mercoledì 7 ottobre 2015

Multinazionali e grande finanza si mangiano un pezzo d'Asia con il TPP e poi mangeranno l'Europa con il TTIP


Dopo 5 anni di negoziazione, e la maratona di incontri-fiume degli ultimi giorni, è arrivato l'accordo definitivo sul TPP, il trattato di libero scambio siglato dagli Stati Uniti e da 11 Paesi del Pacifico: Giappone, Canada, Australia, Brunei, Cile, Malaysia, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Singapore e Vietnam.

Tale intesa coinvolge il 40% dell'economia globale, e mette con le spalle al muro le sovranità nazionali: sì, perché il TPP non è altro che la versione del Pacifico del TTIP, con tanto di trattative segretissime ad alimentare sospetti circa il reale scopo della contrattazione, e di clausola ISDS a rendere le Multinazionali le vere artefici del destino di milioni di ignari cittadini.

Il TPP nasce come contromossa all'ascesa economica della Cina, ma si è palesato molto presto per la sua vera essenza: trattasi di accordo che favorisce l'ingresso delle Corporation in mercati in via di sviluppo, e di arma psicologica atta a "mettere pressione" all'Europa nell'approvazione del TTIP.

La palla passa ora agli Stati membri: per entrare in vigore, è infatti necessaria la ratifica del Congresso USA (a quanto pare molto combattuto anche all'interno degli stessi Democratici, nonostante Obama sia il primo promotore), e dei rispettivi governi degli altri 11 Paesi.

Chi saranno i veri beneficiari di tutto questo? Ovviamente sempre e soltanto lobby e multinazionali...

Tiziana Beghin

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Commento di Fernando Rossi: "Mi stupisce solo il Vietnam, ..forse il napalm produce anche il 'cretinismo'?  Lassù, od ovunque si trovino, le anime di Ho Chi Minh (per questa supina accettazione di una dominazione contro cui hanno combattuto e sono morti milioni di vietnamiti), e di Berlinguer ( per ciò che Renzi e gli altri ex DC, insieme a Berlusconi, hanno fatto del PCI) ...staranno chiedendosi, sconsolate, dove hanno sbagliato e quali anticorpi non hanno funzionato..

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