sabato 23 gennaio 2021

Storie dal Circolo Vegetariano di Calcata: “Di quella volta in cui Silvio Berlusconi ci regalò un milione di denari per farci contenti…!”

 


...e stavolta vi parlerò di una offerta che ci fece parecchi anni fa  Silvio Berlusconi, quando venne a trovarci  a Calcata. 

Un giorno che stavo io di guardia al Circolo vegetariano, vedo giungere una carovana di auto blu con accompagnamento di motociclisti corazzati, ed ecco che mi si avvicina una figura conosciuta… Sì, è proprio lui, l’ho già visto sulle foto dei giornali (non alla televisione perché quella non ce l’ho), è il presidente, l’uomo più potente d’Italia (dopo il papa) il cavaliere Silvio Berlusconi in persona. Lo accolgo, come farei con chiunque altro e gli chiedo il motivo della sua inaspettata visita, e lui: “Siccome ho tanto sentito parlare di questo Circolo ero curioso di conoscerne la realtà e siccome so che ve la passate male ho pensato di portarvi un regalo per sistemare i vostri problemi…”. Così dicendo il cavaliere apre una valigetta mostrandomi il suo contenuto in biglietti verdi: “qui dentro ci sono 1 milione di denari per voi…”. Io non batto ciglio e penso ‘a caval donato non si guarda in bocca’ e lo ringrazio accettando il dono. Ma non posso fare a meno di scambiare alcuni convenevoli con lui e così gli chiedo: “Dopo questa donazione così generosa e sostanziosa spero che almeno le restino ancora denari sufficienti per lei...” – Oh… non si preoccupi.. – fa il cavaliere – ne ho ancora tantissimi, molti molti di più... – Ed io di rimando: “Ma lei pensa che sarebbe felice se potesse averne altri...?” – “Che domande – mi fa il cavaliere – certamente sarei molto contento di accrescere il mio patrimonio sempre più...”.  Sono rimasto un po’ lì a pensarci e poi mi son detto perché deprivarlo di questo piacere? Pare che il denaro sia la cosa più imprtante per lui. Ed allora senza esitazione gli restituisco la valigetta con il milione dicendogli: “In tal caso, caro presidente, si riprenda quanto ci ha offerto, lei sicuramente ne ha più bisogno di noi…”.

Ed è così che siamo rimasti poveri in canna (ma almeno liberi…).

Cari saluti e grazie per aver letto sin qui.  Vostro affezionato, Paolo D’Arpini






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