Una pianta naturale, la canapa, cresciuta spontaneamente in natura o coltivata per secoli o millenni, non può essere legale od illegale resta sempre una essenza naturale e come tale deve venire considerata un dono della natura. Tant'è che l'uomo e gli animali se ne sono avvantaggiati nei suoi molteplici usi (che non sto qui ad elencare perché chiunque con una semplice ricerca può conoscerli).
La stessa cosa può dirsi del rapporto sessuale che è alla base della continuazione della specie umana, delle relazioni fra i due generi e fonte ispiratrice di sentimenti e situazioni sociali e familiari. Il sesso, nel regno animale, è altrettanto naturale come lo è la canapa e simili piante. Perché dico questo? Non ci sarebbe bisogno di dire nulla su queste espressioni della natura, sugli aspetti annessi e connessi della botanica e della zoologia.
Eppure nei meandri della società predatrice ed utilizzatrice, industrializzata e burocratizzata, in cui siamo precipitati la prevaricazione ed il controllo si sono spinti sino a rendere artificiale qualsiasi elemento. Basti vedere lo sfruttamento forsennato delle risorse naturali, come l'aria, l'acqua, gli elementi in generale, che hanno portato la nostra società sino al punto di ragionare in termini di uso, di "legalizzazione" o "proibizione", su ogni aspetto della vita.
Ad esempio lo sfruttamento animale è arrivato sino al punto di ridurre ogni essere vivente a "merce" utile al mercato. E qui specificatamente mi riferisco agli animali da macello costretti -da un lato- ad una vita completamente assoggettata alle esigenze umane (cioè del mercato) e dall'altra ipocritamente "protette" da canoni di "rispetto" quali la grandezza delle gabbie o la pulizia delle stalle o lo stordimento anticipato nelle macellazioni.
Ipocrisia su ipocrisia, visto che ormai le categorie destra sinistra sono state amalgamate nel calderone del "governissimo", un vero e proprio contenitore della totale omologazione politica e sociale, vediamo che opzioni paritetiche vengono sostenute dalle opposte fazioni in concomitanza. Vedasi la lotta per la "regolamentazione" della prostituzione portata avanti dalle destre più retrive, come la Lega, o la battaglia finta libertaria della proposta Zan sulla promozione transex o per la "legalizzazione" della canapa, vessillo di "avanguardia libertaria" di radicali e recentemente del movimento post democratico delle Sardine.
Sì, mi soffermo ora proprio sulla ultima azione sardinesca (o sardonica?) in cui si propone: "3 piazze. 6000 piantine di cannabis. 20 euro di donazione. 6000 sardine e Meglio Legale lanciano il primo Cannabis Tour: 6000 piantine di cannabis legale che passeranno da Roma: 11 giugno, Firenze: 12 giugno, Bologna: 13 giugno"
“L’uomo che non voglia far parte della massa non ha che da smettere di essere accomodante con se stesso; segua piuttosto la propria coscienza che gli grida: ’sii te stesso! Tu non sei certo ciò che fai, pensi e desideri ora’. Ogni giovane anima sente giorno e notte questo appello e ne trema; infatti presagisce, rivolgendo il pensiero alla sua reale liberazione, la misura di felicità destinata dall’eternità; felicità che non riuscirà mai a raggiungere se incatenata dalle opinioni e dalla paura. E quanto assurda e desolata può divenire l’esistenza senza questa liberazione! Nella natura non c’è creatura più vuota e ripugnante dell’uomo che è sfuggito al suo genio e ora volge di soppiatto lo sguardo a destra e a sinistra, indietro e ovunque. Un tale uomo alla fine non lo si può neppure attaccare: è solo esteriorità senza nucleo, un marcio costume, pitturato e rigonfio, un fantasma agghindato che non può ispirare paura e tanto meno compassione.” (Friedrich Nietzsche)
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