensivo" (i pesci sono liberi in stagni o in lagune costiere), il restante è intensivo (vasche di cemento o gabbie in mare). (Fonte: Ismea 2003, Ministero delle Politiche Agricole e Forestali 2003).

Allevamento intensivo significa:
- animali in numero altissimo in piccoli spazi, e conseguentemente, come per gli allevamenti di animali terrestri, largo uso di antibiotici e altri farmaci atti a prevenire malattie di vario tipo (cui gli animali vanno più soggetti per la vita del tutto innaturale cui sono costretti) per evitare epidemie devastanti;
- uso di erbicidi per controllare la crescita della vegetazione acquatica;
- uso di disinfettanti;
- produzione di grandi quantità di deiezioni;
- tutte queste sostanze vengono scaricate nelle acque costiere, insieme agli scarti dei mangimi, inquinando irrimediabilmente le acque;
- saccheggio delle già scarse risorse ittiche naturali per fornire cibo ai pesci carnivori allevati: per 10 kg di spigole d'allevamento serve un quintale di sardine catturate in mare!

Animali uccisi nel mondo per motivi nutrizionali 48 miliardi ogni anno
131 milioni ogni giorno
5.500.000 ogni ora
91.000 ogni minuto
1.500 ogni secondo

POSSIBILI SOLUZIONI
Esercitare un consumo critico e consapevole, orientando i propri acquisti in modo da causare il minor impatto possibile sul pianeta, sull´ambiente e sugli animali Scegliere sempre prodotti di stagione, della zona e poco o per nulla lavorati. Risparmiare il più possibile non seguendo mode o tendenze ma solo le esigenze personali. Acquistare il più possibile direttamente dai produttori di zona. Non consumare carne adottando uno stile di vita VEGETARIANO o meglio ancora VEGANO. Leggere sempre bene ed accuratamente le etichette dei prodotti, privilegiando le aziende piccole e locali ed evitando le multinazionali. Non acquistare prodotti derivanti dallo sfruttamento animale DIRETTO o INDIRETTO (cibo, abbigliamento, accessori etc...). Consumare prodotti biologici.

VEGETARIANO? VEGANO? CHE VUOL DIRE?
Vegetariano: il vegetarismo include anche il veganismo ed è definito come la pratica di non mangiare carne, pollame o pesce o i loro derivati, con o senza il consumo di latticini o uova. Viene spesso fatta un´ulteriore distinzione attraverso l´uso delle denominazioni OVO-LACTO e LACTO.

I vegetariani possono utilizzare o minimizzare a scopo non alimentare i prodotti di origine animale, come accade per i vegani, oppure no.
Ovo-Lacto Vegetariano: segue la stessa dieta di un vegano ma consuma anche uova e prodotti caseari. E´ la forma più diffusa di vegetarismo.
Lacto Vegetariano: segue la stessa dieta di un vegano ma consuma anche i latticini.
Vegano o Vegan: Vegetariani totali che escludono anche latte, uova, miele, formaggi e tutti gli alimenti direttamente o indirettamente provenienti dagli animali.
Fruttariano: Vegetariani totali che si nutrono di frutti e di semi.

Associazione Eco-Filosofica Trevigiana