Sicuro sia tempo di biopolitica, Paolo? Vedi: https://paolodarpini.blogspot.com/2019/11/e-tempo-di-biospiritualita-e-di.html
Forse sì, ma si deve capire bene di cosa stiamo davvero parlando.
Io nel mio tentativo letterario sulla crisi del Cristianesimo mi ero fatto un'idea diversa. Vedi: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2019/11/13/cera-una-volta-gesu-ed-il-rinnovamento-del-cattolicesimo/
La biopolitica?
Per chi non lo avesse ancora capito, siamo oggi in un mondo in cui è del tutto evidente che il controllo sulle persone si determina sempre più attraverso le tecnologie. E, per non far nomi, sono i colossi della Silicon Valley – Apple, Facebook, Google, ecc. – in questo scenario, a farla da padroni.
“Acconsento al trattamento dei miei dati personali per analisi su comportamenti di navigazione e di fruizione dei contenuti su tutti i mezzi, anche attraverso cookie, al fine di migliorare e profilare i servizi offerti e ridurre il numero di ripetizioni di messaggi pubblicitari” Chi non è si è mai imbattuto, navigando in rete, in formule di richiesta di consenso come questa, scagli la prima pietra.
Grazie all’uso che ormai facciamo, sempre più spinto, delle diavolerie, in costante e veloce upgrading, con cui il “mercato del futurismo” ci tenta, nulla sfugge all’occhio invisibile del Grande Fratello: conosce noi, le nostre famiglie, gli amici che abbiamo e, naturalmente i nostri gusti, le preferenze, gli spostamenti che facciamo, quanto siamo alti, cosa mangiamo e presto, grazie ad un prossimo algoritmo, i capelli che abbiamo in testa.
“Mikko Hipponen, uno dei massimi esperti mondiali di cyber sicurezza, è stato fra i primi a sostenerlo: ‘Se la tua storia d'amore sta finendo, è molto probabile che Facebook lo sappia prima di te’. Era il 2014, Facebook aveva da poco acquistato WhatsApp, e negli uffici di FSecure, ad Helsinki, Hypponen spiegava il complesso e ininterrotto viaggio dei dati utilizzando un paradosso quanto mai efficace. Oggi che lo scandalo Cambridge Analytica ha travolto il mondo della politica occidentale, il capitolo dei dati torna di estrema attualità ….” Così, in un articolo del Sole 24 ore Tecnologia, sul noto scandalo Facebook della vendita di dati a Cambridge Analytica.
Si sa tutto di noi grazie a tecnologie (non sottovalutiamolo) di origine militare, rese possibili da investimenti colossali dell’apparato strategico e industriale statunitense, non senza il concorso delle grandi famiglie finanziarie del mondo! Da qui, ovviamente, il fondamento della biopolitica che si fa inevitabilmente – per proprietà transitiva – “biopotere”.
Tutto, non dimentichiamolo ogni volta che accendiamo il pc o usiamo lo smartphone, confluisce in un grande calderone gestito dai mestoli di agenzie di intelligence, ovviamente per il nostro bene!
Bene, perché no!? Per il nostro bene! Vi ricordate gli “emendamenti” di Massimo Dippiù? .... la scienza che punta a implementare, se non addirittura a trasformare, la natura biologica dell’uomo fino a fargli vincere l’invecchiamento e a renderlo eterno? Ecco, per quelle cose lì!
Lo sapevate che dalla versione Android 6.0 Marshmallow, il sistema operativo di Google supporta lo scanner per la lettura delle impronte digitali che stanno così diventando la chiave di accesso nella maggior parte dei dispositivi che conosciamo? Non è fantastico? Da oggi lo smartphone riconosce solo me e nessun’altro, neanche mamma o papà, può ficcarci il naso e smucinare tra gli affari miei! Solo io, attraverso la prima falangetta del dito indice. Io e pochi altri: la Central Intelligence Agency, la National Security Agency e tuttalpiù il Federal Bureau of Investigation. Oltre a Zuckerberg, ovviamente, che, insieme alle mie, ha informazioni precise su un pezzettino di corpo di qualche centinaio di milioni di persone in giro per il mondo.
Ma questo è niente. Sentite qua: “Realizzata la prima macchina che legge il pensiero e lo traduce in parole. Un team di ricercatori della Columbia University di New York ha ottenuto un risultato storico: è riuscito a creare una macchina che riconosce i pensieri delle persone e li traduce in parole udibili. Questa tecnica rivoluzionaria segna una svolta nella cura di tutte quelle persone impossibilitate a parlare per una malattia ma pienamente coscienti, come ad esempio coloro affetti da sclerosi laterale amiotrofica. L'incredibile scoperta è stata riportata sulla rivista Scientific Reports ed è un enorme avanzamento verso sintetizzatori linguistici e intelligenze artificiali capaci di parlare con la mente umana”. (dal sito blastingnews.com - salute)
Doppio wow! Non siete d’accordo? … Noo??!... non ditemi che state pensando al problemino della possibilità di entrare nelle vostre teste e sfrugoliare nei vostri pensieri per conoscerli, indirizzarli, modificarli o sfruttarli per uso (speriamo solo quello!) commerciale, che non ci credo!
Il fatto grave del biopotere, per capirci fino in fondo, è che fa parte ormai delle nostre vite e il rischio che possa impadronirsene ed annientarle per dominarle attraverso una mostruosa rete globale, è tutt’altro che peregrino.
E a dirlo, interrogandosi e interrogando ciascuno di noi, è qualcuno più autorevole di chi scrive:
“L'inebriante ottimismo dei primi giorni di Internet è finito. Le tecnologie che avevano lo scopo di liberarci hanno approfondito la disuguaglianza e alimentato le divisioni. Le società tecnologiche raccolgono le nostre informazioni online e le vendono al miglior offerente, sia esso governativo che commerciale. I profitti ora dipendono non solo dalla previsione del nostro comportamento ma anche dalla possibilità della sua modificabilità. In che modo la fusione tra capitalismo e digitale modellerà i nostri valori e definirà il nostro futuro? La posta in gioco non potrebbe essere più alta: un'architettura globale di modificazione del comportamento minaccia la natura umana nel ventunesimo secolo proprio come il capitalismo industriale ha sfigurato il mondo naturale nel ventesimo”.
Così nella presentazione dell’opera “The age of surveillance of capitalism” di Shoshana Zuboff, professoressa Emerita della Harvard Business School.
“Mentre il capitalismo di sorveglianza avanza dalla Silicon Valley in ogni settore economico, vasta ricchezza e potere si accumulano in nuovi "mercati del futuro comportamentali", in cui le previsioni su di noi vengono comprate e vendute e la produzione di beni e servizi è subordinata a nuovi "strumenti di modifica comportamentale. La minaccia è passata da uno stato totalitario del Grande Fratello a un'onnipresente architettura digitale: un "Grande Altro" che opera nell'interesse del capitale di sorveglianza. Ecco il crogiolo di una forma di potere senza precedenti, caratterizzata da concentrazioni estreme di conoscenza e libera dalla supervisione democratica. L'analisi completa e appassionata della Zuboff mette a nudo le minacce alla società del ventunesimo secolo: un "alveare" controllato di una connessione totale che seduce con promesse di totale certezza per il massimo profitto - a scapito della democrazia, della libertà e del nostro futuro umano. Con poca resistenza da parte della legge o della società, il capitalismo di sorveglianza è sul punto di dominare l'ordine sociale e modellare il futuro digitale - se lo permettiamo. Finora, è stato in grado di ottenere la nostra approvazione e persino attiva collaborazione. Non dobbiamo stancarci di svelarne i mezzi, gli intenti, gli artifici”.
Vengono in mente gli schiavi incatenati sul fondo alla caverna di Platone. E, con loro, una inevitabile e urgente riflessione: solo se ci risvegliamo, riconoscendo le catene, potremo pretendere un mondo diverso da quello del dominio biopolitico della tecnologica a servizio del transumanesimo.
“Cultura, informazione, sessualità, famiglia, nazione, etica, lavoro sono i campi nei quali viene combattuta quella che noi definiamo oggi la Prima Guerra Globale”.
Così recita un inquietante articolo di un sito della rete che tratta di geopoltica
“Sì – prosegue - perché oggi noi, tutti noi siamo in guerra. Un conflitto non più, o meglio non ancora, combattuto con la fanteria, o con i missili intercontinentali, ma una guerra che coinvolge l’essenza stessa della società a livello planetario. I vincitori di questo scontro detteranno la loro legge per regolare la storia del mondo nei prossimi decenni, per non dire nei prossimi secoli. Questo conflitto non convenzionale è iniziato almeno una decina di anni fa, ma purtroppo noi ne prendiamo piena coscienza solo oggi, mentre moltissime persone non hanno ancora compreso cosa sta accadendo intorno a loro. Per comprendere cosa sta accadendo in questa fase della nostra storia è necessario superare i concetti classici di “destra” e di “sinistra”, archiviare le ideologie totalitarie (fascismo, comunismo, ecc.), rinunciare alle definizioni classiche di “liberali” e “statalisti” ed entrare nell’ottica di un “nuovo ordine mondiale” in grado di andare oltre i concetti, le ideologie e le definizioni che tutti noi siamo stati abituati a sentire ed utilizzare. In questa Prima Guerra Globale esiste una fazione, probabilmente oggi maggioritaria nelle organizzazioni sovra-nazionali, nei gangli vitali della finanza mondiale e all’interno di quei circoli esclusivi che sono in grado di influenzare la politica globale. Questa fazione agisce per eliminare le differenze che costituiscono la storia di ogni popolo, distruggere i confini che difendono nella realtà queste unicità, determinare uno spostamento di popolazioni in grado di determinare l’oblio della cultura, delle tradizioni e dell’essenza stessa dei popoli che costituiscono oggi l’Occidente industrializzato. Il punto di arrivo di queste azioni è ottenere una massa di uomini e donne prive di radici, disposte a essere impiegate nel lavoro, ormai private di ogni diritto conquistato con il sangue ed il sudore da chi, prima di loro, lavorava e viveva senza diritti e senza libertà. Il punto di partenza di questa armata invisibile è la negazione della democrazia, l’affermazione di una falsa superiorità etica di un pensiero e di una nuova ideologia nei confronti di ogni forma di dissenso, la scomparsa della politica, la gogna pubblica per chi non si allinea al pensiero unico, la libertà di insultare, e a volte di minacciare, chi si batte per quella parola “Sovranità” che terrorizza coloro i quali desiderano il sorgere di una oligarchia tecnocratica globale. Questa guerra si combatte persona per persona, bambino per bambino, in ogni momento della nostra giornata durante il quale siamo esposti al flusso di informazioni proveniente dal nostro ambiente. In questa guerra la censura, sotto varie forme, si abbatte contro chi dissente o crede che l’uomo abbia diritto a tentare vie dove la libertà di molti, e non il profitto di alcuni, siano da preferire allo sfruttamento del più debole e alla negazione di principi basilari per lo sviluppo della società umana come la famiglia, la nazione, la religione ed il lavoro”.
Scagli, ancora una volta, la prima pietra chi non si riconosce, in qualche misura, in queste parole e nell’attualità del quadro che descrivono....
Adriano Colafrancesco
adrianocolafrancesco@gmail.com
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