venerdì 28 ottobre 2011

Ennio Montesi: "Per esprimere la verità.. ci vuole veritare!"




“Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio
e vizio che non vivano della loro segretezza.
Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli,
rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi
la pubblica opinione li getterà via.
La sola divulgazione di per sé non è forse sufficiente,
ma è l’unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”
(Joseph Pulitzer)



Veritare è il neologismo coniato e introdotto da Ennio Montesi nella lingua italiana.



Le persone mentono. La società mente. La bugia attraversa e impregna la società. L’inganno tiene insieme un amalgama untuoso di società soffocata da vischiose menzogne. Impera in politica la menzogna. La menzogna si è innalzata imponente e con prepotenza a sinonimo di politica. Politici che non mentissero sembrerebbero non potere svolgere la funzione politica né l’attività parlamentare. La società italiana si è indirizzata palesemente verso la spregevole strada ingannatrice della menzogna, della falsità, della doppiezza, della finzione, dell’ipocrisia, della simulazione, della bugia, dell’impostura. Rare eccezioni non risolvono il problema. Riferimento principale è all’Italia e agli italiani anche se sappiamo che la menzogna, come l’aria, non ha confini, alberga e ricopre l’emisfero boreale come quello australe, da occidente ad oriente.

Mentono gli imputati giudicati dinanzi alla legge e gli avvocati difensori. Mentono i pubblici ministeri accusatori e i giudici. Mentono i giornalisti e gli opinionisti. Mentono gli scrittori e gli oratori. Mentono i governanti e i capi di Stato. Mentono spudoratamente le religioni. Alla grande mentono i preti e i vescovi. Senza vergogna mentono i cardinali e i papi. Mentono i vangeli, le bibbie, il corano e la torah. Mentono le carte costituzionali e i trattati internazionali. Mentono i bambini e i genitori. Mentono gli zii e i nonni. Mentono gli imprenditori e i sindacalisti. Mentono gli studenti e gli insegnanti. Mentono i commercianti e i pubblicitari. Mentono i libri e i film. Mentono le canzoni e le poesie. Mentono le rappresentazioni teatrali e gli attori.

Sembrerebbe che l’Umanità intera sia instancabile produttrice di menzogne, tenace portatrice di fanfaluche. La storia dell’uomo è così tanto infarcita di fandonie che a volte le falsità vengono spinte fino al punto in cui la verità viene trasformata scelleratamente in menzogna, mentre la menzogna viene scolpita a lettere cubitali come fosse verità assoluta e inconfutabile. Il danno sociale provocato dalla menzogna è enorme, incalcolabile e coinvolge indistintamente tutti i settori della vita quotidiana di tutti i popoli. La menzogna modifica la società, la finanza, la politica, la produttività e la vita degli esseri umani. La menzogna modifica spesso la democrazia, l’uguaglianza e la libertà delle popolazioni. L’esistenza degli individui è messa a repentaglio e a rischio dalla colpevole menzogna. La menzogna potrebbe condurre l’Umanità verso la propria fine.

Il predominare della menzogna, vincendo sulla verità, fa la differenza sulla qualità e sull’evoluzione della vita. George Orwell aveva ragione quando affermò che “Nel tempo dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario.”

In italiano, come in molte altre lingue, non esiste neanche un verbo che significhi «dire la verità». Dire la verità, sembrerebbe essere un’azione talmente banale e rara che, a consultare il lessico italiano, non abbisognerebbe di un proprio verbo che la definisca con chiarezza. La locuzione «non mentire» viene usata in maniera bizzarra e maldestra per definire il significato del «dire la verità». L’avverbio di negazione «non», anteposto a «mentire», presuppone scarso intento del dire la verità cioè di veritare. L’uso di «dire la verità» o di «non mentire» è sgradevole e inaccettabile: si percepisce in tali locuzioni una sottile forzatura, una velata e ambigua violenza linguistica che non fa onore alla straordinaria ricchezza della nostra lingua e alla meravigliosa storia della letteratura italiana.

Da dove deriva il verbo mentire? Deriva dal latino tardo mentire, classico mentiri, derivato di mens mentis ‘mente’, dapprima con il significato di ‘immaginare’, poi ‘fingere’, quindi ‘mentire’.

Mi sono a volte trovato ad elaborare concetti, scrivere frasi all’interno delle quali mi serviva il verbo relativo al significato di non mentire o dire la verità. Nonostante i tanti vocabolari e dizionari della lingua italiana a disposizione nessuno poteva offrirmi quello che andavo cercando. Un buco inspiegabile nella lingua italiana e una rilevante manchevolezza nel linguaggio sociale. Come se mancasse o fosse andata smarrita una parola, una signora parola. Non esistendo allora alcun verbo che significasse non mentire o dire la verità dovetti, con disappunto e disagio, ripiegare e accontentarmi di vocaboli imperfetti, di costruzioni letterarie inappropriate tradendo e violentando così i miei pensieri e quindi i miei scritti.

Come scrittore che lavora con le parole mi sono sentito frustrato, forse come un artigiano falegname che, seppure sia in possesso di diversi utensili funzionali, di ottimi attrezzi per lavorare il legno, gliene manchi tuttavia uno molto importante: l’utensile del verbo veritare. Servendomi tale indispensabile attrezzo veritare e non trovandolo da nessuna parte l’ho così progettato e costruito per conto mio. Da questo momento il verbo veritare esiste ed è a disposizione di tutti essendo il brevetto di veritare senza copyright cioè gratuito.

Sono certo che il verbo veritare sarà tradotto un giorno in altre lingue e che scrittori e oratori lo useranno da ora in poi nei propri testi e nei discorsi. La lingua italiana potrà essere fiera ed orgogliosa di essere stata la prima lingua ad introdurre finalmente nel mondo, nello scibile umano questo significativo e importante vocabolo, suggerendolo e in qualche modo imponendolo culturalmente, intellettualmente e socialmente anche alle altre lingue e linguaggi a cominciare da quelli europei.

Il beneficio che si ricaverà dall’uso di veritare non sarà soltanto relativo all’aspetto linguistico e allo stile letterario. Considerato che un popolo si esprime, comunica e agisce mediante la parola parlata e scritta ritengo, e sono sicuro, che ciò potrà migliorare il processo di evoluzione della società, della democrazia, dell’uguaglianza e della libertà dei popoli. Veritare darà ottimo e meritato filo da torcere allo spavaldo e prepotente mentire. Mentire non potrà più tiranneggiare sulla lingua italiana poiché dovrà fare i conti e vedersela con veritare. Veritare ristabilirà la giusta democrazia letteraria e il necessario equilibrio linguistico. Veritare avrà davvero molto lavoro da svolgere.

Per introdurre un neologismo lessicale, una parola nuova nel pensato, nello scritto, nel parlato popolare e nel linguaggio comune è sufficiente usarla. Basta scriverla, dirla, pronunciarla in pubblico. Nient’altro. L’invito che faccio al lettore e agli italiani è quello di usare patriotticamente sin da subito il verbo veritare il quale, seppure potrebbe risultare di strana musicalità all’orecchio, diverrà in breve tempo un magnifico irrinunciabile suono, elegante e prezioso. Sarà un gioco divertente sia per gli adulti, sia per i bambini nelle scuole, sia per gli studenti nelle università il costruire frasi e discorsi inserendo il verbo veritare, spronando la cultura e acuendo l’intelligenza. “Io verito in questo mio saggio.” Questa è la mia seconda frase varata, dopo quella del titolo.

Ho creato e pronunciato molte frasi con veritare e per ognuna di esse ho provato una sottile emozione, un nobile brivido di piacere. Ero certo che nella secolare e tormentata vicenda umana, nonostante i miliardi di abitanti transitati e ancora in transito sul pianeta, ero io – e io solo – il primo essere vivente a pensare e a dire quelle frasi, a costruire concetti mai espressi dagli albori del tempo, da quando nacque il pensiero dell’Uomo. Milioni di altre frasi ed espressioni nasceranno e navigheranno sull’oceano sconfinato del pensiero, del linguaggio e della conoscenza.

Se l’Accademia della Crusca, il linguista Tullio De Mauro, i curatori dei dizionari e dei vocabolari della lingua italiana Giacomo Devoto e Gian Carlo Oli, Aldo Gabrielli, Nicola Zingarelli e gli editori Add, Adelphi, Alegre, Aliberti, Antonio Vallardi, Aragno, Ariele, Armando, Armenia, Arnoldo Mondadori, Astrolabio, Audino, Barbera, Bastogi, Bfs, Bietti, Bollati Boringhieri, Bompiani, Bruno Mondadori, Cairo, Carocci, Castelvecchi, Chiarelettere, Clandestine, Coniglio, Corvino Media, Curcio, Dalai, De Agostini, Dedalo, Derive Approdi, Diabasis, Donzelli, E/o, Einaudi, Elèuthera, Elliot, Fabbri, Fandango, Fanucci, Fazi, Feltrinelli, Firera & Liuzzo Group, Garzanti, Giuffrè, Giulio Perrone, Giunti, Gremese, Gruppo Mauri Spagnol, Gruppo Ugo Mursia, Guanda, Hoepli, Ibis, Il Castoro, Il Maestrale, Il Melangolo, Il Mulino, Il Saggiatore, Instar, Internazionali Riuniti, Iperborea, Ipermedium, Ippocampo, Isbn, Joker, Kaos, Keller, La Lepre, La Zisa, Lanfranchi, Laterza, Lattes, Le Monnier, Liberilibri, Liguori, Lindau, Loescher, Logos, Longanesi, Luca Sossella, Macro, Maggioli, Manifesto Libri, Marco Tropea, Marcos y Marcos, Marsilio, Massari, Mediterranee, Meltemi, Mimesis, Minimum Fax, Motta, Neri Pozza, Newton Compton, Nexus, Nord, Nottetempo, Nuovi Mondi Media, Odoya, Odradek, Olimpia, Passigli, Pendragon, Piano B, Piemme, Polillo, Ponte alle Grazie, Ponte Sisto, Prospettiva, Quodlibet, Raffaello Cortina, Rizzoli, Road Book, Rubbettino, Rusconi, Salani, Salerno, Sartorio, Scheiwiller, Scipioni, Sei, Sellerio, Sironi, Sonzogno, Sperling & Kupfer, Stampa Alternativa, Sugarco, Tea, Tempesta, Termidoro, Teti, Touring, Transeuropa, Treccani, Tullio Pironti, Unicopli, Vallecchi, Vivalibri, Voland, White Star, Zandonai, Zanichelli e altri volessero prendere atto con sollecitudine della nascita e dell’uso del nuovo verbo veritare tanto meglio, così il processo di acquisizione e di introduzione nella lingua italiana e nel linguaggio corrente si velocizzerà. Anche se la rete internet è già per eccellenza il più grande acceleratore e moltiplicatore esistente di idee, informazione e cultura. Ecco i dettagli e la coniugazione verbale di veritare.

Veritare (ve-ri-tà-re) verbo intransitivo della prima coniugazione (vèrito, ecc.) verbo ausiliare: avere. Asserire o dire verità con piena consapevolezza e determinazione, smascherare la menzogna: sono abituato a veritare. Veritare, venne coniato e introdotto nella lingua italiana da Ennio Montesi, scrittore di libero pensiero, ateo sbattezzato, cancellato dalla setta fondamentalista della Chiesa cattolica, con il saggio “Veritare, voce del verbo veritare. Nel tempo dell’inganno universale veritare è un atto rivoluzionario.” scritto il 20 settembre 2011. Opera di Ennio Montesi è anche la coniugazione verbale completa di veritare, riportata qui di seguito:

INDICATIVO

Presente

io verito

tu veriti

egli verita

noi veritiamo

voi veritate

essi veritano

Passato prossimo

io ho veritato

tu hai veritato

egli ha veritato

noi abbiamo veritato

voi avete veritato

essi hanno veritato

Imperfetto

io veritavo

tu veritavi

egli veritava

noi veritavamo

voi veritavate

essi veritavano

Trapassato prossimo

io avevo veritato

tu avevi veritato

egli aveva veritato

noi avevamo veritato

voi avevate veritato

essi avevano veritato

Passato remoto

io veritai

tu veritasti

egli veritò

noi veritammo

voi veritaste

essi veritarono

Trapassato remoto

io ebbi veritato

tu avesti veritato

egli ebbe veritato

noi avemmo veritato

voi aveste veritato

essi ebbero veritato

Futuro semplice

io veriterò

tu veriterai

egli veriterà

noi veriteremo

voi veriterete

essi veriteranno

Futuro anteriore

io avrò veritato

tu avrai veritato

egli avrà veritato

noi avremo veritato

voi avrete veritato

essi avranno veritato

CONGIUNTIVO

Presente

che io veriti

che tu veriti

che egli veriti

che noi veritiamo

che voi veritiate

che essi veritino

Passato

che io abbia veritato

che tu abbia veritato

che egli abbia veritato

che noi abbiamo veritato

che voi abbiate veritato

che essi abbiano veritato

Imperfetto

che io veritassi

che tu veritassi

che egli veritasse

che noi veritassimo

che voi veritaste

che essi veritassero

Trapassato

che io avessi veritato

che tu avessi veritato

che egli avesse veritato

che noi avessimo veritato

che voi aveste veritato

che essi avessero veritato

CONDIZIONALE

Presente

io veriterei

tu veriteresti

egli veriterebbe

noi veriteremmo

voi veritereste

essi veriterebbero

Passato

io avrei veritato

tu avresti veritato

egli avrebbe veritato

noi avremmo veritato

voi avreste veritato

essi avrebbero veritato

IMPERATIVO

Presente

---

verita (tu)

veriti (egli)

veritiamo (noi)

veritate (voi)

veritino (essi)

INFINITO

Presente

veritare

Passato

avere veritato

PARTICIPIO

Presente

veritante

Passato

veritato

GERUNDIO

Presente

veritando

Passato

avendo veritato


Quasi tutti usiamo personal computer per scrivere nei quali programmi di scrittura un vocabolario elettronico di base segnala parole errate oppure sconosciute. Veritare sarà identificata come parola sconosciuta e sottolineata con segno rosso. È sufficiente dare una sola volta il comando ‘aggiungi’ cliccando sopra alla parola veritare e il vocabolario apprenderà della sua esistenza mettendola in memoria. Lo stesso vale per la coniugazione completa di veritare risolvibile allo stesso modo. Nelle prossime versioni dei vocabolari elettronici veritare e sua coniugazione saranno inseriti e aggiornati dai produttori dei software di scrittura.

Il proverbio latino “In vino veritas” significa letteralmente «nel vino è la verità». Il nostro potente verbo veritare è ora pronto e tirato a lucido per l’immediato uso. Che sia detto con una punta di orgoglio italiano e di sfida: “In veritare c’è la verità. Veritiamo a noi stessi e al prossimo per costruire la società migliore nella quale vivere”.

Un brindisi di vita millenaria a veritare!

Ennio Montesi



Fonti: http://raccontipernonimpazzire.blogspot.com/
http://veritare.blogspot.com/


Note sull'autore:
Ennio Montesi ha firmato i Racconti per non impazzire, Mursia Editore, scritti su richiesta di Federico Fellini. Ha pubblicato il romanzo L’uomo a metà, è stato autore di soggetti per la televisione e per il cinema. Una lunga intervista è pubblicata nel libro Come fare a meno di Dio e vivere liberi – Saggi e interviste sulla libertà di pensiero, Coniglio Editore. Scrittore ateo dichiaratamente contro la Chiesa cattolica e contro il Vaticano, i cui libri, scritti e conferenze sono spesso fonte di accese polemiche come quando il partito politico Lega Nord organizzò una manifestazione pubblica ateofoba contro di lui, una specie di fatwa cattolica lanciata ad personam. Montesi è considerato il massimo esperto dei problemi legati al fondamentalismo e al terrorismo cristiano-cattolico della setta oltranzista della Chiesa cattolica. Recentemente ha ricevuto minacce di morte da fondamentalisti cattolici. Significativo il suo scambio epistolare con lo scrittore statunitense Henry Roth, il quale dedicò a Montesi il racconto Prose-writer’s Threnody. Alcuni suoi scritti sono entrati a fare parte del grande archivio storico American Jewish Historical Society di New York (www.cjh.org/nhprc/HenryRoth02.html) il cui evento venne segnalato dal magazine londinese The Times Literary Supplement e dal newyorkese The New Yorker. Montesi è fondatore di Axteismo, movimento internazionale di libero pensiero, che concentra studiosi, cristologi laici, docenti, ricercatori, scienziati, magistrati, giornalisti, scrittori e persone che non accettano imposizioni e influenze religiose. Montesi ha inoltrato richiesta ufficiale di asilo politico al primo ministro del Governo della Svezia per discriminazioni e persecuzioni religiose-politiche da parte del Governo italiano poiché gli viene imposto il simbolo religioso e politico del crocifisso nelle pubbliche strutture. Saggi e articoli sono tradotti dalla stampa estera, molti dei quali disponibili in lingua italiana in internet.

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“La speranza è quel velo della natura
che nasconde le nudità della verità.”
(Alfred Bernhard Nobel)

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