Pochi eventi potrebbero unire il nostro continente come la vittoria sul nazifascismo. Eppure la sua ricorrenza, celebrata a Mosca il 9 maggio, è diventata negli ultimi anni una commemorazione sempre più della Russia e sempre meno dell’Europa. Che anzi, nella stessa data, preferisce celebrare la dichiarazione Schuman, dunque se stessa.
I tedeschi firmarono la resa in quella che a Berlino e in gran parte dell’Europa era la tarda sera dell’8 maggio 1945, mentre a Mosca si era già giunti al giorno successivo.
Ma non è solo una questione di fuso orario. A Kiev, dove gli orologi scandiscono le stesse ore della capitale russa, dal 2015 si predilige l’8 maggio per il “Ricordo e la Riconciliazione” e non si parla più di Grande guerra patriottica. (Limes)
️ Il 9 maggio non è un giorno come gli altri in Russia. È il giorno nel quale si celebra la vittoria della seconda guerra mondiale. Larga parte dell'Ucraina Orientale è stabilmente sotto il controllo russo e gli assassini n@zisti sono stati falcidiati.
️ Quale occasione migliore quindi di quella di dichiarare la vittoria contro il n@zismo in Ucraina di quella offerta dalla celebrazione della vittoria contro il n@zismo tedesco nella seconda guerra mondiale?
️Sarebbe la chiusura di un ciclo storico. L'Occidente liberale ha dichiarato per anni la sua opposizione di facciata al n@zismo e ha finito poi per rivelare il suo completo appoggio a questa ideologia. La Russia, da parte sua, è invece la nazione che si è opposta e ha combattuto veramente il n@zismo.
Scrive Fulvio Grimaldi: "Due bellissime notizie nel tempo del diluvio: il 9 maggio celebriamo tutti, noi a Roma San Giovanni, ore 11, insieme a tutti i russi, Putin compreso, l’anniversario della Grande Vittoria sul nazifascismo nel 1945, merito preponderante dell’Unione Sovietica e del suo sacrificio di oltre 20 milioni di voti.
RispondiEliminaCelebrazione da perpetuare in spirito e atti nell’attualità di questi giorni che vedono profilarsi il più massiccio tentativo globale delle èlites militar-finanziario-mediatiche di restaurare, a partire dall’agnello sacrificale ucraino, un nazismo globale violento, bellicista, tecnocratico, psicotirannico, nella forma delineata dal Grande Reset
Ci troviamo tutti a Stalingrado.
L’altra grandissima notizia, a me che ho vissuto in prima persona l’intera vicenda nordirlandese, è la vittoria nell’Irlanda del Nord irredenta, per il parlamento locale, la prima volta, dei repubblicani dello Sinn Fein. Scalzata la destra fascistoide e squadrista dei partiti Unionisti legati al Regno Unito, sconfitta in decenni di lotta civile armata l’occupazione militare britannica (che ha al suo attivo la Strage della Domenica di Sangue a Derry), vincono con lo Sinn Fein i combattenti e i martiri della lotta per la liberazione e l’unificazione irlandese, per la quale si aprono ora prospettive concrete. A partire dai 14 civili trucidati nel Bloody Sunday e da Bobby Sands e dei suoi 10 compagni morti di sciopero della fame per non piegarsi al diktat di Margaret Thatcher.
A scanso di colpi di coda violenti della ormai minoranza unionista e del demenziale guerrafondaio Boris Johnson."