venerdì 8 gennaio 2021

Giuseppe Conte - Terzium (datur o) non datur...!?

 


Da qualche giorno a questa parte, la scena appare improvvisamente cambiata: Giuseppi (Conte) si é deciso a cedere su due punti nodali del suo progetto di potere – la cabina di regia e la Fondazione per la cybersicurezza – e Renzi ha fatto non uno, ma cento passi indietro. Fine del vecchio dilemma su chi dei due dovesse perdere la faccia, perché a perdere la faccia saranno probabilmente entrambi.

Che cosa puó essere successo nello spazio di una settimana o giú di lí? Chi lo sa. Si possono solo avanzare delle ipotesi. Probabilmente il Giuseppi si é reso conto che non poteva fare affidamento sulla sperata difesa quirinalizia. Probabilmente, ancóra, Draghi si sará tirato indietro. Mica fesso. Chi glie lo fa fare di assumere responsabilitá di governo in un momento come questo, lui che di politica sul campo non ha la minima esperienza?

Tramontata cosí l’ipotesi Draghi – e probabilmente altre ipotesi “tecniche” – si sarebbe ripiegato su candidature politiche. La piú forte sembrava quella di Franceschiniello, con Giggino vicepresidente. Ma una soluzione del genere avrebbe mortificato Zingaretti, “condannato” a rimanere alla presidenza della Regione Lazio per evitare elezioni che consegnerebbero la regione alla Destra. Mortificati anche i grillini, che allo stato possono far finta di credere che Conte sia uno di loro, e non il prossimo fondatore di un partito neo-democristiano.

Bocce ferme, quindi, e Giuseppi tornato in gioco, sia pure sbrindellato e sbertucciato. Dal canto suo, il Pascolatore-di-Bufale-Toscane – stando almeno alle voci di corridoio – andrebbe ripetendo da alcuni giorni che “piú in lá non posso spingermi”. Come a dire: abbiamo scherzato.

Ad oggi, dunque, sembra che la crisi debba risolversi con la piú rabberciata delle soluzioni: la fine del governo Conte 2 e la nascita di un governo Conte 3. Il nuovo esecutivo dovrebbe essere la copia conforme del vecchio, con due o tre teste femminili destinate a rotolare: le candidature piú accreditate sono quelle della Azzolina (Pubblica Istruzione), della De Micheli (Trasporti), della Lamorgese (Interni).

Il dibattito verte soltanto sulle modalitá della sceneggiata. Giuseppi vorrebbe un semplice rimpastino, da formalizzare con un passaggio parlamentare veloce-veloce, senza correre il rischio di agguati dell’ultimo istante.

A meno che non venga fuori qualcosa di inaspettato. Il che é sempre possibile...


Michele Rallo - ralmiche@gmail.com




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