venerdì 13 marzo 2020

Covid-19 - Gli altarini finanziari e monetari dietro gli untori


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Credo che il Coronavirus stia già avvicinando il momento in cui il Mondo dovrà giocoforza rendersi conto che il denaro è cosa troppo seria e vitale per essere lasciato ai maneggi delle duecento famiglie che, attraverso un sistema di “scatole cinesi”, posseggono o comunque controllano quasi tutte le banche “centrali” del pianeta.

E le cifre – altissime – che oggi occorrono per combattere il contagio del virus sono ben poca cosa a fronte di quelle – ben maggiori – che saranno necessarie per la “ricostruzione” del dopo-Coronavirus, per far ripartire intere economie nazionali, per rimettere in piedi interi comparti economici (il turismo, il commercio, i trasporti, eccetera) e per rilanciare tutti gli altri settori che comunque usciranno con le ossa rotte da questa crisi.

Pensare che gli Stati – tutti gli Stati colpiti in maniera consistente dal Covid-19 – possano prendere a prestito le cifre astronomiche necessarie alla ricostruzione é semplicemente pazzesco. All’Italia – per fare un esempio – occorreranno diverse centinaia di miliardi di euro (ammesso che l’euro possa sopravvivere al Coronavirus). E così alla Germania, alla Francia, alla Spagna, per restare nell’ambito dell’Unione Europea (anche qui, ammesso che l’UE sopravviva).

A onor del vero, già i primi riflessi della crisi del Covid-19 hanno mostrato i limiti della globalizzazione economica e di tutta la collegata paccottiglia mondialista: dal mito imbecille dei “cittadini del mondo” (ne abbiamo parlato qualche settimana fa) agli assurdi meccanismi della burocrazia dell’UE, alla stessa “filosofia” dell’ultra-liberismo finanziario. Sempre per limitare il nostro ragionamento all’Italia, si pensi agli effetti perversi – che oggi sono sotto gli occhi di tutti – di una politica di austerità che ha prodotto il drastico ridimensionamento del nostro Servizio Sanitario Nazionale, con la chiusura di centinaia di ospedali, con la soppressione di migliaia di posti-letto, con la riduzione del numero di medici e infermieri, con gli stipendi ridotti all’osso e che hanno portato molti professionisti del settore a scegliere di andare all’estero; senza contare le altre emergenze imposte al nostro sistema sanitario dalla politica di “accoglienza”, anche questa un costosissimo “effetto collaterale” della globalizzazione economica.

Quanto all’Unione Europea, il suo ruolo di palla al piede dell’economia italiana é stato chiarissimo fin dalle prime battute della crisi. Si pensi che, per reperire una manciata di miliardi per i primi ineludibili interventi-tampone, il governicchio che ci ritroviamo dovrà rivolgersi ai “mercati”, facendo lievitare ulteriormente il nostro debito pubblico. Nessun aiuto dall’Europa, quindi, ma soltanto la “autorizzazione” a fare altri debiti. E questi stessi debiti saranno “autorizzati” (si spera) a denti stretti, perché andranno a modificare il rapporto debito/PIL che é autoritariamente stabilito da Bruxelles.

Nessuna attenzione – manco a dirlo – per chi é stato gettato sul lastrico dal Covid-19, per il commerciante che non fa un euro d’incasso, per il tassista che non fa un trasporto, per il barbiere, per il pescivendolo, o per l’operaio rimasto senza lavoro. Costoro sono semplicemente invitati a restare in casa, senza pensare che molti di loro non hanno più un euro per provvedere al mantenimento della famiglia.

Il governo cinese, invece, ha già cominciato a mettere in discussione i “valori” della turbofinanza globalista. Lo ha fatto autorizzando l’amministrazione autonoma di Hong-Kong a stampare in proprio del denaro e a distribuirlo ai suoi cittadini che siano stati danneggiati economicamente dalla crisi del Coronavirus. La portata rivoluzionaria dell’evento non sta tanto nella regalía di Stato, peraltro non principesca (10.000 dollari di Kong-Kong, più o meno 1.150 euro), quanto piuttosto nel fatto che questo denaro non provenga dalla banca centrale o dai cosiddetti mercati, ma sia stato creato dal nulla dal governo di Hong-Kong e distribuito ai cittadini per fronteggiare una emergenza. Il principio mi sembra per certi versi analogo a quello che in Italia ha recentemente ispirato la proposta di emettere mini-bot per il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione; proposta – lo ricordo – bollata come “illegale” dal governatore della Banca Centrale Europea.

Segnali isolati, quelli che vengono da Hong-Kong e dalla Cina? Forse. Io voglio sperare che siano, invece, i primi segnali di resistenza degli Stati contro la dittatura dell’alta finanza.


Michele Rallo - ralmiche@gmail.com

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2 commenti:

  1. Scrive Marinella Correggia: "Pechino: "Gli Usa ci dicano se i loro militari a Wuhan avevano il Covid-19" - Non è complottismo, è una domanda che Pechino fa agli Usa (https://twitter.com/liberazioni/status/1238187561195094021). L'esercito Usa può portato l'epidemia a Wuhan, con una connessione diretta ai noti Giochi militari dell'ottobre 2019: oltre 300 militari Usa proprio nel periodo individuato dagli scienziati come il momento dell'incubazione del famigerato Covid-19"

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  2. Scrive Marco Bracci: "Come ho avuto modo di dire in passato, è già pronto il piano e sono pronti i soldi per far ripartire l'economia distrutta dal coronavirus. Si chiama REDEMPTION (=REDENZIONE), architettata dal satanista, nella speranza di riuscire a far sua la vera REDENZIONE, quella del Cristo-Dio. E molti cadranno nella sua trappola, credendo così di poter ritornare a vivere come prima, dato anche che inizialmente ci sarà un ritorno di benessere mai visto prima.
    Saranno disponibili miliardi di miliardi di nuovi dollari USA, già caricati in conti detti Sovereign, con immunità diplomatica e fiscale, pronti per essere distribuiti a migliaia di possessori di beni storici, a banche, fondazioni e altri intermediari."

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