lunedì 13 aprile 2020

Coronavirus. Le restrizioni in atto sino al 3 maggio 2020 (per ora, poi si vedrà)


Coronavirus mascherine, realtà e illusioni. A chi darle, quali ...

Quali sono le novità del nuovo decreto legge del 10 aprile che estende le misure di restrizione fino al 3 maggio? Per le imprese ecco cosa cambia e cosa cambierà per tutti nella Fase 2.
Il nuovo decreto del 10 di aprile presentato  dal presidente del Consiglio e che entrerà in vigore a partire dal prossimo lunedì 14 aprile, estende fino al 3 maggio le disposizioni del decreto legge del 25 marzo (n. 19).
Mentre il decreto non modifica nulla per quanto riguarda le attività che i cittadini possono o non possono svolgere, e in pratica bisogna stare a casa il più possibile e l’attività sportiva è consentita giusto fuori l’uscio di casa, per le imprese qualcosa è cambiato.
Non è stato aperto solo il settore della silvicoltura, non sono state aperte solo le librerie (anche se c’è chi si domanda il motivo visto che nessuno può uscire di casa), ma viene introdotto il principio della “comunicazione resa”.
Cioè, io ti ho comunicato che faccio parte di una delle attività produttive dell’allegato 3 al presente decreto, o che la mia attività ricade tra “le attività che sono funzionali ad assicurare la continuità delle filiere delle attività di cui all'allegato 3” e quindi vado avanti.
Se successivamente il Prefetto o un suo delegato invieranno un controllo per verificare se effettivamente l’attività imprenditoriale può o non può restare aperta, allora se ne discuterà.
Questo aspetto ha fatto dire al presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che di fatto il lockdown non esiste più. Perché sarà difficile per i prefetti controllare tutti.

Chi dimostra di non potersi fermare non si ferma

Ancora un altro aspetto va sottolineato. Le attività “degli impianti a ciclo produttivo continuo” possono proseguire, attenzione, “previa comunicazione al prefetto della provincia ove è ubicata l'attività produttiva”, se il fermo produttivo può arrecare “grave pregiudizio all'impianto stesso o un pericolo di incidenti”.
Anche in questo caso, se l’industria dimostra di non potersi fermare, come l’altoforno di una acciaieria ad esempio, allora si può proseguire.
Naturalmente le autorità potrebbero imporre la sospensione dell’attività, ma, il nuovo decreto del 10 aprile recita:
“Fino all'adozione dei provvedimenti di sospensione dell'attività, l'attività è legittimamente esercitata sulla base della dichiarazione resa”.

Il decreto si predispone al dopo

L’articolo 3 del decreto di aprile predispone i cittadini al dopo, cioè alla fase 2 in cui si riapriranno le varie attività e ci aiuta a delineare come vivremo i prossimi mesi.
Le persone anziane, le persone immunodepresse e chi ha patologie plurime, dovrà spostarsi di casa il meno possibile e solo per svolgere attività strettamente necessarie.
Nelle scuole e università, comprese quelle dell’infanzia, vedremo comparire informazioni sulle misure di prevenzione igienico sanitarie da seguire.
Anche gli esercizi commerciali dovranno dotarsi di cartelli informativi rivolti alla clientela.
Negli ospedali e negli altri uffici pubblici troveremo soluzioni disinfettanti collocate un po’ ovunque per pulire le mani.
Le aziende del trasporto pubblico dovranno effettuare disinfezioni dei mezzi “a cadenza ravvicinata”.
E per quanto riguarda le mascherine...
In Lombardia girare in pubblico con la mascherina è già un obbligo, ma non lo è in molte altre Regioni italiane. Tuttavia, ieri, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, ha preannunciato che tale misura sarà attuata anche in Campania, ma si attende che la Regione riesca a raggiungere una produzione autonoma di mascherine pari a 3 milioni di mascherine. Tali mascherine verranno poi distribuite alla popolazione attraverso vari canali. Ma sarà tutta Italia a dover girare in pubblico con la mascherina per un lungo periodo.
Coronavirus e mascherine, cosa c'è da sapere

1 commento:

  1. Commento di B.C.: "...i Paesi della NATO destinano circa il 2% del loro PIL alle spese in materia di difesa. Dunque? La NATO si è trovata del tutto impreparata alla “guerra batteriologica” con il coronavirus. Nel linguaggio degli affari, è stato un fallimento istantaneo! L’Unione europea che ha abbattuto il muro di Berlino sullo sfondo del sostegno popolare si è ora frantumata e ha eretto muri non solo fra Paesi ma anche tra singole città. Tuttavia, ciò che è mancato e che manca è proprio un coordinamento paneuropeo per contrastare il virus..."

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.