lunedì 6 aprile 2020

Cittadini sovrani... non sudditi


Da sudditi a cittadini

Sarebbe bello risolvere un po' dei  tanti problemi d'oggi con un sol colpo. Ad esempio si potrebbe fare un'improvvisata collettiva sul balcone appendendo un lenzuolo con su scritto qualcosa che condensi questo pensiero: voglio vivere in una vera Democrazia, in una vera Repubblica. 

Voglio che l'intero apparato pubblico, lo Stato, divenga davvero democratico: rinnovato completamente, periodicamente, regolarmente. Come il Parlamento. 

Voglio che nel pubblico impiego si assuma solo a tempo determinato. 

Voglio che venga aperta la Banca del Pubblico Impiego: dove chiunque si possa registrare, fornire dati, competenze, preferenze, prenotandosi per dare un contributo, retribuito, alla Res Publica. 

Non voglio più vivere sottomesso agli appartenenti di una casta: agli assunti a vita, ai burocrati, ai carrieristi, in divisa e non. Voglio che chi lavora nello Stato sia un mio pari, un cittadino. Voglio che chi mi si presenta davanti come suo rappresentante sia una persona che stimo, un fratello. Non un despota, un tiranno! Perché tiranni non son altro che coloro che mai restituiscono al Popolo Sovrano ciò che ad esso appartiene: i poteri tutti della Repubblica.  Perché è vera società non l'ammasso di persone in un territorio bensì quella in cui ci si alterna anche in eroismi e sacrifici. 

Ammesso si sia d'accordo, come si può sintetizzare tutto ciò? Come si può dire in quattro parole ciò che mai è stato detto, pur dovuto, da nessun politico?  

Danilo D'Antonio 



Picchiettala piano, picchiettala piano.
Alla fine la pietra si spacca da sé. 
 
 

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