sabato 24 ottobre 2020

Dalla bolla di sapone allo sfascio finale



I nodi stanno per venire al pettine. Non quelli della situazione sanitaria, assai meno preoccupante di quanto i numeri “ufficiali” potrebbero far temere. Ma quelli della situazione economica che, al contrario, é ben piú grave di quanto appaia a prima vista.

Fino ad ora Giuseppi si era affidato al metodo Casalino: non fare nulla, rimandare, prendere tempo, limitarsi a galleggiare sulla paura  e – ultimo non ultimo – affidarsi alle conferenze-stampa all’ora del telegiornale per acquisire una popolaritá da utilizzare poi per i suoi progetti politici.

Il passaggio piú delicato era stato quello del prolungamento del blocco dei licenziamenti, inizialmente in scadenza in autunno e successivamente prorogato fino al 31 dicembre. Giuseppi II é riuscito cosí ad evitare il temuto “autunno caldo”, rimandando tutto all’anno nuovo.

Ma, adesso, anche la scadenza di Natale si avvicina, e l’ombra dei suoi effetti devastanti si staglia minacciosa su uno scenario giá drammatico: le tante aziende che non hanno riaperto dopo la chiusura di primavera, i primi disoccupati post-Coronavirus (da cinque a seicentomila, secondo diverse stime) di cui nessuno sembra essersi accorto, le superstiti partite IVA con l’acqua alla gola, interi comparti economici in ginocchio. Se non si trova il modo di estendere ancóra il blocco dei licenziamenti (e di pagare la cassa integrazione), súbito dopo le feste ci saranno un milione di nuovi disoccupati, che andranno ad aggiungersi al mezzo milione di prima.

E, questo, senza contare che le prime misure con cui si vorrebbe contrastare la “seconda ondata” del Covid potrebbero decretare una crisi irreversibile di interi comparti: ristorazione, spettacolo, tempo libero, turismo e una larga fetta del settore commerciale.

La sanitá, intanto, é in affanno. Dopo la “prima ondata” non si é fatto nulla per rianimarla. La vecchia “austeritá” non é stata rimossa: spese sempre ridotte all’osso, ospedali dismessi non piú riaperti, personale sempre piú spremuto e non gratificato. Tutto fermo, in attesa che l’emergenza in arrivo faccia cadere le resistenze a richiedere i 37 miliardi del MES. E, anche qui, all’insegna del tirare a campare: ci prendiamo questo prestito, utilizziamo questi soldi per finanziare l’aumento di personale e posti letto, e poi si vedrá. Ma nessuno parla delle condizioni giugulatorie per ottenere il prestito che ufficialmente sarebbe “senza condizioni”. In fondo – mi permetto di osservare – ci sará ben stato un motivo per cui tutti gli altri candidati al MES abbiano detto “no, grazie”. Tutti, ma proprio tutti: non soltanto la Grecia, che veniva da un’esperienza bruciante, ma anche la Francia, la Spagna, il Portogallo. Tutti vittime di “pregiudizi ideologici”? Oppure qualcuno spinge per ripetere in Italia le porcherie che hanno giá fatto in Grecia?

Intanto – secondo indiscrezioni di stampa – il Fondo Monetario Internazionale (uno dei tre “figli di troika”) ci avrebbe riservatamente suggerito di ricorrere ad un nuovo lockdown, considerandolo idoneo – udite, udite! – a ridurre i danni per l’economia.

Parallelamente, l’Unione Europea ci consiglia caldamente di tornare a far pagare l’IMU per la prima casa. Vecchio pallino di madame Merkel, che ha rifatto capolino dalla risposta del solito Gentiloni – commissario europeo agli Affari Economici – all’interrogazione di una europarlamentare italiana. Gentiloni ha poi precisato che non c’é una odierna “raccomandazione” europea al riguardo, e tuttavia non ha potuto negare che tale raccomandazione esistesse fin dal 2017 (il “vecchio pallino”) e che lui – guarda caso! – la avesse ricordata proprio in questi giorni.

Nulla di nuovo. Si sa che gli ambienti governativi sono alla disperata ricerca dei soldi per far fronte alle rate con cui dovremo restituire i miliardi del Recovery Fund. Pensioni e reddito di cittadinanza sono in cima ai pensieri dei merkeliani di casa nostra. Ma súbito dopo verranno le case degli italiani, che la Kanzlerin vorrebbe in qualche modo sacrificare.

Giuseppi non si scompone. L’importante é che tutte queste cose non facciano saltare gli equilibri – sempre piú precari – fra piddini e grillini, o quelli fra grillini governisti e grillini movimentisti. Per il momento, le misure anti-Covid in gestazione servono benissimo a distogliere l’attenzione generale da un quadro politico europeo che comincia ad essere assai traballante.

Senonché proprio queste misure anti-Covid possono fare saltare tutto: non solo il quadro politico italiano e quello dei rapporti con la UE, ma la stessa tenuta sociale di quello che resta del sistema Italia. In questo momento – scrivo al mattino della domenica – il Conte Tacchia e le delegazioni dei partiti di governo stanno trattando su un pacchetto di misure che é sostanzialmente un lockdown mascherato. La paventata chiusura totale non é prevista, nel senso che le “attivitá produttive” dovrebbero essere lasciate in funzione; ma una larga fetta delle attivitá commerciali e dei servizi saranno probabilmente chiusi o sottoposti a “coprifuoco”.

A pagare il conto piú salato saranno gli stessi di marzo-aprile. E, questa volta, moltissimi non saranno piú in grado di riaprire. Indennizzi? Mi aspetto un’altra fregatura “poderosa”, come quella dell’altra volta.

Intanto, le nostre coste e i nostri confini terrestri del nord-est continuano ad essere assaltati da legioni di migranti economici (non hanno piú il coraggio di definirli ipocritamente “rifugiati”). Migranti che non soltanto ci scodellano un robusto supplemento di virus – checché ne dica la ministressa degli Interni – ma vengono a cercare lavoro (e abitazioni e assistenza sanitaria e trattamenti previdenziali e tante altre cose) in un paese che é con l’acqua alla gola.

Lo sfascio é totale, siamo a un passo dal marasma.

Giuseppi non lo capisce. Anche questa sera – ci scommetto – ce lo vedremo candidamente pontificare dagli schermi tv all’ora di cena, liscio e impomatato come al solito, a raccontarci che “tutto va ben, madama la marchesa”, che i sacrifici “necessari” (quelli degli altri) ci faranno superare anche quest’altro nuovo momentaccio e che, in ogni caso, l’Italia puó sempre contare sulla solidarietá operante e sull’amicizia imperitura dell’Unione Europea. L’importante é che non si vada a votare.

Michele Rallo - ralmiche@gmail.com












Ultime notizie del 24 ottobre 2020:

"Il governo potrebbe accelerare su un nuovo Dpcm (forse in arrivo già nelle prossime ore) con misure più incisive. Si pensa a un coprifuoco nazionale e alla chiusura delle attività non essenziali. Rimane aperto il nodo trasporti e degli spostamenti tra Regioni."

1 commento:

  1. Commento di A.D.: “Molti si interrogano sul perché di questi lockdown angosciosamente cadenzati. E' un film già girato e che stiamo vedendo in slow motion. Conoscere la realtà sarà un brutto colpo per tutti, anche per chi sa fin dove sono arrivate queste bestie immonde. E allora stiamo assistendo all'evolversi della storia più orrenda di tutti i tempi, col contagocce...”

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