Nei giorni scorsi, il segretario generale della Nato Mark Rutte ha dichiarato che i russi «ci stanno mettendo alla prova e il resto del mondo sta guardando. Non siamo ancora direttamente in guerra, ma di certo non siamo neanche in pace. Voglio essere chiaro: non c’è una minaccia militare imminente per i nostri alleati strategici, perché la Nato si è trasformata per tenerci al sicuro […]. La nostra deterrenza è buona per ora ma è il domani che mi preoccupa. È ora di passare a una mentalità da tempo di guerra e di dare una spinta alla nostra difesa, produzione e spesa militare».
"Anche se la spesa militare è incrementata, ha chiarito Rutte, occorre portare la soglia minima al di sopra del 2% del Pil «per assicurare la pace». Vi sono inoltre problemi -ha proseguito l’ex premier olandese- per quanto concerne il numero di soldati attualmente disponibili. In caso di mancata attuazione dei provvedimenti necessari -ha affermato Rutte- tra quattro o cinque anni la nostra capacità di deterrenza sarà indebolita a tal punto che i russi potrebbero iniziare a pensare di attaccarci. Sul campo di battaglia, le forze armate russe continuano la loro avanzata, mentre vanno intensificandosi le pressioni dell’amministrazione USA su Kiev affinché proceda all’abbassamento dell’età minima per i reclutamenti nelle forze armate ucraine da 25 a 18 anni. La situazione sembra aver raggiunto il punto critico per l’esercito ucraino, al punto da indurre il presidente Zelensky a riconoscere che «i territori del Donbass e della Crimea sono oggi controllati dai russi. Non abbiamo la forza di riconquistarli. Possiamo contare soltanto sulla pressione diplomatica della comunità internazionale per costringere Putin al tavolo dei negoziati»..."
Negoziati di cui il presidente eletto Donald Trump continua a sottolineare la necessità, proponendo piani di pace che molto difficilmente riscuoteranno l’approvazione di Mosca.
Secondo l’alto rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea Kaja Kallas, invece, «le capitali occidentali dovrebbero smettere di suggerire colloqui di pace a Zelen’skyj e assicurarsi invece che le loro promesse di garanzie di sicurezza a Kiev non siano vuote».
Durante il suo tradizionale discorso di fine anno, il presidente Putin ha invece chiarito che il Cremlino è pronto a negoziare con l’Ucraina sulla base dell’accordo di Istanbul e della situazione sul terreno.
Intanto, a Mosca, si è verificato l’assassinio di Igor Kirillov, tenente generale russo a capo dell’unità di protezione nucleare, radiologica, chimica e biologica che all’inizio del conflitto aveva denunciato «attività militari-biologiche del Pentagono in Ucraina» (vedasi articolo: https://altracalcata-altromondo.blogspot.com/2024/12/lingratitudine-dellitalia-ci-fa.html).
Giacomo Gabellini
Questo tema viene approfondito assieme a Maurizio Boni, ex generale di corpo d’armata: https://youtu.be/pJCpPWwmXeU
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