Il singolare silenzio mediatico (al netto delle fugaci apparizioni televisive del cappottino arancione iscritto ad un circolo cul-turale, a sua insaputa) sulla porno gay news Unar – al secolo Ufficio nazionale anti discriminazioni razziali del Dipartimento Pari Opportunità (o, se preferite, a questo punto giunti, delle Opportunità tra Pari) – non fa specie.
Di quante notizie veniamo privati dalla laboriosa macchina dell’insabbiamento giornalistico di sistema, non ci rendiamo neanche più conto. Basta essere professionisti di provata onestà intellettuale e, soprattutto, cittadini desiderosi di contribuire alla crescita autentica e responsabile del vivere civile, che, a cura dei lenoni della disinformazione, scatta l’oscuramento (quando non il vilipendio).
E’ il caso, per fare un esempio eclatante, di Enrica Perucchietti tanto impegnata su una materia attuale e inquietante, come quella dei cosiddetti transgender, quanto oscurata!
Cosa vi spaventa di più di questa ideologia gender?
“L'evidente tentativo di mutazione antropologica e di cancellazione di ciò che è natura viene divulgato come una rivendicazione di diritti delle minoranze. Lo trovo una strumentalizzazione di battaglie lecite e nate in modo spontaneo, poi cooptate dal potere. L'intenzione evidente è di sradicare l'identità sessuale per rendere fluida la sessualità e a-morfo l'individuo. Se fosse una semplice rivendicazione per i diritti gay non staremmo qua a parlarne. Invece si sta tentando di cancellare il dimorfismo, sradicare l'identità sessuale e omologare gli individui in un clima di crescente intolleranza e violenza contro chi semplicemente biasima questo processo. Dall'altra si sta creando un clima di totalitarismo dei "buoni sentimenti" teso a uniformare le menti in un pensiero unico: chi pensa e si esprime fuori dal coro viene accusato di essere omofobo in una plateale caccia alle streghe. Si avvicina l'introduzione dello psicoreato immaginato da Orwell: non si potrà più nemmeno pensare fuori dal coro”. (tratto da un’Intervista a Enrica Perucchietti, autrice di Unisex: il genderismo come arma di manipolazione)
Tutto torna e tutto si spiega!
E’ per occultare queste cose che, senza alcun pudore, con sfrontatezza arrogante si industriano nei machiavelli più ignobili per controllare e soffocare la libertà di espressione garantita in qualche misura dalla rete. Per fortuna qualcosa si muove e non mancano forti ruggiti.
Vogliono privare i cittadini della libertà di espressione, scrive senza mezzi termini Marcello Foa nella denuncia del tentativo di stampo fascista in atto, per incaprettare ancora più di quanto non lo sia già il sistema dell’informazione. E aggiunge con tanto di foto “a destra il testo del disegno di legge presentato pochi giorni fa, a sinistra il decreto sulla stampa fascista del 1923”
E, per fortuna, non è solo!
“Si, diciamolo alto e forte, è in atto un tentativo di instaurare una dittatura strisciante, fintamente umanitaria, pedagogica ma sottilmente isterica, intollerante, censoria verso la “trascurabile maggioranza dei popoli” che non appartiene alle minoranze protette e ai migranti clandestini”, gli fa eco Marcello Veneziani.. E aggiunge: “È il momento di reagire in modo deciso e composto, a partire dalla denuncia sistematica di ogni episodio”…..a partire – aggiungiamo noi, associandoci volentieri - dalle chicche, anzi, pardon, volevamo dire le checche, dell’informazione di cui parlavamo all’inizio!
Adriano Colafrancesco - adrianocolafrancesco@gmail. com
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