Questo
governo non poteva (doveva) nascere, per almeno due ordini di motivi. Primo,
perché il segretario del PD non lo voleva. Zingaretti intendeva
cogliere la palla al balzo per andare a elezioni mentre ancora il suo
nome poteva contare sull’effetto novitá e, soprattutto, per
sbarazzarsi di gruppi parlamentari fedeli al suo rivale Renzi. E, in
secondo luogo, perché il Movimento Cinque Stelle – malgrado una
fifa blu delle elezioni – non poteva entrare in un governo che
avrebbe assunto decisioni tali da determinare la sua
quasi-estinzione.
Per
un governo qualsiasi ed a qualsiasi costo lavoravano soltanto due
persone: Matteo Renzi, che lottava per la sua sopravvivenza; e Beppe
Grillo, che aveva con ogni probabilitá deciso di buttare a mare Di
Maio e di puntare su Conte come nuovo “capo politico” dei Cinque
Stelle.
All’inizio,
comunque, nessuno negli ambienti che contano avrebbe scommesso un
centesimo sulla nascita del nuovo governo. Neanche dopo gli auguri a
denti stretti di Trump a “Giuseppi”. A denti stretti perché –
si sussurra in certi ambienti – sarebbero stati il prezzo che
Macron avrebbe richiesto per una mediazione francese sul nucleare
iraniano e su altre cosucce che riguardano il Mediterraneo e il Medio
Oriente. Notizia non confermata ufficialmente, ma che mi sembra del
tutto credibile.
Neanche
dopo gli strani auguri a Giuseppi, comunque, il progetto di governo
giallo-rosso (o giallo-fucsia) faceva grandi passi avanti. Anzi,
sembrava sul punto di implodere quando Giggino, avendo sentito puzza
di bruciato, alzava la posta oltre ogni ragionevole limite.
Zingaretti prendeva la palla al balzo, e si respirava giá aria di
“tutti a casa”.
Se
nonché – stando ai soliti ambienti “bene informati” – in
zona Cesarini sarebbe giunta una telefonata disperata della padrona
dell’Europa al solito Gentiloni. Telefonata con la quale Frau
Merkel avrebbe chiesto di fare un governo a qualunque costo, di dare
ai grillini tutto quello che volevano, purché si scongiurasse il
pericolo di un prossimo governo sovranista in Italia. La Merkel,
peraltro, si trovava alla vigilia delle elezioni regionali e aveva
(ed ha) il fiato dei sovranisti tedeschi sul collo. Notizie, anche
queste, sussurrate a mezza bocca. Ma notizie, anche queste, che mi
sembrano perfettamente credibili. Oltretutto, Gentiloni si trova
adesso in pole
position
per una nomina europea di tutto rispetto.
Orbene,
essendo queste le premesse, quanto credete che possa durare quello
che io chiamo il governo Conte-Renzi? Quanto potranno resistere i
Cinque Stelle, costretti a rimangiarsi tutto ció che hanno fatto nel
governo giallo-verde, costretti a vedere scemare le loro percentuali,
sondaggio dopo sondaggio, assai piú velocemente che non durante il
governo con Salvini?
E,
soprattutto, cosa fará Zingaretti quando Renzi fará quello che
tutti sanno, ma che all’interno del PD fanno finta di non sapere?
Quando, cioé, il pascolatore di bufale toscane dará vita ad un suo
partito similmacroniano, probabilmente insieme a una costola di Forza
Italia?
Naturalmente,
nessuno puó dire come andrá a finire. Ma, certo, la strada per
Giuseppi non é proprio in discesa. Altro che “governo di
legislatura”...
Michele Rallo - ralmiche@gmail.com
Scrive Libero: "Si continua a discutere con insistenza dell’ipotesi che Matteo Renzi dia presto vita a una scissione nel Partito Democratico. La mossa dell’ex premier è attesa nei giorni della Leopolda, cioè dal 18 al 20 ottobre, ma, secondo quanto svelato da ‘La Stampa’, il piano di Renzi si starebbe in realtà già concretizzando. I parlamentari più vicini all’ex premier, con la garanzia dell’anonimato, hanno riferito al quotidiano: “Sono più le telefonate ricevute da chi è interessato al progetto che quelle partite da noi”. I contatti non sarebbero solo con gente interna al Pd, ma riguarderebbero anche Forza Italia e +Europa..."
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