giovedì 26 gennaio 2012
Olocausto - Analisi storica sulla Shoah.. Fu un'azione programmata a livello centrale o la conseguenza di una volontà limitata ai singoli lager?
Stralcio di una lettera di Joe Fallisi
....Ho rotto a suo tempo ogni rapporto con Roberto Muehlenkamp (cfr. http://it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/63982), ma NON perché lo consideri un produttore di "spazzatura" e "salariato dell'hasbara olocaustica". Conosce MOLTO bene la materia del contendere e non gli si può certo imputare di essere irrazionale. Solo che è velenoso e prevenuto e filo-"democratico", filoamericano, nonché non equo nei giudizi sui suoi avversari e sulla situazione (a tutti gli effetti orwelliana) in cui questi ultimi si trovano. Non lo stimo umanamente, ma non perciò gli nego conoscenze e capacità critiche. Val la pena leggerlo e meditare su quel che scrive. Io NON sono della sua pasta ed è perciò che cerco di essere - al contrario di lui - equo nei miei giudizi. Imitarlo nel peggio che sa esprimere non è e non sarà mai affar mio. A me interessa solo la verità. E la libertà di pensiero e di espressione. Perciò ho sempre appoggiato le ricerche indipendenti dei revisionisti. Il che non ha mai significato doverne, quasi per conseguenza obbligatoria, condividere (tutte) le tesi (cfr. http://it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/89812).
La mia posizione essenzialmente è rimasta quella che espressi dieci anni fa in un testo intitolato "Orrore" (http://it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/68277). Le mie ultime riflessioni l'hanno, semmai, confermata. Se qualcun altro mi dimostrerà che davvero Treblinka II, Belzec e Sobibor furono "campi di transito" verso "rilocazioni" non sotto terra, sarà benvenuto. E, come potete immaginare conoscendomi, non mancherò di cambiare idea e di farlo sapere pubblicamente.....
Joe Fallisi
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Intervento / commento di Maurizio Barozzi
Sulla questione: sterminio si, sterminio no, voglio intervenire, sia pure en passant e voglio intervenire in base alla mia esperienza di modesto ricercatore storico.
Partiamo da un presupposto oggettivo: in un argomento così complesso e specialistico, dove oltretutto sappiamo vi sia stata una vasta opera di disinformazione, non è possibile affermare, solo in base alla lettura di qualche testo, se un determinato fatto storico si è verificato o meno e in che misura. E questo vale sia per la tesi sterminazionista che per il suo contrario. La lettura di un libro, può sembrarci razionale, obiettiva e convincente e quindi può aiutarci nel formare un nostro parere personale, ma questo non è detto che sia corrispondente con la verità oggettiva dei fatti.
Per avere un parere obiettivo e il più attendibile possibile, occorrerebbe infatti entrare dentro l’argomento eseguendo ricerche precise, controllando su quali testi e documentazioni il tal autore si è basato per formulare la sua ipotesi e quindi verificare, a 360 gradi, l’attendibilità di ogni notizia in proposito. Un lavoro questo, che necessita di ampie disponibilità di movimento, mezzi e ricerca e conoscenza approfondita della materia, a cominciare dalle lingue madri.
Personalmente non sono in grado di poterlo fare e quindi il mio parere che mi sono fatto sulla vicenda olocaustica, un parere che, al pari di Joe Fallisi, considero sempre subordinato a prova del contrario, è di tipo storiografico. Storiograficamente la programmazione e pianificazione di un così vasto e grave ordine di sterminio e relativa sua esecuzione non reggono di fronte a varie considerazioni razionali, indispensabili per questo tipo di attestazione.
Questo aberrante ordine di sterminio non regge di fronte alle necessità dell’economia bellica, non regge per la mancanza di una evidente documentazioni di ogni genere, sia militare che civile (costruzioni, manutenzioni, fatturazioni, ecc.), non regge per la impossibilità di fatto di poter procedere nella esecuzione di un così vasto piano di sterminio solo per cenni e sotto intesi, presupponendo che tutti li comprendano e poi tutti ne mantengano il segreto, non regge perchè è assurdo pensare che le autorità che avrebbero eseguito un genocidio del genere avrebbero poi potuto nasconderlo a guerra finita (quelle stesse autorità che pur avviarono critiche, indagini e reazioni, al massacro sovietico di Katin), non regge perchè non è possibile che gli internati non si siano ribellati in qualche modo e le missioni e agenzie internazionali non ne siano venute a conoscenza, non regge perchè non si hanno informazioni e reazioni in proposito da parte della non indifferente resistenza tedesca al nazismo, presente anche in settori militari. Ed altro ancora.
Ed infine non regge perchè mi lascia perplesso l’utilizzo di camere a gas, necessarie di precisi e complicati accorgimenti tecnici e di sicurezza, in base a quello che ci è stato raccontato o descritto.
Detto questo, non escludo che ci siano stati vari episodi di uccisioni, anche numerose, per svariati motivi, da parte di chi deteneva questi internati. Durante la seconda guerra mondiale, massacri di ogni genere non mancavano di certo.
Ora però nella fattispecie, il problema, come lo pone Joe Fallisi, è quello che secondo lui, in particolare nei cosiddetti “campi di transito” venne attuato uno sterminio voluto. La sua convinzione è rispettabile e ne va tenuto conto e oltretutto non è escluso che in qualche caso egli abbia ragione.
Io però continuo a considerarla nei limiti di verifica non adeguati se basati solo sulla letteratura e comunque sempre nei limiti storiografici che ho precedentemente accennato
E’ bene comunque che ci sia questo confronto, sterminazionisti – revisionisti, perchè consente di farsi delle idee sempre più precise.
Maurizio Barozzi
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Replica di Joe Fallisi: "No, Maurizio, mi spiace che tu risponda così. Non è NIENTE AFFATTO impossibile formarsi un'idea dotata di solida verosimiglianza anche su quei fatti, che non si capisce perché dovrebbero apparire esoterici o necessitanti chissà quali competenze specialistiche per essere investigati. Tutto, più o meno, è a disposizione del vaglio critico (basta conoscere l'italiano, il francese e l'inglese - com'è ovvio meglio ancora per chi sa il tedesco, il polacco, il russo...). MA BISOGNA, INNANZI TUTTO, FARE LO SFORZO PERSONALE DI LEGGERE. Altrimenti è ovvio che si sproloquia e ognuno rimane trincerato nei suoi pregiudizi (MAI verificati). Ho dato tutti i riferimenti utili, e dell'una e dell'altra parte. In base ad essi, tra l'altro, quelle che tu consideri "impossibilità" si sciolgono come neve al sole. Ma, lo ripeto, bisogna almeno leggere a 360°. Ed essere disposti nel caso a cambiar parere. Sennò si continua a girare in tondo. E allora è meglio il silenzio."
Joe Fallisi
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Precisazione di Maurizio Barozzi: "Joe, non ho detto che è impossibile, ci mancherebbe, ho detto che non è possibile conseguire la verità solo con le informazioni e i dati forniti dalla letteratura in argomento. Quindi ho aggiunto che necessiterebbe fare una ricerca approfondita, specialmente per la verifica dei dati che sono stati divulgati. Una ricerca di questo genere, e in questo tipo di indagine necessita di buone conoscenze degli argomenti trattati, tutto qui. Ma questo avviene in tutte le indagini storiche.
Ti faccio un esempio. Nella ricerca storica sulla morte di Mussolini, argomento di mia modesta competenza, se si cerca di farsi un idea attraverso la letteratura disponibile (testimonianze, memoriali, libri, articoli e altro), non si arriva da nessuna parte. Questo perchè su molti episodi determinanti, circolano dati incorretti, se non addirittura falsi. Orari profondamente difformi, attestazioni di presenze o assenze completamente diverse e persino esposizione di itinerari, strade e altro, non veritiere. Ogni autore, per avallare la sua ipotesi prende quello che gli fa comodo. Molti autori, giornalisti storici e persino storici, si nono tramandati, da uno all’altro, particolari e dati errati. Necessita dunque il controllo e la verifica su quanto si legge, altrimenti non serve a niente.
Ma in questo argomento, morte Mussolini, con fatti e testimonianze verificatesi sul suolo italiano, nonostante le difficoltà, in qualche modo poi fare la verifica e il controllo e quindi prendere per buoni solo i dati così verificati.
Sulla faccenda dell’Olocausto invece è molto più complicato ed inoltre sulle considerazioni da fare, per esempio, in merito alle camere a gas, ai forni crematori, avresti la necessità di interpellare periti del settore, non potendoti fidare di quelli citati in letteratura, mentre sulla interpretazione delle documentazioni avresti la necessità di interpellare storici competenti in materia e in grado di poterti far orizzontare.
Ma ti ripeto questo vale sia per i revisionisti che per gli sterminazionisti. E ti ripeto, questo non toglie che puoi benissimo farti un idea attraverso questa letteratura, però io dico solo di non dargli un attestato di verità assoluta.
Concordo invece su quanto dici a proposito della attitudine personale a leggere anche ciò che non potrebbe piacere. Personalmente ho sempre ritenuto un cretino colui che legge solo i giornali del proprio partito. Quindi qui hai ragione bisogna “saltare il fosso” e leggere tutte le campane, anche se a un revisionista potrebbe non piacere di essere smentito e ad uno sterminazionista potrebbe non piacere essere tacciato di diffondere falsità.
Ricordiamoci: la verità, di per sè stessa, non è bella o brutta, avvilente o consolatoria: la verità è quella e basta"
Maurizio Barozzi
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Per approfondimenti sul tema vedere anche:
http://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2011/11/reato-di-negazionismo-dellolocauso-e-di.html
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