Non
sono certamente un esperto di storia della Chiesa, ma mi pare di
ricordare che uno dei principali motivi – se non il principale –
degli scismi che hanno spaccato in tre la Chiesa di Cristo sia stato
quello del “primato di Pietro”. Per i cattolici il “Vescovo di
Roma” era il Vicario di Cristo sulla Terra e, in quanto tale, era
il Capo assoluto, indiscusso e indiscutibile della Chiesa. Per gli
ortodossi, il vertice della Chiesa era un organo collegiale,
“sinodale”, all’interno del quale era riconosciuto al Vescovo
di Roma e, dopo lo scisma, al Vescovo di Costantinopoli il ruolo di
semplice “primus inter pares”. Per i protestanti, infine, il
“primato di Pietro” era semplicemente un’impostura e nessuna
particolare prerogativa era riconosciuta al Vescovo di Roma.
Nel
tempo, la Chiesa Cattolica ha addirittura radicalizzato la sua
posizione riguardo al primato pietrino. Mentre, in origine, il
Pontefice veniva semplicemente scelto dal clero romano, si passò
successivamente a sistemi elettorali sempre più elitari, fino a
concepire il “Conclave” ove i Cardinali (che in principio erano
soltanto i collaboratori diretti del Papa) sarebbero stati
semplicemente gli strumenti attraverso i quali lo Spirito Santo (cioè
Dio) manifestava la propria volontà.
Parallelamente
andavano evolvendo i rapporti con il mondo esterno. Si andava da una
fase in cui la nobiltà romana aveva il diritto di annullare
l’elezione di un Papa, fino all’assoluta sacralità di tale
elezione, che veniva fatta risalire direttamente a Dio. Si passava
dalla dipendenza del Papa dal Sacro Romano Impero, alla
contrapposizione frontale tra Papato ed Impero; e, in epoca più
recente, allo scontro finale con gli Stati Nazionali (e alla fine del
potere temporale dei Papi). Il tutto, senza mai deflettere – da
parte cattolica – dalla concezione di un Pontificato che era ed è
visto come una estrinsecazione della volontà divina. Concezione
addirittura rafforzata dal dogma relativamente recente (1870) della
infallibilità ex
cathedra
del Papa.
Tutte
le posizioni delle varie Chiese, naturalmente, sono supportate da
forti affermazioni di carattere dottrinario, oltre che da precisi
riferimenti alle Sacre Scritture. Personalmente, pur essendo un
credente, ho sempre avuto ampie riserve sull’intervento dello
Spirito Santo nella scelta dei Papi che si sono succeduti nei secoli.
Del comportamento personale di alcuni di questi, specie fra Medioevo
e Rinascimento, credo che lo Spirito Santo si sarebbe assai
vergognato.
Né,
d’altro canto, credo che lo Spirito Santo potesse mutare opinione
ad ogni stormir di foglie su argomenti di fondamentale importanza.
Non mi sembra possibile che un eletto dello Spirito Santo, qualche
secolo fa, abbia mandato i principi cristiani a compiere stragi di
musulmani a Gerusalemme; e che un altro eletto dello stesso Spirito
Santo condanni oggi come un crimine la guerra a Baghdad o a Damasco.
Non mi sembra possibile che un eletto dello Spirito Santo governasse
Roma con i roghi e la mannaia; e che un rappresentante del medesimo
Spirito Santo affermi oggi che «la pena di morte è contraria al
Vangelo». Pur non trattandosi di affermazioni ex
cathedra,
non mi sembra possibile che lo Spirito Santo si affidi a personaggi
che, su argomenti di fondamentale importanza, la pensino in maniera
tanto diversa. Questa, naturalmente, è la mia personale,
personalissima opinione, che manifesto con laica umiltà, senza la
pretesa di esprimere una verità assoluta.
Tutto
ciò premesso, è lecito per un libero pensatore (quale io mi
ritengo) chiedersi se la elezione al Soglio pontificio di Jorge Mario
Bergoglio sia stata il frutto dell’intervento dello Spirito Santo,
o non sia stata piuttosto propiziata da altre logiche. Logiche di
corrente, di cordata, di gruppi di Cardinali contrari ad altri
gruppi, di pressioni esterne, un po’ come nei congressi di partito.
Qui
mi fermo. Un complottista, forse, andrebbe oltre. Si interrogherebbe
sulla assoluta coincidenza delle posizioni di Bergoglio e di quelle
dell’alta finanza in materia di immigrazione. E, andando indietro
con la memoria, si interrogherebbe anche sulle improvvise dimissioni
di Papa Benedetto XVI (caso unico nella storia). Dimissioni –
qualcuno ricorderà – precedute dalle strane indiscrezioni
attribuite nel novembre 2011 all’allora Vescovo di Palermo,
monsignor Paolo Romeo. Questi, nel corso di una visita in Cina,
avrebbe affermato che il Papa sarebbe morto entro un anno, lasciando
intendere che qualcuno stesse preparando un attentato alla sua vita.
Ci sarebbe stato, al riguardo, un rapporto segreto, di cui il
Vaticano ha confermato l’esistenza ma di cui ha liquidato il
contenuto come “semplici farneticazioni”. Poi, poco più di un
anno dopo, l’abdicazione di Benedetto XVI.
Riporto
quanto, su queste stesse colonne (“Social” del 15 febbraio 2013),
ebbi a scrivere sull’argomento: «Sullo
sfondo, infine, la pre-campagna elettorale per la successione a
Benedetto XVI, con l’ingerenza – probabilmente – di alcuni
“poteri forti” che vogliono un Papa aggiogato al carro dei
mercati e della globalizzazione economica.»
Ora,
non voglio trarre conclusioni affrettate, ma è un fatto che la
posizione di Bergoglio in materia di immigrazione coincida
perfettamente con quella dei “mercati”. Ripeto: non salto a
conclusioni affrettate. Ma – da buon eretico – mi pongo delle
domande, esprimo dei dubbi: veramente questo Papa ce lo ha mandato lo
Spirito Santo?
Michele Rallo - ralmiche@gmail.com
Scrive Andrea Dalla Bona a commento dell'articolo:
RispondiElimina"Lo Spirito Santo necessita dello IOR, di una gestione economico-finanziaria, di proprietà terrene, di "quel che è di Cesare"?.... la diffusione del messaggio che dovrebbe elevare la spiritualità delle persone si dovrebbe basare sull'Esempio, o sulle capacità di comunicazione e in alcuni casi di intimidazione (la punizione dell'inferno)?... un vero inviato dello Spirito Santo può avere paura (anche se fosse della morte) di mettersi contro le "gerarchie ecclesiastiche" rivelando verità scomode e prendendo decisioni risolute? ...mah!?"
Commento di Marco Bracci:
RispondiElimina“Io la vedo al contrario: la posizione dei mercati coincide con quella di Bergoglio o di chi per lui che lo manovra, cioè i suoi correligionari ben nascosti dietro le quinte. Invertendo le posizioni, e considerando che l'obiettivo dei gesuiti e della religione romana è il dominio mondiale delle coscienze, si capirebbero molte cose che spesso sembrano oscure e non ci si rende conto di come possano succedere. Da buon toscano, oltretutto di Livorno, mi piace ricordare che il Granduca di allora, quando cominciarono a sbarcare gli ebrei e i marrani che fuggivano dalle persecuzioni spagnole, fece mettere sulle banchine del porto un cartello che diceva: "Tutti sono benvenuti, eccetto i gesuiti".