A dispetto di fanfare, cimbali, tamburi e turiboli, con cui inservienti politici e giornalisti di piacere celebrano la vittoria del pupazzo dei mandanti delle guerre armate e di quelle sanitarie, la questione è tutt’altro che chiusa. La tengono spalancata nei cinque Stati decisivi un black out notturno, quando Trump era ovunque in testa, una ripresa dei conteggi con la valanga di voti postali (grazie Covid!) sopraggiunti, spesso con timbro postale post-datato per farli rientrare nella legalità del 3 novembre; le testimonianze di abusi eclatanti, come l’esclusione dai seggi degli osservatori repubblicani, le malefatte in tutto il paese dei “facilitatori” democratici per far arrivare il voto postale a quei 100 milioni mai visti prima, e soprattutto, in diversi casi, il surreale successivo 100% dei voti a Biden e zero a Trump. Ce ne vorranno di procedimenti giudiziari, prima che le celebrazioni dei sicofanti abbiano un qualche conforto istituzionale. Nel frattempo si godano la loro estasi i Pulitzer della nostra informazione: Giannini: “E’ giunta la liberazione!” E, blasfemo,”Il 25 aprile dell’America e del mondo”, Feltri (Bilderberg e “Domani”): “Cambiano davvero le nostre vite!” ; Riotta: “Beato il paese che ha un'élite di 75 milioni di elettori”. E poi i Molinari, Serra, Fontana, Gruber... Gentiloni li ha superato tutti: “Mi sono abbracciato da solo”. E ha trovato il nulla.
Dice Biden: “Riunire la banda” per superare vecchie tensioni con gli europei. In linguaggio non orwelliano, significa ricondurre l’Europa all’ordine, far evaporare i sogni di autonomia franco-tedeschi, gli affari con Russia (North Stream), Iran, Cina e pussa via all’esercito europeo. Per l’ISPI significa “ripristinare la leadership americana” dopo anni di deleterio “isolazionismo degli USA”. Avendo Biden ripetutamente raffigurato la Russia come “la minaccia più grande alla sicurezza della Comunità Internazionale”, verremo tutti arruolati in una guerra fredda-calda contro Mosca senza precedenti. Ne usciranno nuovi, infiniti Russiagate contro chiunque si opponga. L’ISPI:
“Fare quadrato contro Mosca, ricompattare la NATO contro vecchi e nuovi autoritarismi”… Dopo aver fatto 30, con Biden l’Alleanza atlantica spera di fare anche di più (Kosovo, Georgia, Ucraina, America Latina)… Ritrovare quella leadership e quella guida (sinonimi che si rafforzano a vicenda) di cui ha bisogno dopo quattro anni in cui si è persino messa in dubbio la sua stessa ragion d’essere”. Conclude l’Istituto amerikkkano. “La sfida più grande sarà far riprendere agli Stati Uniti il ruolo che hanno sempre svolto (?). Con Biden, gli USA vanno in cerca del loro antico splendore, guidare il mondo. E guai a noi se non faremo una scelta di campo decisa”. E questo viene descritto come “il nostro più autorevole centro nazionale di geopolitica”!
Dichiarazione di Donald Trump:
“Joe Biden non è stato certificato come vincitore di alcuno stato, per non parlare di nessuno degli stati altamente contesi che si sono indirizzati verso i riconteggi obbligatori, o stati in cui la nostra campagna elettorale ha valide contestazioni legali che potrebbero determinare il vincitore finale. I voti legali decidono chi è presidente, non i media. Rimane sconvolgente il fatto che la campagna di Biden si rifiuti di accettare questo principio di base e voglia che le schede vengano contate anche se fraudolente, fabbricate, o spedite da elettori non eleggibili o deceduti. Allora, cosa nasconde Biden? Non mi darò pace finché il popolo americano non avrà il conteggio dei voti onesto che merita e che la Democrazia esige”. (Donald J. Trump, presidente degli Stati Uniti)
Fulvio Grimaldi - https://fulviogrimaldi.blogspot.com/
Commento di A.D.: “Stiamo ora per entrare in un periodo di tempo in cui Internet potrebbe essere chiuso, finquando le oltre 200.000 accuse federali attualmente sigillate non saranno dissigillate. Serve a prevenire
RispondiEliminadisordini di massa e una possibile, ma improbabile, guerra civile. Come siamo giunti a questo punto? Trump non è un Deep Stater. È un outsider. È per questo che è odiato dai media mainstream, inclusi i giganti dei social Twitter, FaceBook e Google...”