venerdì 8 marzo 2019

Centro-destra - Una prece per la dipartita dei "moderati"



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Al di lá di qualche decimale, i sondaggi sono ormai concordi: se si votasse oggi, i partiti del Centro-destra sfiorerebbero il 50% dei voti, piú o meno 10 punti in piú di quanto sarebbe necessario per avere la maggioranza assoluta in entrambi i rami del parlamento.

Ma – attenzione – questo Centro-destra pigliatutto non assomiglierebbe neanche un po’ alla vecchia coalizione a guida berlusconiana, oramai del tutto superata. Adesso l’asse “sovranista” Salvini-Meloni viaggia attorno al 40%, mentre Forza Italia – malgrado l’ennesimo “ritorno” del Cavaliere – resterebbe sotto il 10%.

Né si creda che sia soltanto una questione di percentuali, di equilibri interni alla coalizione. É una questione di sostanza. L’elettorato italiano ha cominciato a reagire contro i poteri forti che vogliono imporci il massacro sociale “europeista” e l’invasione migratoria. E, naturalmente, si é indirizzato verso le forze che si oppongono risolutamente a tutto ció. Certo, non poteva scegliere una Forza Italia che fa riferimento allo stesso campo “moderato” degli Junker, delle Merkel, dei Macron.

Diciamo la veritá: ad essere battuti, strabattuti, maciullati dal nuovo corso del Centro-destra sono in primo luogo proprio i cosiddetti moderati. Ovvero, quelli che io chiamo “i moderati con le virgolette”. Perché i moderati veri, “i moderati senza le virgolette”, scelgono invece una linea politica piú netta, piú radicale, senza genuflessioni ai poteri forti, senza compromessi con chi pretende che noi si sia disposti a farci invadere in nome del bergoglismo.

D’altro canto, quella della Destra rischia di essere una scelta obbligata per un numero sempre crescente di elettori, dal momento che una Sinistra autolesionista ha scelto di farsi strumento dei poteri forti che vogliono il Jobs Act e il Migration Compact. E dal momento che i Cinque Stelle sono diventati una sorta di neo-centristi: né di lá né di qua, un colpo a destra e uno a sinistra, alcuni con Salvini per chiudere i porti e altri con Magistratura Democratica per processare Salvini.

Era fatale che il bluff dell’antipolitica si sgonfiasse rapidamente, e adesso parte di quell’elettorato che ne aveva subíto il fascino va riposizionandosi rapidamente. E non v’é dubbio che il variegato campo della Destra (dalla dissidenza forzista a Casa Pound) abbia un appeal maggiore, rispetto a quello di una Sinistra piagnona e immigrazionista.

La Lega é sempre in grande spolvero; e il nuovo corso di Fratelli d’Italia – se ha deluso i piú “identitari” tra i suoi seguaci – sta costruendo con intelligenza una nuova “casa comune”, adatta ad ospitare i tanti ex-moderati che in numero crescente vanno abbandonando Forza Italia e i gruppuscoli centristi.

Se le elezioni europee di maggio dovessero confermare queste tendenze, si avrebbe probabilmente la prefigurazione di quello che potrebbe essere il nuovo quadro politico generale, quando Matteo Salvini deciderá – e il momento si avvicina – di archiviare l’esperienza di governo con quei pasticcioni dei Cinque Stelle.

Naturalmente, si dovranno fare i conti con chi comanda veramente in Cinque Stelle. Che non é Di Maio e neppure Grillo, ma Casaleggio.

Lo scenario continua ad essere in grande movimento, e le sorprese non sono finite. 

Michele Rallo 

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