sabato 6 ottobre 2012

L’ industrializzazione del paesetto italietta… e le sementi rubate. Ovvero: era meglio quando stavamo peggio?


L’ industrializzazione del paesetto italietta… e le sementi rubate. Ovvero: era meglio quando stavamo peggio?



Per quel che ricordo: Contadini analfabeti – allevatori di pecore – pescatori – Ladri di biciclette – un mare – artigiani in negozietti altrettanto puzzolenti
e il più delle volte luridi.
Otto figli – nove figli – dieci figli. Donne che a 30 anni ne dimostravano 80 rughe e fazzolettino nero calato sulla testa. Il bagno forse….. ma dico FORSE…. almeno una volta alla settimana e un costante puzzo di piscio. Abito nero anche per tutta la vita. Molti camminavano scalzi. I piedi sembravano di pelle di cuoio, tutta tagliata dalle callosità e dai geloni e facevano schifo.
Scatole di cartone come valigie per emigrare verso il nord e al nord i Torinesi (e non solo torinesi) che affiggevano, all’esterno dei condomini, proprio vicini alla portineria, dei cartelli con la specifica: “non si affitta a meridionali”.
E poi le città dormitorio. Orrende enormi. Squallide. Rocco e suoi Fratelli.
Le assemblee degli operai in fabbriche, le catene di montaggio, l’alienazione e le menate infinite sull’alienazione, El Pueblo Unido eccetera eccetera e Mimi Metallurgico ferito nell’onore…. e la Classe Operaia va in Paradiso.
E tutti in giro con la macchinetta utilitaria della Fiat,
una 500 che se dovevi ingranare una marcia ti toccava di scendere dall’auto in corsa e fartela per un tratto a piedi.
Industrializzazione imposta? Prestabilita? Organizzata? Macchisenefrega, ragazzi!
Non l’abbiamo fatta noi. L’abbiamo subita. O accolta con applauso. Ma comunque non l’abbiamo fatta noi, non è un nostro progetto e non ne avevamo i soldi e credo neanche le competenze. Di laureati ce ne saranno stati 5 in tutta Italia, cosa cappio potevamo progettare?
Abbiamo collaborato al progetto di industrializzazione oppure no.

C’abbiamo rimesso la vita oppure no.
C’abbiamo speculato oppure no.
Abbiamo fregato gli altri italiani oppure no.
Abbiamo contestato oppure no.
Ma comunque fosse, l’ industria non era nostra….. fin da principio…… e il principio di industrializzazione nemmeno. Quindi?
Quindi, si ripigliano le industrie.
Punto.
E non c’è niente da fare. Perché non è roba nostra.
Noi, alla fine, siamo sempre gli stessi. Quei contadini analfabeti di 70 anni fa con le croste in testa, come ci ridurremo.
Solo che adesso ci hanno fottuto pure la terra e le sementi.
Perché?
Perché siamo analfabeti.
70 anni (di abbondanza) li abbiamo avuti per combattere contro il nemico?….. E LO ABBIAMO FATTO?
Quindi o riusciamo a parlare con la popolazione….. non so cosa inventarci, ma ci dobbiamo inventare qualcosa……. io non lo so proprio…..
Ralf

1 commento:

  1. Ogni sogno sul ideologia del tempo ha inizio e fine , il Capitale di Max l' aveva detto , le fabbriche crolleranno quando gli uomini crolleranno per le fabbriche sulle crisi le guerre i conflitti etc,
    Per cui non è più necessario Inventarsi sogni per parlare con la popolazione , ma trovare soluzioni sulla nostra situazione di migliorare le nostra e l'altrui condizione . Ma non basta una vita

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