giovedì 7 novembre 2019

Plastic Tax - Utile solo a rimpinguare le casse dello stato non a risolvere il problema dei rifiuti

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"Sulla sostenibilità ambientale serve la diffusione di una cultura del riciclo più consapevole.
Plastic Tax è un provvedimento non efficace, si sposta soltanto il problema senza risolverlo.
Sì convinto alla sostenibilità ambientale, a cominciare da politiche serie e concrete di end of waste e di riconversione dei cicli produttivi che Confartigianato propone da tempo, ma no altrettanto convinto alla tassazione iniqua della plastica, tra le ultime trovate del governo Conte bis..."
Il segretario di Confartigianato Imprese di Viterbo, Andrea De Simone, interviene sulla Plastic Tax in attesa di approvazione. Un provvedimento che, se non verrà modificato, non solo rischia di non essere uno strumento realmente efficace per la tutela dell’ambiente, ma anche di avere come effetto immediato la crisi delle imprese, specie piccole e medie, che si occupano della produzione della plastica monouso. “Parliamo di aziende, presenti anche sul nostro territorio, che rappresentano il 12% dell’export nazionale – aggiunge – ma che oggi corrono il rischio di vedere favoriti i competitor stranieri. I quali, avvantaggiati da una tassazione meno pressante, potranno contenere i prezzi e avere più successo sul mercato”. 
Il problema dell’inquinamento da plastica monouso è, secondo Confartigianato, prevalentemente culturale. “La plastica è un elemento completamente riciclabile, dal 1997 la filiera dello smaltimento funziona molto bene nel nostro Paese – afferma De Simone -. Anche le principali alternative in bioplastica e cellulosa, oggi tanto in voga, non sono completamente a impatto zero e hanno costi di produzione e smaltimento più elevati. Ma come sempre si preferisce avviare la caccia alle streghe per dare in pasto ‘il nemico’ all’opinione pubblica: non si può risolvere il problema dell’inquinamento imponendo più tasse a chi produce plastica monouso, colpendo i consumi con lo spettro di disastri apocalittici, senza allo stesso tempo favorire l’innovazione di un comparto, composto soprattutto da pmi, che così rischia di andare in sofferenza”. 
“Bisogna piuttosto sanzionare chi la plastica non la ricicla e la getta dove non si dovrebbe, alterando la biodiversità – spiega -, e investire semmai sulla riconversione della filiera. Un Governo veramente sensibile ai temi legati all’ambiente dovrebbe strutturare le scelte di tutela ambientale non tanto basandosi sull’onda dell’emotività o della moda del momento, quanto sulla diffusione a vari livelli di una cultura del riciclo più consapevole, sostenuta dall’impiego di risorse, come avviene in Germania, per l’avvio di piani di riorganizzazione produttiva. Altrimenti – conclude - si rischia solo di spostare il problema senza risolverlo”.
Il segretario di Confartigianato Imprese di Viterbo, Andrea De Simone

2 commenti:

  1. "La solita fregatura. Si tassano i consumatori che sono obbligati ad acquistare i prodotti di plastica costruiti dalle aziende e non si regolamenta adeguatamente la produzione a monte. Finchè non si fermerà la produzione innecessaria di rifiuti nessun problema d'nquinamento sarà risolto. La Plastic Tax (chissà poi perché in inglese?) serve solo a far entrare nuovi soldi nelle casse statali da poter poi sprecare in armi, guerre all'estero, spese di gestione governativa e di sottogoverno, grandi opere inutili, mantenimento del sistema inutile e costoso della cosa pubblica" (Paolo D'Arpini)

    Vedasi mio articolo:  https://paolodarpini.blogspot.com/2019/10/nuove-azioni-coercitive-del.html

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  2. La raccolta differenziata di plastica va all’inceneritore -

    Scrive Luisiana Gaita: "Si riaccendono i riflettori su limiti e inganni dell’industria del riciclo che si presenta come “green“. In Italia viene avviato al riciclo il 51% della plastica che i cittadini raccolgono. La raccolta dei Comuni è scorretta. Non tutte le plastiche sono riciclabili. Obbiettivi: aumentare l’efficienza della filiera del riciclo e soprattutto ridurre il consumo di plastica...."

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