domenica 30 ottobre 2011

Bonifica del suolo d'Italia con l'erba vetiver.. di Benito Castorina

Benito Castorina in una nicchia


Le siepi di vetiver formano una barriera filtrante che rallenta la velocità dell’acqua proteggendo l’humus, i semi, recupera e bonifica le falde e i terreni inquinati da pesticidi, atrazina, arsenico ed altri metalli pesanti.

La pianura padana è desertificata e la terra svolge la sola funzione meccanica di sostenere le piante che vengono alimentate e trattate con concimi e prodotti di sintesi, quindi privi di vita.

Il dubbio che la centrale a biomassa venga alimentata con rifiuti solidi urbani è legittimo, come è vero che la fotosintesi clorofilliana è una funzione vitale per la pianta che mediante la luce solare e la clorofilla riesce a trasformare l’acqua e l’anidride carbonica in glucosio, liberando ossigeno nell’aria (6CO2 + 6H2O = C6H12O6 + 6O2). Infatti una pianta che brucia produce meno CO2 di un’albero che si decompone. Quindi il bilancio della CO2 quando le biomasse vegetali vengono usate per produrre energia è favorevole all’ambiente; di converso petrolio, carbone, gas e combustibili di origine fossile quando vengono bruciati immettono nell’aria oltre ad altre sostanze dannose per l’ambiente, quantità di CO2, che se i combustibili fossero rimasti sotto terra non solo non ne avrebbero squilibrato i cicli, ma si sarebbero anche evitate le emissioni di biossido di azoto che si combinano con l’acqua piovana causando le piogge acide.

Le piogge acide si possono ridurre o addirittura evitare utilizzando le piante azotofissatrici che trasformano un veleno in un nutriente per le graminacee ed altre piante alimentari.

Come sappiamo la natura ci viene sempre incontro. E noi?

L’energia da PV ha effetti collaterali negativi: per per produrre i pannelli solari si consuma petrolio, come pure per trasportarli, senza contare i problemi per lo smaltimento, di black out, della limitata irradiazione solare, di surriscaldamento, ecc., nonché economici, in quanto quasi totalmente sono importati e gravano sulla bolletta di tutti gli utenti.

Le piante non alimentari, possono essere utilizzate per produrre energia ed hanno effetti collaterali positivi, ossigenano l’aria, possono evitare smottamenti e frane, possono bonificare aria terra ed acqua, ma anche quelle che nutrono l’uomo e gli animali con le potature, gli sfalci, le snocciolature, ecc. possono contribuire alla produzione di energia.

Biomassa sono anche le alghe. Sono stato la settimana scorsa a Siracusa dove è in corso un progetto per la produzione di “olio blu” che si ottiene da una delle qualità di alghe che crescono nel golfo, non producono rifiuti in quanto i residui si rigenerano coll’acqua del mare.

Forse per rispettare la natura dovremmo chiamare biomassa quella prodotta dalla natura e frazione decomponibile di rifiuti solidi urbani, quella prodotta dagli scarti di attività umane.

IL fotovoltaico può essere usato per sistemi polifunzionali: barriere antirumore, pensiline, ecc. in modo che quando non producono più energia non devono essere rimossi perché continuano a svolgere la funzione di barriere antirumore, pensiline, ecc. quindi non diventano rifiuti.

Io appartengo alla nuova generazione di contadini, mentre una volta si trattava la terra, ora si tratta con la terra, cioè si negozia, si ha una relazione, si ama.

E per amore della terra, tanto, ho scritto.

Con affetto,

Prof. Benito Castorina

Referente per l'agricoltura ecologica
Rete Bioregionale Italiana

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