Draghi il suo lavoro l’ha giá fatto, comunque si voglia giudicare questo lavoro. Io lo giudico come il peggio del peggio: la continuazione del Britannia, delle privatizzazioni, della consegna della nostra economia reale agli stranieri. Certo, non é rimasto molto: i balneari, i tassisti, piccoli manrovesci sulle case degli italiani, e poco altro. Ma – come diceva Pierino – il pensiero é quello che conta.
Lui aveva sistemato (si fa per dire) le cose ancóra prima, quando si preparava al salto verso il Colle-piú-alto. Ce lo aveva comunicato col sorriso sulle labbra. Ricordate la sua conferenza-stampa? Il PNRR é giá incardinato, le “riforme” pure, e quindi poteva tranquillamente lasciare le redini del governo in altre mani.
Allora non gli andó bene. Invece gli é andata benissimo adesso. É stato bravo al Senato: li ha messi alle corde con grande abilitá, sia i grillini che il “centro-destra di governo”. Una sequela di attacchi ben calibrati, con calcolata arroganza, con spocchia da vero banchiere della Goldman Sachs. Fino a costringerli a staccargli definitivamente la spina.
Cosí ha ottenuto quello che voleva. Defilarsi prima che la situazione diventi esplosiva. Lui sa bene che l’Italia viaggia verso una crisi economica e sociale da brividi, una crisi dovuta alla politica suicida delle sanzioni e del prolungamento artificiale della guerra in Ukraina. Lo sa bene, ed ha preferito lasciare ad altri la patata bollente.
E speriamo che non sappia altro. Che non sappia – per esempio – che gli americani si apprestino a una escalation della loro guerra “per procura” contro la Russia, utilizzando i prestanome ukraini per provocare un incidente nucleare a Zaporižja o per tentare l’invasione della Crimea. O che, addirittura, non vogliano coinvolgere direttamente nel conflitto la NATO, e quindi anche l’Italia. Ma – lo sottolineo a scanso di equivoci – questa é soltanto fantapolitica. Mi auguro che rimanga tale.
In ogni caso, Sir Drake ha preso tutti in contropiede e si é tirato fuori dai pasticci. Da qui al giorno delle elezioni ne vedremo ancora delle belle. O, piú facilmente, delle brutte.
Michele Rallo
Commento di Giorgio Stern: "Draghi è stato cacciato dalla situazione che lui e i suoi sodali hanno creato. E che li ha travolti. Gli ambienti che determinano i comportamenti di costoro sono nel marasma. Al contrario di quanto alcuni
RispondiEliminacredono speravano di farcela senza elezioni sino al 2023. E magari oltre. Contavano sul supereroe portato sulla Terra dalla BCE ed osannato nelle conventicole politiche. Ora Draghi non c'è più e non sarà facile sostituirlo ora che, come giustamente è scritto, "l'Italia viaggia verso
una crisi economica e sociale da brividi". Data la difficoltà di trovare un clone non escluderei che prorogassero l'attuale, come salvagente da
indossare sul Titanic. Grazie per l'attenzione //" (Giorgio Stern)