lunedì 31 ottobre 2011
Cassinetta di Lugagnano: "Stop al consumo del territorio per scopi speculativi...."
Liste Civiche Marche era presente sabato 29 ottobre a Cassinetta di
Lugagnano alla nascita ufficiale del Forum "Salviamo il Paesaggio
difendiamo il Territorio".
Il forum si propone di promuovere nei cittadini e negli amministratori
la necessità di fermare il consumo del territorio per scopi che non
siano quelli delle attività primarie.
Quindi uno stop deciso per nuovi insediamenti sia residenziali che
produttivi.
Presenti oltre 600 persone che a loro volta rappresentavano decine di
migliaia di cittadini iscritti o simpatizzanti di centinaia di
associazioni che hanno a cuore questo tema.
Promotori dell'iniziativa tra gli altri oltre al Sindaco di Cassinetta
Domenico Finiguerra, primo Sindaco che ha tradotto questa idea di stop
al consumo del territorio in atti concreti nel suo comune,
l'Associazione dei Comuni Virtuosi, la signora Crespi fondatrice del
Fai, Carlo Petrini fondatore di Slow Food, rappresentanti di Italia
Nostra, Lega Ambiente, amministratori e decine di associazioni compreso
il Forum per l'Acqua Pubblica.
Tema fondamentale della manifestazione, oltre alla nascita ufficiale
del Forum, è stato quello di come portare il problema a conoscenza di
una più ampia fetta della
popolazione e contemporaneamente avere degli strumenti legislativi.
E' stata individuata nella forma di proposta di legge popolare, lo
strumento per bloccare l'uso del territorio per nuovi insediamenti che
ad oggi non sembrano più necessari in quanto il costruito e/o
l'autorizzato superano ampiamente qualsiasi necessità residenziale e
produttiva.
E' stato inoltre deciso di attivarsi per conoscere ad oggi la
situazione degli immobili non utilizzati e delle volumetrie autorizzate
e ancora non costruite.
Un tavolo tecnico predisporrà la documentazione necessaria da inviare
alle singole amministrazioni.
E' stato chiesto a tutte le associazioni presenti di farsi carico nei
propri territori di queste raccolte di dati, e noi di Liste Civiche
Marche lo faremo a partire dalle amministrazioni in un cui siamo
presenti.
L'idea dello stop al consumo di territorio non è più soltanto una
proposta, in quanto in molti comuni si è già concretizzata in atti
formali e i conseguenti piani regolatori prevedono soltanto il
riutilizzo di aree già edificate.
Liste Civiche Marche non solo sarà da subito parte attiva di questo
processo ma si impegna fin da ora a richiedere nelle prossime tornate
elettorali ai futuri candidati sindaci di inserire obbligatoriamente nei loro programmi lo stop al consumo del territorio.
Liste Civiche Marche
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Le verità sull'Euro.. che il Berlusca non menziona e la faccia di bronzo che si ritrova!
"Ci avete le corna.." (Saul Arpino)
“Il Giornale” della famiglia Berlusconi, in linea con le ultime sparate del suo proprietario, ha aperto il 30 ottobre u.s. con un attacco all’Euro, sintetizzato nei seguenti titoli e frasi: La vera storia dell’euro truffa. Così Prodi & C. ci hanno svenduto. Quel bidone di Euro. Prezzi doppi stipendi dimezzati. Attaccano Berlusconi perché ha detto la verità: la moneta unica è stata una fregatura.
E’ allora il caso di replicare a queste autentiche facce di bronzo con alcune semplici verità.
L’Euro è un pezzo di carta, uno strumento, un mezzo, non è né buono né cattivo, tutto dipende solo dall’uso che se ne fa.
L’Euro è entrato in vigore come moneta di scambio il 1 gennaio 2002, con il governo Berlusconi che era in carica da sette mesi.
Quel 1 gennaio 2002, con un sincronismo degno di miglior causa, i ceti imprenditoriali e produttivi (quelli che avevano fatto vincere alla grande al centrodestra le Elezioni del 2001), nella totale assenza o peggio acquiescenza del governo Berlusconi, applicarono la truffa sui prezzi con il cambio 1.000 lire = 1 euro, mentre il cambio AVREBBE DOVUTO ESSERE 1.000 lire = 0,50 euro (arrotondato per semplificare), conseguendo quindi enormi guadagni.
Allo stesso modo, Aziende di Stato, Municipalizzate e quant’altro, applicarono lo stesso cambio truffa alle tariffe dei servizi, diminuendo così le loro montagne di debiti e migliorando la loro precaria situazione finanziaria.
La truffa fu completata lasciando invece inalterati stipendi, salari e pensioni, perché la “governativa” Istat, incredibilmente, continuò a certificare ai fini dell’indicizzazione di salari, stipendi e pensioni, un’inflazione del 2,5 – 3%, quando tutti ci accorgevamo che i prezzi erano raddoppiati e che quindi l’inflazione in realtà era del 50% e oltre.
Le ripetute segnalazioni e denunce delle Associazioni Consumatori al Governo Berlusconi furono semplicemente IGNORATE!
Come si può notare la realtà dei fatti è semplice e dovrebbe essere comprensibile a tutti, anche se la lobby berlusconiana non brilla per intelligenza economica, visto che uno dei loro cavalli di battaglia era che il cambio euro-lire non doveva essere fissato a 1936,27 ma a 1.500.
Un’autentica cretinata, perché quel cambio era il valore esatto della lira italiana rapportata in quel momento alle altre monete e al dollaro, non è che ogni Stato si sceglieva il cambio che voleva.
Se poi, dietro questo attacco all’Euro, c’è l’utopia del ritorno alla lira, è facile a tutti immaginare, nell’attuale crisi finanziaria mondiale, che fine farebbe la debolissima lira italiana (senza paracadute europeo), moneta di un’Italia che ha il 3° o 4° debito pubblico al mondo, che non ha materie prime, che non è autosufficiente nemmeno alimentarmente, che ha la più alta disoccupazione “reale” d’Europa e che ogni mese deve emettere BTP per miliardi di euro, offrendo tassi sempre più alti per convincere gli altri a prenderli e che servono a pagare pensioni e Pubblico Impiego, Forze Armate e Sanità. Scuola e Trasporti ecc. (a che tasso di interesse pensate che il mondo acquisterebbe i BTP di un’eventuale debole e isolata lira?).
La lira italiana, piaccia o non piaccia, è stata forte solo nel periodo tra le due Guerre mondiali, poi è stata un’unica serie di manovre e leggi finanziarie per tenerla in piedi e una continua emissione di BTP per tenere in piedi lo Stato, con esponenziale aumento del debito pubblico.
Truffatori, bugiardi e facce di bronzo!
Adriano Rebecchi
“Il Giornale” della famiglia Berlusconi, in linea con le ultime sparate del suo proprietario, ha aperto il 30 ottobre u.s. con un attacco all’Euro, sintetizzato nei seguenti titoli e frasi: La vera storia dell’euro truffa. Così Prodi & C. ci hanno svenduto. Quel bidone di Euro. Prezzi doppi stipendi dimezzati. Attaccano Berlusconi perché ha detto la verità: la moneta unica è stata una fregatura.
E’ allora il caso di replicare a queste autentiche facce di bronzo con alcune semplici verità.
L’Euro è un pezzo di carta, uno strumento, un mezzo, non è né buono né cattivo, tutto dipende solo dall’uso che se ne fa.
L’Euro è entrato in vigore come moneta di scambio il 1 gennaio 2002, con il governo Berlusconi che era in carica da sette mesi.
Quel 1 gennaio 2002, con un sincronismo degno di miglior causa, i ceti imprenditoriali e produttivi (quelli che avevano fatto vincere alla grande al centrodestra le Elezioni del 2001), nella totale assenza o peggio acquiescenza del governo Berlusconi, applicarono la truffa sui prezzi con il cambio 1.000 lire = 1 euro, mentre il cambio AVREBBE DOVUTO ESSERE 1.000 lire = 0,50 euro (arrotondato per semplificare), conseguendo quindi enormi guadagni.
Allo stesso modo, Aziende di Stato, Municipalizzate e quant’altro, applicarono lo stesso cambio truffa alle tariffe dei servizi, diminuendo così le loro montagne di debiti e migliorando la loro precaria situazione finanziaria.
La truffa fu completata lasciando invece inalterati stipendi, salari e pensioni, perché la “governativa” Istat, incredibilmente, continuò a certificare ai fini dell’indicizzazione di salari, stipendi e pensioni, un’inflazione del 2,5 – 3%, quando tutti ci accorgevamo che i prezzi erano raddoppiati e che quindi l’inflazione in realtà era del 50% e oltre.
Le ripetute segnalazioni e denunce delle Associazioni Consumatori al Governo Berlusconi furono semplicemente IGNORATE!
Come si può notare la realtà dei fatti è semplice e dovrebbe essere comprensibile a tutti, anche se la lobby berlusconiana non brilla per intelligenza economica, visto che uno dei loro cavalli di battaglia era che il cambio euro-lire non doveva essere fissato a 1936,27 ma a 1.500.
Un’autentica cretinata, perché quel cambio era il valore esatto della lira italiana rapportata in quel momento alle altre monete e al dollaro, non è che ogni Stato si sceglieva il cambio che voleva.
Se poi, dietro questo attacco all’Euro, c’è l’utopia del ritorno alla lira, è facile a tutti immaginare, nell’attuale crisi finanziaria mondiale, che fine farebbe la debolissima lira italiana (senza paracadute europeo), moneta di un’Italia che ha il 3° o 4° debito pubblico al mondo, che non ha materie prime, che non è autosufficiente nemmeno alimentarmente, che ha la più alta disoccupazione “reale” d’Europa e che ogni mese deve emettere BTP per miliardi di euro, offrendo tassi sempre più alti per convincere gli altri a prenderli e che servono a pagare pensioni e Pubblico Impiego, Forze Armate e Sanità. Scuola e Trasporti ecc. (a che tasso di interesse pensate che il mondo acquisterebbe i BTP di un’eventuale debole e isolata lira?).
La lira italiana, piaccia o non piaccia, è stata forte solo nel periodo tra le due Guerre mondiali, poi è stata un’unica serie di manovre e leggi finanziarie per tenerla in piedi e una continua emissione di BTP per tenere in piedi lo Stato, con esponenziale aumento del debito pubblico.
Truffatori, bugiardi e facce di bronzo!
Adriano Rebecchi
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domenica 30 ottobre 2011
Bonifica del suolo d'Italia con l'erba vetiver.. di Benito Castorina
Benito Castorina in una nicchia
Le siepi di vetiver formano una barriera filtrante che rallenta la velocità dell’acqua proteggendo l’humus, i semi, recupera e bonifica le falde e i terreni inquinati da pesticidi, atrazina, arsenico ed altri metalli pesanti.
La pianura padana è desertificata e la terra svolge la sola funzione meccanica di sostenere le piante che vengono alimentate e trattate con concimi e prodotti di sintesi, quindi privi di vita.
Il dubbio che la centrale a biomassa venga alimentata con rifiuti solidi urbani è legittimo, come è vero che la fotosintesi clorofilliana è una funzione vitale per la pianta che mediante la luce solare e la clorofilla riesce a trasformare l’acqua e l’anidride carbonica in glucosio, liberando ossigeno nell’aria (6CO2 + 6H2O = C6H12O6 + 6O2). Infatti una pianta che brucia produce meno CO2 di un’albero che si decompone. Quindi il bilancio della CO2 quando le biomasse vegetali vengono usate per produrre energia è favorevole all’ambiente; di converso petrolio, carbone, gas e combustibili di origine fossile quando vengono bruciati immettono nell’aria oltre ad altre sostanze dannose per l’ambiente, quantità di CO2, che se i combustibili fossero rimasti sotto terra non solo non ne avrebbero squilibrato i cicli, ma si sarebbero anche evitate le emissioni di biossido di azoto che si combinano con l’acqua piovana causando le piogge acide.
Le piogge acide si possono ridurre o addirittura evitare utilizzando le piante azotofissatrici che trasformano un veleno in un nutriente per le graminacee ed altre piante alimentari.
Come sappiamo la natura ci viene sempre incontro. E noi?
L’energia da PV ha effetti collaterali negativi: per per produrre i pannelli solari si consuma petrolio, come pure per trasportarli, senza contare i problemi per lo smaltimento, di black out, della limitata irradiazione solare, di surriscaldamento, ecc., nonché economici, in quanto quasi totalmente sono importati e gravano sulla bolletta di tutti gli utenti.
Le piante non alimentari, possono essere utilizzate per produrre energia ed hanno effetti collaterali positivi, ossigenano l’aria, possono evitare smottamenti e frane, possono bonificare aria terra ed acqua, ma anche quelle che nutrono l’uomo e gli animali con le potature, gli sfalci, le snocciolature, ecc. possono contribuire alla produzione di energia.
Biomassa sono anche le alghe. Sono stato la settimana scorsa a Siracusa dove è in corso un progetto per la produzione di “olio blu” che si ottiene da una delle qualità di alghe che crescono nel golfo, non producono rifiuti in quanto i residui si rigenerano coll’acqua del mare.
Forse per rispettare la natura dovremmo chiamare biomassa quella prodotta dalla natura e frazione decomponibile di rifiuti solidi urbani, quella prodotta dagli scarti di attività umane.
IL fotovoltaico può essere usato per sistemi polifunzionali: barriere antirumore, pensiline, ecc. in modo che quando non producono più energia non devono essere rimossi perché continuano a svolgere la funzione di barriere antirumore, pensiline, ecc. quindi non diventano rifiuti.
Io appartengo alla nuova generazione di contadini, mentre una volta si trattava la terra, ora si tratta con la terra, cioè si negozia, si ha una relazione, si ama.
E per amore della terra, tanto, ho scritto.
Con affetto,
Prof. Benito Castorina
Referente per l'agricoltura ecologica
Rete Bioregionale Italiana
Le siepi di vetiver formano una barriera filtrante che rallenta la velocità dell’acqua proteggendo l’humus, i semi, recupera e bonifica le falde e i terreni inquinati da pesticidi, atrazina, arsenico ed altri metalli pesanti.
La pianura padana è desertificata e la terra svolge la sola funzione meccanica di sostenere le piante che vengono alimentate e trattate con concimi e prodotti di sintesi, quindi privi di vita.
Il dubbio che la centrale a biomassa venga alimentata con rifiuti solidi urbani è legittimo, come è vero che la fotosintesi clorofilliana è una funzione vitale per la pianta che mediante la luce solare e la clorofilla riesce a trasformare l’acqua e l’anidride carbonica in glucosio, liberando ossigeno nell’aria (6CO2 + 6H2O = C6H12O6 + 6O2). Infatti una pianta che brucia produce meno CO2 di un’albero che si decompone. Quindi il bilancio della CO2 quando le biomasse vegetali vengono usate per produrre energia è favorevole all’ambiente; di converso petrolio, carbone, gas e combustibili di origine fossile quando vengono bruciati immettono nell’aria oltre ad altre sostanze dannose per l’ambiente, quantità di CO2, che se i combustibili fossero rimasti sotto terra non solo non ne avrebbero squilibrato i cicli, ma si sarebbero anche evitate le emissioni di biossido di azoto che si combinano con l’acqua piovana causando le piogge acide.
Le piogge acide si possono ridurre o addirittura evitare utilizzando le piante azotofissatrici che trasformano un veleno in un nutriente per le graminacee ed altre piante alimentari.
Come sappiamo la natura ci viene sempre incontro. E noi?
L’energia da PV ha effetti collaterali negativi: per per produrre i pannelli solari si consuma petrolio, come pure per trasportarli, senza contare i problemi per lo smaltimento, di black out, della limitata irradiazione solare, di surriscaldamento, ecc., nonché economici, in quanto quasi totalmente sono importati e gravano sulla bolletta di tutti gli utenti.
Le piante non alimentari, possono essere utilizzate per produrre energia ed hanno effetti collaterali positivi, ossigenano l’aria, possono evitare smottamenti e frane, possono bonificare aria terra ed acqua, ma anche quelle che nutrono l’uomo e gli animali con le potature, gli sfalci, le snocciolature, ecc. possono contribuire alla produzione di energia.
Biomassa sono anche le alghe. Sono stato la settimana scorsa a Siracusa dove è in corso un progetto per la produzione di “olio blu” che si ottiene da una delle qualità di alghe che crescono nel golfo, non producono rifiuti in quanto i residui si rigenerano coll’acqua del mare.
Forse per rispettare la natura dovremmo chiamare biomassa quella prodotta dalla natura e frazione decomponibile di rifiuti solidi urbani, quella prodotta dagli scarti di attività umane.
IL fotovoltaico può essere usato per sistemi polifunzionali: barriere antirumore, pensiline, ecc. in modo che quando non producono più energia non devono essere rimossi perché continuano a svolgere la funzione di barriere antirumore, pensiline, ecc. quindi non diventano rifiuti.
Io appartengo alla nuova generazione di contadini, mentre una volta si trattava la terra, ora si tratta con la terra, cioè si negozia, si ha una relazione, si ama.
E per amore della terra, tanto, ho scritto.
Con affetto,
Prof. Benito Castorina
Referente per l'agricoltura ecologica
Rete Bioregionale Italiana
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sabato 29 ottobre 2011
Roma pro Tibet - 2 novembre 2011 - Piazza Montecitorio
"C'è anche chi non vuol vedere e sapere nulla.. " -Occhialetti 3d foto di Gustavo Piccinini
Care e cari amici del Tibet,
il prossimo 2 novembre si svolgerà a Roma, in Piazza Montecitorio un importante evento di solidarietà al popolo tibetano. All'iniziativa ha anche aderito l'Intergruppo sul Tibet al Consiglio Regionale del Lazio. L’Istituto Samantabhadra sarà presente con una sua delegazione e con Ghesce La. Siete tutti invitati a partecipare
TORCE UMANE IN TIBET
Manifestazione di solidarietà ai martiri del Tibet
Mercoledì 2 novembre · 15.00 - 20.00
ROMA - PIAZZA MONTECITORIO
Informativa: Il 18 di ottobre di quest’anno sul web appare una foto terribile.
Il corpo carbonizzato di Tenzing Wangmo giace, ancora fumante, riverso e rigido su un prato verde. Sullo sfondo si vede un piccolo gruppo di monache che corre verso i poveri resti ormai senza vita.
Fino a quel giorno le autorità cinesi, per i quali la menzogna e la negazione dell’evidenza sono uno degli sport più praticati, avevano sostenuto che tutte le notizie ...che filtravano da Ngaba – notizie che raccontavano di una situazione di repressione drammatica che aveva portato ad immolarsi col fuoco ben 9 giovani sotto i vent’anni – erano frutto di fantasia per denigrare il governo di Pechino. Al contrario, dicevano, Ngaba è una tranquilla e laboriosa cittadina dello Sichuan dove tutto è rose e fiori.
Le autorità cinesi stanno inviando truppe aggiuntive in tenuta antisommossa e dotate di estintori a Nagba e a Lhasa e gridano furiose al complotto. Sono già in rete filmati che testimoniano l’apparato di repressione messo in moto da Pechino.
I cinesi accusano il Dalai Lama di istigare i giovani tibetani a darsi fuoco e si permettono proprio loro, di rilevare addirittura che questi sono gesti violenti che vanno contro la morale buddista (sic) e che costituiscono una forma di terrorismo mascherato.
Ecco dunque un altro pretesto per aumentare la repressione e annunciare ulteriori “misure restrittive” in Tibet.
Come sempre Pechino risponde con l’arroganza e la forza, chiudendo gli occhi e negando quello che da sessanta anni a questa parte il popolo tibetano ha cercato di ricordare a loro e al mondo: la brutale e sanguinosa occupazione di un paese libero, la sistematica violazione dei diritti dei tibetani, gli arresti e le detenzioni, le torture e gli aborti forzati …
Per Pechino i tibetani stanno benissimo e sorridono al loro futuro sotto l’illuminata guida del Partito Comunista Cinese.
Ma allora perché da marzo a oggi ben nove giovani si sono cosparsi di benzina e dati fuoco al grido di “Tibet Libero”? Cinque di questi sono morti per le ustioni riportate, tre sono ancora in Ospedale e uno è stato fatto sparire dalla Polizia.
Chi descrive la morte di Tenzing racconta della ragazza che camminava tre le fiamme gridando slogan contro il regime cinese e pregando per il ritorno del Dalai Lama.
Un gesto disperato che solo una disperazione più forte può spingere un essere umano a compiere.
Il 2 di novembre 2011 a Roma dalle 15 davanti a Montecitorio ci sarà una pacifica manifestazione promossa dalla Comunità Tibetana in Italia e dall’Associazione Italia Tibet in ricordo di questi giovani martiri tibetani. Una manifestazione che vuole ricordare a Pechino e al mondo libero che il problema del Tibet non si risolverà mai con la brutale repressione e la propaganda menzognera cui, peraltro, nessuno crede più. Finché la Cina continuerà nella sua ottusa e cocciuta negazione del “problema Tibet” lo spirito e l’eroismo dei tibetani saranno sempre lì, indomiti e coraggiosi emblemi di un popolo che non intende farsi “normalizzare”.
Neppure le più che accomodanti proposte del Dalai Lama in questi anni sono state accettate da Pechino che, anzi, le rigetta come un tentativo subdolo di attentare all’unità della madre patria. E pensare che il Dalai Lama è per Pechino un’assicurazione, forse l’unica, che la lotta del Tibet non degeneri in forme di violenza aperta o addirittura in terrorismo.
Sosteniamo il popolo del Tibet, i suoi diritti e la sua pacifica lotta contro il regime di Pechino.
I diritti dei tibetani sono i diritti di tutti. Diamo un segnale forte alla Repubblica Popolare Cinese, all’arroganza di chi si ritiene orma il il padrone del mondo.
COMUNITA’ TIBETANA IN ITALIA
www.comunitatibetana.org
ASSOCIAZIONE ITALIA-TIBET
www.italiatibet.org
Care e cari amici del Tibet,
il prossimo 2 novembre si svolgerà a Roma, in Piazza Montecitorio un importante evento di solidarietà al popolo tibetano. All'iniziativa ha anche aderito l'Intergruppo sul Tibet al Consiglio Regionale del Lazio. L’Istituto Samantabhadra sarà presente con una sua delegazione e con Ghesce La. Siete tutti invitati a partecipare
TORCE UMANE IN TIBET
Manifestazione di solidarietà ai martiri del Tibet
Mercoledì 2 novembre · 15.00 - 20.00
ROMA - PIAZZA MONTECITORIO
Informativa: Il 18 di ottobre di quest’anno sul web appare una foto terribile.
Il corpo carbonizzato di Tenzing Wangmo giace, ancora fumante, riverso e rigido su un prato verde. Sullo sfondo si vede un piccolo gruppo di monache che corre verso i poveri resti ormai senza vita.
Fino a quel giorno le autorità cinesi, per i quali la menzogna e la negazione dell’evidenza sono uno degli sport più praticati, avevano sostenuto che tutte le notizie ...che filtravano da Ngaba – notizie che raccontavano di una situazione di repressione drammatica che aveva portato ad immolarsi col fuoco ben 9 giovani sotto i vent’anni – erano frutto di fantasia per denigrare il governo di Pechino. Al contrario, dicevano, Ngaba è una tranquilla e laboriosa cittadina dello Sichuan dove tutto è rose e fiori.
Le autorità cinesi stanno inviando truppe aggiuntive in tenuta antisommossa e dotate di estintori a Nagba e a Lhasa e gridano furiose al complotto. Sono già in rete filmati che testimoniano l’apparato di repressione messo in moto da Pechino.
I cinesi accusano il Dalai Lama di istigare i giovani tibetani a darsi fuoco e si permettono proprio loro, di rilevare addirittura che questi sono gesti violenti che vanno contro la morale buddista (sic) e che costituiscono una forma di terrorismo mascherato.
Ecco dunque un altro pretesto per aumentare la repressione e annunciare ulteriori “misure restrittive” in Tibet.
Come sempre Pechino risponde con l’arroganza e la forza, chiudendo gli occhi e negando quello che da sessanta anni a questa parte il popolo tibetano ha cercato di ricordare a loro e al mondo: la brutale e sanguinosa occupazione di un paese libero, la sistematica violazione dei diritti dei tibetani, gli arresti e le detenzioni, le torture e gli aborti forzati …
Per Pechino i tibetani stanno benissimo e sorridono al loro futuro sotto l’illuminata guida del Partito Comunista Cinese.
Ma allora perché da marzo a oggi ben nove giovani si sono cosparsi di benzina e dati fuoco al grido di “Tibet Libero”? Cinque di questi sono morti per le ustioni riportate, tre sono ancora in Ospedale e uno è stato fatto sparire dalla Polizia.
Chi descrive la morte di Tenzing racconta della ragazza che camminava tre le fiamme gridando slogan contro il regime cinese e pregando per il ritorno del Dalai Lama.
Un gesto disperato che solo una disperazione più forte può spingere un essere umano a compiere.
Il 2 di novembre 2011 a Roma dalle 15 davanti a Montecitorio ci sarà una pacifica manifestazione promossa dalla Comunità Tibetana in Italia e dall’Associazione Italia Tibet in ricordo di questi giovani martiri tibetani. Una manifestazione che vuole ricordare a Pechino e al mondo libero che il problema del Tibet non si risolverà mai con la brutale repressione e la propaganda menzognera cui, peraltro, nessuno crede più. Finché la Cina continuerà nella sua ottusa e cocciuta negazione del “problema Tibet” lo spirito e l’eroismo dei tibetani saranno sempre lì, indomiti e coraggiosi emblemi di un popolo che non intende farsi “normalizzare”.
Neppure le più che accomodanti proposte del Dalai Lama in questi anni sono state accettate da Pechino che, anzi, le rigetta come un tentativo subdolo di attentare all’unità della madre patria. E pensare che il Dalai Lama è per Pechino un’assicurazione, forse l’unica, che la lotta del Tibet non degeneri in forme di violenza aperta o addirittura in terrorismo.
Sosteniamo il popolo del Tibet, i suoi diritti e la sua pacifica lotta contro il regime di Pechino.
I diritti dei tibetani sono i diritti di tutti. Diamo un segnale forte alla Repubblica Popolare Cinese, all’arroganza di chi si ritiene orma il il padrone del mondo.
COMUNITA’ TIBETANA IN ITALIA
www.comunitatibetana.org
ASSOCIAZIONE ITALIA-TIBET
www.italiatibet.org
venerdì 28 ottobre 2011
Ennio Montesi: "Per esprimere la verità.. ci vuole veritare!"
“Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio
e vizio che non vivano della loro segretezza.
Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli,
rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi
la pubblica opinione li getterà via.
La sola divulgazione di per sé non è forse sufficiente,
ma è l’unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”
(Joseph Pulitzer)
Veritare è il neologismo coniato e introdotto da Ennio Montesi nella lingua italiana.
Le persone mentono. La società mente. La bugia attraversa e impregna la società. L’inganno tiene insieme un amalgama untuoso di società soffocata da vischiose menzogne. Impera in politica la menzogna. La menzogna si è innalzata imponente e con prepotenza a sinonimo di politica. Politici che non mentissero sembrerebbero non potere svolgere la funzione politica né l’attività parlamentare. La società italiana si è indirizzata palesemente verso la spregevole strada ingannatrice della menzogna, della falsità, della doppiezza, della finzione, dell’ipocrisia, della simulazione, della bugia, dell’impostura. Rare eccezioni non risolvono il problema. Riferimento principale è all’Italia e agli italiani anche se sappiamo che la menzogna, come l’aria, non ha confini, alberga e ricopre l’emisfero boreale come quello australe, da occidente ad oriente.
Mentono gli imputati giudicati dinanzi alla legge e gli avvocati difensori. Mentono i pubblici ministeri accusatori e i giudici. Mentono i giornalisti e gli opinionisti. Mentono gli scrittori e gli oratori. Mentono i governanti e i capi di Stato. Mentono spudoratamente le religioni. Alla grande mentono i preti e i vescovi. Senza vergogna mentono i cardinali e i papi. Mentono i vangeli, le bibbie, il corano e la torah. Mentono le carte costituzionali e i trattati internazionali. Mentono i bambini e i genitori. Mentono gli zii e i nonni. Mentono gli imprenditori e i sindacalisti. Mentono gli studenti e gli insegnanti. Mentono i commercianti e i pubblicitari. Mentono i libri e i film. Mentono le canzoni e le poesie. Mentono le rappresentazioni teatrali e gli attori.
Sembrerebbe che l’Umanità intera sia instancabile produttrice di menzogne, tenace portatrice di fanfaluche. La storia dell’uomo è così tanto infarcita di fandonie che a volte le falsità vengono spinte fino al punto in cui la verità viene trasformata scelleratamente in menzogna, mentre la menzogna viene scolpita a lettere cubitali come fosse verità assoluta e inconfutabile. Il danno sociale provocato dalla menzogna è enorme, incalcolabile e coinvolge indistintamente tutti i settori della vita quotidiana di tutti i popoli. La menzogna modifica la società, la finanza, la politica, la produttività e la vita degli esseri umani. La menzogna modifica spesso la democrazia, l’uguaglianza e la libertà delle popolazioni. L’esistenza degli individui è messa a repentaglio e a rischio dalla colpevole menzogna. La menzogna potrebbe condurre l’Umanità verso la propria fine.
Il predominare della menzogna, vincendo sulla verità, fa la differenza sulla qualità e sull’evoluzione della vita. George Orwell aveva ragione quando affermò che “Nel tempo dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario.”
In italiano, come in molte altre lingue, non esiste neanche un verbo che significhi «dire la verità». Dire la verità, sembrerebbe essere un’azione talmente banale e rara che, a consultare il lessico italiano, non abbisognerebbe di un proprio verbo che la definisca con chiarezza. La locuzione «non mentire» viene usata in maniera bizzarra e maldestra per definire il significato del «dire la verità». L’avverbio di negazione «non», anteposto a «mentire», presuppone scarso intento del dire la verità cioè di veritare. L’uso di «dire la verità» o di «non mentire» è sgradevole e inaccettabile: si percepisce in tali locuzioni una sottile forzatura, una velata e ambigua violenza linguistica che non fa onore alla straordinaria ricchezza della nostra lingua e alla meravigliosa storia della letteratura italiana.
Da dove deriva il verbo mentire? Deriva dal latino tardo mentire, classico mentiri, derivato di mens mentis ‘mente’, dapprima con il significato di ‘immaginare’, poi ‘fingere’, quindi ‘mentire’.
Mi sono a volte trovato ad elaborare concetti, scrivere frasi all’interno delle quali mi serviva il verbo relativo al significato di non mentire o dire la verità. Nonostante i tanti vocabolari e dizionari della lingua italiana a disposizione nessuno poteva offrirmi quello che andavo cercando. Un buco inspiegabile nella lingua italiana e una rilevante manchevolezza nel linguaggio sociale. Come se mancasse o fosse andata smarrita una parola, una signora parola. Non esistendo allora alcun verbo che significasse non mentire o dire la verità dovetti, con disappunto e disagio, ripiegare e accontentarmi di vocaboli imperfetti, di costruzioni letterarie inappropriate tradendo e violentando così i miei pensieri e quindi i miei scritti.
Come scrittore che lavora con le parole mi sono sentito frustrato, forse come un artigiano falegname che, seppure sia in possesso di diversi utensili funzionali, di ottimi attrezzi per lavorare il legno, gliene manchi tuttavia uno molto importante: l’utensile del verbo veritare. Servendomi tale indispensabile attrezzo veritare e non trovandolo da nessuna parte l’ho così progettato e costruito per conto mio. Da questo momento il verbo veritare esiste ed è a disposizione di tutti essendo il brevetto di veritare senza copyright cioè gratuito.
Sono certo che il verbo veritare sarà tradotto un giorno in altre lingue e che scrittori e oratori lo useranno da ora in poi nei propri testi e nei discorsi. La lingua italiana potrà essere fiera ed orgogliosa di essere stata la prima lingua ad introdurre finalmente nel mondo, nello scibile umano questo significativo e importante vocabolo, suggerendolo e in qualche modo imponendolo culturalmente, intellettualmente e socialmente anche alle altre lingue e linguaggi a cominciare da quelli europei.
Il beneficio che si ricaverà dall’uso di veritare non sarà soltanto relativo all’aspetto linguistico e allo stile letterario. Considerato che un popolo si esprime, comunica e agisce mediante la parola parlata e scritta ritengo, e sono sicuro, che ciò potrà migliorare il processo di evoluzione della società, della democrazia, dell’uguaglianza e della libertà dei popoli. Veritare darà ottimo e meritato filo da torcere allo spavaldo e prepotente mentire. Mentire non potrà più tiranneggiare sulla lingua italiana poiché dovrà fare i conti e vedersela con veritare. Veritare ristabilirà la giusta democrazia letteraria e il necessario equilibrio linguistico. Veritare avrà davvero molto lavoro da svolgere.
Per introdurre un neologismo lessicale, una parola nuova nel pensato, nello scritto, nel parlato popolare e nel linguaggio comune è sufficiente usarla. Basta scriverla, dirla, pronunciarla in pubblico. Nient’altro. L’invito che faccio al lettore e agli italiani è quello di usare patriotticamente sin da subito il verbo veritare il quale, seppure potrebbe risultare di strana musicalità all’orecchio, diverrà in breve tempo un magnifico irrinunciabile suono, elegante e prezioso. Sarà un gioco divertente sia per gli adulti, sia per i bambini nelle scuole, sia per gli studenti nelle università il costruire frasi e discorsi inserendo il verbo veritare, spronando la cultura e acuendo l’intelligenza. “Io verito in questo mio saggio.” Questa è la mia seconda frase varata, dopo quella del titolo.
Ho creato e pronunciato molte frasi con veritare e per ognuna di esse ho provato una sottile emozione, un nobile brivido di piacere. Ero certo che nella secolare e tormentata vicenda umana, nonostante i miliardi di abitanti transitati e ancora in transito sul pianeta, ero io – e io solo – il primo essere vivente a pensare e a dire quelle frasi, a costruire concetti mai espressi dagli albori del tempo, da quando nacque il pensiero dell’Uomo. Milioni di altre frasi ed espressioni nasceranno e navigheranno sull’oceano sconfinato del pensiero, del linguaggio e della conoscenza.
Se l’Accademia della Crusca, il linguista Tullio De Mauro, i curatori dei dizionari e dei vocabolari della lingua italiana Giacomo Devoto e Gian Carlo Oli, Aldo Gabrielli, Nicola Zingarelli e gli editori Add, Adelphi, Alegre, Aliberti, Antonio Vallardi, Aragno, Ariele, Armando, Armenia, Arnoldo Mondadori, Astrolabio, Audino, Barbera, Bastogi, Bfs, Bietti, Bollati Boringhieri, Bompiani, Bruno Mondadori, Cairo, Carocci, Castelvecchi, Chiarelettere, Clandestine, Coniglio, Corvino Media, Curcio, Dalai, De Agostini, Dedalo, Derive Approdi, Diabasis, Donzelli, E/o, Einaudi, Elèuthera, Elliot, Fabbri, Fandango, Fanucci, Fazi, Feltrinelli, Firera & Liuzzo Group, Garzanti, Giuffrè, Giulio Perrone, Giunti, Gremese, Gruppo Mauri Spagnol, Gruppo Ugo Mursia, Guanda, Hoepli, Ibis, Il Castoro, Il Maestrale, Il Melangolo, Il Mulino, Il Saggiatore, Instar, Internazionali Riuniti, Iperborea, Ipermedium, Ippocampo, Isbn, Joker, Kaos, Keller, La Lepre, La Zisa, Lanfranchi, Laterza, Lattes, Le Monnier, Liberilibri, Liguori, Lindau, Loescher, Logos, Longanesi, Luca Sossella, Macro, Maggioli, Manifesto Libri, Marco Tropea, Marcos y Marcos, Marsilio, Massari, Mediterranee, Meltemi, Mimesis, Minimum Fax, Motta, Neri Pozza, Newton Compton, Nexus, Nord, Nottetempo, Nuovi Mondi Media, Odoya, Odradek, Olimpia, Passigli, Pendragon, Piano B, Piemme, Polillo, Ponte alle Grazie, Ponte Sisto, Prospettiva, Quodlibet, Raffaello Cortina, Rizzoli, Road Book, Rubbettino, Rusconi, Salani, Salerno, Sartorio, Scheiwiller, Scipioni, Sei, Sellerio, Sironi, Sonzogno, Sperling & Kupfer, Stampa Alternativa, Sugarco, Tea, Tempesta, Termidoro, Teti, Touring, Transeuropa, Treccani, Tullio Pironti, Unicopli, Vallecchi, Vivalibri, Voland, White Star, Zandonai, Zanichelli e altri volessero prendere atto con sollecitudine della nascita e dell’uso del nuovo verbo veritare tanto meglio, così il processo di acquisizione e di introduzione nella lingua italiana e nel linguaggio corrente si velocizzerà. Anche se la rete internet è già per eccellenza il più grande acceleratore e moltiplicatore esistente di idee, informazione e cultura. Ecco i dettagli e la coniugazione verbale di veritare.
Veritare (ve-ri-tà-re) verbo intransitivo della prima coniugazione (vèrito, ecc.) verbo ausiliare: avere. Asserire o dire verità con piena consapevolezza e determinazione, smascherare la menzogna: sono abituato a veritare. Veritare, venne coniato e introdotto nella lingua italiana da Ennio Montesi, scrittore di libero pensiero, ateo sbattezzato, cancellato dalla setta fondamentalista della Chiesa cattolica, con il saggio “Veritare, voce del verbo veritare. Nel tempo dell’inganno universale veritare è un atto rivoluzionario.” scritto il 20 settembre 2011. Opera di Ennio Montesi è anche la coniugazione verbale completa di veritare, riportata qui di seguito:
INDICATIVO
Presente
io verito
tu veriti
egli verita
noi veritiamo
voi veritate
essi veritano
Passato prossimo
io ho veritato
tu hai veritato
egli ha veritato
noi abbiamo veritato
voi avete veritato
essi hanno veritato
Imperfetto
io veritavo
tu veritavi
egli veritava
noi veritavamo
voi veritavate
essi veritavano
Trapassato prossimo
io avevo veritato
tu avevi veritato
egli aveva veritato
noi avevamo veritato
voi avevate veritato
essi avevano veritato
Passato remoto
io veritai
tu veritasti
egli veritò
noi veritammo
voi veritaste
essi veritarono
Trapassato remoto
io ebbi veritato
tu avesti veritato
egli ebbe veritato
noi avemmo veritato
voi aveste veritato
essi ebbero veritato
Futuro semplice
io veriterò
tu veriterai
egli veriterà
noi veriteremo
voi veriterete
essi veriteranno
Futuro anteriore
io avrò veritato
tu avrai veritato
egli avrà veritato
noi avremo veritato
voi avrete veritato
essi avranno veritato
CONGIUNTIVO
Presente
che io veriti
che tu veriti
che egli veriti
che noi veritiamo
che voi veritiate
che essi veritino
Passato
che io abbia veritato
che tu abbia veritato
che egli abbia veritato
che noi abbiamo veritato
che voi abbiate veritato
che essi abbiano veritato
Imperfetto
che io veritassi
che tu veritassi
che egli veritasse
che noi veritassimo
che voi veritaste
che essi veritassero
Trapassato
che io avessi veritato
che tu avessi veritato
che egli avesse veritato
che noi avessimo veritato
che voi aveste veritato
che essi avessero veritato
CONDIZIONALE
Presente
io veriterei
tu veriteresti
egli veriterebbe
noi veriteremmo
voi veritereste
essi veriterebbero
Passato
io avrei veritato
tu avresti veritato
egli avrebbe veritato
noi avremmo veritato
voi avreste veritato
essi avrebbero veritato
IMPERATIVO
Presente
---
verita (tu)
veriti (egli)
veritiamo (noi)
veritate (voi)
veritino (essi)
INFINITO
Presente
veritare
Passato
avere veritato
PARTICIPIO
Presente
veritante
Passato
veritato
GERUNDIO
Presente
veritando
Passato
avendo veritato
Quasi tutti usiamo personal computer per scrivere nei quali programmi di scrittura un vocabolario elettronico di base segnala parole errate oppure sconosciute. Veritare sarà identificata come parola sconosciuta e sottolineata con segno rosso. È sufficiente dare una sola volta il comando ‘aggiungi’ cliccando sopra alla parola veritare e il vocabolario apprenderà della sua esistenza mettendola in memoria. Lo stesso vale per la coniugazione completa di veritare risolvibile allo stesso modo. Nelle prossime versioni dei vocabolari elettronici veritare e sua coniugazione saranno inseriti e aggiornati dai produttori dei software di scrittura.
Il proverbio latino “In vino veritas” significa letteralmente «nel vino è la verità». Il nostro potente verbo veritare è ora pronto e tirato a lucido per l’immediato uso. Che sia detto con una punta di orgoglio italiano e di sfida: “In veritare c’è la verità. Veritiamo a noi stessi e al prossimo per costruire la società migliore nella quale vivere”.
Un brindisi di vita millenaria a veritare!
Ennio Montesi
Fonti: http://raccontipernonimpazzire.blogspot.com/
http://veritare.blogspot.com/
Note sull'autore:
Ennio Montesi ha firmato i Racconti per non impazzire, Mursia Editore, scritti su richiesta di Federico Fellini. Ha pubblicato il romanzo L’uomo a metà, è stato autore di soggetti per la televisione e per il cinema. Una lunga intervista è pubblicata nel libro Come fare a meno di Dio e vivere liberi – Saggi e interviste sulla libertà di pensiero, Coniglio Editore. Scrittore ateo dichiaratamente contro la Chiesa cattolica e contro il Vaticano, i cui libri, scritti e conferenze sono spesso fonte di accese polemiche come quando il partito politico Lega Nord organizzò una manifestazione pubblica ateofoba contro di lui, una specie di fatwa cattolica lanciata ad personam. Montesi è considerato il massimo esperto dei problemi legati al fondamentalismo e al terrorismo cristiano-cattolico della setta oltranzista della Chiesa cattolica. Recentemente ha ricevuto minacce di morte da fondamentalisti cattolici. Significativo il suo scambio epistolare con lo scrittore statunitense Henry Roth, il quale dedicò a Montesi il racconto Prose-writer’s Threnody. Alcuni suoi scritti sono entrati a fare parte del grande archivio storico American Jewish Historical Society di New York (www.cjh.org/nhprc/HenryRoth02.html) il cui evento venne segnalato dal magazine londinese The Times Literary Supplement e dal newyorkese The New Yorker. Montesi è fondatore di Axteismo, movimento internazionale di libero pensiero, che concentra studiosi, cristologi laici, docenti, ricercatori, scienziati, magistrati, giornalisti, scrittori e persone che non accettano imposizioni e influenze religiose. Montesi ha inoltrato richiesta ufficiale di asilo politico al primo ministro del Governo della Svezia per discriminazioni e persecuzioni religiose-politiche da parte del Governo italiano poiché gli viene imposto il simbolo religioso e politico del crocifisso nelle pubbliche strutture. Saggi e articoli sono tradotti dalla stampa estera, molti dei quali disponibili in lingua italiana in internet.
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“La speranza è quel velo della natura
che nasconde le nudità della verità.”
(Alfred Bernhard Nobel)
giovedì 27 ottobre 2011
Chi comanda al mondo? - "...a global network analysis of the most powerful transnational corporations" - Top 50 Control-Holders Ranking
I veri padroni del pianeta Terra
Finalmente tre ricercatori economici svizzeri hanno scoperto e rivelato, con un accurato studio statistico ed analitico, quali sono le “firme” che dominano il mondo.. Non si tratta di Obama, Putin o Merkel.. o altri “politicanti”.. i veri padroni, detentori della ricchezza mondiale, e quindi in grado di determinare le scelte politiche ed economiche sul pianeta Terra, sono una cinquantina di “finanzieri”. Sono loro che decidono se dobbiamo bere mangiare respirare o tirare le cuoia... (Paolo D'Arpini) - Leggete se volete:
In the first such analysis ever conducted, Swiss economic researchers have conducted a global network analysis of the most powerful transnational corporations (TNCs).
Their results have revealed a core of 787 firms with control of 80% of this network, and a “super entity” comprised of 147 corporations that have a controlling interest in 40% of the network’s TNCs. Strongly Connected Component (SCC); layout of the SCC (1318 nodes and 12,191 links).
Node size scales logarithmically with operation revenue, node color with network control (from yellow to red). Link color scales with weight.[Note to the reader: see the very end of this article for a ranking of the top 50 'control holders']
When we hear conspiracy theorist talk about this or that powerful group (or alliance of said groups) “pulling strings” behind the scenes, we tend to dismiss or minimize such claims, even though, deep down, we may suspect that there’s some degree of truth to it, however distorted by the theorists’ slightly paranoid perception of the world.
But perhaps our tendency to dismiss such claims as exaggerations (at best) comes from our inability to get even a slight grip on the complexity of global corporate ownership; it’s all too vast and complicated to get any clear sense of the reality.But now we have the results of a global network analysis (Vitali, Glattfelder, Battiston) that, for the first time, lays bare the “architecture” of the global ownership network. In the paper abstract, the authors state:“We present the first investigation of the architecture of the international ownership network, along with the computation of the control held by each global player. We find that transnational corporations form a giant bow-tie structure* and that a large portion of control flows to a small tightly-knit core of financial institutions. This core can be seen as an economic “super-entity” that raises new important issues both for researchers and policy makers.” [emphasis added]* This “bow tie” structure is similar to the structure of the WWW (analyzing for most influential/most trafficked websites); see diagram below. A bow-tie consists of in-section (IN), out-section (OUT), strongly connected component or core (SCC), and tubes and tendrils (T&T).Data from previous studies neither fully supported nor completely disproved the idea that a small handful of powerful corporations dominate much or most of the world’s commerce. The researchers acknowledge previous attempts to analyze such networks, but note that these were limited in scope to national networks which “neglected the structure of control at a global level.
”What was needed, assert the researchers, was a complex network analysis.“A quantitative investigation is not a trivial task because firms may exert control over other firms via a web of direct and indirect ownership relations which extends over many countries. Therefore, a complex network analysis is needed in order to uncover the structure of control and its implications. “To start their analysis, the researchers began with a list of 43,060 TNCs which were taken from a sample of 30 million “economic actors” contained in the Orbis 2007 database [see end note]. TNCs were identified according to the Organization of Economic Co-operation and Development (OECD) definition of a transnational corporation [see end note]. They next applied a recursive search algorithm which singled out the “network of all the ownership pathways originating from and pointing to these TNCs.”The resulting TNC network includes 600,508 nodes and 1,006,987 ownership ties. Bow-tie structure of the largest connected component (LCC) and other connected components (OCC). Each section volume scales logarithmically with the share of its TNCs operating revenue. In parenthesis, percentage of operating revenue and number of TNCsIn terms of the connectivity of the network, the researchers found that it consists of many small connected components, but the largest one (encompassing 3/4 of all nodes) “contains all the top TNCs by economic value, accounting for 94.2% of the total TNC operating revenue.
”Two generalized characteristics were identified:
1] A strongly connected component (SCC), that is, a set of firms in which every member owns directly and/or indirectly shares in every other member. The emergence of such a structure can be explained as a means of preventing take-overs, reducing transaction costs, risk sharing and increasing trust between “groups of interest.”and2] The largest connect[ed] component contains only one dominant, strongly connected component (comprised of 1347 nodes). This network, like the WWW, has a bow tie structure. What’s more, they found that this component, or core, is also very densely connected; on average, members of this core have ties to 20 other members. “Top actors” occupy the center of the bow tie.
In fact, a randomly chosen TNC in the core has about 50% chance of also being among the top holders, as compared to, for example, 6% for the in-section. [emphasis added]“As a result, about 3/4 of the ownership of firms in the core remains in the hands of firms of the core itself. In other words, this is a tightly-knit group of corporations that cumulatively hold the majority share of each other.”In examining the details of this core, the analysis also showed that only 737 top holders accumulate 80% of the control over the value of all TNCs (in the analyzed network).
Further,“despite its small size, the core holds collectively a large fraction of the total network control. In detail, nearly 4/10 of the control over the economic value of TNCs in the world is held, via a complicated web of ownership relations, by a group of 147 TNCs in the core, which has almost full control over itself. The top holders within the core can thus be thought of as an economic “super-entity” in the global network of corporations.” [emphasis added]Concerning the implications of this super entity, the researchers asked two fundamental questions: First, what are the implications for market competition, and, second, what are the implications for economic stability?Regarding the first question, the authors assert that no matter the origin of the SCC, due to its high degree of TNC network control, “it weakens market competition”.It is clear just from the history of anti-trust laws in this country (the U.S.) that concentrated ownership stifles free market competition and innovation, reduces over-all employment, and leads to excessive pricing. Zoom on some major TNCs in the financial sector.
Some cycles are highlighted. Note: data for this analysis comes from the 2007Orbis database -- prior to the 2008 financial crisis, thus, firms such as Bear Stearns and Lehman Bros. are included.In regards to the second question, the researchers note that “the existence of such a core in the global market was never documented before and thus, so far, no scientific study demonstrates or excludes that this international ‘super-entity’ has ever acted as a bloc.“However, there is historical data — such as within the airline, auto and steel industries — supporting this possibility.“…top holders are at least in the position to exert considerable control, either formally (e.g., voting in shareholder and board meetings) or via informal negotiations.
”Additionally, recent studies (Stiglitz J.E., 2010, Battiston S. et al, 2009) have shown that densely connected financial networks are highly susceptible to systemic risk. Despite the fact that such networks may seem robust in good economic times, in times of crisis however, member firms tend to enter ‘distress mode’ simultaneously. This was seen recently in the 2008 (“near”) financial collapse (note: 3/4 of the network core in this analysis are financial intermediaries).Calling their findings “remarkable”, they suggest that because “international data sets as well as methods to handle large networks became available only very recently, [this] may explain how this finding could go unnoticed for so long.
”While the researchers acknowledge that verifying whether the implications of their findings “hold true for the global economy” is beyond the scope of their current research, they assert that their unprecedented attempt to uncover the structure of corporate control is “a necessary precondition for future investigations.”The paper, The network of global corporate control (Vitali, Glattfelder, Battiston) was published July 26, 2011, on arXiv.orgEnd Notes:The Orbis 2007 marketing database comprises about 37 million economic actors, both physical persons and firms located in 194 countries, and roughly 13 million directed and weighted ownership links (equity relations). This data set is intended to track control relationships rather than patrimonial relationships.
Whenever available, the percentage of ownership refers to shares associated with voting rights. Accordingly, we select those companies which hold at least 10% of shares in companies located in more than one country. Overall we obtain a list of 43,060 TNCs located in 116 different countries, with 5675 TNCs quoted in stock markets.The definition of TNCs given by the OECD states that they “…comprise companies and other entities established in more than one country and so linked that they may coordinate their operations in various ways…”Diagrams: (source) The network of global corporate control (Vitali, Glattfelder, Battiston)
= = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = =
Top 50 Control-Holders Ranking: {source: the following is quoted directly from the research paper] This is the first time a ranking of economic actors by global control is presented. Notice that many actors belong to the financial sector (NACE codes starting with 65,66,67) and many of the names are well-known global players.The interest of this ranking is not that it exposes unsuspected powerful players. Instead, it shows that many of the top actors belong to the core. This means that they do not carry out their business in isolation but, on the contrary, they are tied together in an extremely entangled web of control. This finding is extremely important since there was no prior economic theory or empirical evidence regarding whether and how top players are connected.Shareholders are ranked by network control (according to the threshold model, TM). Columns indicate country, NACE industrial sector code, actor’s position in the bow-tie sections, cumulative network control. Notice that NACE codes starting with 65,66, or 67 belong to the financial sector.Rank , Economic actor name, Country, NACE code, Network Cumul. Network position, control (TM, %)1 BARCLAYS PLC GB 6512 SCC 4.052 CAPITAL GROUP COMPANIES INC, THE US 6713 IN 6.663 FMR CORP US 6713 IN 8.944 AXA FR 6712 SCC 11.215 STATE STREET CORPORATION US 6713 SCC 13.026 JP MORGAN CHASE & CO. US 6512 SCC 14.557 LEGAL & GENERAL GROUP PLC GB 6603 SCC 16.028 VANGUARD GROUP, INC., THE US 7415 IN 17.259 UBS AG CH 6512 SCC 18.4610 MERRILL LYNCH & CO., INC. US 6712 SCC 19.4511 WELLINGTON MANAGEMENT CO. L.L.P. US 6713 IN 20.3312 DEUTSCHE BANK AG DE 6512 SCC 21.1713 FRANKLIN RESOURCES, INC. US 6512 SCC 21.9914 CREDIT SUISSE GROUP CH 6512 SCC 22.8115 WALTON ENTERPRISES LLC US 2923 T&T 23.5616 BANK OF NEWYORKMELLON CORP. US 6512 IN 24.2817 NATIXIS FR 6512 SCC 24.9818 GOLDMAN SACHS GROUP, INC., THE US 6712 SCC 25.6419 T. ROWEPRICE GROUP, INC. US 6713 SCC 26.2920 LEGG MASON, INC. US 6712 SCC 26.9221 MORGAN STANLEY US 6712 SCC 27.5622 MITSUBISHI UFJ FINANCIAL GROUP, INC. JP 6512 SCC 28.1623 NORTHERN TRUST CORPORATION US 6512 SCC 28.7224 SOCIÉTÉ GÉNÉRALE FR 6512 SCC 29.2625 BANK OF AMERICA CORPORATION US 6512 SCC 29.7926 LLOYDS TSB GROUPPLCGB 6512 SCC 30.3027 INVESCOPLCGB 6523 SCC 30.8228 ALLIANZSE DE 7415 SCC 31.3229 TIAA US 6601 IN 32.2430 OLD MUTUAL PUBLIC LIMITED COMPANY GB 6601 SCC 32.6931 AVIVAPLC GB 6601 SCC 33.1432 SCHRODERSPLC GB 6712 SCC 33.5733 DODGE & COX US 7415 IN 34.0034 LEHMAN BROTHERS HOLDINGS, INC. US 6712 SCC 34.4335 SUN LIFE FINANCIAL, INC. CA 6601 SCC 34.8236 STANDARDLIFEPLCGB 6601 SCC 35.237 CNCE FR 6512 SCC 35.5738 NOMURA HOLDINGS, INC. JP 6512 SCC 35.9239 THE DEPOSITORY TRUST COMPANY US 6512 IN 36.2840 MASSACHUSETTS MUTUAL LIFE INSUR. US 6601 IN 36.6341 INGGROEP N.V. NL 6603 SCC 36.9642 BRANDES INVESTMENT PARTNERS, L.P. US 6713 IN 37.2943 UNICREDITO ITALIANO SPA IT 6512 SCC 37.6144 DEPOSIT INSURANCE CORPORATION OF JP JP 6511 IN 37.9345 VERENIGING AEGON NL 6512 IN 38.2546 BNPPARIBAS FR 6512 SCC 38.5647 AFFILIATED MANAGERS GROUP, INC. US 6713 SCC 38.8848 RESONA HOLDINGS, INC. JP 6512 SCC 39.1849 CAPITAL GROUP INTERNATIONAL, INC. US 7414 IN 39.4850 CHINA PETROCHEMICAL GROUP CO. CN 6511 T&T 39.78
Source: Planetsave (http://s.tt/138oe)
Finalmente tre ricercatori economici svizzeri hanno scoperto e rivelato, con un accurato studio statistico ed analitico, quali sono le “firme” che dominano il mondo.. Non si tratta di Obama, Putin o Merkel.. o altri “politicanti”.. i veri padroni, detentori della ricchezza mondiale, e quindi in grado di determinare le scelte politiche ed economiche sul pianeta Terra, sono una cinquantina di “finanzieri”. Sono loro che decidono se dobbiamo bere mangiare respirare o tirare le cuoia... (Paolo D'Arpini) - Leggete se volete:
In the first such analysis ever conducted, Swiss economic researchers have conducted a global network analysis of the most powerful transnational corporations (TNCs).
Their results have revealed a core of 787 firms with control of 80% of this network, and a “super entity” comprised of 147 corporations that have a controlling interest in 40% of the network’s TNCs. Strongly Connected Component (SCC); layout of the SCC (1318 nodes and 12,191 links).
Node size scales logarithmically with operation revenue, node color with network control (from yellow to red). Link color scales with weight.[Note to the reader: see the very end of this article for a ranking of the top 50 'control holders']
When we hear conspiracy theorist talk about this or that powerful group (or alliance of said groups) “pulling strings” behind the scenes, we tend to dismiss or minimize such claims, even though, deep down, we may suspect that there’s some degree of truth to it, however distorted by the theorists’ slightly paranoid perception of the world.
But perhaps our tendency to dismiss such claims as exaggerations (at best) comes from our inability to get even a slight grip on the complexity of global corporate ownership; it’s all too vast and complicated to get any clear sense of the reality.But now we have the results of a global network analysis (Vitali, Glattfelder, Battiston) that, for the first time, lays bare the “architecture” of the global ownership network. In the paper abstract, the authors state:“We present the first investigation of the architecture of the international ownership network, along with the computation of the control held by each global player. We find that transnational corporations form a giant bow-tie structure* and that a large portion of control flows to a small tightly-knit core of financial institutions. This core can be seen as an economic “super-entity” that raises new important issues both for researchers and policy makers.” [emphasis added]* This “bow tie” structure is similar to the structure of the WWW (analyzing for most influential/most trafficked websites); see diagram below. A bow-tie consists of in-section (IN), out-section (OUT), strongly connected component or core (SCC), and tubes and tendrils (T&T).Data from previous studies neither fully supported nor completely disproved the idea that a small handful of powerful corporations dominate much or most of the world’s commerce. The researchers acknowledge previous attempts to analyze such networks, but note that these were limited in scope to national networks which “neglected the structure of control at a global level.
”What was needed, assert the researchers, was a complex network analysis.“A quantitative investigation is not a trivial task because firms may exert control over other firms via a web of direct and indirect ownership relations which extends over many countries. Therefore, a complex network analysis is needed in order to uncover the structure of control and its implications. “To start their analysis, the researchers began with a list of 43,060 TNCs which were taken from a sample of 30 million “economic actors” contained in the Orbis 2007 database [see end note]. TNCs were identified according to the Organization of Economic Co-operation and Development (OECD) definition of a transnational corporation [see end note]. They next applied a recursive search algorithm which singled out the “network of all the ownership pathways originating from and pointing to these TNCs.”The resulting TNC network includes 600,508 nodes and 1,006,987 ownership ties. Bow-tie structure of the largest connected component (LCC) and other connected components (OCC). Each section volume scales logarithmically with the share of its TNCs operating revenue. In parenthesis, percentage of operating revenue and number of TNCsIn terms of the connectivity of the network, the researchers found that it consists of many small connected components, but the largest one (encompassing 3/4 of all nodes) “contains all the top TNCs by economic value, accounting for 94.2% of the total TNC operating revenue.
”Two generalized characteristics were identified:
1] A strongly connected component (SCC), that is, a set of firms in which every member owns directly and/or indirectly shares in every other member. The emergence of such a structure can be explained as a means of preventing take-overs, reducing transaction costs, risk sharing and increasing trust between “groups of interest.”and2] The largest connect[ed] component contains only one dominant, strongly connected component (comprised of 1347 nodes). This network, like the WWW, has a bow tie structure. What’s more, they found that this component, or core, is also very densely connected; on average, members of this core have ties to 20 other members. “Top actors” occupy the center of the bow tie.
In fact, a randomly chosen TNC in the core has about 50% chance of also being among the top holders, as compared to, for example, 6% for the in-section. [emphasis added]“As a result, about 3/4 of the ownership of firms in the core remains in the hands of firms of the core itself. In other words, this is a tightly-knit group of corporations that cumulatively hold the majority share of each other.”In examining the details of this core, the analysis also showed that only 737 top holders accumulate 80% of the control over the value of all TNCs (in the analyzed network).
Further,“despite its small size, the core holds collectively a large fraction of the total network control. In detail, nearly 4/10 of the control over the economic value of TNCs in the world is held, via a complicated web of ownership relations, by a group of 147 TNCs in the core, which has almost full control over itself. The top holders within the core can thus be thought of as an economic “super-entity” in the global network of corporations.” [emphasis added]Concerning the implications of this super entity, the researchers asked two fundamental questions: First, what are the implications for market competition, and, second, what are the implications for economic stability?Regarding the first question, the authors assert that no matter the origin of the SCC, due to its high degree of TNC network control, “it weakens market competition”.It is clear just from the history of anti-trust laws in this country (the U.S.) that concentrated ownership stifles free market competition and innovation, reduces over-all employment, and leads to excessive pricing. Zoom on some major TNCs in the financial sector.
Some cycles are highlighted. Note: data for this analysis comes from the 2007Orbis database -- prior to the 2008 financial crisis, thus, firms such as Bear Stearns and Lehman Bros. are included.In regards to the second question, the researchers note that “the existence of such a core in the global market was never documented before and thus, so far, no scientific study demonstrates or excludes that this international ‘super-entity’ has ever acted as a bloc.“However, there is historical data — such as within the airline, auto and steel industries — supporting this possibility.“…top holders are at least in the position to exert considerable control, either formally (e.g., voting in shareholder and board meetings) or via informal negotiations.
”Additionally, recent studies (Stiglitz J.E., 2010, Battiston S. et al, 2009) have shown that densely connected financial networks are highly susceptible to systemic risk. Despite the fact that such networks may seem robust in good economic times, in times of crisis however, member firms tend to enter ‘distress mode’ simultaneously. This was seen recently in the 2008 (“near”) financial collapse (note: 3/4 of the network core in this analysis are financial intermediaries).Calling their findings “remarkable”, they suggest that because “international data sets as well as methods to handle large networks became available only very recently, [this] may explain how this finding could go unnoticed for so long.
”While the researchers acknowledge that verifying whether the implications of their findings “hold true for the global economy” is beyond the scope of their current research, they assert that their unprecedented attempt to uncover the structure of corporate control is “a necessary precondition for future investigations.”The paper, The network of global corporate control (Vitali, Glattfelder, Battiston) was published July 26, 2011, on arXiv.orgEnd Notes:The Orbis 2007 marketing database comprises about 37 million economic actors, both physical persons and firms located in 194 countries, and roughly 13 million directed and weighted ownership links (equity relations). This data set is intended to track control relationships rather than patrimonial relationships.
Whenever available, the percentage of ownership refers to shares associated with voting rights. Accordingly, we select those companies which hold at least 10% of shares in companies located in more than one country. Overall we obtain a list of 43,060 TNCs located in 116 different countries, with 5675 TNCs quoted in stock markets.The definition of TNCs given by the OECD states that they “…comprise companies and other entities established in more than one country and so linked that they may coordinate their operations in various ways…”Diagrams: (source) The network of global corporate control (Vitali, Glattfelder, Battiston)
= = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = = =
Top 50 Control-Holders Ranking: {source: the following is quoted directly from the research paper] This is the first time a ranking of economic actors by global control is presented. Notice that many actors belong to the financial sector (NACE codes starting with 65,66,67) and many of the names are well-known global players.The interest of this ranking is not that it exposes unsuspected powerful players. Instead, it shows that many of the top actors belong to the core. This means that they do not carry out their business in isolation but, on the contrary, they are tied together in an extremely entangled web of control. This finding is extremely important since there was no prior economic theory or empirical evidence regarding whether and how top players are connected.Shareholders are ranked by network control (according to the threshold model, TM). Columns indicate country, NACE industrial sector code, actor’s position in the bow-tie sections, cumulative network control. Notice that NACE codes starting with 65,66, or 67 belong to the financial sector.Rank , Economic actor name, Country, NACE code, Network Cumul. Network position, control (TM, %)1 BARCLAYS PLC GB 6512 SCC 4.052 CAPITAL GROUP COMPANIES INC, THE US 6713 IN 6.663 FMR CORP US 6713 IN 8.944 AXA FR 6712 SCC 11.215 STATE STREET CORPORATION US 6713 SCC 13.026 JP MORGAN CHASE & CO. US 6512 SCC 14.557 LEGAL & GENERAL GROUP PLC GB 6603 SCC 16.028 VANGUARD GROUP, INC., THE US 7415 IN 17.259 UBS AG CH 6512 SCC 18.4610 MERRILL LYNCH & CO., INC. US 6712 SCC 19.4511 WELLINGTON MANAGEMENT CO. L.L.P. US 6713 IN 20.3312 DEUTSCHE BANK AG DE 6512 SCC 21.1713 FRANKLIN RESOURCES, INC. US 6512 SCC 21.9914 CREDIT SUISSE GROUP CH 6512 SCC 22.8115 WALTON ENTERPRISES LLC US 2923 T&T 23.5616 BANK OF NEWYORKMELLON CORP. US 6512 IN 24.2817 NATIXIS FR 6512 SCC 24.9818 GOLDMAN SACHS GROUP, INC., THE US 6712 SCC 25.6419 T. ROWEPRICE GROUP, INC. US 6713 SCC 26.2920 LEGG MASON, INC. US 6712 SCC 26.9221 MORGAN STANLEY US 6712 SCC 27.5622 MITSUBISHI UFJ FINANCIAL GROUP, INC. JP 6512 SCC 28.1623 NORTHERN TRUST CORPORATION US 6512 SCC 28.7224 SOCIÉTÉ GÉNÉRALE FR 6512 SCC 29.2625 BANK OF AMERICA CORPORATION US 6512 SCC 29.7926 LLOYDS TSB GROUPPLCGB 6512 SCC 30.3027 INVESCOPLCGB 6523 SCC 30.8228 ALLIANZSE DE 7415 SCC 31.3229 TIAA US 6601 IN 32.2430 OLD MUTUAL PUBLIC LIMITED COMPANY GB 6601 SCC 32.6931 AVIVAPLC GB 6601 SCC 33.1432 SCHRODERSPLC GB 6712 SCC 33.5733 DODGE & COX US 7415 IN 34.0034 LEHMAN BROTHERS HOLDINGS, INC. US 6712 SCC 34.4335 SUN LIFE FINANCIAL, INC. CA 6601 SCC 34.8236 STANDARDLIFEPLCGB 6601 SCC 35.237 CNCE FR 6512 SCC 35.5738 NOMURA HOLDINGS, INC. JP 6512 SCC 35.9239 THE DEPOSITORY TRUST COMPANY US 6512 IN 36.2840 MASSACHUSETTS MUTUAL LIFE INSUR. US 6601 IN 36.6341 INGGROEP N.V. NL 6603 SCC 36.9642 BRANDES INVESTMENT PARTNERS, L.P. US 6713 IN 37.2943 UNICREDITO ITALIANO SPA IT 6512 SCC 37.6144 DEPOSIT INSURANCE CORPORATION OF JP JP 6511 IN 37.9345 VERENIGING AEGON NL 6512 IN 38.2546 BNPPARIBAS FR 6512 SCC 38.5647 AFFILIATED MANAGERS GROUP, INC. US 6713 SCC 38.8848 RESONA HOLDINGS, INC. JP 6512 SCC 39.1849 CAPITAL GROUP INTERNATIONAL, INC. US 7414 IN 39.4850 CHINA PETROCHEMICAL GROUP CO. CN 6511 T&T 39.78
Source: Planetsave (http://s.tt/138oe)
Andare in pensione a 67 anni? Si può a patto che... Ipotesi ventilata da Claudio Martinotti Doria
Claudio Martinotti Doria in un momento di relax domestico
La mia proposta inviata ai ministeri competenti (che potete leggere in sintesi nel link sottostante) prevede:
- l'eliminazione delle attuale "finestre" che rinviano di 12 mesi per i dipendenti e 18 per i lavoratori autonomi l'erogazione della pensione al raggiungimento dei requisiti, per cui si deve andare in pensione a somma o quota 100 (somma dell'età anagrafica e del numero di anni contributivi versati) senza altri trucchi e rinvii ...
- il recupero agevolato degli anni che risultassero mancanti perché il datore di lavoro non ha effettuato i versamenti contributivi o perché non si era in grado di effettuarli per difficoltà finanziarie;
- la possibilità per chiunque di effettuare versamenti contributivi volontari all'INPS per potersi dotare di una pensione, anche se svolge attività non remunerate, come ad esempio coloro che si occupano delle famiglie, degli anziani non autosufficienti, dei malati cronici, dei portatori di handicap, ecc., con alcune agevolazioni in quanto svolgono un lavoro di utilità sociale;
- la base di partenza per ogni pensione erogata deve essere la "minima", dalla quale si deve partire per calcolare l'ammontare della pensione cui si è maturato il diritto.
Che siano stati per tutta la vita lavorativa collaboratori occasionali o a progetto, con contratti precari o atipici, non deve importare: la pensione minima deve essere garantita a tutti coloro che sono pervenuti a somma o quota 100, purché i periodi di interruzione (di disoccupazione) siano compensati con versamenti contributivi volontari agevolati...
E' inaccettabile che vi siano attualmente situazioni per cui alcuni lavoratori autonomi dopo 35 anni di contribuzione non abbiano maturato il diritto alla pensione minima, quando in passato dipendenti pubblici sono andati in pensione con 15 anni e sei mesi di contribuzione ed attualmente percepiscono pensioni da 1200 euro mensili ... a queste sperequazioni occorre porre rimedio, senza indugio.
Claudio Martinotti Doria
http://www.cavalieredimonferrato.it
La sintesi dell'articolo lo trovate su:
http://www.atnews.it/2011/10/25/leggi-notizia/argomenti/asti/articolo/in-pensione-a-67-anni.html
La mia proposta inviata ai ministeri competenti (che potete leggere in sintesi nel link sottostante) prevede:
- l'eliminazione delle attuale "finestre" che rinviano di 12 mesi per i dipendenti e 18 per i lavoratori autonomi l'erogazione della pensione al raggiungimento dei requisiti, per cui si deve andare in pensione a somma o quota 100 (somma dell'età anagrafica e del numero di anni contributivi versati) senza altri trucchi e rinvii ...
- il recupero agevolato degli anni che risultassero mancanti perché il datore di lavoro non ha effettuato i versamenti contributivi o perché non si era in grado di effettuarli per difficoltà finanziarie;
- la possibilità per chiunque di effettuare versamenti contributivi volontari all'INPS per potersi dotare di una pensione, anche se svolge attività non remunerate, come ad esempio coloro che si occupano delle famiglie, degli anziani non autosufficienti, dei malati cronici, dei portatori di handicap, ecc., con alcune agevolazioni in quanto svolgono un lavoro di utilità sociale;
- la base di partenza per ogni pensione erogata deve essere la "minima", dalla quale si deve partire per calcolare l'ammontare della pensione cui si è maturato il diritto.
Che siano stati per tutta la vita lavorativa collaboratori occasionali o a progetto, con contratti precari o atipici, non deve importare: la pensione minima deve essere garantita a tutti coloro che sono pervenuti a somma o quota 100, purché i periodi di interruzione (di disoccupazione) siano compensati con versamenti contributivi volontari agevolati...
E' inaccettabile che vi siano attualmente situazioni per cui alcuni lavoratori autonomi dopo 35 anni di contribuzione non abbiano maturato il diritto alla pensione minima, quando in passato dipendenti pubblici sono andati in pensione con 15 anni e sei mesi di contribuzione ed attualmente percepiscono pensioni da 1200 euro mensili ... a queste sperequazioni occorre porre rimedio, senza indugio.
Claudio Martinotti Doria
http://www.cavalieredimonferrato.it
La sintesi dell'articolo lo trovate su:
http://www.atnews.it/2011/10/25/leggi-notizia/argomenti/asti/articolo/in-pensione-a-67-anni.html
mercoledì 26 ottobre 2011
Regione Lazio e Comune di Roma, uniti... C'è calca? No è calata di nuovi barbari.. polveri al biossido e alemmanni alle porte di Roma!
"Le poltrone sono pronte..." - Foto di Gustavo Piccinini
Lazio in pericolo: Renata Polverini e Gianni Alemanno all’attacco di coste, parchi, aree naturali e zone archeologiche. La calata dei nuovi barbari... polveri al biossido e alemmanni alle porte di Roma!
Corte Costituzionale, il Governo impugna il Piano Casa della Regione Lazio (viola la Costituzione, artt. 9, 117, e la Convenzione UE sul Paesaggio). Ha fatto benissimo. Doveva farlo: ………. "il topo a guardia della torta di formaggio?"
(Stizzita la replica della Polverini, presidente della Regione Lazio: "il Governo pensa solo ai grandi palazzinari (della serie: benvenuti i cementificatori, purché piccoli)", ed annuncia le dimissioni di 10 assessori Pdl.
3 i punti del contendere, 3 i graziosi regali che Regione e Comune vorrebbero fare ai cementificatori del territorio:
● Condono Edilizio, il Piano Casa introduce il silenzioassenso (a Roma): sarebbe l’ ennesimo regalo agli abusivi ed ai cementificatori della Capitale
● Paesaggio e Ambiente, il Piano Casa introduce molte deroghe ai vincoli dei Piani Paesistici (il Ptp nazionale e il Ptpr regionale): ennesimo regalo ai cementificatori di coste, parchi e aree naturali
● Archeologia e Paesaggio: il Piano Casa introduce altre deroghe ai vincoli archeologici dei Piani Paesistici : idem come sopra
NB: il Piano Casa della Regione Lazio (“una vergogna urbanistica” per il Pd). è sopratutto un pericolosissimo, micidiale stravolgimento dei poteri degli Enti Locali: se ratificato dalla CC, di fatto delegherebbe la tutela del Territorio Italiano (paesaggio ambiente e storia) a ciascuna delle 20 Regioni …….. immaginatevi la catastrofe paesaggistica, soprattutto nel Centrosud !
INSOMMA... I TOPI A GUARDIA DELLA TORTA DI FORMAGGIO.
(Fonte notizia: http://www.eco-news.it)
....................
Commento ricevuto:
Priorità elementare, prima di ogni ipotetico "piano casa" che realmente permetta di far godere ai giovani ed ai meno abbienti un "legittimo" tetto, è quella della "bonifica integrale del territorio" (termine antico, abrogato, come leggi, dagli Alleati invadenti la penisola italiana e loro subordinati nel 1944), sia per operare dai monti (rimboschimenti, bonifiche, imbrigliatura delle acque sopratutto alluvionali, recupero dei borghi abbandonati anche con funzione agri-turistica)
ai colli, alle valli, alle pianure, mediante ripristino e/o creazione di nuove opere idrauliche, insieme con infrastrutture di complemento, per porre a regime ogni evento avverso metereologico.
Attività di bonifica e norma idraulica che è propedeutica al necessario recupero della produzione agricola (data la peculiarità della nostra penisola), SICURA soluzione di ogni ripresa economica.
Indi, a fronte dei guasti creati dalla scriteriata edificazione urbana e sub-urbana degli ultimi 60 anni, rinnovo di ogni infrastruttura (strade, ponti, ferrovie d'ogni genere, tranvìe, porti, elettrodotti, gasdotti, linee di comunicazione telefonica, ecc.) per necessità di ammodernamento.
In contemporanea, con incentivi massimamente d'ordine fiscale, restauro ed ammodernamento ai più moderni criteri di funzionalità di ogni abitazione oggi esistente, in una con gli immobili destinati a servizi e commercio.
TUTTO CIO' rappresenta grande impulso allo ristabilimento della economìa più attiva, effettuabile mediante le immense disponibilità monetarie giacenti presso le circa mille aziende bancarie operanti in Italia, che DEVONO porre le risorse finanziarie accumulate (in regime di monopolio effettivo, e grazie alla evasione fiscale ormai sessantennale, lucrate in danno degli italiani e delle loro attività) a disposizione SOCIALE di tutti i cittadini italiani.
SOLO la applicazione delle LINEE accennate può risolvere OGNI PROBLEMA ITALIANO, e può far riacquistare alla Nazione la dignità che le compete, ma che la massa inetta dei suoi governanti e politici, arrampicati al potere da 60 anni, le ha fatto dimenticare.
Antonio Pantano
Lazio in pericolo: Renata Polverini e Gianni Alemanno all’attacco di coste, parchi, aree naturali e zone archeologiche. La calata dei nuovi barbari... polveri al biossido e alemmanni alle porte di Roma!
Corte Costituzionale, il Governo impugna il Piano Casa della Regione Lazio (viola la Costituzione, artt. 9, 117, e la Convenzione UE sul Paesaggio). Ha fatto benissimo. Doveva farlo: ………. "il topo a guardia della torta di formaggio?"
(Stizzita la replica della Polverini, presidente della Regione Lazio: "il Governo pensa solo ai grandi palazzinari (della serie: benvenuti i cementificatori, purché piccoli)", ed annuncia le dimissioni di 10 assessori Pdl.
3 i punti del contendere, 3 i graziosi regali che Regione e Comune vorrebbero fare ai cementificatori del territorio:
● Condono Edilizio, il Piano Casa introduce il silenzioassenso (a Roma): sarebbe l’ ennesimo regalo agli abusivi ed ai cementificatori della Capitale
● Paesaggio e Ambiente, il Piano Casa introduce molte deroghe ai vincoli dei Piani Paesistici (il Ptp nazionale e il Ptpr regionale): ennesimo regalo ai cementificatori di coste, parchi e aree naturali
● Archeologia e Paesaggio: il Piano Casa introduce altre deroghe ai vincoli archeologici dei Piani Paesistici : idem come sopra
NB: il Piano Casa della Regione Lazio (“una vergogna urbanistica” per il Pd). è sopratutto un pericolosissimo, micidiale stravolgimento dei poteri degli Enti Locali: se ratificato dalla CC, di fatto delegherebbe la tutela del Territorio Italiano (paesaggio ambiente e storia) a ciascuna delle 20 Regioni …….. immaginatevi la catastrofe paesaggistica, soprattutto nel Centrosud !
INSOMMA... I TOPI A GUARDIA DELLA TORTA DI FORMAGGIO.
(Fonte notizia: http://www.eco-news.it)
....................
Commento ricevuto:
Priorità elementare, prima di ogni ipotetico "piano casa" che realmente permetta di far godere ai giovani ed ai meno abbienti un "legittimo" tetto, è quella della "bonifica integrale del territorio" (termine antico, abrogato, come leggi, dagli Alleati invadenti la penisola italiana e loro subordinati nel 1944), sia per operare dai monti (rimboschimenti, bonifiche, imbrigliatura delle acque sopratutto alluvionali, recupero dei borghi abbandonati anche con funzione agri-turistica)
ai colli, alle valli, alle pianure, mediante ripristino e/o creazione di nuove opere idrauliche, insieme con infrastrutture di complemento, per porre a regime ogni evento avverso metereologico.
Attività di bonifica e norma idraulica che è propedeutica al necessario recupero della produzione agricola (data la peculiarità della nostra penisola), SICURA soluzione di ogni ripresa economica.
Indi, a fronte dei guasti creati dalla scriteriata edificazione urbana e sub-urbana degli ultimi 60 anni, rinnovo di ogni infrastruttura (strade, ponti, ferrovie d'ogni genere, tranvìe, porti, elettrodotti, gasdotti, linee di comunicazione telefonica, ecc.) per necessità di ammodernamento.
In contemporanea, con incentivi massimamente d'ordine fiscale, restauro ed ammodernamento ai più moderni criteri di funzionalità di ogni abitazione oggi esistente, in una con gli immobili destinati a servizi e commercio.
TUTTO CIO' rappresenta grande impulso allo ristabilimento della economìa più attiva, effettuabile mediante le immense disponibilità monetarie giacenti presso le circa mille aziende bancarie operanti in Italia, che DEVONO porre le risorse finanziarie accumulate (in regime di monopolio effettivo, e grazie alla evasione fiscale ormai sessantennale, lucrate in danno degli italiani e delle loro attività) a disposizione SOCIALE di tutti i cittadini italiani.
SOLO la applicazione delle LINEE accennate può risolvere OGNI PROBLEMA ITALIANO, e può far riacquistare alla Nazione la dignità che le compete, ma che la massa inetta dei suoi governanti e politici, arrampicati al potere da 60 anni, le ha fatto dimenticare.
Antonio Pantano
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martedì 25 ottobre 2011
Calcata, 1 novembre 2011 - Visita al Fosso del Peccato
CALCATA: PARCO VALLE DEL TREJA, ESCURSIONE AL FOSSO DEL PECCATO ED A PIZZO PIEDE, SUI RESTI DI UN ANTICO TEMPIO...
L’Associazione Culturale “Avventura Soratte”, in occasione della festa di Ognissanti, propone un’avvincente escursione autunnale nel Parco Valle del Treja. Attraverso un percorso immerso nella lussureggiante vegetazione dell’area protetta, in questa stagione ricca di colori, seguiremo il corso del Fosso del Peccato, che incide una spettacolare forra. Proseguiremo quindi verso il panoramico colle di Pizzo Piede, dove anticamente ...sorgeva un tempio, probabilmente dedicato ad Apollo, in diretta corrispondenza panoramica con il monte Soratte. Nei dintorni è possibile osservare numerose tombe a camera, alcune delle quali ancora in ottimo stato di conservazione. Al termine della passeggiata, adatta anche ai bambini, si consiglia di fare una visita a Calcata Vecchia, borgo arroccato su di una rupe tufacea (vedi foto) e Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, il cui centro storico è davvero incantevole.
Prenotazioni obbligatorie: 329.8194632 o info@avventurasoratte.com.
Programma riassuntivo:
ore 9.30: ritrovo al parcheggio di Calcata Nuova (VT);
ore 9.45: inizio escursione guidata;
ore 13.30: saluti.
Ass.ne Cult.le "Avventura Soratte"
Sant'Oreste sul Soratte (RM)
Web: www.avventurasoratte.com
E-mail: info@avventurasoratte.com
Cell: 329-8194632
lunedì 24 ottobre 2011
Marinella Correggia: "Atroce dittatura a casa d'altri e siparietto della Hillary (l'ilare) Clinton"
"Palcoscenico" Foto di Gustavo Piccinini
Intanto vi prego di diffondere il video che dura pochi secondi, protagonista l'orrenda dittatrice a casa d'altri H. Clinton in un siparietto fra due trasmissioni: http://www.youtube.com/watch?v=mlz3-OzcExI
Il fatto che lei abbia chiesto a Tripoli il giorno prima di ucciderlo o prenderlo, e il giorno dopo ciò sia avvenuto,fa sorgere tante domande ma una certezza c'è: la Clinton che ride e parafrasa quell'altro criminale di Giulio Cesare, dopo le immagini di una macellazione con tortura, è la sintesi del pensiero dei governi e di buona parte delle popolazioni dell'Occidente consumista/militarista (a proposito, l ricostruzione della Libia con i soldi libici magari farà uscire dalla crisi alcuni paesi d'Occidente; una ragione di più per fare la guerra. Un investimento).
L'altra parte dell'Occidente possiamo identificarla con le tre scimiette "non sento non vedo non parlo". A questa appartengono quasi tutto il "movimento" e la "sinistra" occidentali. E non lo vediamo solo dai loro siti di questi giorni ma anche dal loro nulla lungo sette mesi. Un nulla totale (se glielo dici, ti rispondono che a marzo avevano fatto una dichiarazione contro la guerra). Perfino l'occasione d'oro del 15 ottobre, centinaia di città in piazza, è stata del tutto mancata. Eppure, un appello era stato lanciato.
Dimenticavo i media mainstream: a quale gruppo appartengono? a quello della Clinton, decisamente.
AGGIUNGO QUESTO QUANTO ALLA DINAMICA DEL 20 OTTOBRE. La macellazione di Muammar Gheddafi (giacché di macellazione si tratta en io sono contraria anche a quella degli animali) al di là dei non commentabili commenti dei leader politici (crimini in sè, quei commenti) ha seguito lo stesso andamento binario di questa guerra di riconquista.
1) La Nato ha fatto tutto il lavoro, permettendo la consegna di Gheddafi ai carnefici (e nei sette mesi precedenti permettendo un'avanzata degli anti-Gheddafi altrimenti impossibile malgrado le armi ricevute e il reclutamento di consiglieri e mercenari). La Nato ha fatto il lavoro asettico": i bombardamenti dall'alto magari con droni non prevedono contatti fisici con la vittima, "occhio non vede cuore non duole"
2)Gli alleati locali della Nato (non direi solo libici) hanno completato, direi accessoriato mettendoci del loro: hanno fatto il lavoro sporco, quello del carnefice che guarda e uccide la vittima. Non lo hanno fatto solo con Gheddafi; da mesi circolano video di inaudite crudeltà da pate dei "ribelli della Nato" (e nemmeno uno su crudeltà da parte dell'ex esercito libico pure accusato a parole di ogni nefandezza). Video ignorati. Alla luce della macellazione finale, quei video dovrebbero essere ristudiati in una denuncia per crimini di guerra.
Marinella Correggia
Intanto vi prego di diffondere il video che dura pochi secondi, protagonista l'orrenda dittatrice a casa d'altri H. Clinton in un siparietto fra due trasmissioni: http://www.youtube.com/watch?v=mlz3-OzcExI
Il fatto che lei abbia chiesto a Tripoli il giorno prima di ucciderlo o prenderlo, e il giorno dopo ciò sia avvenuto,fa sorgere tante domande ma una certezza c'è: la Clinton che ride e parafrasa quell'altro criminale di Giulio Cesare, dopo le immagini di una macellazione con tortura, è la sintesi del pensiero dei governi e di buona parte delle popolazioni dell'Occidente consumista/militarista (a proposito, l ricostruzione della Libia con i soldi libici magari farà uscire dalla crisi alcuni paesi d'Occidente; una ragione di più per fare la guerra. Un investimento).
L'altra parte dell'Occidente possiamo identificarla con le tre scimiette "non sento non vedo non parlo". A questa appartengono quasi tutto il "movimento" e la "sinistra" occidentali. E non lo vediamo solo dai loro siti di questi giorni ma anche dal loro nulla lungo sette mesi. Un nulla totale (se glielo dici, ti rispondono che a marzo avevano fatto una dichiarazione contro la guerra). Perfino l'occasione d'oro del 15 ottobre, centinaia di città in piazza, è stata del tutto mancata. Eppure, un appello era stato lanciato.
Dimenticavo i media mainstream: a quale gruppo appartengono? a quello della Clinton, decisamente.
AGGIUNGO QUESTO QUANTO ALLA DINAMICA DEL 20 OTTOBRE. La macellazione di Muammar Gheddafi (giacché di macellazione si tratta en io sono contraria anche a quella degli animali) al di là dei non commentabili commenti dei leader politici (crimini in sè, quei commenti) ha seguito lo stesso andamento binario di questa guerra di riconquista.
1) La Nato ha fatto tutto il lavoro, permettendo la consegna di Gheddafi ai carnefici (e nei sette mesi precedenti permettendo un'avanzata degli anti-Gheddafi altrimenti impossibile malgrado le armi ricevute e il reclutamento di consiglieri e mercenari). La Nato ha fatto il lavoro asettico": i bombardamenti dall'alto magari con droni non prevedono contatti fisici con la vittima, "occhio non vede cuore non duole"
2)Gli alleati locali della Nato (non direi solo libici) hanno completato, direi accessoriato mettendoci del loro: hanno fatto il lavoro sporco, quello del carnefice che guarda e uccide la vittima. Non lo hanno fatto solo con Gheddafi; da mesi circolano video di inaudite crudeltà da pate dei "ribelli della Nato" (e nemmeno uno su crudeltà da parte dell'ex esercito libico pure accusato a parole di ogni nefandezza). Video ignorati. Alla luce della macellazione finale, quei video dovrebbero essere ristudiati in una denuncia per crimini di guerra.
Marinella Correggia
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domenica 23 ottobre 2011
Piansano (Viterbo) - Ricorso al Presidente della Repubblica contro il mega impianto eolico pesante
PIANSANO NON SI ARRENDE ALL’IMPIANTO EOLICO: RICORSO STRAORDINARIO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
ECC.MO SIGNOR PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
RICORSO STRAORDINARIO EX ART. 8 D.P.R. 24.11.1971 N. 1199
E CONTESTUALE ISTANZA DI SOSPENSIONE DELL’EFFICACIA DEI PROVVEDIMENTI IMPUGNATI
Interposto da
Il Sig. D. E., presidente del Comitato “No eolico di Piansano”
rappresentato dagli Avv.ti M. Morcella e R. Pellegrini del Foro di Orvieto, giusta delega allegata al presente atto.
Ricorrente
CONTRO
La Provincia di Viterbo, in persona del Presidente pro tempore, via Saffi n. 49 , Viterbo. Resistente
E CONTRO
La Società E. E.(omissis), in persona del legale rappresentante pro tempore, con sede in Milano……….. .
Controinteressato
PER ANNULLAMENTO PERVIA SOSPENSIONE DEI SEGUENTI ATTI
1.La Determinazione Dirigenziale n. 08/604/G del 22/06/2011 della Provincia di Viterbo, Assessorato Ambiente, Servizio Energia, avente ad oggetto “Approvazione Variante Non Sostanziale con solo diminuzione del numero totale degli aerogeneratori di cui alla autorizzazione rilasciata con det. n.56/717/2008 e proroga termine di ultimazione dei lavori”.
2. La Deliberazione della Giunta della Provincia di Viterbo n.76 del 16/06/2011 con cui si approvava la proposta transattiva tra la Provincia di Viterbo e la Società E. E. e in particolare l’atto di transazione sottoscritto dalla predetta società e la Provincia di Viterbo e il Comune di Capodimonte.
3. Di ogni atto presupposto, connesso e comunque conseguente, nonché di tutti gli atti relativi alla conferenza dei servizi indetta ai fini dell’adozione dell’autorizzazione unica per la realizzazione dell’impianto di produzione energia elettrica da fonti rinnovabili.
FATTO
- La Provincia di Viterbo, su istanza presentata dalla società E. E. s.r.l., con determinazione dirigenziale n. 56/717/G del 04.08.2008, autorizzava la costruzione ed esercizio di un impianto di produzione di energia elettrica da fonte eolica di potenza totale di 60 MW composto da n. 30 aerogeneratori, nonché delle opere connesse e delle infrastrutture indispensabili alla costruzione dell’impianto stesso da realizzarsi nei Comuni di Piansano e Arlena di Castro.
- L’autorizzazione unica prevista ex art. 12 del d.lgv. 387/03 veniva concessa dalla Provincia di Viterbo, in esito alla conferenza di servizi, alla quale partecipavano solo alcune delle Amministrazioni interessate al fine di rilasciare le opportune autorizzazioni, pareri, nulla osta e valutazioni.
- In data 21.11.2008, con protocollo n. 0001274, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Soprintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio delle Provincie di Roma, Viterbo, e Rieti segnalava alla Provincia di Viterbo, Assessorato Ambiente, Servizio Energia, di non avere correttamente convocato la conferenza di servizi, in quanto la medesima non era stata invitata per l’esercizio delle proprie competenze.
- Alla predetta contestazione, nonostante l’incontro personale tenutosi il 15.10.2008 con il Dirigente dell’Ufficio dott.ssa F. Tosini, non seguiva nessun riscontro da parte della Provincia, ne’ tantomeno si addiveniva ad una nuova e corretta convocazione della conferenza di servizi.
- Successivamente, con determinazione dirigenziale n. 08/411/G del ottobre 2010, la Provincia, prendeva atto dell’inosservanza del termine assegnato per l’inizio delle opere per la realizzazione del parco eolico, e dichiarava la decadenza dell’autorizzazione rilasciata alla Società.
- La società E. E. proponeva ricorso al T.A.R. Lazio per l’annullamento, previa sospensione dell’esecutività, della determina dirigenziale n. 08/411/G del 7 ottobre 2010, ritenendo di aver avviato i lavori in conformità alle disposizioni applicabili alla specifica tipologia d’impianto.
- Il T.A.R. Lazio, con sentenza n. 34945/2010, depositata in data 02.12.2010 accoglieva il ricorso della società e per l’effetto annullava la suddetta determinazione dirigenziale.
- La Provincia di Viterbo, con deliberazione di Giunta n.27 del 16.03.201, statuiva la proposizione dell’appello avverso la sentenza del T.A.R. Lazio n. 34945/2010 e prendeva atto della volontà della società E. E. s.r.l. di definire in via transattiva la vicenda.
- La Provincia di Viterbo proponeva appello al Consiglio di Stato avverso la sentenza del giudice territoriale e con successiva deliberazione della Giunta, n.76 del 16.06.2011, approvava la proposta transattiva.
- La società E. E. s.r.l. contestualmente stipulava l’atto di transazione e con il Comune di Capodimonte e con la Provincia di Viterbo.
- La Provincia di Viterbo, con determinazione dirigenziale n. 08/640/G del 22.06.2011, approvava la variante non sostanziale con sola diminuzione del numero totale degli aerogeneratori di cui alla autorizzazione rilasciata con determinazione n. 56/717/G del 04.08.2008 e prorogava il termine di ultimazione dei lavori.
- In data 5 luglio 2011, prot. n. 0020549, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Soprintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio delle Provincie di Roma, Viterbo, e Rieti ribadiva alla Provincia di Viterbo Assessorato Ambiente, Servizio, Energia come già denunciato con nota del 21.11.2008 n.1274, che gli organismi dell’Amministrazione dei beni culturali competenti non erano stati invitati alla Conferenza di Servizi del 2008, convocazione preordinata al rilascio dell’autorizzazione unica per la costruzione dell’impianto eolico. Già in quella nota si insisteva per la riconvocazione, mai avvenuta.
La determinazione dirigenziale della Provincia di Viterbo, Assessorato Ambiente, Servizio Energia, n. 56/717/G del 5 agosto 2008 e la n. 08/640/2011 del 22 giugno 2011, la deliberazione della Giunta della Provincia di Viterbo n. 76 del 16 giugno 2011 ed ogni atto presupposto, connesso o comunque conseguente adottato ai fini dell’autorizzazione del parco eolico, appaiono palesemente illegittimi per i seguenti motivi:
DIRITTO
1. Violazione e falsa applicazione dell’art. 1 comma IV della L. 239/2004. Difetto di competenza. Eccesso di potere per illogicità ed irragionevolezza della motivazione.
PREVISIONE DI MISURE COMPENSATIVE: ILLEGITTIMITA’.
Preliminarmente va precisato come il legislatore statale con l’art. 12 comma VI del D.Lgv. 387/2003 stabilisce che l’autorizzazione per la costruzione e l’esercizio di impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili non può essere subordinata ne’ prevedere misure di compensazione a favore delle Regioni e delle Provincie. Tale divieto è stato successivamente confermato dall’art. 1 comma 4, lettera f), della legge 239/2004, ai sensi del quale lo Stato e le Regioni devono garantire l’adeguato equilibrio territoriale nella localizzazione delle infrastrutture energetiche, nei limiti consentiti dalle caratteristiche fisiche e geografiche delle singole Regioni, prevedendo eventuali misura di compensazione e di riequilibrio ambientale e territoriale qualora esigenze connesse agli indirizzi strategici nazionali richiedano concentrazioni territoriali di attività, impianti ed infrastrutture ad elevato impatto territoriale. Emerge, pertanto, la necessità di meglio precisare quali siano i confini applicativi delle misure compensative a fronte della realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Innanzitutto, le misure di compensazione e di riequilibrio ambientale e territoriale non rivestono carattere necessario e, pertanto, l’autorizzazione alla realizzazione di qualsiasi impianto di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile non deve essere sempre assistita da misure compensative. In realtà, le suddette misure devono essere considerate come “eventuali” e non meramente patrimoniali e possono essere applicate solo nelle ipotesi in cui ricorrano i presupposti di cui all’art. 1, comma 4, lett. f), della Legge n. 239/2004, ossia quando gli indirizzi strategici nazionali prevedano una rilevante concentrazione di impianti ad elevato impatto su determinate aree, a detrimento del principio di equilibrio territoriale nella localizzazione delle infrastrutture per la produzione di energia. In altri termini, le misure compensative temperano il disequilibrio territoriale nella localizzazione degli impianti, comportato dalle caratteristiche fisiche e geografiche delle singole Regioni, di modo che l’eccessiva concentrazione di impianti, ad elevato impatto, per la produzione di energia elettrica sia attenuata da opportune misure compensative.
Non è per certo sufficiente la semplice circostanza della realizzazione di un impianto per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile, perché si addivenga all’applicazione delle misura compensativa, indipendentemente da ogni considerazione in merito alle caratteristiche dimensionali dell’impianto, al suo impatto sul territorio circostante ed all’oggettiva situazione complessiva di disequilibrio territoriale nella localizzazione degli impianti. Così correttamente inquadrate sotto il profilo oggettivo le misure compensative tipiche, ben si comprende quanto diverse siano le richieste sovente formulate dalle Amministrazioni, a chi si appresti a realizzare un impianto per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile; richieste variamente qualificate, ora come liberalità, ora come misura compensativa, ora come contributo ambientale, volte più ad introitare denari, che non a bilanciare un’obiettiva, elevata e squilibrata concentrazione di impianti.
Siffatte misure compensative atipiche, introdotte con convenzioni stipulate tra Comune e titolare dell’impianto e/o tra Provincia e titolare dell’impianto, appaiono viziate sotto il profilo del difetto assoluto di attribuzione attesa l’incompetenza assoluta degli enti locali in tal senso, posto che l’art. 1, comma 4, della Legge n. 239/2004 riserva ogni potere circa l’introduzione di misure compensative (per il vero, tipiche) in capo a Stato o Regioni. Con ogni conseguenza in termini di nullità, da un lato (ai sensi dell’art. 21 – septies della Legge n. 241/1990), del provvedimento amministrativo, che dovesse obbligare ad atipiche compensazioni ambientali, dall’altro (ai sensi dell’art. 1418 Cod. Civ.), della clausola della convenzione, che dovesse contemplare una qualsivoglia forma di canone, del pari dissimulata da misura compensativa atipica.
Legittime devono, invece, considerarsi le sole misure compensative tipiche, previste dall’art. 1, comma 4, lett. f), della Legge n. 239/2004, che possono essere introdotte solo dallo Stato o dalle Regioni, ricorrendo i presupposti di legge.
In particolare il Consiglio di Stato, sez. III, con un parere del 14 ottobre 2008 n. 249 ha affermato che “le misure compensative devono essere concrete e realistiche, cioè determinate tenendo conto delle specifiche caratteristiche del parco eolico e del suo specifico impatto ambientale e territoriale. Infatti, secondo il citato art. 1, co. 4, lett. f) le misure compensative sono solo “eventuali”, e correlate alla circostanza che esigenze connesse agli indirizzi strategici richiedano concentrazioni di attività, impianti e d infrastrutture ad elevato impatto territoriale.
Dunque, non dà luogo a misura compensativa, in modo automatico, la semplice circostanza che venga realizzato un impianto di produzione di energia da fonti rinnovabili, a prescindere da ogni considerazione sulle sue caratteristiche e dimensioni e dal suo impatto sull’ambiente. E comunque tali misure compensative sono di competenza dello Stato o della regione, in sede di conferenza di servizi, e non possono unilateralmente essere stabilite da un singolo comune”.
Il non aver adottato le misure compensative secondo le modalità sopraindicate comporta l’illegittimità della determinazione dirigenziale con cui si autorizza la variante non sostanziale dell’impianto eolico.
2. In ordine alla determinazione dirigenziale n. 08/640/g del 22.06.2011.
Qualifica NON SOSTANZIALE della variante proposta: illegittimità-violazione di legge-eccesso di potere.
Un altro evidente vizio del provvedimento per eccesso di potere è riscontrabile nella forma del travisamento ed erronea valutazione dei fatti, in quanto se il progetto iniziale avesse avuto un elevato impatto territoriale ed ambientale, le misure compensative di cui al capo che precede si sarebbero dovute prevedere sin dalla fase genetica del procedimento. E cioe’ nella conferenza di servizi del 2008.
Al contrario, tali misure, sono state adottate solo nel 2011 a seguito di un semplice atto di transazione. Questo significa che la variante del parco eolico solo nel 2011 viene qualificata ad elevato impatto ambientale e paesaggistico tale da prevedere le suddette misure.
E’ chiaro dunque che la variazione non può che essere sostanziale e pertanto legittimamente adottata solo in conferenza di sevizi, previa nuova valutazione di impatto ambientale.
In altri termini, la diminuzione del numero totale di aerogeneratori originariamente previsti, non puo’ essere qualificata come “variante non sostanziale”. Al mutare della consistenza dell’impianto, varia necessariamente il rapporto tra tutela del paesaggio e tutela del territorio. Il sacrificio imposto al territorio, che in forza dell’originario progetto sarebbe stato giustificato stante i derivati benefici ambientali scaturiti dai previsti livelli di produzione di energia “pulita”, non lo sarebbe oggi in dipendenza del depotenziamento dell’impianto. In termini ultimativi: il danno al paesaggio (che resta pressoché immutato anche in ipotesi di riduzione degli aerogeneratori) oggi non potrebbe piu’ essere giustificato in ragione della minore quantità di energia che verrà prodotta in esito all’accoglimento della variante di cui in trattazione. Tali valutazioni dovranno quanto meno essere riconsiderate all’interno degli ambiti istituzionali deputati per legge ad operare valutazioni comparative in ordine ai rapporti danni/benefici di una data opera. In altre parole, dunque, l’intera vicenda, per come mutata a seguito della adozione della contestata variante, dovrà necessariamente tornare all’esame della nuova valutazione di impatto ambientale.
3. Violazione e falsa applicazione dell’art. 12 del D.Lgv. 387/2003. Eccesso di potere per difetto d’istruttoria.
La questione dell’inserimento degli impianti eolici nel territorio italiano è un momento di sintesi di molteplici interessi locali e nazionali facenti capo principalmente al Ministero dell’Ambiente, Ministero delle Attività Produttive, Ministero dei Beni Culturali.
Tra le amministrazioni interessate rientra indiscutibilmente il Ministero per i Beni e le Attività Culturali attraverso l’attività dei suoi organi periferici, le Soprintendenze, mira alla tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio archeologico e paesaggistico del territorio e ognuna per quanto attiene alle specifiche attribuzioni, esprime pareri, riferiti ai settori e agli ambiti territoriali di competenza.
Il decreto legislativo 29 dicembre 2003 n. 387, in attuazione della direttiva comunitaria 2001/77/CE, disciplina la promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell’elettricità, all’art.12 prevede che l’autorizzazione unica per la realizzazione e l’esercizio dell’impianto eolico, debba essere rilasciata a seguito di un procedimento unico articolato secondo il modulo della conferenza di servizi.
E’ stata, quindi, prevista un’autorizzazione unica, che sostituisce tutti i pareri e le autorizzazioni altrimenti necessari, e in cui confluiscono anche le valutazione di carattere paesaggistico, nonché quelle relative all’esistenza di vincoli di carattere storico-artistico, tramite il meccanismo della conferenza di servizi. Pertanto, l’organo competente al rilascio dell’autorizzazione unica compie la valutazione comparativa di tutti gli interessi coinvolti, tenendo conto delle posizioni di eventuale dissenso espresse dai partecipanti ( Cons. Stato, sez. VI, 22 febbraio 2010 n.1020), mentre le amministrazioni interessate dal progetto di realizzazione dell’opera, ivi compresa quella deputata alla tutela del paesaggio, sono tenute a partecipare alla predetta conferenza ed ad esprimere in tale sede i pareri di cui sono investiti per legge, secondo le dinamiche collaborative e dialettiche di impianti di energia da fonti rinnovabili ( TAR Sicilia, Catania, sez. I, 14 gennaio 2011, n.35).
Si tratta di conferenza di servizi obbligatoria atteso che ai sensi del comma 3 deve essere necessariamente convocata dalla regione o dalle provincie delegate entro trenta giorni dal ricevimento della domanda della stessa autorizzazione, nel rispetto delle normative vigenti in materia di tutela dell’ambiente, di tutela del paesaggio e del patrimonio storico-artistico. Ai sensi del successivo comma 4, partecipano tutte le amministrazioni interessate.
La mancata convocazione della conferenza di servizi o la mancata partecipazione di amministrazioni titolari per legge di una competenza primaria, (tale può definirsi quella attinente alla tutela del paesaggio), non può che comportare la illegittimità dell’autorizzazione unica in quanto ne risulta frustrata la finalità perseguita dal legislatore di favorire la composizione di interessi antagonisti attraverso la predisposizione di una sede unitaria di confronto reputata la più idonea a superare eventuali ragioni di dissenso o di contrasto. ( TAR Molise, sez. I, 8 marzo 2011 n.98;TAR Sicilia Palermo, sez. I, 2 febbraio 2010, n.1297;TAR Sicilia Palermo, sez. I, 20 gennaio 2010, n.578).
In tema di produzione di energia elettrica alimentata da fonti rinnovabili, tutte le amministrazioni pubbliche interessate dal progetto di realizzazione dell’opera, ivi compresa quella deputata alla tutela del paesaggio, sono tenute a partecipare alla conferenza di servizi ed esprimere in tale sede i pareri di cui sono investiti per legge, secondo le dinamiche collaborative e dialettiche proprie dello strumento di semplificazione procedimentale voluto dal legislatore. In tal modo, le determinazioni delle amministrazioni interessate, devono essere espresse solo in sede di conferenza di servizi, così da assicurare l’unicità del procedimento, mediante il coordinamento dei vari interessi pubblici, rilevanti per l’autorizzazione unica finale. Conseguentemente, anche la Soprintendenza deve esprimersi esclusivamente in sede di conferenza di servizi.
Alla conferenza partecipano i rappresentanti legittimati ad esprimere definitivamente la volontà dell’amministrazione di appartenenza. Le determinazioni concordate nella conferenza di servizi, descritte nel verbale conclusivo della conferenza stessa, tengono luogo degli atti di rispettiva competenza.
L’art. 14 comma 2 della legge 241 del 1990, a seguito della modifica apportata dall’articolo 8 della legge 11 febbraio 2005, n. 15, ha reso obbligatoria la conferenza di servizi.
Al riguardo, il principio di obbligatorietà della conferenza di servizi comporta che ad essa partecipino tutte le amministrazioni interessate; infatti, solo in tale ipotesi, acquista pieno ed effettivo significato il principio di maggioranza, di cui all’art. 14 ter, comma 6-bis, l. n. 241/1990.
In base a tale disposizione, “All’esito dei lavori della conferenza, e in ogni caso scaduto il termine di cui al comma 3, l’amministrazione procedente adotta la determinazione motivata di conclusione del procedimento, valutate le specifiche risultanze della conferenza e tenendo conto delle posizioni prevalenti espresse in quella sede.”
In tal modo, si realizza il perseguimento della fondamentale finalità di valutare e contemperare i diversi interessi pubblici. Un riscontro di come la predetta finalità stata palesemente elusa si è avuta in seguito all’esercizio del diritto di accesso agli atti amministrativi esercitato in data 3 ottobre 2011. Dal verbale delle due conferenze di servizi convocate ai fini dell’adozione dell’autorizzazione unica per la realizzazione del parco eolico nei comuni di Piansano e Arlena di Castro risulta che, le medesime non risultano regolarmente costituite per l’assenza di rappresentanti di enti la cui presenza, invece, sarebbe stata indispensabile quale per esempio il Ministero per i Beni e le Attività Culturali attraverso i suoi organi periferici (nessun rappresentante della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale ne’ tanto meno della Soprintendenza ai Beni Architettonici e il Paesaggio delle Provincie di Roma, Viterbo e Rieti).
Proprio la Soprintendenza avrebbe dovuto effettuare la comparazione del bene-paesaggio con gli interessi sottesi alla produzione di energia da fonti rinnovabili e con quelli legati all’iniziativa economica privata, specie in un’area a ridosso di zona SIC e ZPS, già Geoparco e Candidata Unesco, di rilevanza fondamentale per le rotte migratorie e a fini stanziali quale habitat ideale all’approvvigionamento idrico, alimentare, nelle zone attigue la caldera del Lago di Bolsena, e riproduzione delle specie protette.
Nel caso specifico è titolare di una competenza primaria di verifica della legittimità del parere regionale di compatibilità paesaggistica, trattandosi di impianto da localizzare in un area di notevole interesse pubblico per il suo pregio ambientale e naturalistico
Ulteriore documento di cui si è venuto a conoscenza solo con il predetto accesso, è quello attraverso il quale l’E. E., società esecutrice dei lavori di realizzazione del parco eolico, ha illegittimamente chiesto al Ministero per i Beni e le Attività Culturali il parere ai fini dell’autorizzazione unica prevista dall’art. 12 del D. Lgv. n.387/2003. Modalità del tutto anomala e pertanto illegittima in quanto, l’unico soggetto preposto alla richiesta del suddetto parere, sarebbe dovuto essere l’ente pubblico, ossia la Provincia o la Regione.
4. La mancata partecipazione di un’amministrazione interessata al procedimento si riflette certamente in vizio dell’intera procedura di rilascio dell’autorizzazione unica e degli atti ad esso susseguenti.
Nel contesto normativo sopra riportato, tutte le amministrazioni – e quindi anche la Soprintendenza – sono tenute ad adottare le proprie determinazioni, ai fini della valutazione d’impatto ambientale per la costruzione e l’esercizio degli impianti eolici e devono esprimere il proprio avviso in sede di conferenza dei servizi (C.G.A., sez. Giur., 11 aprile 2008, n.295).
Per quanto precede, la Soprintendenza ai Beni Architettonici e il Paesaggio delle Provincie di Roma, Viterbo, Rieti ha l’obbligo di pronunciarsi sull’istanza della società interessata e non può essere esclusa dalla fase procedimentale e in particolare dalla più volte citata conferenza di servizi.
Proprio la Soprintendenza avrebbe dovuto effettuare la comparazione del bene-paesaggio con gli interessi sottesi alla produzione di energia da fonti rinnovabili e con quelli legati all’iniziativa economica privata.
Nel caso di specie è titolare di una competenza primaria di verifica della legittimità del parere regionale di compatibilità paesaggistica, trattandosi di impianto da localizzare in un area di notevole interesse pubblico per il suo pregio ambientale e naturalistico.
La Provincia di Viterbo nell’indire la conferenza di servizi (in data 17.06.2008 ed in data 09.072008) aperta a tutti gli enti interessati all’intervento, avrebbe dovuto invitare tutti gli organi preposti alla valutazione di compatibilità ambientale e paesaggistica. Invece, in sede di convocazione della conferenza preordinata all’adozione dell’autorizzazione per la realizzazione del parco eolico nei Comuni di Piansano ed Arlena di Castro, è stata invitata la sola Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale, la quale esercita le sue competenze nella parte meridionale dell’antico territorio etrusco per la tutela, conservazione, ricerca, valorizzazione e promozione del patrimonio archeologico su un territorio che comprende comuni ricadenti nella provincia di Viterbo e nella parte nord della provincia di Roma; ma non la Soprintendenza ai Beni Architettonici e il Paesaggio delle Provincie di Roma, Viterbo e Rieti.
La mancata convocazione di quest’ultima ha impedito all’organo competente di esprimere il parere sull’interferenza dell’impianto eolico con l’interesse paesaggistico. Tale palese omissione determina la illegittimità della conferenza di servizi, perché svolta in assenza dell’organo periferico titolare dell’interesse coinvolto nella valutazione dell’impatto ambientale (TAR Umbria, sez. I, 3 maggio 2011, n.124) e, in via derivata, determina la illegittimità dell’interno iter procedimentale e, quindi, dei connessi atti autorizzativi di cui all’art. 12 del D. Lgv. 387/2003.
L’aver convocato la Soprintendenza per i Beni Archeologici, non esonerava la Provincia di Viterbo dal convocare anche quella per i Beni Architettonici e il Paesaggio. I due enti costituiscono infatti organi periferici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali dotate di specifiche ed autonome competenze, i cui pareri erano entrambi necessari. Da ciò deriva che il provvedimento di autorizzazione emesso dalla Provincia risulta illegittimo per carenza d’istruttoria.
Il mancato invito della Soprintendenza rende illegittima l’autorizzazione unica non essendo stato acquisito adeguatamente il parere relativo alla tematica della visibilità dell’impianto; parere che può essere obbligatoriamente manifestato solo in sede di conferenza di servizi,posto che, qualora fosse espresso al di fuori di essa sarebbe comunque illegittimo per incompetenza assoluta, alla stregua di atto adottato da autorità amministrativa priva di potere in materia ( TAR Molise, sez. I, 8 marzo 2011 n. 98).
Il vizio procedurale si riflette chiaramente sul provvedimento finale che risulta illegittimo per l’estromissione della locale Soprintendenza dal procedimento di rilascio dell’autorizzazione unica e comporta, conseguentemente, una lesione delle proprie competenze in materia di localizzazione degli impianti eolici.
5. Illegittimità derivata per violazione di legge per mancata convocazione della conferenza di servizi così come prevista dalla legge 241/1990
La illegittimità di cui si è in precedenza argomentato è un’illegittimità del provvedimento per violazione ad una specifica e recente norma di legge, che in materia di realizzazione di parco eolico, prevede l’obbligo del parere espresso dalle amministrazioni interessate esclusivamente all’interno della conferenza di servizi.
Il provvedimento sarebbe comunque illegittimo, secondo un principio giurisprudenziale ormai consolidato, in base al quale qualora si indica una conferenza di servizi, la mancata convocazione di uno degli enti interessati rende illegittime le deliberazioni statuite in sua assenza ( Cons. Stato, sez. V, 03 luglio 1996, n.842).
Quando, come nel caso di specie, l’intervento riguardi ed interessi più enti, l’art. 14 della legge 241/1990 stabilisce: “Qualora sia opportuno effettuare un esame contestuale di vari interessi pubblici coinvolti in un procedimento amministrativo, l’amministrazione procedente indice di regola una conferenza di servizi.
La conferenza di servizi è sempre indetta quando l’amministrazione procedente deve acquisire intese, concerti, nulla osta o assensi comunque denominati di altre amministrazioni pubbliche e non li ottenga, entro trenta giorni dalla ricezione, da parte dell’amministrazione competente, della relativa richiesta. La conferenza può essere altresì indetta quando nello stesso termine è intervenuto il dissenso di una o più amministrazioni interpellate.
La conferenza di servizi può essere convocata anche per l’esame contestuale di interessi coinvolti in più procedimenti amministrativi connessi, riguardanti medesime attività o risultati. In tal caso, la conferenza è indetta dall’amministrazione o, previa formale intesa, da una delle amministrazioni che curano l’interesse pubblico prevalente. L’indizione della conferenza può essere richiesta da qualsiasi altra amministrazione coinvolta”.
A partire dalla legge n. 127 del 1997 la convocazione della conferenza istruttoria viene a configurarsi come ordinaria (“l’amministrazione procedente indice di regola una conferenza di servizi”); pertanto, occorre motivare le ragioni della sua mancata convocazione qualora il procedimento coinvolga una pluralità di interessi pubblici.
Un applicazione giurisprudenziale del suddetto principio è da ravvisarsi nella sentenza del TAR Abruzzo 25 ottobre 2002 n.540, relativa alla realizzazione della galleria di messa in sicurezza del foro autostradale del Gran Sasso. Il giudice amministrativo dichiarava l’illegittimità della conferenza di servizi per un pluralità di vizi, tra i quali quello della mancata convocazione delle ASL competenti territorialmente, nonostante fossero emerse problematiche di natura sanitaria.
Infine l’Amministrazione competente ad assumere le decisione deve tenere conto di ciò che è emerso in sede di conferenza, cioè di tutti gli interessi in esse rappresentati.
La Sopraintendenza, mai è stata chiamata ad esprimere il proprio parere o, eventualmente, il proprio motivato dissenso, pertinente e propositivo all’interno della conferenza.
Va da se che il vizio genetico riverbera i propri effetti di illegittimità su tutta la fase procedimentale, sugli atti susseguenti, connessi e derivati, fino a “travolgere” il provvedimento autorizzatorio di cui in epigrafe.
DOMANDA CAUTELARE
Quanto al fumus bonis iuris che assiste il presente ricorso, è sufficiente un rinvio ai motivi di diritto precedentemente esposti.
Quanto al periculum in mora, va da sé che in caso di mancata sospensione dell’efficacia del provvedimento impugnato, nelle more del giudizio la Società E. E. potrebbe terminare i lavori inerenti la realizzazione dell’impianto di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, sulla base di provvedimenti autorizzativi illegittime e realizzando una irreversibile trasformazione dei terreni, in ciò frustrando in termini irreparabili l’utilità che dal presente ricorso potrebbe derivare in capo al ricorrente.
Si impone dunque l’adozione in via cautelare della sospensione dell’efficacia degli atti qui impugnati.
*****
Quanto sopra premesso e dedotto il ricorrente come in epigrafe indicato, rappresentato e difeso, con la più ampia riserva di formulare motivi aggiunti all’esito dell’esame degli eventuali atti e documenti che dovessero essere depositati dalla Provincia.
CHIEDE
Che l’Ecc.mo Presidente della Repubblica, in accoglimento del presente ricorso, respinta ogni contraria istanza, eccezione e deduzione articolata dal resistente, voglia:
a) In via istruttoria, ordinare alla Provincia di Viterbo la produzione e, quindi, disporre l’acquisizione al giudizio, di tutti gli atti i documenti oggetto di istanza istruttoria;
b) In via cautelare: per i motivi elencati in premessa e attesa la ricorrenza di un pregiudizio imminente ed irreparabile, disporre la sospensione dei provvedimenti impugnati;
c) In via principale nel merito annullare i provvedimenti impugnati, nonché di tutti gli altri eventuali atti, allo stato sconosciuti, preordinati, consequenziali e/o connessi al provvedimento impugnato per una o tutte le ragioni indicate nel presente ricorso.
*****
Si chiede inoltre che tutti gli scritti difensivi dell’Amministrazioni vengano portati a conoscenza del ricorrente, con assegnazione di congruo termine per replicare.
Ai sensi della direttiva del P.C.M. 27 luglio 1993 n.176, si chiede di avere conoscenza del nominativo del responsabile dall’ostruzione del ricorso presentato e del termine entro cui sarà presumibilmente completata.
Con riserva di proporre motivi aggiunti di ricorso a seguito delle controdeduzioni e del deposito da parte dell’Amministrazione degli atti del procedimento.
Avv. M. Morcella
Avv. R. Pellegrini
Documenti collegati:
1) Determinazione della Provincia n. 08/640/G del 22 giugno 2011
2) Delibera Giunta dell Provincia di Viterbo n. 76 del 16 giugno 2011.
18 ottobre 2011
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