"il complottista è colui che crea un complotto e non colui che lo analizza. In questo senso bisogna notare come questa semplificazione induca a un cortocircuito cognitivo per cui chi riesca a individuare una dinamica occulta debba essere per forza parte della stessa dinamica se non addirittura causa."
Sindrome del Complottista
Leggo con molta preoccupazione che, dopo Sovranismo psichico tra i neolinguismi Treccani, sia stata inserita la Sindrome del Complottista tra le malattie di MedicinaItalia ovvero il sito più bazzicato dagli ipocondriaci italiano scriventi.
Parlo di molta preoccupazione innanzitutto perché penso che l'andazzo delle discipline psicologiche e soprattutto psichiatriche, negli ultimi tempi, porti spesso a un generalizzato approccio omologante e standardizzante degli individui sociali. Inoltre mi preoccupa il fatto che creare uno strumento istituzionale di questo tipo possa dare modo di mettere a tacere anche tutto ciò che è dubbio legittimo di coloro che mettono in discussione molte dinamiche egemoniche cercando di raccappezzarsi in un mondo che spinge sempre più a un globalismo imposto.
Una terraformazione culturale calata dall'alto per un maggior controllo della massa che è sempre più numerosa e grazie al web indisciplinata dal punto di vista intellettivo.
Riguardo l'essere indisciplinati bisogna fare un appunto. A parer mio è necessario lavorare sull'esondazione di informazioni a carattere virale che possono dare adito a psicosi generalizzate sia dall'alto che dal basso, ma lo strumento dovrebbe essere la consapevolezza attraverso metodo logico di discernimento e non coercizione e standardizzazione del comportamento. Le cause del dilagare di dinamiche web sconclusionate sono sintomi di profondo disagio sociale e culturale e vanno inquadrate in un'analisi olistica di concause complessive senza cedere alla tentazione facile della colpevolizzazione individuale.
Giudizio di colpa che denota presunzione se la certificazione dell'appartenenza al mondo dell'analisi psicologica può tenerci al riparo dalle stesse dinamiche, giudizio di colpa che denota arroganza se si parte dal presupposto analitico di una superiorità intellettiva di base.
Tornando a bomba sulla collocazione semantica di "complottismo" bisogna fare l'appunto classico per cui teoricamente il complottista è colui che crea un complotto e non colui che lo analizza. In questo senso bisogna notare come questa semplificazione induca a un cortocircuito cognitivo per cui chi riesca a individuare una dinamica occulta debba essere per forza parte della stessa dinamica se non addirittura causa. In un certo senso ritengo veritiera questa ambiguità semantica visto che le dinamiche egemoniche occulte e palesi hanno come oggetto la quasi totalità della popolazione umana in un modo o in un altro.
Ma tralasciando le sottigliezze lessicali, vorrei porre l'accento sul fatto che le analisi delle dinamiche egemoniche occulte sono parte integrante di una forma mentis umanistica sin dagli albori della cultura classica mediterranea che affonda le radici culturali nel precedente mondo mediorientale. In questa visione storica è facilmente identificabile una strutturale propensione analitica delle dinamiche socioculturali da parte di quel ristretto gruppo di persone che dedicarono la loro vita allo studio e alla ricerca.
Per cui concludo dicendo che l'approccio medico occidentale istituzionalizzato sul comportamento umano denota fallacia perché autoreferenziale. A parer mio, si dovrebbe lavorare sulla consapevolezza individuale, sociale e culturale dal basso verso l'alto in una interazione interdisciplinare e non etichettare un intero approccio alla realtà come disfunzionali a priori, spinti dalla certificata autorità a poterlo fare.
I dislivelli culturali e la disuguaglianza sociale dovrebbero essere oggetto di analisi integrata tanto quanto la psiche umana nello specifico di questo fenomeno.
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