mercoledì 30 ottobre 2019

USA. Decadenza imperiale e le mutande di al-Baghdadi


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Che l'Impero sia ormai suonato lo si vede anche dal fatto che hanno perso ogni capacità creativa. Usano sempre gli stessi schemi. Per gli attentati, come ben sapete, lo schema precede il ritrovamento di un documento dell'attentatore. Ne hanno trovato uno persino sotto le Torri Gemelle! Il primo di una lunga serie. Poi l'hanno "perso"!

Per quanto riguarda i capi terroristi, dopo aver buttato a mare ciò che rimaneva di "bin Laden" adesso hanno deciso di buttare a mare anche quelle di "al-Baghdadi". Non so se gli andrà beve a Trump. Perché il bin Laden fu "eliminato" da Obama, che aveva tutta la presstitute a suo favore, ma Trump non ce l'ha.
Infatti già sono piovute le critiche (prevedibili) dei Dem: "Brutto stronzo, così dell'azione avevi avvertito i Russi e non il Congresso?. Traditore!".
Poi The Donald è sufficientemente citrullo da dire scemenze del tipo "Al-Baghdadi è morto piangendo come un vigliacco". E che ne sa?

Come era chiaro fin dall'inizio, questa pantomima (ripetitiva) ha innanzitutto una valenza di politica interna: a) Guardate come sono figo! Rieleggetemi. 2) Ringrazio pubblicamente Russia e Siria alla faccia dei clintonoidi. 3) Vedete? L'ISIS è stato non solo sconfitto ma anche decapitato. Quindi è giusto andarsene via dalla Siria.
Dopo di che iniziano le contraddizioni. "Rimango a controllare che i pozzi di petrolio non cadano in mano all'ISIS". Qui però in realtà iniziano le ambiguità di un Paese ormai con diversi comandanti in lotta tra loro. Provate solo a immaginarvi il caos allo Studio Ovale ogni volta che Trump deve prendere una decisione. Uno che tira di qua, uno che tira di là...  E' più o meno sempre successo così. La differenza è che oggi le cose sono molto più complicate di quando c'era la Guerra Fredda e ormai da più di un lustro quando non si trova la quadra sembra che ognuno implementi la propria decisione sul campo.

Ultima notizia: a Beirut si è aperta la crisi di governo. Io penso che avrebbe dovuto aprirla Nasrallah, o quanto meno avrebbe dovuto chiedere una riforma istituzionale e della legge elettorale che favorisce tutte le mafiette micro-etniche. Invece l'ha aperta Saad al-Hariri, probabilmente su imbeccata dei Sauditi. Ha giocato d'anticipo contando sui giustificati timori di Hezbollah per un vuoto istituzionale.
Si apre una fase delicatissima.
I nostri giornalisti presstituiti però sono bravissimi a scovare "esperti", deputati e "analisti" libanesi e non che si dimenticano che alle porte di casa c'è una guerra che dura da otto anni. (P)

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