martedì 18 ottobre 2011

Paolo D’Arpini: “Sono sempre più indignato…” – Le conseguenze prevedibili dopo i fatti di Roma del 15 ottobre 2011

Foto di Gustavo Piccinini

Comunicato Stampa

Le conseguenze non si sono fatte attendere… avevo previsto che con la scusa dei tafferugli di Roma i nostri governanti avrebbero stretto il cappio attorno al collo del popolo innocente.. ed ecco che puntualmente succede. E la stretta è bipartisan.. alla proposta di Di Pietro, ex poliziotto passato alla magistratura ed infine alla politica, di ripristinare il fermo di polizia e l’arresto differito, immediatamente il governo, che non aspettava altro, dice subito di sì. Magari con piccoli ritocchi peggiorativi. La legge Reale di trista memoria viene riproposta esattamente nella stessa situazione che lo stato ha inteso ricreare, come negli anni ‘70 ai tempi di Aldo Moro. Insomma quando serve di tirare il collo al pollo subito appare un volpacchiotto in lontananza e il pollivendolo ne approfitta, prima che il volatile finisca nelle fauci della bestia, per rendere giustizia sommaria al volatile, mettendo il cadavere spennato sul bancone, in vendita!

Non voglio ricordare tutti i retroscena torbidi dei fatti avvenuti ai tempi di Moro, lo stesso Cossiga, picconatore iconoclasta delle istituzioni, ce ne rese edotti apertamente e con sottintesi.. tutti ormai sappiamo chi furono i veri autori del rapimento e dell’uccisione di Aldo Moro e quali le ragioni segrete.. e quali i risultati.

Ed ora approfittando della protesta internazionale, degli indignados, della gente per bene che non ne più più di questo andazzo socioeconomico, i poteri forti soffiano sul fuoco, pompano la protesta in modi astuti, osservano compiaciuti gli atti di violenza ed ora da tutti i pulpiti, compreso quello papalino (con la scusa della statuetta di gesso infranta), inneggiano alla restrizione delle libertà personali.

I black bloc hanno fatto un buon lavoro.. i loro padroni sono contenti… Non sono volpi ma cani ben addestrati…

Voglio comunque inserire in questa nota alcuni pareri “altri” da varie fonti.

Scrive Vincenzo Mannello: “..attendevo riscontri a quanto avevo già scritto sui disordini di Roma il 15 scorso. Apparentemente sono quelli che immaginavo. Scrivo “apparentemente” perché, in materia, non si può mai essere certi della verità. A mio parere, quanto accade in queste occasioni, specie quando vi sono centinaia di migliaia di manifestanti in gran parte pacifici, è ,per modalità di preparazione e svolgimento, “identificabile” per la attribuzione. Ogni gruppo, gruppuscolo, più o meno numeroso, ha un “modus operandi” che deriva dalla propria storia, recente o passata. Sono “regole” costanti nel tempo che hanno trovato un adeguamento con l’uso delle nuove tecnologie, internet, social forum, sms od altro. Ma le linee base restano sempre quelle: organizzazione in un mare di gente “disorganizzata”; un minimo di “coraggio” proporzionato alla capacità di risposta delle forze di polizia; una percezione esatta degli ordini “politici” impartiti alle stesse; una “copertura” politica, organizzativa, legale alle azioni violente poste in essere; una assistenza “sanitaria” per eventuali feriti che non devono finire in ospedale . C’è pure altro ma quanto sopra credo basti per “rendere l’idea”. Cosa sto cercando di chiarire? Che, anche se sicuramente tra gli “indignados” erano presenti una gran maggioranza di persone “pacifiche”, un numero di queste costituiva “il mare” ideologico (si, proprio il tanto vituperato termine), pre-organizzativo (vedi le migliaia di bandiere rosse e quali esponenti politici erano presenti) nel quale i “pesciolini neri” hanno potuto nuotare indisturbati. E per certi ambienti “è solo l’inizio”. Ecco spiegato pure perché, nel limite delle mie modestissime possibilità, ho tentato di spiegare “al colto ed all’inclita” che la etichetta , stantia , di “fascisti e nazisti” data dagli stessi ai cattivi, oltre ad essere fuorviante, costituisce la riproposizione di quanto accaduto negli anni ‘70… Così, quando fatalmente prima o dopo ci scapperà il morto, torneremo indietro di fatto agli “anni di piombo”. Non che non possano esistere “manovre di regime” dietro questi fatti. Ma non dimentichiamo che, per la parte dell’ambiente fascista non rinnegata e venduta, il regime è la stessa partitocrazia resistenziale insita nella repubblica. Quindi, per me e tantissimi altri, parte dal primo dei deputati della destra e termina con l’ultimo degli appartenenti alla sinistra antagonista anarco-comunista….”

Scrive Anthony Ceresa: “Le condizioni disastrate del nostro paese hanno creato uno scambio sempre più acceso di accuse incrociate fra a diversi Partiti Politici, i Media patologicamente affetti dalle infinite filosofie Politiche di interessi personali, il popolo degli affaristi che attendono che lo Stato Finanzia i Finanziatori con i soldi sottratti ai lavoratori e per ultimo la grande massa del popolo bue, cioè i lavoratori che devono sopportare le decisioni spesso ingiuste e fortemente contrastate che provengono dal Potere, con la solenne libertà di non aprire bocca e soprattutto di controllare i propri istinti furiosi. Il nostro ben amato Presidente della Repubblica salta da una città all’altra, usando tutta la saggezza dovuta all’esperienza di anni di partecipazione al Governo, per dimostrare la sua presenza e partecipazione alle sofferenze del paese, sostenendo che l’Italia è una sola, soltanto a tavola e al 27 di ogni mese ci separiamo.
Dicono che il coraggio è barbaro e gli interessi fanno i nemici, in Italia invece tutti i partiti Politici si alternano alle poltrone, mantenendo il sistema. Ma come hanno fatto a non accorgersi per tempo che nel buco c’era uno squarcio immenso vecchio di anni, che dilapidava le risorse del paese? Molti hanno costruito la risposta e sostengono che il debito pubblico e stato generato dal Bunga Bunga Nazionale esistito da sempre, di cui tutti gli Italiani hanno partecipato.
Soltanto adesso mi accorgo di quanto è astuto in Politica il Berlusca.
Se facciamo caso, aprendo un qualsiasi giornale o un Canale televisivo, notiamo sempre te stesse facce, alcune falsamente sorridenti, altre adombrate colme di veleno.
Sono cinquantacinque che si alternano con scritti o con la parola, per convincere la plebe che questo è il sistema, basta seguirlo con attenzione per non cascare nei vari tranelli creati per battere cassa.
Un tale si era fatto strada con “Yes we can” un altro con Roma ladrona un terzo con “toglierò tutte le tasse” un quarto “diventerete tutti direttori”, la DC per ritornare all’orizzonte, “concederà una indulgenza plenaria” e via di seguito, circondati da un branco di seguaci con la bocca sempre aperta per ingoiare con entusiasmo le belle parole che saziano senza mangiare.
Sono cinquantacinque, rimunerati oltre le effettive capacità, di cui fanno parte scribacchini, psicologi, filosofi, politici, mercenari della penna e della TV, che guidano il pensiero distorto della realtà.
Fanno processi Mediatici, condannano e assolvono persone indagate dalla Legge e trascinano le masse con astuzia per attrarre gli ascolti, guadagnare soldi, spesso distruggendo la reputazione delle persone.
Come è cambiata la realtà di quell’Italia di una volta, formata da onesti condottieri, stimati letterati, artisti e studiosi, intenti a costruire una Nazione con meriti per il benessere generale, per gli Italiani del Futuro.
Spesso mi viene in mente una poesia di Giovanni Pascoli (1855/1912) per la sua sensibilità verso tutti gli esseri del creato.
“RITORNAVA UNA RONDINE AL TETTO
L´UCCISERO! CADDE TRA SPINE
ELLA AVEVA NEL BECCO UN INSETTO
LA CENA DE SUOI RONDININI
ORA E´ LA´ COME IN CROCE
CHE TENDE QUEL VERME
A CIELO LONTANO E IL
SUO NIDO E’ NELL´OMBRA
CHE ATTENDE”
Milioni di Italiani tornano alla fine di ogni giorno al loro nido, molti non hanno le cure e neanche la cena per i loro rondinini.
Le statistiche non parlano, ma su circa sessanta milioni di Italiani, 10 milioni o poco più fanno parte dei privilegi della Kasta dei super pagati,
10 milioni sono i benestanti che comunque vadano le cose hanno di cui vivere comodamente, 40 milioni gli indignados di cui 30 milioni di incazzados, desiderosi di spaccare tutti e tutto per ricostruire un Paese sopraffatto dalla vergogna.
I fatti di Genova, Milano, Napoli, Roma, a mio parere sono soltanto una colazione leggera di una realtà camuffata, soffocata dai mezzi di informazione che fanno capo a quelle stesse persone, i famosi cinquantacinque venditori di fumo.
Piuttosto di creare Ministeri della Guerra, Ministeri di Fannulloni, Ministeri senza utilità, Organizzazioni e Istituzioni Mafiose ben distribuite sull’intero territorio per battere cassa, servirebbe uno, uno solo, un Ministero che si occupi dei Diritti Umani, per raffreddare gli animi dei 40 milioni di indignados di cui 30 milioni di terribilmente incazzados”

Scrive Paolo Bertagnoli: “…io a Roma non c’ero. A 72 anni non me la sento più di venire da Bolzano a Roma per manifestare anche se condivido le richieste degli indignati. Purtroppo sono anch’io convinto che i vari black bloc siano “emanazione delle forse dell'ordine". Ma vi siete accorti che i poliziotti non sono intervenuti quando sono “entrati” nel corteo? E, a sentire i media, quando lo hanno fatto hanno arrestato alcuni minorenni; che i minorenni sappiano usare bombe carta, molotov ed altro me lo devono dimostrare non solo dire, ma che, mi prendono proprio per fesso?”

Scrive Alberto Cacopardo: “…non foderiamoci ancora gli occhi di prosciutto: forse la polizia ha aggiunto qualche provocatore, forse non si è curata tanto di impedire i danni, ma quello che è certo è che dentro il movimento ci sono diverse componenti che coltivano la mentalità sfascista della rabbia, del conflitto disperato e della violenza queste componenti sono molto dannose e invece di fingere che non esistano, bisognerebbe piuttosto preoccuparsi di convertirle alla via nonviolenta, che è larghissimamente maggioritaria, o comunque di impedirgli di nuocere, come fu fatto con grande successo in occasione del Social Forum Europeo di Firenze.
questo movimento è troppo importante: non possiamo permettere che si vanifichi per colpa della cecità e della scarsa intelligenza di alcuni. P.S. A sedici anni sapevo benissimo come si fa una molotov, e sapevo già allora perché non è il caso di farne: dopo 43 anni, non ho cambiato idea, quelli che le facevano sì…”

Scrive Luana De Rossi: “Faccio parte di quelle persone che usano corpo e mente contemporaneamente in modo che tutte le cellule compongono positività per il resto che vivono e incontrano.
NE BLACK NE BLOCK – ho vissuto personalmente il problema di tutto il mondo , sul come CONTESTARE una manovra economica organizzata dal POTERE contro il POPOLO e mai contro i ricchi. Queste esperienze, se non le risolvi, si vivono sulla propria pelle e sono onda che arriva ad altre generazioni, sputi in faccia alla felicita’ dei presenti e di coloro che devono ancora nascere se mai nasceranno. Quindi per questi motivi e tanti altri politici, sono contenta che il mondo si è organizzato contro un GENOCIDIO di massa silenzioso e invisibile innescato dalle BANCHE, e lascio e difendo e partecipo al diritto di esprimersi spontaneamente.
Quindi NE BLACK NE BLOCK perché QUESTI hanno distrutto la più importante MANIFESTAZIONE ITALIANA… in un momento delicatissimo, quando invece internazionalmente si era detto altro per ottenere oltre.
NE BLACK NE BLOCK – perché una volta raggiunta UNA MANIFESTAZIONE QUALSIASI MANIFESTAZIONE contro l’ingiusto potere, mi guardo intorno…e in questa c’erano poliziotti in borghese senza protezione antisommossa, con scarpette da tennis e jeans rapidi ad infiltrarsi … e non voglio lanciar palla, per un PERDENTE INCONTRO, semmai muovo la comunicazione, avverto per la difesa del punto che ha riunito tanta umanità Ad esprimere UMANITA’.
DOPO QUESTA CAZZATA – NE BLACK NE BLOCK perché oggi e per mesi e mesi si parlerà di altro come POTERE voleva, dei danni dei sanpietrini del fuoco degli accendini di tutto… MENO CHE …di come ci annientano economicamente e quotidianamente.
NE BLACK NE BLOCK perché sapevo che questa manifestazione italiana era stata organizzata attraverso il TAM TAM, il passa parola, la rete, e mancava quindi di servizio d’ordine”

Vi lascio a rifletterci sopra…

Paolo D’Arpini

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