Mentre il Suo badante, ancora reticente sui nomi dei finanziatori delle cene politiche romane fa finta di non ricordare quello che Salvatore Buzzi dichiarava qualche tempo fa – “ho versato 15 mila euro al PD e 5 mila alla Leopoda” – e cerca pateticamente di abbinare l’onta di
Mafia Capitale
alla giunta Raggi, il più longevo politico (mantenuto) della storia politica del nostro Paese - migrante dagli inizi dell’appartenenza ad un gruppo universitario fascista, a tutte le varianti della sinistra italiana, fino a oggi – scende in campo a supporto della vergogna delle vergogne della storia nazionale contemporanea: la scelte del Sì alla consultazione referendaria del prossimo mese di dicembre.
Che si sia ormai di fronte all’evidenza sfacciata di una tragica condizione di sudditanza del nostro Paese a poteri che rispondono a tutto tranne che alla volontà – e quel che è peggio, agli interessi – del popolo sovrano, è graniticamente scolpito nelle facce toste di questi sedicenti governanti, subiti con troppo spirito di sopportazione degli italiani.
Adriano Colafrancesco
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