domenica 21 luglio 2013

Sistema monetario corrente... pezzi di carta senza reale controvalore

   

Le ultime settimane sono state molto interessanti. Ricordate che, a parte alcune differenze regionali, il Giappone è stato (negli ultimi due decenni e più) il trendsetter globale in termini di deterioramento macroeconomico e di politica monetaria. E’ stato il primo ad avere una importante bolla immobiliare e bancaria, il primo a vedere lo scoppio di tali bolle, a rispondere con anni di tassi di interesse all’1%, poi a zero, poi con i vari turni di quantitative easing. L’Occidente ha seguito il Giappone su ogni passo, di solito con un certo ritardo di circa dieci anni o giù di lì, anche se sembra stia recuperando parte del ritardo. Ora il Giappone è il primo paese sviluppato ad andare “all-in” nell’attuare una politica di stampa di denaro senza esclusione di colpi per “stimolare” (presumibilmente) l’economia. Questa cosa si chiama Abenomics, dopo che il nuovo primo ministro del Giappone (Shinzo Abe) è divenuto il nuovo manifesto della politica iper-attivista. Mi aspetto che l’Occidente lo segua a breve. Infatti, il Regno Unito è il candidato ideale. Carney inizierà il suo nuovo lavoro ed abbraccerà “l’attivismo monetario.” Carnenomics, giusto?

Ma ecco cosa c’è di così interessante nei recenti avvenimenti in Giappone. All’inizio i mercati hanno fatto esattamente ciò che i banchieri centrali volevano che facessero: sono saliti. Ma a Maggio le cose hanno preso una brusca piega verso il peggio. In appena otto giorni di trading il Nikkei è crollato del 15%. E, soprattutto, tutto questo è iniziato con vendite di obbligazioni. I mercati cominciano a rendersi conto che tutte queste bolle prima o poi devono scoppiare, e questo “prima o poi” è ora? I mercati cominciano a rifiutarsi di ballare al ritmo dei banchieri centrali e delle loro stampanti? I banchieri centrali stanno perdendo il controllo?
“Vendi e vattene”

Torniamo indietro per un attimo, anche se solo un po’. Rivisitiamo l’Aprile 2013 per un momento. In quel periodo ho parlato di banchieri centrali che perseguivano una sorta di “politica del punto giusto”: pompavano un sacco di liquidità nei mercati o promettevano di farlo se necessario, e tutti loro stavano mantenendo i tassi vicino allo zero e promettevano di tenerli così. Alcuni hanno iniziato a prendere in considerazione una “politica di tassi negativi”. Eppure, nonostante tutto questo accomodamento, le letture ufficiali dell’inflazione sono rimaste straordinariamente miti – in effetti, l’inflazione è diminuita marginalmente in alcuni paesi – mentre tutti gli asset nei mercati sono diventati roventi: titoli di stato, obbligazioni spazzatura, azioni, ecc. quasi tutti scambiati a prezzi elevati, innegabilmente alimentati in gran parte dal denaro a buon mercato. Anche il settore immobiliare negli Stati Uniti è tornato per vendicarsi. E poi, ai primi di Aprile, i banchieri centrali hanno ottenuto un bonus extra: la loro nemesi, il mercato dell’oro, stava andando in tilt. Sono sicuro che Bernanke dormiva bene in quel periodo: gli asset finanziari ruggivano in accordo con le note della burocrazia monetaria, apparentemente in linea con il suo piano per salvare il mondo con nuove bolle, mentre i cinici e gli eretici nel mercato dell’oro (i matti antipatici che mettono in dubbio il pragmatismo della politica di oggi) erano in ginocchio.

Ma poi è arrivato Maggio e tutto è stato venduto. Tuttavia, questo non è il modo in cui l’hanno presentato i media. Si preferisce l’espressione “volatilità che è tornata” poiché implica che tutto sarebbe andato bene di nuovo domani. E forse sarebbe stato così. Forse era solo un blip. E se non lo fosse? E, cosa più importante, che cosa lo sta guidando?

Una teoria ampiamente dibattuta è che la prospettiva della FED di “ammorbidire” la sua operazione di quantitative easing, rimuovendo lentamente la grande ciotola del punch piena di alcool, avrebbe potuto far finire la festa. Per un po’ di tempo c’è stata una certa preoccupazione ed anche opposizione al QE senza fine della FED. Quindi vi è, ovviamente, un rischio (un caso?) che la FED possa ridurre o addirittura interrompere il suo programma di acquisto di asset. (Rapido promemoria: dall’inizio dell’anno la FED ha già ampliato la base monetaria di $340 miliardi e, al ritmo attuale, la FED creerà un bilione di dollari entro la fine dell’anno).

Ben Bernanke — un tipo tosto?
Tuttavia, non credo che i mercati abbiano molto da temere dalla FED.

 Qualora una pausa nel QE dovesse portare ad una vendita sui mercati, ad un aumento dei rendimenti e ad un aumento dei premi al rischio, credo che la FED invertirà rapidamente il suo corso e riaccenderà di nuovo la stampante. I critici all’interno della FED saranno messi a tacere piuttosto rapidamente. Ricordate che la maggior parte di loro sembra sostenere che non sono necessari altri giri di QE; non sembrano rifiutarlo per principio. In definitiva, nessuno negli ambienti politici è disposto a starsene con le mani in mano quando i mercati iniziano seriamente a liquidare. La “fine” del QE, semmai verrà annunciata (ma Bernanke ha già smentito, ndr), è probabile che sarà temporanea. L’ultimo banchiere centrale che ha avuto le palle per tenere testa a Wall Street fu Paul Volcker. Ben Bernanke, così come il suo predecessore Alan Greenspan, non ha fatto altro che fare gli occhi dolci alle classi finanziarie e speculatrici. Entrambi hanno sottoscritto, in numerose occasioni, il concetto che è parte del mandato della banca centrale portare allegria alle famiglie ed alle imprese facendo aumentare i prezzi delle case e gonfiando i prezzi delle azioni e dei pacchetti opzionali esecutivi. Ciò di cui ha bisogno il paese è l’ottimismo, e cosa c’è di più favorevole per l’ottimismo se non un aumento del mercato azionario e di facce felici su CNBC?

Bernanke ha dichiarato che lo stimolo degli asset finanziari può far ripartire un circolo virtuoso di indebitamento, investimento e crescita auto-sostenuta. David Stockman ha giustamente definito questo approccio “gestione della prosperità” attraverso “coccole a Wall Street.” Naturalmente Greenspan adottò una politica restrittiva nel 1994 e di nuovo con molta attenzione nel 2005; e sì, entrambe le volte i mercati finanziari sono collassati. Ma questo è servito solo ad illustrare come il sistema finanziario sia diventato insostenibilmente pachidermico, sconnesso e dipendente dal denaro a buon mercato della FED. Penso che la FED starà molto attenta nel ridurre il dosaggio del suo farmaco.

Anche se non l’ha messa in questi termini, il guru mondiale nel mercato obbligazionario Bill Gross, fondatore e co-chief investment officer presso il gigante dell’asset management PIMCO, sembra vederla allo stesso modo. In un’intervista su Bloomberg a Maggio, ha confermato che lui ed il suo team hanno visto “bolle ovunque,” le quali potrebbero certamente scoppiare tutte nello stesso momento. Ha anche dichiarato che la FED “non oserebbe” fare qualcosa di drastico in un sistema molto più indebitato ora di quanto non lo fosse nel 1994, quando Greenspan cercò brevemente di giocare duro ed applicare una politica restrittiva.

La mia conclusione è questa: se la debolezza del mercato è il risultato delle preoccupazioni su una fine della politica accomodante, allora non credo che i mercati abbiano molto da temere. Tuttavia le più grandi vendite si sono verificate in Giappone, e qui non solo non c’è il rischio di una politica restrittiva, i decisori politici hanno da poco iniziato la più grande e forte operazione di stampa di denaro nella storia. I titoli di stato giapponesi e le azioni giapponesi sono quasi scesi in picchiata perché si teme la fine del QE. Coloro che si occupano di tali asset hanno finalmente capito che sono seduti su gigantesche bolle e stanno cercando di uscirne prima di chiunque altro? I banchieri centrali hanno perso il controllo sui mercati? Dopo tutto, la stampa di denaro deve portare ad un aumento dell’inflazione ad un certo punto. 

La combinazione in Giappone di un gigantesco debito, elevati deficit di bilancio, una popolazione vecchia, tassi di interesse vicino allo zero ed una prospettiva di un aumento dell’inflazione (che è l’obiettivo ufficiale dell’Abenomics!) sono un mix tossico per il mercato obbligazionario. 

E’ assurdo pensare che si possa distruggere la valuta e spodestare i vostri investitori obbligazionari mentre essi vi premiano con bassi rendimenti di mercato. L’aumento dei rendimenti, tuttavia, farà deragliare l’Abenomics e l’intera economia.

Ovviamente, è troppo presto per dirlo. Il tutto potrebbe finire per essere solo una tempesta in un bicchier d’acqua. Potrebbe finire presto ed i mercati potrebbero cadere in linea con ciò che i pianificatori centrali prescrivono. Ma dubito che questo sia solo un blip, così come la pensa Mohamed El-Erian, collega di Bill Gross a PIMCO ed altro chief investment officer. In un interessante articolo su CNN Money, ha contemplato la possibilità che i mercati potessero cominciare a perdere la fiducia nelle banche centrali. Se questo è davvero il caso non sarà confinato al Giappone, ma si riverbererà rapidamente in tutto il mondo. Si tratta di una storia molto più grande di un modesto rallentamento del QE negli Stati Uniti. Potrebbe essere l’inizio della fine?

Penso che i banchieri centrali non stiano dormendo così bene adesso.

di DETLEV SCHLICHTER

Traduzione di Francesco Simoncelli
Fonte: Sito Indipendenza

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