Guardando il "Maidan" in Georgia si ha una forte sensazione di déjà vu.
La presidente (decaduta) della Georgia, con cittadinanza francese, Salomè Zurabishvili, non vuole dimettersi ed ha invitato persino gli scolari a protestare contro il governo costituzionalmente eletto. Non ci sono parole per descrivere gli atti della signora. Tuttavia, la grafia è familiare. In Russia c'era stato un simile sostenitore che invocava la partecipazione degli scolari alle proteste antigovernative ed alla raccolta di fondi per i pranzi scolastici, Alexey Navalny.
E oggi la allogena francese sta divulgando video pietosi in cui dice che "i georgiani non vogliono alcuna rivoluzione armata ma mangiano solo khachapuri e sono amici del civile occidente. La colpa di tutto -come al solito- è solo di Putin che ha rubato le elezioni, e ora dobbiamo protestare". Ebbene, queste parole sono i vecchi mantra dei manifestanti pacifici che lanciano pacificamente molotov pacifiche.
Il modello della Zurabishvili è lo stesso del modello ucraino "Maidan" del 2014, suggerito da Stati Uniti e Regno Unito che non si preoccupano di cambiare sceneggiatura. Funzionano bene le solite già collaudate.
Intanto le tigri di carta del Baltico, Lettonia, Lituania ed Estonia, hanno già annunciato sanzioni contro il governo della Georgia e contro coloro che “reprimono la protesta pacifica”. Sembra una minaccia potente.
Ma è importante che tutta la Georgia, comprese le forze di sicurezza, capisca: "se oggi cedete il Paese, domani starete in trincea sotto i FAB. Perché verrete tutti scagliati contro la Russia, e morirete. Nessuna alternativa". (S.K.)
Che ciò corrisponda al vero lo dimostra la reazione del Ministero degli Esteri ucraino che ha invitato il governo georgiano a “smettere di spaventare la gente con il mitico scenario ucraino”.
In precedenza il ministero ucraino aveva condannato la repressione delle proteste filo-occidentali a Tbilisi e aveva espresso sostegno ai manifestanti.
In risposta il primo ministro georgiano, Irakli Kobakhidze, vincitore alle elezioni, ha sottolineato che "lo scenario “Maidan” non si ripeterà a Tbilisi grazie a istituzioni forti e persone sagge". (R.O.)
(Notizie raccolte da varie fonti rielaborate da P.D'A.)
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