Cara Presidente Maggioni, dodici anni dopo l’invasione che è costata centinaia di migliaia di vite umane, Tony Blair chiede pubblicamente scusa per gli errori dello spionaggio britannico che avevano attribuito a Saddam Hussein il possesso di armi di distruzione di massa e, più ancora, per la mancata comprensione di quelle che sarebbero state le conseguenze del conflitto che ha sconvolto l'Iraq e le regioni circostanti e portato alla fondazione dell’Isis.
“La Bbc - come ricorda Marco Travaglio nel suo editoriale odierno - accusò il governo di aver “ritoccato” i rapporti d’intelligence sugli inesistenti arsenali chimici, atomici e batteriologici di Saddam per renderli più accattivanti (sexedup) e convincere l’opinione pubblica a sostenere il conflitto”.
Per queste ragioni il giornalista che aveva denunciato lo scandalo, Andrew Gilligan, fu costretto alle dimissioni, col plauso del nostro Giuliano Ferrara che - come ricorda sempre Travaglio – “si scagliò contro l’aggressione della Bbc al governo Blair” e si felicitò per l’epurazione di Gilligan“.
Questa dell’autore del fallimentare programma di prima serata “Radio Londra”, cara Presidente, è la misura triste del livello infimo del giornalismo (eccezioni a parte) nel nostro Paese, dove, anche chi ha il coraggio delle proprie responsabilità professionali, è inspiegabilmente costretto a inversioni, o se preferisce interruzioni, di marcia per deviare da percorsi di verità autentica. Emblematico, per fare un solo esempio a dir poco eclatante, il caso delle
dichiarazioni di Lilly Gruber del 5 giugno 2005 a “Senza Filtro”
che restano scolpite in rete, soffocate da un assordante complice silenzio generale.
A quando, Presidente, un servizio pubblico degno davvero di questa definizione?
Distinti saluti, Adriano Colafrancesco
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