Al
di lá di qualche decimale, i sondaggi sono ormai concordi: se si
votasse oggi, i partiti del Centro-destra sfiorerebbero il 50% dei
voti, piú o meno 10 punti in piú di quanto sarebbe necessario per
avere la maggioranza assoluta in entrambi i rami del parlamento.
Ma
– attenzione – questo Centro-destra pigliatutto non
assomiglierebbe neanche un po’ alla vecchia coalizione a guida
berlusconiana, oramai del tutto superata. Adesso l’asse
“sovranista” Salvini-Meloni viaggia attorno al 40%, mentre Forza
Italia – malgrado l’ennesimo “ritorno” del Cavaliere –
resterebbe sotto il 10%.
Né
si creda che sia soltanto una questione di percentuali, di equilibri
interni alla coalizione. É una questione di sostanza. L’elettorato
italiano ha cominciato a reagire contro i poteri forti che vogliono
imporci il massacro sociale “europeista” e l’invasione
migratoria. E, naturalmente, si é indirizzato verso le forze che si
oppongono risolutamente a tutto ció. Certo, non poteva scegliere una
Forza Italia che fa riferimento allo stesso campo “moderato”
degli Junker, delle Merkel, dei Macron.
Diciamo
la veritá: ad essere battuti, strabattuti, maciullati dal nuovo
corso del Centro-destra sono in primo luogo proprio i cosiddetti
moderati. Ovvero, quelli che io chiamo “i moderati con le
virgolette”. Perché i moderati veri, “i moderati senza le
virgolette”, scelgono invece una linea politica piú netta, piú
radicale, senza genuflessioni ai poteri forti, senza compromessi con
chi pretende che noi si sia disposti a farci invadere in nome del
bergoglismo.
D’altro
canto, quella della Destra rischia di essere una scelta obbligata per
un numero sempre crescente di elettori, dal momento che una Sinistra
autolesionista ha scelto di farsi strumento dei poteri forti che
vogliono il Jobs
Act
e il Migration
Compact.
E dal momento che i Cinque Stelle sono diventati una sorta di
neo-centristi: né di lá né di qua, un colpo a destra e uno a
sinistra, alcuni con Salvini per chiudere i porti e altri con
Magistratura Democratica per processare Salvini.
Era
fatale che il bluff dell’antipolitica si sgonfiasse rapidamente, e
adesso parte di quell’elettorato che ne aveva subíto il fascino va
riposizionandosi rapidamente. E non v’é dubbio che il variegato
campo della Destra (dalla dissidenza forzista a Casa Pound) abbia un
appeal
maggiore, rispetto a quello di una Sinistra piagnona e
immigrazionista.
La
Lega é sempre in grande spolvero; e il nuovo corso di Fratelli
d’Italia – se ha deluso i piú “identitari” tra i suoi
seguaci – sta costruendo con intelligenza una nuova “casa
comune”, adatta ad ospitare i tanti ex-moderati che in numero
crescente vanno abbandonando Forza Italia e i gruppuscoli centristi.
Se
le elezioni europee di maggio dovessero confermare queste tendenze,
si avrebbe probabilmente la prefigurazione di quello che potrebbe
essere il nuovo quadro politico generale, quando Matteo Salvini
deciderá – e il momento si avvicina – di archiviare l’esperienza
di governo con quei pasticcioni dei Cinque Stelle.
Naturalmente,
si dovranno fare i conti con chi comanda veramente in Cinque Stelle.
Che non é Di Maio e neppure Grillo, ma Casaleggio.
Lo
scenario continua ad essere in grande movimento, e le sorprese non
sono finite.
Michele Rallo
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