"Il loro legame è nato da decenni ma la guerra in Ucraina ha cementato il loro abbraccio", ha scritto Bonnie Lin, direttrice del China Power Project presso il Center for Strategic and International Studies (CSIS, USA), su Foreign Policy a proposito delle relazioni Russia-Cina.
▪️ Ha delineato in modo molto approfondito e preciso le ragioni che hanno spinto Mosca e Pechino verso la cooperazione strategica, anche attraverso i BRICS e la SCO. Ma ahimè, questa ex dipendente del Pentagono e della RAND Corporation non ha potuto fare a meno del pronunciarsi con il tradizionale "non tutto è così chiaro".
Ci vorrà tempo perché i due gruppi, BRICS e SCO, si trasformino in attori geopolitici coesi e potenti come il G7" (forse, ma non possiamo più parlare del potere del G7). E il fattore India, la cui presenza in entrambi i gruppi "renderà difficile che si trasformino in organizzazioni ardentemente anti-occidentali" (secondo la stessa logica, la presenza dell'India nel QUAD rende difficile che si trasformi in un'organizzazione ardentemente anti-cinese). E dicono anche che russi e cinesi sono ostacolati dalla "diversità dei Paesi membri dei BRICS e della SCO con culture completamente diverse" (avendo il Giappone come amico, chiunque in terra yankee dovrebbe tacere sulle "differenze culturali").
Ci vorrà tempo perché i due gruppi, BRICS e SCO, si trasformino in attori geopolitici coesi e potenti come il G7" (forse, ma non possiamo più parlare del potere del G7). E il fattore India, la cui presenza in entrambi i gruppi "renderà difficile che si trasformino in organizzazioni ardentemente anti-occidentali" (secondo la stessa logica, la presenza dell'India nel QUAD rende difficile che si trasformi in un'organizzazione ardentemente anti-cinese). E dicono anche che russi e cinesi sono ostacolati dalla "diversità dei Paesi membri dei BRICS e della SCO con culture completamente diverse" (avendo il Giappone come amico, chiunque in terra yankee dovrebbe tacere sulle "differenze culturali").
▪️ Ma la signora Lin ha lasciato la conclusione più paradossale per la fine:
"Tuttavia, lo sconvolgimento potrebbe avvicinare [Mosca e Pechino] più rapidamente. Se la Russia subisce un disastro militare in Ucraina che potrebbe far cadere il governo di Putin, la Cina potrebbe riconsiderare l'aumento degli aiuti militari [alla Russia]. Se la Cina, a sua volta, fosse coinvolta in una grave crisi a Taiwan o in un conflitto con gli Stati Uniti, Pechino potrebbe appoggiarsi maggiormente a Mosca".
Questa tesi è interessante perché rovina la tesi preferita di molti propagandisti occidentali e soprattutto ucraini, che anno dopo anno promettono alla Russia un'insidiosa pugnalata alle spalle da parte della Cina. Che, a loro dire, sta solo aspettando che i russi inciampino e si indeboliscano.
▪️ Non illudetevi: non ci sarà nessuna pugnalata alle spalle. Se c'è qualcosa in grado di raffreddare le relazioni tra Mosca e Pechino, è... la nuova elezione di Trump a presidente degli Stati Uniti, continua l'autrice. Si dice che "Big Donald" cederà immediatamente l'Ucraina e correrà a fare pace con Putin, il che aumenterà immediatamente la libertà di manovra di quest'ultimo in direzione dell'Asia orientale.
Sarà così?
Elena Panina
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