lunedì 23 gennaio 2012

Quando Calcata era Calcata... e Oriana Fallaci e Sandro Pertini erano una giornalista ed un presidente che rispondevano alla qualifica...

1973


Sì, ricordo i tempi in cui Sandro Pertini era Presidente della Repubblica, e sempre si levava nei nostri cuori un moto di orgoglio, in noi viaggiatori in contrade lontane, per quel Presidente di ognuno di noi. E chi non era soddisfatto di sentirsi ITALIANO nell'avere un Presidente così dignitoso e semplice, direi -in una parola- umano? E ricordo pure Oriana Fallaci, una vera giornalista, mica imboccata dal potere... no, una giornalista libera, con uno spirito laico. E ricordo pure, allorchè Lidia, che sotto mi scrive, veniva a trovarmi a Calcata, un paese che si stagliava come esempio di virtù sociale e culturale.. Insomma Calcata non viveva sugli allori era un luogo ed una comunità in pieno fermento creativo.... agli inizi...
Beh, la giovinezza è bella perchè è già trascorsa e possiamo ricordarcela bella com'era...

Paolo D'Arpini


Scrive Lidia:

"In questi ultimi tempi sono stata molto impegnata per tante cose, ma ti ho sempre nel cuore e leggo sempre il tuo giornaletto. Per quanto riguarda Nadia l'ho messa in contatto con la persona giusta ed ora dovrebbe riuscire a risolvere il problema.

In questi ultimi giorni mi sono ammalata e rileggendo un meraviglioso libro di Oriana Fallaci, una delle mie preferite, ho letto un brano di una sua intervista con il Presidente Pertini nel 1973 sulla libertà, e guarda che meravigliose parole che diceva 40 anni fa' e mai più attuali di ora:

Domanda di Oriana:

"Pertini, cosa significa per lei la parola socialismo?"

Risposta di Pertini:

"Significa libertà. E la libertà significa giustizia. Perchè non può esserci libertà senza giustizia sociale e non può esserci giustizia sociale senza libertà. Io sono socialista da cinquantacinque anni, cara Oriana, e mi sono sempre battuto per le riforme perchè l'essenza del socialismo è nelle riforme. Però se mi offrissero la più radicale delle riforme al prezzo della libertà, io la rifiuterei. Oh! non c'è nulla che può essere barattato con la libertà! Nulla. Io alla libertà non rinuncerò mai, mai! Detto questo, tuttavia aggiungo: io non posso contentarmi di una libertà in senso astratto, cioè della libertà di parlare e scrivere. Anche prima del fascismo avevamo la libertà di parola e la libertà di stampa: ce l'avevan concessa i regimi liberali. Ma per migliaia di contadini e di poveri quelle due libertà si risolvevano nella libertà di imprecare, morire di fame. Insomma erano libertà così insufficienti che il fascismo ce le portò via alla prima ventata di reazione. Perchè la libertà sia una conquista solida, bisogna che abbia un contenuto sociale. Bisogna che affondi le sue radici in seno alla classe lavoratrice. Bisogna che effettui le riforme, che annulli le sperequazioni... Ma come è possibile che certi dirigenti statali vadano in pensione con un milione e mezzo al mese mentre altre categorie ci vanno con trenta e anche quindicimilalire? Che me ne faccio della libertà con quindicimilalire al mese?...

Domanda di Oriana:

"Pertini io temo che gli italiani non sappiano vivere nella libertà"

Risposta di Pertini:

"Ah questa frase! Meno brutalmente me l'ha detta anche l'ambasciatore inglese. E io le rispondo ciò che ho risposto a lui: in Inghilterra la libertà dura da secoli, in Francia se la sono conquistata attraverso tre rivoluzioni e noi...cosa abbiamo avuto noi al posto di Cromwell e delle rivoluzioni francesi? L'unità d'Italia ci venne solo nel 1870 quando annullammo lo Stato pontificio. Il suffragio universale ci venne solo nel 1910. Al Parlamento i socialisti cominciarono ad entrarci solo quando ci entrò Pietro Chiesa. E in più ci sono stati vent'anni di fascismo, cioè di diseducazione politica. Alla libertà vera il popolo italiano si affacciò solo nel 1945. Ma sono passati venticinque anni, replicherà lei. Oriana, cosa sono 25 anni per educare un popolo alla libertà? cosa sono di fronte ai secoli di libertà in cui sono stati educati gli inglesi ed anche i francesi? Non v'è dubbio che il popolo italiano abbia ancora incrostazioni fasciste. Non v'è dubbio che le incrostazioni fasciste siano nella polizia. Sono perfino nella Magistratura, nella scuola. E i ragazzi che escono da tale scuola, i ragazzi che crescono in tale società non possono certo risultare uomini liberi e ben formati. Ci vuole pazienza perbacco! Lei è troppo impaziente. Vedrà che le nuove generazioni saranno più capaci di vivere nella libertà. Ah io credo nei giovani...."

ecc.. ecc... non è straordinaria questa intervista?"

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