Una coppia di amici di Caterina, di nome Fabrizia e Franco, che anch'io ho conosciuto e frequentato nel tempo (lui ex segretario comunale di vari centri emiliani, lei veterinaria della asl), ci hanno invitati a pranzo a casa loro, a Mirandola.
Ve lo dico non solo per giustificarmi se il Giornaletto del 3 agosto 2023 sarà un po' risicato ma anche perché mi fa piacere ricordare i miei passaggi a Mirandola in un lontano passato, quando giovane sderenato (senza arte né parte) di tanto in tanto mi avventuravo in trasferte in autostop Verona-Roma, solo per amor dell'avventura. Mirandola era lo snodo per uscire dalla Pianura Padana ed entrare nel grande Centro.
Una sorta di passaggio del Rubicone per me che pendolavo tra la mia città natale, Roma, e quella del mio buen retiro artistico, Verona, esule alla conquista di uno status di poeta, filosofo ed artista concettuale.
Ogni volta, giunto a Mirandola, meditavo sulla mia condizione di “apolide”, tra il desperado in fuga ed il figliol prodigo che torna a casa.
Per questa ragione, la mattina del 2 agosto 2023, per presentarmi a casa degli amici per bene di Caterina mi sono agghindato da “artista” e “scrittore”. Artista, perché malgrado il completino variegato marrone delle feste che indosso, non mancano toppe ai pantaloni e la camicia americana a fiori, scarpe di cuoio marchigiano fatte a mano, giacchetta leggera in gabardine, un po' lisa.
Mi sembra di vestire come il Casanova, povero in canna, che cerca di tornare a Venezia per farsi perdonare i suoi peccati di gioventù. Però stavolta mi fermo a Mirandola, resto in una via di mezzo! Come doni ai nostri ospiti portiamo pastarelle (da parte di Caterina) ed un libro libro “Compagni di viaggio” (da parte mia)...
Paolo D'Arpini in collaborazione con Caterina Regazzi
(In foto pronti alla partenza)
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