venerdì 4 dicembre 2020

Silvio, lo slandron che rimesta la Destra (con l'aiuto della Sinistra)

 


Inutile negarlo: una Destra forte di oltre il 40% delle intenzioni di voto (tra Lega e Fratelli d’Italia) è stata messa nel sacco da un anziano signore che possiede un partitino che a mala pena conta ancora un 6-7% (Forza Italia). Naturalmente, l’anziano signore non ha fatto tutto da solo, ma ha potuto giovarsi – sin dall’inizio dell’operazione – del sostegno di tutto il Circo Barnum di quella coalizione  che si trova fortunosamente a detenere ancora una maggioranza parlamentare.

Molto probabilmente – siamo nel campo delle ipotesi – il Circo Barnum ha giocato abilmente le proprie carte. Qualcuno giura che all’anziano signore sia stata graziosamente offerta una di quelle norme legislative che una volta la sinistra definiva “ad personam”. Io non vorrei crederlo. Anche se, francamente, appare strano che, una decina di giorni prima del voto sullo scostamento di bilancio, la senatrice PD Valeria Valente abbia presentato un emendamento che mette al riparo Mediaset dal tentativo di scalata dei francesi di Vivendi. Tra l’altro, la senatrice ha precisato che l′“emendamento salva-Mediaset” non era un semplice parto della sua fantasia legislativa, ma «nasce dallo stimolo dei ministri Gualtieri e Patuanelli». Democratico il primo, pentastellato il secondo.

Strana coincidenza, dicevo. Eppure, non credo che l’intera vicenda possa ridursi ad un semplice do ut des. Credo piuttosto che, oltre che dalla preoccupazione per le sorti di Mediaset, a motivare l’anziano signore sia stata la sua senile passione per una “unione dei moderati” che appartiene ad un’altra epoca della nostra storia e che oggi non rappresenta più nulla nella politica italiana.

Siamo in un altro secolo, in un altro millennio. Il contrasto non è più tra fascisti e comunisti  e neanche fra un Centro-destra e un Centro-sinistra tra loro quasi sovrapponibili. Il contrasto di fondo, la contrapposizione radicale è tra quanti soggiacciono alle parole d’ordine di un globalismo finanziario che vuole eliminare le identità nazionali.

Queste cose l’anziano signore non le ha mai capite. Lui è sempre rimasto fermo ad una narrazione politica da guerra fredda, spendibile – come massimo – sino alla caduta del muro di Berlino e alla fine dell’Unione Sovietica.

Oggi il panorama politico non è più lo stesso: gran parte della Sinistra ha abbandonato la difesa dei ceti popolari ed è diventata “moderata”, accettando le parole d’ordine dell’alta finanza e delle sue proiezioni politiche (Unione Europea compresa); al contrario, gran parte della Destra ha radicalizzato le sue posizioni, assumendo anche la rappresentanza politica delle classi popolari, angariate dalle “riforme” dettate dai poteri forti.

Una parte minoritaria della Destra – viceversa – ha rifiutato una scelta di campo netta, collocandosi in prossimità di un indistinto “centro” dello scacchiere politico, ed assumendo una attitudine “moderata” che la porta a condividere gran parte delle scelte anti-nazionali e anti-popolari dei “moderati” della cosiddetta Sinistra.

Naturalmente – inutile dirlo – i termini Destra e Sinistra sono soltanto orientativi, e vanno intesi nella loro accezione più generica: assai vicina a quella di un Centro-destra e di un Centro-sinistra che spesso associano realtà ben diverse tra loro.

Comunque ancora per questa volta Silvio  è riuscito a infinocchiare tutti. 

Stralcio di un articolo di Michele Rallo



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