Il Matto - Collage di Vincenzo Toccaceli
Se il dibattito sulla legge elettorale continua a generare ‘fumate nere’, è lecito chiedersi quale potrebbe essere l’esito del voto se si andasse alle urne con le norme attualmente in vigore. Per scoprire come sarebbe composto il nuovo Parlamento in assenza di una riforma ci siamo affidati agli ultimi sondaggi politico elettorali pubblicati sul sito della presidenza del Consiglio relativi alle intenzioni di voto della popolazione maggiorenne. Abbiamo confrontato, per la precisione, i dati relativi alle rilevazioni statistiche realizzate da Datamonitor per Milano Finanza (interviste del 24-26 settembre), ai numeri raccolti da Emg per La7 (27-28 settembre), alle cifre di Ipsos per Ballarò (primo ottobre) e, infine, alle stime di Ipr Marketing per il Tg3 (numeri resi noti nella giornata di ieri l'altro).
VITTORIA A PD E SEL – Se si andasse al voto oggi, con la legge Calderoli, il cosiddetto Porcellum, le elezioni Politiche sarebbero vinte dalla coalizione di centrosinistra composta da Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà. Le norme attuali, infatti, consentono allo schieramento che ottiene anche solo un voto in più di ogni altra aggregazione di ottenere circa il 55% dei seggi alla Camera (340 sui complessivi 630). E i partiti di Bersani e di Vendola mantengono, stando ai dati dei sondaggi odierni, un margine rassicurante su ogni altro possibile concorrente. La somma del consenso di Pd e Sel oscilla tra il 31,5% indicato da Datamonitor al 34 di Ipsos, con una media del 32,5%.
280 DEMOCRATICI ALLA CAMERA – - Il Pd è saldamente primo del partito del Paese: nei sondaggi che abbiamo osservato i Democratici vengono stimati in media al 26,8%, oscillando dal 25,5% di Datamonitor fino al 28 di Ipr e Ipsos. Sel, invece, vale poco meno del 6%. Il 5% per Ipr, il 6 per Datamonitor e Ipsos. Se queste cifre venissero confermate dal voto il Pd potrebbe conquistare ben 280 seggi alla Camera, mentre Sel ne porterebbe a casa 60. Numeri che potrebbero abbassarsi leggermente se nella coalizione di centrosinistra dovessero aggiungersi, come tra l’altro è possibile avvenga, anche altre forze politiche minori.
SPERANZE PER RADICALI, API E PSI – Il Porcellum stabilisce infatti che alla ripartizione dei seggi destinata ad una coalizione che supera il 10% parecipino anche i partiti interni allo schierameno che superano lo sbarramento del 2% e la lista maggiore tra quelle che non vanno oltre la stessa soglia del 2%. Potrebbero, dunque, entrare in Parlamento grazie all’alleanza con il centrosinistra anche i Radicali (che nei sondaggi oscillano tra lo 0,6 e il 2%), l’Api di Rutelli (stimata tra lo 0,4 e l’1%), il Partito Socialista di Nencini (valutato tra lo 0,8 e l’1,3%). Per quanto concerne le forze non coalizzate, o i partiti di coalizioni che non superano il 10% dei consensi, invece, lo sbarramento da superare per entrare a Montecitorio è fissato al 4%.
CROLLO DEL PDL: 93 SEGGI – Incassato il successo da Pd e Sel, al fronte delle opposizioni che va dai centristi dell’Udc alla Lega, passando per Pdl, Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo e Italia dei Valori non resterebbe che spartIrsi i restanti 277 seggi (dal conteggio sono esclusi i 12 deputati da eleggere all’estero e l’onorevole da scegliere in Valle d’Aosta con sistema maggioritario uninominale). Per il partito di Alfano e Berlusconi sarebbe vera batosta: se si andasse al voto oggi con le norme in vigore, e se venissero confermati i livello di consenso indicati dagli ultimi sondaggi, il Pdl otterrebbe alla Camera solo un terzo dei seggi del Pd: 93 contro i 280 dei Democratici. Gli azzurri valgono oggi in media solo il 17,5%, il 14,5 secondo Ipr, il 18 per Datamonitor, il 18,5% per Ipsos, il 19,3 per Emg. Alle Politiche del 2008, tra le fila del Pdl (37,4%), furono eletti ben 276 onorevoli.
LEGA DIMEZZATA: DA 60 A 29 – Le cose non vanno bene nemmeno per la Lega Carroccio, come il Pdl colpita da uno scandalo di fondi destinati al partito utilizzati per spese private dei leader. Il Carroccio, stando agli ultimi sondaggi raccoglierebbe oggi il 5,5% dei voti degli elettori italiani (i dati oscillano dal 5% di Ipsos al 5,7 di Datamonitor ed Emg), e porterebbe a casa dunque 29 seggi della Camera, la metà di quelli conquistati quattro anni e mezzo fa (60). Un’ipotetica alleanza Pdl Lega, pagherebbe oggi dal duo composto da Pd e Sel un divario di circa 10 punti percentuali (-6,6 punti stando ai dati Emg, -13 secondo i numeri di Ipr).
35 CENTRISTI – Sembra non aver entusiasmato gli elettori la proposta di una lista civica nazionale pro-Monti lanciata da Casini. Udc e Fli, reduci del terzo polo, insieme, non arrivano mai al 10% dei consensi. Lo scudocrociato vale mediamente il 6,6% (variando dal 6,4 di Ipsos al 7 di Ipr), mentre il partito di Fini si muove tra il 2,2 e il 2,5%. Il totale fa 9%. I finiani dunque, nel caso di alleanza con l’Udc, e solo con l’Udc, resterebbero fuori da Montecitorio. Casini otterrebbe 35 seggi, 1 in meno rispetto alle elezioni del 2008.
28 DIPIETRISTI – La proiezione ci dice che con il Porcellum resta invariato anche il numero di deputati dell’Italia dei Valori eletti. Alle passate elezioni Di Pietro conquistò alla Camera 28 seggi. Oggi ne otterrebbe uno in più. Il partito dell’ex pm, al momento in corsa solitaria, secondo i sondaggisti vale il 6,1% di consenso (il 4,5 per Emg, il 6,3 per Ipsos, il 6,5 per Datamonitor e il 7 per Ipr).
BOOM DI GRILLO: 88 DEPUTATI – Il Movimento 5 Stelle, vera novità della prossima tornata, si avvicina moltissimo al Pdl. I grillini vengono valutati al 16,6%, a circa un punto di distacco dal secondo partito del paese, 2 punti e mezzo più su dei sondaggi del mese scorso. Una crescita rilevante: Datamonitor indica un consenso del 15,6%, Ipr il 16,5 (2 punti sopra il Pdl), Emg il 16,7, Ipsos il 17,6. Se questi dati venissero confermati da voto, e se, soprattutto, venisse confermato il Porcellum la lista Grillo conquisterebbe 88 seggi a Montecitorio.
A CASA FDS, VERDI E DESTRA – E’ molto probabile che con il Porcellum non riusciranno ad ottenere posti alla Camera tutti i piccoli non coalizzati. Resterà fuori chi tra Api, Radicali e Psi non si unirà al Pd. Ma anche i Verdi (stimati in media all’1,2%), la Federazione della Sinistra (che oscilla tra il 2 e il 2,6%) e La Destra di Storace (che si muove tra il 2 e il 2,7% dei consensi).
Donato De Sena
(Fonte: Giornalettismo.com)
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.