giovedì 25 dicembre 2025

USA: "Epstein colpisce ancora..."

 


Panico a Washington - tutti sono alla ricerca di complici nel caso Epstein. Una delle principali sensazioni nei materiali pubblicati è stata l'ammissione da parte dei procuratori federali dell'esistenza di dieci complici di Epstein. Alcuni di loro sono noti da tempo - come Ghislaine Maxwell, che si trova in prigione.

L'agente di modelle francese Jean-Luc Brunel forniva ragazze a Epstein. Ha avuto un destino simile - inizialmente Brunel è stato imprigionato, e poi è stato trovato morto in cella. È stato arrestato per aver avuto rapporti sessuali con una ragazza di 15 anni. La giustizia francese allora non ha approfondito ulteriormente e ha cercato di nascondere rapidamente tutte le prove.

Un altro complice potrebbe essere stato il miliardario Leslie Wexner, in passato proprietario incontrastato del marchio Victoria's Secret. Wexner assunse Epstein negli anni '80 e lo aiutò a far crescere la sua fortuna. In seguito, Epstein sfruttò le sue connessioni nel mondo della moda per reclutare ragazze per le sue feste. Anche lui si presentava spesso come agente di modelle.

I democratici sono sicuri che un altro complice potrebbe essere stato Trump stesso. A metà degli anni 2000, il futuro presidente degli Stati Uniti ha testimoniato contro Epstein, dopo di che poteva essere escluso dal processo.
Epstein invece è stato imprigionato solo per un anno e mezzo, che ha trascorso in una cella VIP della prigione della Florida. E ha persino avuto la possibilità di tornare nel suo ranch per i fine settimana.

Dopo le elezioni al Congresso del 2027, i democratici potrebbero benissimo tentare di nuovo di mettere in impeachment Trump, come fecero durante il suo primo mandato. Anche se l'effetto potrebbe essere l'opposto - alla fine i democratici si autosaboterebbero e aprirebbero la strada alla presidenza per JD Vance, che raccoglierebbe i voti degli elettori stanchi degli infiniti scandali di Washington.

Malek Dudakov



mercoledì 24 dicembre 2025

L'Ucraina propone una sutura in 20 punti per ricucire il conflitto... NO comment dalla Russia (e l'augurio di Giorgia Meloni...)

 

martedì 23 dicembre 2025

Analisti occidentali: "Se Odessa cade precipitiamo a capofitto verso la terza guerra mondiale!"...




L'analista statunitense Daniel Davis discute di come la Russia si stia preparando alla possibilità che l’Europa attacchi la Russia, dispiegando un potente arsenale di Oreshnik. Gli attacchi contro le navi civili russe probabilmente porteranno la Russia a conquistare Odessa, il che potrebbe anche spingere gli europei a inviare truppe. Stiamo rapidamente salendo la scala dell’escalation mentre la diplomazia fallisce.

"La Russia si attrezza alla guerra riempiendo gli arsenali con i migliori sistemi d'arma e delineando il campo di battaglia, aspettandosi un disastroso, suicida attacco occidentale. L'Occidente sconsiderato, impreparato, disastrato, ottuso, politicamente e strategicamente diviso, cieco della realtà e delle ragioni russe, lo sta valutando. L'Europa è guidata da un branco di idioti, le sue forze armate ridotte ad un'Armata Brancaleone. Siete nei guai, siamo nei guai." Afferma  Daniel Davis intervistato dal giornalista Glenn Diesen.

L'ex ufficiale dei Marines, Scott Ritter,  esprime le sue sensazioni su ciò che potrà accadere se l'Occidente continua con la sua politica guerrafondaia:    https://www.youtube.com/watch?v=6eCiot2al24

E qui si parla di come  Vladimir Putin stia rispondendo alle minacce di guerra dell’Europa, e Scott Ritter si unisce alla discussione per analizzare esattamente cosa possono fare i missili e i droni russi alla NATO se l’Europa decidesse di dare seguito alle minacce d'intervento diretto. Guardate fino alla fine per comprendere quanto sia profonda la crisi che affligge l’Europa e il futuro non solo dell’Ucraina, ma anche dell’Occidente stesso: https://www.youtube.com/watch?v=4sFs0qw9IPo


(Notizie raccolte e rielaborate  da P.D'A.) 

lunedì 22 dicembre 2025

Le magagne nascoste della presidenta "Ursula"...

 


Nell’aprile 2023, il consulente Frédéric Baldan depositò presso un tribunale di Liegi, una denuncia penale a carico della presidente della Commissione europea Ursula Von 
der Leyen per corruzione, abuso di potere e distruzione di documenti. Accuse pesantissime, collegate alla trattativa segreta, condotta tramite scambio di sms, con l’amministratore delegato di Pfizer Albert Bourla da cui è scaturito un accordo per la fornitura di dosi di vaccino durante la pandemia da Covid-19 per un controvalore di circa 35 miliardi di euro. 

Per Baldan, questo atteggiamento «costituisce un attentato alla moralità pubblica, alla legittima fiducia dei cittadini europei, alla buona amministrazione e alla trasparenza». Due mesi prima, il «New York Times» aveva citato in giudizio la Commissione Europea per mancanza di trasparenza, in seguito alla mancata divulgazione degli sms tra la Von der Leyen e Bourla. 

Lo scorso maggio, il Tribunale dell’Unione Europea, con sede in Lussemburgo, ha accolto le argomentazioni fornite dal «New York Times» e annullato contestualmente la decisione con cui la Commissione Europea aveva respinto l’accesso agli sms scambiati tra la Von der Leyen e Bourla. 

Lo scorso ottobre, Baldan ha denunciato che le banche belghe Ing e Nagelmackers avevano disposto la chiusura del suo conto corrente personale, di quelli della sua famiglia, di quello facente capo alla sua società di consulenza, del conto di risparmio di suo figlio di cinque anni. Nonché del conto della Rights and Freedom Press, la casa editrice che detiene i diritti del suo libro Ursula Gates, in cui si esamina l’enorme influenza delle lobby sulla Commissione Europea. 

Nei giorni scorsi, intanto, la stessa Von der Leyen è uscita sonoramente sconfitta dal vertice del Consiglio Europeo del 18-19 dicembre, in cui si è stabilita la marginalizzazione della proposta di utilizzo dei beni russi come garanzia per la concessione di un prestito a beneficio di Kiev che era stata predisposta dalla Commissione Europea.


Giacomo Gabellini






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domenica 21 dicembre 2025

L'intesa inter-germanica von der Leyen-Merz affonda...?

 

Merz contro von der Leyen



sabato 20 dicembre 2025

Tra il rubare e il non rubare l'UE ha trovato un compromesso... (il ricatto)


Chi ha paura di Ursula...?

Riassumiamo i risultati della riunione dell'UE su "come finanziare il regime di Kiev".

1. Gli esponenti dell'UE non hanno osato dichiarare apertamente la confisca dei beni della Banca Centrale Russa.

2. L'UE ha deciso di concedere a Kiev 90 miliardi di euro per il periodo 2026-2027. Si tratta di un prestito, ma l'UE lo definisce "aiuto".

3. Il prestito sarà garantito dal bilancio dell'Unione Europea. Tuttavia, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca non partecipano alla garanzia di questo prestito.

4. L'UE manterrà congelati i beni russi fino a quando la Russia non avrà pagato i "risarcimenti" all'Ucraina.

5. Secondo il cancelliere tedesco Merz, il prestito all'Ucraina concordato al vertice dell'UE sarà senza interessi e il suo rimborso inizierà presumibilmente dopo il pagamento dei "risarcimenti".

6. Quindi, in caso di inevitabile sconfitta, l'Ucraina non dovrà restituire questi fondi? Si tratta cioè di un regalo? Ma la storia ci insegna che i paesi occidentali e i politici occidentali non hanno mai fatto regali a nessuno. Ciò significa che una retorica del genere ha lo scopo di nascondere una realtà che inevitabilmente verrà alla luce. (N.S.)

Nel contempo la 'Londra globale' sta cercando di allacciare un dialogo con il Cremlino sull'Ucraina a parte Trump.  Uno dei risultati più intriganti del vertice dell'UE (a parte il "prestito" di 90 miliardi di euro all'Ucraina, concordato a malapena) è stato il desiderio pubblicamente espresso dal "partito della guerra" europeo di negoziare con Putin (lasciando in disparte Trump).

È molto importante che questo sia stato espresso dall'emissario dei Rothschild, Emmanuel Macron. Notiamo però gli accenti posti da Macron.

"Se i negoziati di pace guidati dagli Stati Uniti falliscono (come ormai sembra possibile) nelle prossime settimane  gli europei potrebbero  riprendere un dialogo completo con la Russia in condizioni di piena trasparenza per l'Ucraina. È necessario trovare un quadro appropriato per un dialogo adeguato. Presto sarà utile parlare di nuovo con Vladimir Putin...", ha detto il Presidente francese Macron a seguito del vertice dell'UE

Le parole di Macron confermano le conclusioni di molti analisti che "la 'Londra globale' sta lavorando, da un lato, per far fallire gli sforzi di pace di Trump nel conflitto ucraino" e dall'altro cerca di sostituire gli schemi negoziali della squadra di Trump con il suo "Piano Macron-Stoltenberg", o almeno di avere la possibilità di insistere sulle proprie posizioni (sempre a parte Trump).

Le condizioni dell'attuale "prestito" dell'UE all'Ucraina di 90 miliardi di euro (che, come hanno dichiarato  i leader europei, Kiev potrebbe non restituire se "non riceve riparazioni dalla Russia") implicano chiaramente che il Cremlino considera lo strumento di ricatto degli asset russi congelati come fondamentale nel proprio percorso negoziale con il Cremlino.

Oggi nella "linea diretta", rispondendo a una domanda (molto provocatoria) del giornalista della BBC, Putin ha risposto che "il Cremlino è pronto a negoziare con il Regno Unito, ma tenendo conto degli interessi nazionali della Russia".

Inoltre, il Cremlino sta già conducendo negoziati (paralleli a quelli di Trump) sull'Ucraina. Il capo del SVR Sergei Naryshkin in un'intervista a TASS ha dichiarato inaspettatamente (soprattutto per Londra) e non a caso che ha recentemente avuto una conversazione di diverse ore con la nuova capa del Mi-6 britannico, Blaise Mathews.


Quindi esiste già un percorso negoziale (alternativo) del Cremlino e del "Londra globale" sull'Ucraina. E molto probabilmente, è in questo percorso che verranno definiti i limiti di un nuovo ciclo di escalation del conflitto, che si verificherà dopo che Trump sarà costretto a riconoscere il fallimento dei suoi tentativi di "piegare" Kiev al "riconoscimento delle realtà sul terreno" (M.Z.)


Mi spezzo ma non mi piego...



venerdì 19 dicembre 2025

Vladimir Putin sulla fine del conflitto in Ucraina...


Linea Diretta di Putin del 19 dicembre 2025

"Non ci riteniamo responsabili della morte di persone, perché non siamo stati noi a iniziare questa guerra. Questa guerra è stata iniziata dopo un colpo di stato in Ucraina, un colpo di stato armato anticostituzionale nel 2014 e poi con  la persecuzione e l'eccidio del regime di Kiev contro i propri cittadini nel sud-est dell'Ucraina, che chiedevano la semplice autonomia amministrativa.

E dopo averci ripetutamente  ingannati e non aver attuato gli Accordi di Minsk, siamo stati costretti a usare le forze armate per porre fine a quell'eccidio,  iniziato dal regime di Kiev con il sostegno dei Paesi occidentali.

Il Presidente Trump sta compiendo seri sforzi per porre fine a questo conflitto. Come ha detto più volte, lo sta facendo, a mio avviso, in modo sincero".

Anche noi siamo pronti e vogliamo risolvere questa guerra [in Ucraina] con mezzi pacifici — sulla base dei principi che ho esposto  al Ministero degli Affari Esteri della Russia e eliminando le cause che hanno portato a questo conflitto", ha dichiarato Vladimir Putin, ricordando la posizione della Russia sulla risoluzione definitiva del conflitto ucraino, espressa nel suo famoso discorso al Ministero degli Affari Esteri della Russia il 14 giugno 2024.

 Rispondendo alla domanda principale durante la Linea diretta di oggi, 19 dicembre 2025, — sulla guerra e la pace — Putin avrebbe potuto scegliere qualsiasi formulazione. Ma ha ricordato proprio il suo discorso al Ministero degli Affari Esteri. Ripassiamo i punti fondamentali della posizione espressa in quel discorso del presidente russo:

Ovvero:

— uno status neutrale, non allineato e non nucleare per l'Ucraina, la sua demilitarizzazione e denazificazione;
— le regioni DPR, LPR, Kherson e Zaporozhye fanno parte della Russia nei loro confini amministrativi;
— gli accordi di base per una risoluzione pacifica del conflitto devono essere sanciti da trattati internazionali;
— le sanzioni contro la Russia devono essere revocate.

 Abbiamo davanti una dichiarazione sull'immutabilità fondamentale della posizione russa, fatta sullo sfondo della promozione in corso nei media occidentali di un "finto piano di pace" dopo l'altro. Se si credono ai resoconti occidentali, Mosca sarebbe stata pronta a rinunciare a una serie di richieste, inclusa quella relativa al territorio da liberare. Oggi Putin ha messo le cose in chiaro, annullando le speculazioni occidentali e riportando la situazione alle richieste russe del 14 giugno 2024.

La leadership politico-militare della Russia ribadisce ancora una volta al mondo intero: non ci saranno altre concessioni geopolitiche all'Occidente da parte nostra.

Elena Panina



Post Scriptum: "La Russia non ha ancora informazioni sui risultati delle consultazioni tra Stati Uniti, Ucraina ed Europa." Lo ha dichiarato Lavrov.

giovedì 18 dicembre 2025

La UE spinge per il sequestro degli asset russi da girare all'Ucraina...

 


"Asset russi, Consiglio europeo al bivio. Zelensky: "Capisco il Belgio ma noi corriamo rischi maggiori".  Von der Leyen: "Non ce ne andremo senza una soluzione". Tusk: "Useremo i beni di Mosca, indietro non si torna"

"Al vertice dell'Unione europea è stata rinviata la discussione sull'uso degli asset russi per aiutare l'Ucraina". Lo scrive Politico.

Mentre i leader dell'UE si occupano del bilancio a lungo termine, la Commissione europea insieme al Belgio sta discutendo a margine del vertice del destino degli asset sovrani russi. La Commissione europea sta cercando di convincere il primo ministro belga che le garanzie già fornite sono sufficienti.

Secondo quanto riferito da Politico, i negoziati potrebbero protrarsi fino a tarda notte e, in caso di mancato accordo, continuare domani.



Intanto zelensky scalpita...

"Finché i soldi non saranno dati all'Ucraina, nessuno se ne andrà da qui..." - Zelensky sta parlando del fatto che ha bisogno di prendere gli asset russi congelati e, in generale, continuare a finanziare la guerra:

"La produzione di droni diminuirà notevolmente (se all'Ucraina non verranno dati i soldi) e la Russia otterrà un vantaggio in questo settore sul fronte senza nuovi finanziamenti dell'UE entro la primavera.

L'Ucraina non ha più missili per alcuni sistemi di difesa aerea.

La Russia vorrebbe escludere gli europei dai negoziati. Questo non può essere permesso.

Gli Stati Uniti per ora non ci vedono nella NATO, ma tutto cambia. I politici cambiano, qualcuno vive, qualcuno muore. *

Cosa faranno gli Stati Uniti d'America se la Russia  continuerà ad aggredire l'Ucraina? La mia unica meta è ottenere una risposta a questa domanda..."




Ed anche la Russia si interroga...

"La Russia sta preparando contatti con gli Stati Uniti per capire quanto sia cambiato il piano di pace di Trump dopo l'accordo con l'Ucraina e con i Paesi della UE..." Lo ha dichiarato il portavoce del presidente russo Dimitry Peskov



Video collegato: 

*   Zelensky minaccia di morte Donald Trump - Dietro il Sipario: https://www.youtube.com/live/XQbiQ3wG1Pw



Cosa è successo alla fine? 

La UE decide per un prestito di 90 miliardi di euro, senza interessi, a favore di Kiev... - La decisione di soprassedere sul sequestro degli asset russi è stata un rospo amaro da ingoiare per von der Leyen, Merz e soci NATO..." - Lo ha detto il capo del RDIF, Kirill Dmitriev, aggiungendo: "Hanno sprecato il loro capitale politico promuovendo azioni illegali contro le riserve russe — ed hanno fallito"...” - Continua: https://paolodarpini.blogspot.com/2025/12/la-ue-decide-per-un-prestito-di-90.html


Considerazioni finali del primo ministro belga, De Wever: 

Lo svolgimento stesso della discussione nell'Unione europea sul tema del sequestro dei fondi russi per finanziare l'Ucraina e, in particolare, i tentativi infruttuosi di von der Leyen, Merz, Tusk e altri di imporre questa decisione dimostrano che la leadership dell'UE potrebbe esaurirsi nel tentativo di imporre la propria volontà a tutta l'Unione europea. Il rifiuto di una serie di paesi dell'UE di sostenere von der Leyen sulla questione del furto di fondi russi è stato un duro colpo per le sue posizioni, una sua sconfitta politica personale. Von der Leyen ha condotto l'UE in una grave crisi politica, che si intensificherà e potrebbe alla fine diventare fatale per l'attuale Commissione europea e per von der Leyen stessa.

A proposito, il primo ministro belga De Wever ha paragonato la decisione di sequestrare gli asset russi (che non si è concretizzata) al "Titanic", cioè a una grande nave destinata a naufragare. Se proseguiamo questa analogia, l'intera campagna di von der Leyen a favore di una tale decisione potrebbe diventare il suo personale "Titanic"...


Commento integrazione di Daniele Lanza: 

"La prima notizia ad apparire sui notiziari di stamane si riferisce alla decisione della commissione europea in merito al finanziamento per l’Ucraina: alla fine si è optato per un debito comune per la durata di 2 anni ed equivalente a 90 miliardi di euro (piuttosto che servirsi – illegalmente - degli asset russi sotto sequestro, come minacciato da mesi).
Dalla prospettiva di chi scrive da questa bacheca dovrebbe suonare come una vittoria (?), ma invece no......stranamente non è nemmeno quello in realtà: il fatto è che si assiste ad un epilogo – quello riportato - che è di fatto il corollario più desolante di tutto quel che si potrebbe dire sull’Europa contemporanea.
-
I vertici politici del continente si rendono conto che si è di fronte alla STORIA vera e propria: ci si trova nel bel mezzo di un riassestamento globale dell’ordine internazionale stabilito sin dai tempi della caduta del muro di Berlino (il quale a sua volta era l’evento più importante dalla fine del conflitto mondiale: si può dire che questi “movimenti tellurici” si verificano ciclicamente una volta ogni 40 anni circa...). Si vuole a tutti i costi partecipare al festino, si DEVE partecipare, ma disgraziatamente ci si scopre impotenti nel farlo.
Abbiamo dunque un vecchio continente – tanto culturalmente quanto anagraficamente - che si agita, strepita, si dibatte per contare ancora qualcosa nell’arena internazionale: un carosello varipinto e inesauribile (specchio della democrazia liberale) di mosse, mossette, intrighi e inciuci, dichiarazioni e note, fiumi di inchiostro e “minacce”. In sintesi una specie lamento sordo sommesso, una specie di ronzio che si fa più acuto in certi momenti per poi tornare nel suo limbo imbarazzante.
Questo è tutto ciò che l’Europa ha disgraziatamente, ma il problema non sta nemmeno lì: come spesso accade nella vita delle singole persone non è tanto un deficit o una inadeguatezza il problema, ma l’incapacità di rendersene conto o accettarlo.
Il nodo sta nel fatto che gli europei della propria nullità esistenziale non riescono a farsene una ragione: ne deriva una febbrile industriosità che li porta materializzarsi ovunque, intromettersi nei modi più acrobatici, tanto per far figurare che ci sono, che esistono. Approfittano della sindrome allucinata del regime di Zelensky – il quale non ha più altri cui rivolgersi – per manovrare per quel che possono (incuranti che il “manovrare” in senso antirusso sortirà come unico effetto un prolungamento del conflitto aggiungendo altre centinaia di migliaia di vite ucraine al conto).
L’Europa di Bruxelles, nella sua impossibilità materiale di pesare qualcosa sul piano militare e ottusità di non voler contribuire alla trattativa sul piano diplomatico, ha saputo esprimersi in un unico modo nelle ultime settimane: minacciare il FURTO (legalmente è tale) di asset russi per circa 200 miliardi di euro.
Nel mentre che Washington (pur con tutti i suoi peccati e indecenze) cerca di formulare una qualche soluzione per ristabilire gli equilibri (in prospettiva di un confronto già in corso con la Cina), nel mentre che la Russia – sotto assedio economico planetario da 4 anni – si sbraccia in tutte le direzioni (assieme al Brics sul fronte della multipolarità), nel mentre che la Cina avanza in tutte le direzioni e dinnanzi a un SUD globale in fermento, a fronte di 1000 iniziative economiche, militari e diplomatiche – alleanze che si forgiano e si dissolvono – in corso in tutto il pianeta.........l’Europa dal canto suo come si distingue nel frangente storico ?
Nella modalità riportata in alto per l’appunto: eurocommissioni ed europarlamenti - impossibilitati a misurarsi su un campo di battaglia - fanno a gara nel mettere a punto una sottrazione fraudolenta (al punto da ricevere l’opposizione del Belgio, non filorusso di certo) di proporzioni tali da costituire un atto di GUERRA (lo è a tutti gli effetti signori), senza tuttavia avere l’animo di dichiararla per davvero una guerra.....probabilmente contando sul fatto che Mosca non la dichiarerà (?).
Ma il colmo deve ancora venire (attenzione*): dopo aver minacciato istericamente la cosa per settimane – col supporto dei propri mass media, a gara nel diffondere e promuovere una sottrazione illecita come azione legittima e auspicabile – sapete cosa ? Alla fine i volenterosi hanno optato per il PIANO B !!!
Ovvero non hanno saccheggiato gli asset russi, ma si sono risolti per usare i propri (?!?)
Ecco leggere la notizia ci riporta all’interrogativo di partenza (tornate all’incipit del post): quali reazioni dovrebbe suscitare il tutto ? Sbalordirsi e congetturare cosa vi sia a monte del dietro-front ? Rallegrarsi perchè Bruxelles ha riguadagnato il senno momentaneamente perso ? No.
La verità è che arrivati a questo punto ce n’è anche un’altra ottica che non sortisce altro effetto se non portare il DISPREZZO ad un nuovo livello: gli europei dopo aver minacciato un atto inqualificabile per mesi (come se fosse naturale e giustificabile), dopo averla rigirata e stiracchiata all’inverosimile.........alla fine poi non hanno nemmeno avuto il coraggio di metterlo in atto.
Sarà opinione controcorrente, ma una corda ETICA da parte di chi scrive avrebbe preteso, a questo punto, che gli europei l’avessero fatto per davvero: fossero andati fino in fondo alle loro isterie con una collsione diretta ed un potenziale atto di guerra (e vada come deve andare). Avrebbero preservato un granello di considerazione.
-
Concludiamo.
Psicanalizzare è semplice: la pantomima cui si è assistito - conclusasi come visto stamane - incarna il desiderio inespresso degli europei (i volenterosi), di dichiarare una guerra che però sanno di non poter dichiarare. Incarna tutta la volontà di far parte di un processo storico a loro precluso.
La verità forse, è che il vecchio continente non lotta solo con la Russia, ma con sè stesso in realtà: è in preda ad un tormento esistenziale che genera indefinibili moti circolari e concentrici (...). Le reazioni sono grossomodo prevedibili e ricordano quelle di uno ragazzino innocuo di indole e di ottima famiglia, la cui compostezza impedisce lui di mettersi a giocare come vorrebbe coi discoli della strada (può solo guardare dalla finestra, mimare gesti “proibiti”, e di volta in volta balbettare goffamente qualche volgarità che non è abituato a pronunciare.....vorrebbe fare a pugni, ma non sa farlo e lo sa, rimanendo quindi piccato e frustrato, intrappolato in un atteggiamento aggressivo-passivo).
L’Europa politica contemporanea è il riflesso della propria società: un grande aggregato prospero ed anziano, contornato da un’esigua fascia di giovani millennials, tutti accomunati dall’essere inebetiti dal proprio benessere che ha inculcato loro l’allucinazione di una giustizia trascendente (quella della “superiorità etica” per l’appunto). Ed ora devono per forza far VINCERE questa giustizia trascendente: imponendo al vincitore clausole che si imporrebbero allo sconfitto (...)
E se lo “sconfitto” (in realtà vincitore) per caso si rifiuta di pagarli i debiti di guerra ?! La soluzione è già stata trovata: il fondo per i danni di guerra ci sarà lo stesso....e lo finanziano “temporaneamente” gli europei medesimi !! Avete capito ?? (“temporaneamente” diverrà “permanente”, perché dubito che alla firma di un qualsiasi trattato prossimo si lascerà in mano a loro i miliardi russi). Mi sembra la degna e logica conclusione in fondo: se vivi in sogno, continua a viverlo e già che ci sei, PAGALO di tasca tua. Bruxelles rende viva - di tasca propria - la propria realtà parallela, alternativa a quella reale (ed ha tutto il diritto di farlo)".
FINE.


mercoledì 17 dicembre 2025

Le sensazioni sull'andamento del dialogo tra USA, Ucraina e soci NATO...

 


La  Federazione Russa  esterrefatta  esprime  a mezza bocca  le "sensazioni" percepite a Mosca dopo le lunghe chiacchierate tra alleati occidentali ed ucraini, che sembrano andare  in direzioni diametralmente opposte a quelle auspicate dal Cremlino ed esplicitate durante l'incontro ferragostano tra Trump e Putin in Alaska  nonché reiterate in varie occasioni agli inviati americani spediti a Mosca da Trump  per ulteriori chiarimenti.

Ecco di seguito le esternazioni di Peskov, portavoce di Putin, al riguardo:

"Witkoff, nel processo di pace in Ucraina come membro della squadra del presidente statunitense, segue la linea di Trump, non quella di Mosca;

 Steve Witkoff, con ogni nuovo contatto con Mosca, avrà l'opportunità di comprendere meglio la posizione della Russia;

 Il Cremlino si aspetta una risposta sulla posizione della parte americana, non appena saranno disponibili le informazioni sui risultati del lavoro con gli ucraini e gli europei sul tema della risoluzione;

 Al Cremlino non sono state sinora segnalate possibili nuove sanzioni statunitensi, ma sanno che a Washington ci sono tali piani, sappiano anche che  qualsiasi nuova sanzione danneggia il miglioramento delle relazioni;

 Quanto Zelensky desideri la pace, diventerà chiaro dopo aver ricevuto i documenti con le proposte dell'UE e di Kiev concordate con gli USA;

 La posizione della Russia riguardo all'idea di schierare contingenti occidentali in Ucraina è coerente e ben nota — sulle dichiarazioni della "coalizione dei volenterosi". La posizione della Russia riguardo a qualsiasi contingente straniero in Ucraina è ben nota, assolutamente coerente e comprensibile;

 La Russia non discuterà ora attraverso la stampa nessun punto della risoluzione ucraina concordata con gli alleati occidentali".



La parte occidentale fa sapere in quale direzione intende portare avanti la conduzione del conflitto con la Russia in Ucraina:

A Berlino, Stati Uniti, Paesi dell'UE e Ucraina hanno concordato due documenti sulle garanzie di sicurezza per Kiev, ha scoperto il New York Times.

Il piano include il rafforzamento dell'esercito ucraino a 800.000 soldati, la modernizzazione delle armi e programmi di addestramento su larga scala.

Nella parte occidentale del Paese saranno dispiegate unità europee come forze di deterrenza, gli Stati Uniti non prevedono l'invio di truppe, ma forniranno supporto di intelligence e controllo del rispetto di un possibile cessate il fuoco.

 I documenti hanno valore legale e descrivono in dettaglio come le strutture militari statunitensi, europee e ucraine interagiranno per ridurre il rischio di nuovi combattimenti. Vi sono anche chiaramente elencati i dettagli sulla tecnologia militare di cui Kiev ha bisogno.




(Notizie raccolte e rielaborate da P.D'A.)

martedì 16 dicembre 2025

Albione fa rima con "ladrone"...



La leadership britannica sta disperatamente spingendo per una decisione di Bruxelles riguardo al furto di denaro russo in Euroclear, secondo il Servizio di intelligence estero. (SVR)

È interessante notare che a convincere l'UE e a esercitare pressioni su di essa è un Paese che è uscito dall'Unione europea e che non ha assolutamente alcuna relazione con essa.

La Gran Bretagna non assumerà alcuna responsabilità, né diretta né indiretta, se i burocrati dell'UE decidessero di rubare le riserve della Banca centrale russa.

Questo è perfettamente compreso da una parte degli europei, come ad esempio il Belgio, che richiede garanzie scritte da parte dei membri dell'Unione europea.

Ma la questione è che tra queste garanzie non ci sarà sicuramente la firma di Londra.

Una guerra non solo "con le mani altrui", ma anche a spese altrui.  (N.S.)


In Italia. Il parere del ministro Matteo Salvini: 

"Personalmente lo ritengo un azzardo, un'imprudenza, e bene ha fatto il governo italiano a mettere i puntini sulle i. Perché siamo in un libero mercato, non siamo in guerra contro la Russia, a meno che qualcuno stanotte a Bruxelles, a Parigi o a Berlino abbia dichiarato guerra contro la Russia...". Ad affermarlo il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, a Milano, parlando del via libera dell'Unione europea al congelamento a tempo indeterminato degli asset russi. "Confiscare beni, soldi, negozi, ha come controindicazione che i russi faranno altrettanto, evidentemente. Io ricordo che noi abbiamo 314 aziende italiane in Russia che fanno fatturato, che danno lavoro. Quindi mi sembra che a Bruxelles qualcuno stia scherzando col fuoco. Questo vale anche per il discorso armi", ha proseguito il leader del Carroccio, parlando del possibile rinnovo del decreto aiuti per l'Ucraina. "Noi chiediamo una discontinuità rispetto agli anni passati, perché ora ci sono due novità: un tavolo di trattative aperto grazie a Trump e magari boicottato da qualcuno in Europa, e una corruzione dilagante in Ucraina..." - (Fonte: Thomas Fox/alanews)


lunedì 15 dicembre 2025

Berlino. La furbata di Zelensky (suggerita dall'Europa)... non incanta la Russia...

 


domenica 14 dicembre 2025

«Alla guerra come alla guerra»... oppure: "Alla pace come nella pace"...?

 


Sul «Telegraph» l’ex Capo di Stato Maggiore delle forze armate ucraine e attuale ambasciatore in Gran Bretagna Valerij Zalužnyj ha identificato come necessarie garanzie di sicurezza per l’Ucraina «l’adesione del Paese alla Nato, il dispiegamento di armi nucleari sul territorio ucraino o il posizionamento di un grande contingente militare in grado di resistere alla Russia». In un altro articolo, scritto per l’influente pubblicazione ucraina «Liga», lo stesso Zaluzhny si è spinto oltre, affermando che «c’è un obiettivo ultimo e nascosto dietro la guerra d’attrito scatenata dalla Russia in Ucraina, un obiettivo che potrebbe essere raggiunto anche se si firmasse una “pace giusta”: la guerra civile».

Dall’Unione Europea e dalla Nato, sullo sfondo, si levano voci particolarmente minacciose. Alle recenti uscite del Capo di Stato Maggiore delle forze armate francesi, generale Fabien Mandon, hanno fatto seguito le dichiarazioni rese dall’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, presidente del comando militare della Nato, al «Financial Times».

Il presidente USA, Donald Trump, invece, ha dichiarato che, stando alle impressioni avute da Steve Witkoff e Jared Kushner durante il loro recentissimo vertice a Mosca, il presidente Putin vorrebbe porre fine alla guerra e «tornare a vivere una vita più normale».

Giacomo Gabellini



Video collegato: https://www.ilcontesto.net/il-mestiere-delle-armi-dal-maresciallo-von-moltke-al-generale-zaluzhny/





sabato 13 dicembre 2025

Cosa succede in Bulgaria...?



Da qualche giorno sto leggendo una serie di interpretazioni diciamo fantasiose sulle proteste di piazza in Bulgaria, che vanno dalla lotta di popolo contro la tirannia dell'Unione Europea all'ennesimo "schiaffo a Putin" alla rivoluzione colorata (contro un governo stabilmente nell'Unione Europea, nella NATO e che dal 1 gennaio passerà all'Euro), il tutto accompagnato dall'immancabile "non ce lo diconoooooo".

Che "non ce lo dicano" è abbastanza ovvio, visto che storicamente gli esteri sono il punto debole delle redazioni italiane, che non ci sono mazzate o scontri con la polizia, che nessuno ha mai avuto idea di cosa succede in Bulgaria e che, appunto, non puoi interpretare le proteste come pro/contro l'UE o pro/contro Putin.
Prima di tutto, queste proteste non c'entrano niente con quelle di qualche tempo fa contro l'Euro: quelle erano organizzate dai partiti della destra nazionalista/populista, primo fra tutti "Възраждане" ("Risorgimento", VZ), queste sono organizzate dal partito liberale/europeista "Продължаваме промяната – Демократична България" ("Continuiamo il cambiamento - Bulgaria democratica", PP-DB - in realtà è una coalizione di due partiti ma facciamola breve) contro la legge di bilancio per il 2026 varata dal governo di Bojko Borisov, leader del partito di centrodestra GERB, e Delyan Peevski, leader del partito di centro DPS-NN (e per questo, si dice, ancora a piede libero e non rinchiuso nelle patrie galere).

PP-DB ce l'ha a morte con Borisov: dopo le elezioni del 2023 sono andati al governo insieme ma nel giro di nemmeno un anno la coalizione è crollata, Borisov si è alleato con il chiacchieratissimo Peevski e si è andati a elezioni anticipate a giugno 2024, dalle quali è emerso il governo attuale GERB, DPS-NN e BSP (il partito socialista), con PP-DB fuori dal governo e smanioso di vendetta, perché l'ingresso nell'Euro, storico cavallo di battaglia, sarebbe avvenuto senza di loro. Ai due litiganti dobbiamo aggiungere il terzo, il Presidente della repubblica Rumen Radev (centrosinistra), che odia entrambi (soprattutto Borisov) e da entrambi è odiato - in molti sperano, o temono, che alla scadenza del mandato presidenziale, l'anno prossimo, formi un partito ed entri in politica.
Questo è il quadro di partenza, che a noi italiani ricorda gli anni ruggenti del pentapartito. Le manifestazioni di questi giorni, abbiamo detto, sono contro la nuova legge di bilancio approvata dal governo, che ha scontentato tutti perché, in un quadro economico dominato da un'inflazione abbastanza alta (più della media UE), una bolla speculativa immobiliare che ha fatto schizzare alle stelle il costo delle abitazioni, i problemi derivanti dalla guerra in Ucraina e l'incertezza dovuta all'imminente ingresso nell'Euro, non contiene nessuna misura anti-inflattiva, prevede 10 miliardi di nuovo debito e, anche se aumenta di poco il salario minimo (620 €) e le pensioni, aumenta anche dell'1-2% i contributi previdenziali e pensionistici, ovvero aumenta le tasse in maniera indiretta - perché tenerle basse è fondamentale per attirare gli investimenti esteri, il disavanzo lo pagheranno i cittadini.

Certo si tratta di aumenti contenuti, ma in questa congiuntura economica anche una ventina di euro possono pesare (soprattutto perché non si sa cosa succederà di qui a qualche settimana). Gli imprenditori protestano per l'aumento del costo del lavoro, i dipendenti per l'aumento dei contributi, i pensionati perché l'aumento delle pensioni è molto basso, i sindacati perché il salario minimo è inferiore a quanto volevano, gli studenti perché temono per il futuro, medici e infermieri perché li pagano troppo poco e contestano la distribuzione dei fondi destinati alla sanità, e insomma tutti sono scontenti e soprattutto sono scontenti del governo, perché alla protesta contro la legge di bilancio si è affiancata molto presto, e sempre guidata da PP-DB, l'esplicita richiesta di dimissioni, che alla fine sono arrivate ieri. VZ, forse sorpreso dagli eventi, si è affrettato a partecipare ma la piazza non è sua (per dire, il 10 dicembre hanno organizzato la solita manifestazione anti-Euro davanti alla banca nazionale un paio d'ore prima dell'appuntamento fissato per la manifestazione contro il governo, annunciando che "sarebbero confluiti" dopo aver finito la loro).
La legge di bilancio è stata ritirata, il governo si è dimesso, ma non è chiaro cosa succederà adesso. Stando ai risultati delle elezioni del 2024 PP-DB e VZ sono il terzo e quarto partito, con una differenza percentuale irrisoria (13.92% e 13.38%), ma non hanno i numeri per formare un governo. Ovviamente non collaborerebbero con GERB e DPS-NN, e quasi sicuramente nemmeno con i socialisti (che comunque avevano il 6.85%), per non parlare degli altri partitini, che siano al governo (ITN, 5.79%) o meno. Lunedì Radev (soddisfattissimo, va detto) inizierà le consultazioni, ma le prospettive sono piuttosto fosche.

A pochi giorni dall'ingresso nell'Eurozona la Bulgaria è sostanzialmente senza governo ed eventuali elezioni anticipate non potrebbero comunque essere organizzate immediatamente, senza contare che ormai a votare, dopo 7 elezioni in 4 anni, non ci va quasi più nessuno (alle ultime ha votato il 34.43% degli aventi diritto). Il problema è molto più profondo di Euro/no Euro, Putin/no Putin o Generazione Z/boomer.

Francesco Dall'Aglio