Una razza, una faccia.....
Julija Tymoshenko. La conquista dell’Ucraina è un libro-inchiesta pubblicato nel dicembre 2013 a firma Ulderico Rinaldini, pseudonimo dell’editore Sandro Teti con l’introduzione curata dall’analista geopolitico Alessandro Politi. In questo saggio l’autore mette in discussione l’immagine utilizzata dalla stampa internazionale che rappresenta la Tymoshenko come una perseguitata politica , vittima fragile e indifesa. L’analisi del testo, costruita su fonti attendibili corredate da rigorose citazioni, è arricchita da interviste realizzate dallo stesso Teti a Kiev nell’estate 2013.
L’autore, che in gioventù aveva lavorato in Unione Sovietica nella redazione italiana dell’agenzia di stampa Novosti, ci descrive l’eroina della rivoluzione arancione come una donna minuta ma infaticabile, molto intelligente e carismatica, ambiziosa, scaltra e avida, che grazie a queste sue doti è riuscita ad emergere in una società rude e violenta come quella dell’Ucraina post sovietica.
Il libro ruota intorno alla figura di Julija, personaggio controverso ed in costante evoluzione,difficile da descrivere, che attraverso successive metamorfosi anche fisiche si svela nella sua complessità. Questa evoluzione viene introdotta da un netto cambiamento d’immagine che vede Julija trasformarsi da ragazza bruna di origini armene a donna bionda testimonial dell’iconografia ucraina con la treccia avvolta sulla nuca.
L’autore descrive come nei primi anni novanta Tymoshenko, che aveva trentacinque anni, avesse iniziato la propria attività d’imprenditrice con i video-saloni commerciali, appoggiata dal capitale del suocero Gennadi Tymoshenko. Il passo successivo è stato il commercio del petrolio, attività commerciale molto più redditizia della precedente. “Dopo il crollo dell’Urss il sistema di distribuzione statale in Ucraina era collassato e l’agricoltura aveva urgente bisogno di combustibile. In cambio di carburante le fabbriche cedevano i propri prodotti…In quel periodo la famiglia Tymoshenko fondò l’azienda Kub…un business per eletti al quale si poteva accedere solo col permesso di un potente”. Ed è a questo punto che s’innesta l’intervento di Pavel Lazarenko, allora governatore di Dnepropetrovsk che nel 1992 chiede di incontrare i Tymoshenko per negoziare la loro nuova attività commerciale.
L’incontro tra Julija e Pavel fu decisivo:”Da quell’incontro l’azienda ottenne il monopolio sulla fornitura di prodotti petroliferi al settore agrario di tutta la regione. Mesi dopo i Tymoshenko fondano, nel paradiso fiscale di Cipro, la società Somoli enterprises ltd dalla quale nascerà Eesu. Tre anni dopo (1995) Lazarenko diventa vice primo ministro dell’Ucraina con delega all’energia. “Il rapporto sentimentale tra la principessa del gas e il Padrone è rimasto per molti anni un tabù”. Ma il 3 novembre 1996 viene ucciso all’aeroporto di Donetsk il deputato Evgenij Scerban che stava indagando sulla guerra del gas nel Donbass ucraino . Lazarenko continua la sua ascesa politica e diventa primo ministro dell’Ucraina dal 1996 al 1997.
Julija va in prigione un paio di volte: la prima per contrabbando di valuta (1995) e la seconda per tangenti(2001) girate ripetutamente a Pavel Lazarenko durante le sue successive cariche istituzionali.” In cambio delle mazzette, spiega l’autore del libro-inchiesta, Lazarenko garantiva alla Eesu condizioni monopolistiche nella fornitura del gas sul mercato ucraino e la Tymoshenko si era arricchita enormemente”. Nel 1999 Lazarenko viene arrestato negli Stati Uniti e condannato a nove anni per riciclaggio, frode ed estorsione. Julija decide allora di entrare in politica per salvarsi dalla caduta in disgrazia del suo protettore, spiega Teti.
Nel libro si racconta che è stata la Tymoshenko ad organizzare il movimento che porterà alla presidenza di Victor Juscenko nel 2004 e,sempre secondo l’autore, è stata lei a mettere in moto in tutte le piazze ucraine un meccanismo di mobilitazione di decine di migliaia di persone per far apparire fraudolenti i risultati del ballottaggio tra Juscenko e Yanukovich. Ben presto la coabitazione tra il presidente Juscenko e la ministra Tymoshenko si rivelerà conflittuale. Finchè nel gennaio 2009 il transito di gas russo sul territorio ucraino viene interrotto ed è l’ennesimo scontro tra i due paesi sul prezzo delle forniture. Così Julija si reca a Mosca per negoziare con Vladimir Putin lo stallo nelle relazioni energetiche e dopo 5 ore di faccia a faccia con il premier del Kremlino, la ministra siglerà un contratto penalizzante per il quale l’Ucraina pagherà il gas quasi il doppio del prezzo regolare.
L’autore si chiede:come è possibile che Tymoshenko abbia firmato un patto simile? Secondo Teti, la spiegazione viene da un processo penale nel quale era stata coinvolta la Tymoshenko anni prima come imprenditrice. Ecco come, spiega Teti , ancora una volta Julija ha messo il proprio interesse personale davanti a quello del proprio Paese. In seguito a questi patti sul gas Julija subisce l’arresto per abuso di potere e viene condannata a sette anni di prigione, che ha scontato in parte nell’ospedale di Char’kov.
Stella Bianchi – Rinascita.eu