I viterbesi che amano il Bullicame,
stanchi della situazione della “callara” perennemente vuota dal
lontano 25 novembre del 2014, e dell’orribile “flebo” che gli
fa arrivare poca acqua dal San Valentino ( da padrone a garzone),
organizzano un pellegrinaggio alla “callara” del Bullicame.
Tutte le persone che hanno a cuore le
sorti di questo meraviglioso monumento naturale, che è parte
integrante della storia di Viterbo, sono invitati a partecipare al
pellegrinaggio, e a recarsi al capezzale del Bullicame per salutarlo
prima che sia troppo tardi.
Ricordiamo che la Società Gestervit
che gestisce le Terme Salus, nel novembre 2014 sfondò la sorgente
naturale del San Valentino, creando un nuovo pozzo che ha prosciugato
la “callara” del Bullicame.
La carità cristiana insegna a curare
gli infermi e a consolare gli afflitti. Il Bulicame deve essere
curato con la chiusura tombale immediata del San Valentino. La
Regione lo ha chiesto da tempo e inserito in una determina, ma la
Gestervit (Terme Salus) che lo dovrebbe chiudere, ancora non lo ha
fatto. Non si capisce come mai non venga riparato il grave danno
arrecato, che ad oggi ha visto trascorrere quasi 1.220 giorni, per un
totale di tre anni e tre mesi (più del più lungo Conclave della
storia della Chiesa).
Considerato che a nessuno interessa la
salute del Bullicame, Franco Marinelli e Giovanni Faperdue,
appassionati paladini del termalismo, si sono fatti promotori di un
pellegrinaggio pubblico, al capezzale del moribondo Bullicame, per il
giorno di domenica 18 febbraio 2018, dalle ore 11 alle ore 12.
Tutta la cittadinanza è invitata a
partecipare. L’illustre paziente non desidera doni di sorta.
Desidera solo che venga chiuso il San Valentino al più presto, per
poter risorgere con dignità all’antica bellezza.
Giovanni Faperdue e Franco Marinelli
Info: giovannifaperdue@libero.it
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