A proposito di “Osho”, o meglio, di Baghwan Shree Rajneesh, non posso resistere alla tentazione di raccontare un breve evento biografico, tramite il quale venni in contatto non proprio con lui, ma con il suo ufficio informatico, nel centro che fondò sull’altipiano dell’Oregon centrale, in una località chiamata Antilope.
Osho era un marpione di sette cotte più una, e di cui dirò brevemente. Negli 80 messi su una ditta di computers, metà hardware e metà software. II primo prodotto – diis volentibus – e’ quello che permise alla ditta di affermarsi. Si trattava di una macchinetta elettrica alquanto semplice. Nel bio sul mio sito c’è anche un breve video sul prodotto, estratto da un’intervista con la TV locale. La macchinetta permetteva, ai tempi delle stampanti a testine (dot matrix) di risparmiare un mucchio di soldi.
Quando ricevemmo l’inaspettata telefonata da Rajneeshpuram (cosi’ era stato battezzato il centro di cui tutti parlavano nell’Oregon), mi hanno passato la chiamata e cosi’ ho potuto discorrere con l’addetto ai lavori informatici. Il quale cercò di convincermi che diventare cittadini di Rajneeshpuram (e seguaci del Baghwan), era la chiave per ritrovare se stessi e scoprire la felicità.
Il neo-cittadino di Rajneeshpuram diventava immediatamente un “Sannyasin” dopo riti d’iniziazione di cui non ricordo. Lo ringraziai per la spiegazione e l’invito che declinai, pur ringraziandolo per essere diventato un nostro cliente.
I Sannyasins consegnavano tutti i loro beni temporali al Bhagwan (che vuol dire “quello benedetto”). In pratica Rajneeshpuram era una “comune,” e il Bhagwan era un guru mistico ma-non-troppo. Con le palanche dei Sannyasins acquistò, tra l’altro, almeno una ventina di Rolls-Royces ciascuna verniciata in modo speciale.
Uno dei riti era la sua macchinata al mattino (attraverso Rajneeshpuram), con una delle Rolls-Royces, dalla quale benediceva i Sannyasins. Alla macchinata seguivano seminari, discorsi e colloqui con questo e con quello. Era critico del socialismo (come dargli torto viste le Rolls-Royces), di Ghandi e dell’ortodossia Hindi. Promuoveva una piu’ grande apertura verso il sesso, tanto da prendersi il titolo di “sex guru.” Chi legge immagini.
Si era portato dietro dall’India una segretaria indiana dal nome di Ma Anand Sheela, la quale sarà parte del debacle che portò alla carcerazione della segretaria e poi alla chiusura di Rajneeshpuram.
L’Oregon centrale è il tipico ambiente da film western d’antan, mucche, cow-boys, farmers, brava gente ma conservatori fino all’osso. La presenza del sex guru, della comune, per non parlare delle Rolls-Royces, già era di per sé una miscela esplosiva, per essere eufemistici.
A un certo punto non ricordo bene cosa i Sannyasin volessero fare, se espandersi o avere più acqua dei farmers (l’acqua nel semideserto della zona è preziosa). Ma il consiglio della contea negò la richiesta. Al che Anand Sheela, per ripicca, si dice che facesse immettere sostanze tossiche nei serbatoi dell’acqua che serviva gli abitanti della contea, con prevedibili conseguenze. Non ci volle molto alla polizia per scoprire i colpevoli. Nel frattempo Ma Anand Sheela aveva anche rotto con il Bhagwan.
Ricordo una (per me), comicissima intervista alla TV di Portland, nella quale il presentatore faceva vedere al Bhagwan quello che la segretaria aveva detto di lui in un’intervista precedente.
Il quale osservò attentamente l’intervista e dopo aver preso un lungo fiato, disse, “Biiiiiiiiitch” (leggi ‘puttana’). L’ho prelevata dal ghetto di Bombay dove faceva la cameriera e le ho fatto trovare fortuna, ed ecco come mi ricompensa.”
La “Biiiiiitch” passò un po’ di tempo in galera, dopodiché, se ben ricordo, se ne andò in Svizzera. Il Baghwan venne indotto ad andarsene e morì in India nel 1990. Rajneeshpuram venne chiusa – e le Rolls-Royce vendute all’asta per pagare vari debiti contratti.
La scorsa estate, in occasione dell’eclisse totale di sole mi sono recato nella zona vicino ad Antilope e metto qui un link https://youtu.be/qyfy6a2xhTc a un video son-et-lumiere che ho messo insieme per l’occasione e che da un’idea del paesaggio. Sursum Corda,
Jimmie Moglia
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