La inimitabile Calcata (Archivio Mauro Galeotti)
CALCATA (Viterbo) – E chi lo avrebbe mai pensato che, così, quasi improvvisamente, avremmo avuto tanta ma tanta voglia di trasferirci qui in questo piccolo e meraviglioso agglomerato, abbarbicato su uno sperone tufaceo che domina dall’alto la verdissima valle del Treja, un paesino a noi quasi sconosciuto anche perché lì a Calcata per la nostra professione di giornalista, c’era poco da scrivere, insomma non c'era la cosiddetta ‘materia prima’ della quale interessarci.
Poi, un bel giorno ci capito la piacevole avventura di imbatterci in Paolo D’Arpini, un vero e proprio giramondo, un filosofo alla sua maniera, che, capitando qui decise ‘ipso facto’ di mettere le radici.E fu proprio Paolo con le sue iniziative a di poco assai spesso estemporanee ed allo stesso tempo suggestive a farci conoscere meglio questo piccolo centro agli estremi confini della nostra provincia, raggiungibile con le auto solo dopo un lungo e tortuoso itinerario.
E dopo Paolo ecco che Calcata viene piano piano ‘scoperta’ da quelli che potremmo definire i frequentatori di quella Roma salottiera che a Calcata avevano scoperto il loro ‘buon ritiro’.
E così quelle casette medioevale abbandonate da decenni tornarono a vivere grazie ai nuovi proprietari che, fiutando l’affare, le avevano acquistate per “quattro soldi” .
Ma chi dette l’input per la valorizzazione di questo piccolissimo centro fu senza ombra di dubbio l’architetto Paolo Portoghesi che scelse Calcata come suo domicilio naturale, un domicilio immerso nella natura ed in un silenzio quasi irreale.
Ricordiamo il suo piccolo allevamento di asini, salvati dal mattatoio e li ospitati per una …serena vecchiaia.
E ricordiamo anche quegli agnelli ‘salvati’ da Paolo, convinto animalista e vegetariano ad ogni vigilia pasquale e lì divenuti ormai pecore vivere tranquilli.
Ricordiamo tutto questo oggi quando il nostro desiderio di scappare a Calcata si è fatti più forte dopo avere letto un articolo sulla pagina locale del Messaggero dove ci si lamenta che a Calcata i telefonini sono …muti!
Ma cosa ci sia da lamentarci non lo comprendiamo.
Ma cosa può esserci di più bello del sentirci liberi, spensierati, non più prigionieri della moderna e sempre più sofisticata tecnologia.
Ed oggi lo abbiamo sperimentato.
A Calcata, almeno su gran parte del suo non grande territorio i telefonini non funzionano!
Ma a Calcata oggi manca il suo vero autentico personaggio, manca Paolo D’Arpini che ancora una volta preso dalla sua smania di giramondo si è trasferito nelle Marche (in un paesino chiamato Treia).
Paolo D’Arpini un personaggio forse un po’ scomodo per un certo mondo fatto di conformismo e basta.
Ma Calcata, lo ripetiamo è diventata oggi in un buen retiro per tanti, anche per molti di quelli che hanno la…. ’puzza sotto il naso’ e speriamo che ciò non finisca con il trasformare questo piccolo ed ancora incontaminato gioiello del nostro territorio, in un qualcosa di mixer che sta tra lo snobismo di chi vuole apparire e la vera vocazione di chi a Calcata ha trovato o troverà un luogo ove riscoprire i veri valori della vita.
E Paolo cosa ne pensa?
Gianfranco Faperdue
Articolo pubblicato su "La Tua Voce" nel 2011
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Mio commentino in memoria dell'amico Gianfranco Faperdue (deceduto a Viterbo il 7 ottobre 2018):
Caro Gianfranco, la memoria? La vita la cancella perché si accontenta del presente!
Siamo sempre qui presenti nel luogo in cui siamo... e se c’è simpatia ed affetto fra noi non è per quel pezzetto di memoria ma per il riconoscimento della coscienza nella coscienza... Ed in quella Coscienza noi sempre siamo…
Affettuosamente, Paolo D’Arpini
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Mio commentino in memoria dell'amico Gianfranco Faperdue (deceduto a Viterbo il 7 ottobre 2018):
Caro Gianfranco, la memoria? La vita la cancella perché si accontenta del presente!
Siamo sempre qui presenti nel luogo in cui siamo... e se c’è simpatia ed affetto fra noi non è per quel pezzetto di memoria ma per il riconoscimento della coscienza nella coscienza... Ed in quella Coscienza noi sempre siamo…
Affettuosamente, Paolo D’Arpini
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