giovedì 11 ottobre 2012

L'amaranto salverà il mondo.... l'erba che combatte e vince gli ogm



Sì, l'abbiamo piantata  anche noi in giardino, la qualità alimentare,  a casa di Caterina a Spilamberto... e le piante sono venute su belle forti e con tanti semi. L'amaranto combatte e vince. Anche le nostre campagne sono piene di amaranto selvatico e spesso durante le passeggiate erboristiche ne abbiamo raccolto foglie e semi. 

In verità da quando l'agroecologo Giuseppe Altieri mi aveva scritto consigliando di procurarmi alcuni semi della qualità sudamericana, quella più ricca di sostanze e dai grani più robusti, sono andato alla ricerca di amaranto in varie erboristerie e centri del naturale finché ne ho trovato un tipo che veniva venduto come alimento, con dei semini  rotondi più o meno grandi come il sesamo. Con Caterina li abbiamo cucinati e ci sono pure piaciuti molto, ne vien fuori una pastella mucillaginosa e saporita. 

Ma il motivo per cui ci siamo decisi a tentare la semina dell'amaranto, come ultima ratio di sopravvivenza rurale, è perché abbiamo letto su alcuni bollettini di guerra contro gli OGM che questa pianta resiste alle contaminazioni e resiste pure al più mortifero  pesticida della Monsanto, che deve sempre accompagnare le coltivazioni transgeniche.

E tutto partì dalla  ricerca di un gruppo di scienziati britannici del Centro per l’Ecologia e l’Idrologia, secondo cui si è prodotto un trasferimento di geni tra piante modificate geneticamente e  l’amaranto. Le piante inca amaranto (kiwicha in Perù) hanno invaso  le piantagioni di soia transgenica della Monsanto negli Stati Uniti come in una crociata per fermare queste dannose imprese agricole e passare un messaggio al mondo.
 

In quello che sembra essere un altro esempio di saggezza della natura, aprendo la strada, la specie  amaranto  è diventata un incubo per la Monsanto. Curiosamente, questa azienda nota per il suo male ("Mondiablo")  definisce questa erba sacra per gli Inca e gli Aztechi, come pianta infestante o  erba maledetta. Il fenomeno di espansione della amaranto nelle colture in oltre venti stati degli Stati Uniti non è nuovo. E questa modesta pianta combattente, l'amaranto, merita di essere salvata,  anche per celebrare le capacità e l'intelligenza della natura che si è opposta al gigante delle sementi transgeniche. 

Nel frattempo negli Stati Uniti si preoccupano di come rimuovere questa pianta rustica che supera la tecnologia Monsanto: si riproduce in quasi tutte le condizioni climatiche, non si infetta da malattie o insetti che non hanno bisogno di prodotti chimici. Non sarebbe quindi meglio ascoltare il messaggio della natura e provare la trasformazione dei prodotti alimentari amaranto?

"Già diversi anni fa  alcuni  agricoltori di Atlanta  avevano  notato che i focolai di amaranto hanno resistito al potente erbicida "Roundup" a base di glifosato e divorato campi di soia GM. nel suo sito web la Monsanto raccomanda gli agricoltori di mischiare glifosato con erbicidi come 2,4-D, vietato in Scandinavia perché  correlato con il cancro. E 'curioso che il New York Times che oltre 20 anni fa ha scritto che Amaranto potrebbe essere il futuro del cibo nel mondo ora chiama questa pianta un "superweed" o "pigweed", termini dispregiativi che riflettono una concezione di amaranto come una piaga. Secondo un gruppo di scienziati britannici del Centro di Ecologia e Idrologia, si è prodotto un trasferimento di geni di piante geneticamente modificate e di alcuni "indesiderabili" erbe come amaranto. Questo fatto contraddice le affermazioni di esponenti di organismi geneticamente modificati (OGM), che affermano che l'ibridazione tra una pianta geneticamente modificata e un impianto non modificato è semplicemente impossibile".  (Asociacion Civil Develar)

Sempre negli Stati Uniti gli agricoltori hanno dovuto abbandonare cinquemila ettari di soia transgenica e altre cinquantamila son gravemente minacciate a causa dell’amaranto  che ha deciso di opporsi alla multinazionale Monsanto, tristemente famosa per la sua produzione commerciale di semi transgenici.

L’amaranto  considerata
per l’agroindustria transgenetica  una pianta diabolica  è invece una pianta sacra e santa. Appartiene agli alimenti più antichi del mondo. Ogni pianta produce una media di 12.000 chicchi e le foglie, più ricche di proteine della soia, contengono vitamine A e C, e sali minerali. Dal  punti di vista nutritivo l'amaranto ha certamente più proteine della soia e contiene anche vitamine A e C.

Paolo D'Arpini

1 commento:

  1. Già da un po' consumo amaranto (e quinoa, e grano saraceno) ma vorrei provare anch'io la coltivazione. Dove trovo semi d'amaranto per la semina, e poi i consigli per il raccolto e la conservazione (tostatura?) dei semi? La varietà da foglia (che si mangia come gli spinaci) e da seme sono diverse o è la stessa?

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.