lunedì 10 ottobre 2011
Il popolo è in cammino... tutti a Roma il 15 ottobre 2011, contro le inique sanzioni e per la sovranità monetaria
"In primis: ritorno alla sovranità monetaria nazionale..." (Saul Arpino)
(http://www.circolovegetarianocalcata.it/2011/10/07/roma-15-ottobre-2011-manifestazione-unitaria-contro-le-inique-sanzioni-strizza-popolo-e-per-la-sovranita-monetaria/)
La revisione in senso più restrittivo delle regole di Maastricht è stata rinnovata di recente col “Six pack” a partire dal 2015, e imporrà ai Paesi ad alto debito nuove manovre di rientro forzato.
Nella crisi in cui siamo nessuno può salvarsi da solo
ROMA, 15 OTTOBRE P. ZZA DELLA REPUBBLICA:
IL POPOLO È IN CAMMINO
- Le Germania ha responsabilità precise in questa crisi.
- Gli orrori del liberismo selvaggio europeo.
- Non è il nostro debito.
- Possibili soluzioni alla crisi.
- Regole contro la speculazione, azioni legali risarcitorie verso le Agenzie di rating.
La giornata del 15 ottobre vedrà mobilitazioni di protesta in tutta Europa, nel Mediterraneo e in altre regioni del mondo. In Italia per questa giornata internazionale si è creata una convergenza tra molteplici e plurali forze sociali, associazioni, sindacati, partiti della sinistra, uniti dalla consapevolezza che stiamo subendo tutto il peso di una crisi che non abbiamo provocato noi.
LA GERMANIA HA RESPONSABILITÀ PRECISE IN QUESTA CRISI
1) Ha adottato politiche interne fortemente restrittive e di fortissima deflazione salariale competitiva, in totale contraddizione egoista con la sopravvivenza dell'Unione monetaria europea, accumulando crediti grazie al fatto che gli altri Paesi più deboli assorbivano le loro merci indebitandosi e quindi destabilizzandosi.
2) La fragilità dell’euro deriva dal suo stesso vizio d’origine, imposto dalla Germania, che ha assegnato alla Banca Centrale Europea il solo compito della lotta all’inflazione, con la totale assenza di un impegno a sostenere la crescita economica, che è invece il principale compito per es. della Fed, la banca centrale statunitense. Questo ruolo della BCE è stato voluto dalla Germania per avere una valuta forte, in modo da ridurre il costo delle materie prime (trattate in dollari), poter acquistare più facilmente imprese e fare investimenti produttivi all’estero. Alla Banca Centrale Europea è stata inoltre espressamente vietata la funzione, propria di ogni vera Banca centrale, di sostegno ai Paesi attaccati dalla speculazione e di finanziatore di ultima istanza dei deficit dei Paesi aderenti (come invece fanno la Banca del Giappone, la Banca d’Inghilterra, la Fed statunitense ecc), con conseguenze disastrose per gli stessi Paesi.
3) Nei primi anni dell’euro tutti ritenevano che in caso di necessità le istituzioni europee sarebbero intervenute per rifinanziare i paesi in difficoltà, ma il rifiuto della Merkel di finanziare la Grecia nel 2009, quando bloccò per mesi gli aiuti europei facendo degenerare la situazione, ha rotto l’incanto scatenando l’assalto speculativo della finanza internazionale, che si è poi esteso agli altri Paesi.
4) la Deutsche Bank pochi mesi fa ha deciso improvvisamente di vendere titoli di stato italiani per 8 miliardi di euro e contemporaneamente di comprare derivati (Credit Default Swap) per assicurarsi dal fallimento dell’Italia. Questa scelta è stata come uno squillo di tromba per gli operatori che hanno cominciato a puntare sul fallimento dell’Italia.
5) La cancelliera tedesca Angela Merkel, per quanto riguarda la necessità di ricapitalizzare le banche, ha stabilito in questi giorni che l'Efsf (il fondo di stabilità europeo che si è deciso di rafforzare) può intervenire solo come ultima istanza, perchè prima devono intervenire i governi nazionali. Siccome la ricapitalizzazione delle banche, secondo Morgan Stanley, costerà agli Stati 140 miliardi di euro, possiamo dimenticarci qualsiasi ritorno alla stabilità nei conti pubblici.
GLI ORRORI DEL LIBERISMO SELVAGGIO EUROPEO
1) All’esplosione di ogni bolla finanziaria e dopo gli attacchi speculativi, la soluzione che viene prospettata è sempre la stessa: abbattimento del Debito Pubblico tramite il taglio della spesa pubblica (cioè meno sanità, meno scuola pubblica, meno dipendenti pubblici, aumento dell’età pensionabile ecc.), attacco ai diritti e alle tutele del lavoro, privatizzazioni e liberalizzazioni (cioè dare in pasto al mercato tutti i beni e servizi gestiti direttamente o indirettamente dal Pubblico): in una parola liberismo selvaggio. Questo processo sta mettendo in ginocchio i popoli europei e aggravando la crisi della domanda interna conducendo i paesi europei a una depressione economica.
2) La «troika» iperliberista (Commissione europea, Bce, Fmi) opera di fatto come il direttorio della Ue, come un podestà straniero, limitando la sovranità dei singoli Governi in materia di politica economica, pur non essendo stata eletta da nessuno, e le sue posizioni da strozzino differiscono sovente da quelle del Parlamento europeo, organismo eletto. Democratizzare la Commissione europea e la Ue sarebbero compiti impellenti per i governi europei
3) la Bce ha alzato i tassi in presenza di un'economia in depressione, dando il colpo di grazia all'euro
4) Il maggior limite della Bce deriva dal suo statuto, che le impone come massimo scopo quello di combattere l'inflazione, laddove una banca centrale dovrebbe avere tra i suoi scopi anche la promozione dello sviluppo e dell'occupazione, il prestito ai Paesi di denaro occorrente in caso di necessità, come fanno la Fed statutinetense, la Bank of England, il Giappone
5) la Banca dei regolamenti internazionali tre mesi fa ha chiesto alle Banche centrali di dare una stretta alla politica monetaria per combattere un'inesistente minaccia inflazionistica.
NON È IL NOSTRO DEBITO
1) È un aumento del debito pubblico dovuto alla crisi USA del 2008, che si è estesa ai paesi dell’Europa ed ha provocato un crollo dell’attività produttiva e quindi una crisi fiscale.
2) è un aumento del debito pubblico dovuto a un notevole calo delle entrate fiscali statali per la riduzioni dell'onere fiscale e i crediti agevolati concessi agli imprenditori (30 miliardi di euro l’anno!), che delocalizzavano pure le aziende pagando le imposte all’estero anziché nel paese d’origine.
3) è un aumento del debito pubblico dovuto a un crollo della domanda interna (e quindi una diminuzione di introiti fiscali per lo Stato) causata dalla riduzione dell’occupazione e del reddito;
4) è un aumento del debito pubblico dovuto alla speculazione che ha fatto perdere fiducia nei Paesi e quindi salire i tassi d’interesse anche dei Titoli di Stato e perciò allargare il debito pubblico.
5) è un aumento del debito pubblico dovuto al discredito di Berlusconi e alla mancata lotta alla grande evasione fiscale del suo governo e dei governi DC-PSI dagli anni 70
6) è un aumento del debito pubblico dovuto al fatto che gli Stati si sono fatti carico della ricapitalizzazione delle banche e dell’aiuto alla finanza (4.600 miliardi di euro, secondo il presidente della Commissione Europea): ovvero socializzazione delle perdite e privatizzazione dei profitti!
7) è un aumento del debito pubblico dovuto alla stagnazione della crescita, causata negli ultimi 20 anni dalla perdita di produttività che, a sua volta, nasce sia dal ritiro dello Stato dai settori economici più avanzati sia dalle riforme del mercato del lavoro, che hanno abbattuto il costo del lavoro e scoraggiato gli investimenti.
POSSIBILI SOLUZIONI ALLA CRISI
1) La soluzione più probabile per uscire da questa situazione sarà fare in modo che i fondi EFSF (fondo Salva-Stati) rimpolpino il capitale della BCE e questa garantisca un volume potenziale di fuoco dell’ordine di uno o due trilioni, tale cioè da poter acquistare tutto il debito dei paesi periferici.
2) Si può consentire alla Bce di supportare l'Efsf. Per riuscirci, potrebbe essere sufficiente registrare l'Efsf come una banca, che in questo modo potrebbe rifinanziarsi presso la Bce alle stesse condizioni delle banche normali. L'Efsf potrebbe poi operare acquisti di titoli di Stato su vastissima scala, potenziando i propri fondi limitati grazie al supporto della Bce e dando a garanzia i titoli di Stato che acquista. Sapendo che un ammanco di liquidità non è più possibile, gli investitori si asterrebbero da attacchi speculativi contro i Paesi solventi
3) Altra soluzione può essere la creazione di un nuovo veicolo, esterno al fondo Salva-Stati (l'Efsf, Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria), che doterà lo strumento con 200 miliardi di euro. Il veicolo avrà la possibilità di far leva fino a dieci volte sulla dotazione iniziale, e dunque anche fino a 2mila miliardi, appoggiandosi alla Bei, la Banca europea per gli investimenti che procederà con l'indebitamento diretto sul mercato per finanziare il veicolo. A quel punto il veicolo, con un potenziale di fuoco in grado di scoraggiare la speculazione sarà a disposizione dell'Efsf che lo distribuirà ai singoli Stati nel momento in cui dovessero esserci improvvise crisi
4) D’altra parte basterebbe che la BCE dichiarasse di voler stampare moneta se necessario, perché mercati e spread si calmassero all’istante.
5) vanno affermate forme di bilancio e di fiscalità europea che permettano, attraverso un debito comune, di ripartire gli oneri e i vantaggi dell’unione valutaria tra gli stati forti e quelli deboli.
6) Poiché il debito europeo nasce anche dal fatto che ancora non c’è una nuova fonte di domanda, sarebbe possibile, sulla base di maggiori introiti e sul modello del “Job act” di Obama, creare un nuovo motore interno della domanda europea fondato sull'azione pubblica, perché il mercato autoregolato ha fallito. Lo stato deve rientrare nella produzione a partire da quella di servizi in regime di monopolio fino alle produzioni avanzate e innovative, che i privati non coprono, spingendosi fino alla nazionalizzazione delle banche facendo crescere l’occupazione riducendo l’orario di lavoro aumentando i salari, dando maggiori servizi, deduzioni fiscali, investimenti su green economy e conoscenza, potenziando ricerca, formazione, tecnologia, scuola e università.
7) lo statuto della Banca centrale europea va modificato, affinché il suo compito principale non sia più la stabilità valutaria e la lotta all’inflazione, ma il sostegno all’economia e alla crescita
8) La revisione in senso più restrittivo delle regole di Maastricht, decisa al Consiglio Europeo in primavera, e rinnovata con la recente approvazione del “Six pack” a partire dal 2015, impone ai Paesi ad alto debito manovre di rientro forzato. Come se ne esce? Il buon senso vorrebbe che mettesse mano al portafoglio chi possiede di più, cioè le persone (fisiche e giuridiche) titolari di grandi patrimoni anche immobiliari, e chi le tasse non le paga (l’evasione è a 120 mld l’anno!) ; è necessaria una maggiore tassazione delle rendite finanziarie esclusi i Titoli di Stato, la riduzione dell’assurda spesa militare, la progressività del prelievo fiscale, tagli ai costi della politica, una politica fiscale ispirata a criteri di legalità e giustizia, Ici sulle attività di lucro della Chiesa; recupero dei capitali occultati all’estero (230 miliardi solo in Svizzera!), utilizzo del surplus di riserve auree di Bankitalia.
REGOLE PER FRENARE LA SPECULAZIONE
1) QUAL È IL MECCANISMO DELLA SPECULAZIONE: gli speculatori sono un pugno di grandi operatori finanziari internazionali, società di intermediazione mobiliare, banche, assicurazioni, fondi pensione e d’investimento soprattutto anglosassoni, coadiuvati dalle autorità statunitensi. Essi realizzano enormi guadagni scommettendo sulla crisi dell’euro o gridando all'allarme per il rischio di default di alcuni Paesi: questo provoca l'immediato aumento delle difficoltà di collocamento dei titoli nei mercati internazionali. Così i derivati che questi operatori finanziari possiedono su questi titoli, cioè i CDS, che assicurano contro il rischio di default, aumentano di valore, facendo loro incassare plusvalenze finanziarie enormi. Peccato che la conseguenza sia l’abbassamento del valore della nostra Borsa e quindi la perdita di fiducia delle istituzioni finanziarie verso la nostra struttura finanziaria, e perciò l’ aumento della percentuale di rischio di solvibilità del nostro Paese, facendo salire il tasso d’interesse che serviva a comprare i nostri titoli del tesoro (cioè per acquistare BOT, BTP lo Stato italiano deve offrire più soldi), e quindi aumentando l’indebitamento, che può rendere insostenibile la restituzione del nostro debito, determinando la possibilità di fallimento (default) dell’Italia.
2) SERVONO DUNQUE REGOLE PER FRENARE LA SPECULAZIONE:
a) La Banca Centrale Europea deve continuare ad acquistare direttamente sul mercato primario i titoli del debito pubblico dagli stati europei, come fanno la Federal Reserve negli Usa, la Banca centrale d'Inghilterra, la Banca centrale giapponese ecc. La BCE deve dare una garanzia immediata e totale nei confronti di possibili annunciati fallimenti; a manovre che fanno leva su variazioni dei valori degli stock, essa deve rispondere rendendo chiaro, con gli annunci e con i fatti, che le vendite saranno fronteggiate da acquisti senza limiti, sostenuti da adeguamenti degli stock di moneta. Rispondendo invece, come purtroppo si sta facendo, solo con garanzie parziali e diluite nel tempo, si premia la speculazione, si fanno inutilmente soffrire i popoli, si mina la coesione internazionale.
b) Finalmente la Commissione Europea ha trovato un’intesa per applicare una tassa sulle transazioni di obbligazioni e azioni, per colpire chi compra e subito rivende appena può trarre profitto, ma purtroppo le aliquote minime previste sono quasi insignificanti: lo 0,1% per le operazioni su azioni e obbligazioni e lo 0,01% per le operazioni su prodotti derivati e strutturati: una tassa inferiore a quella più congrua prevista dalla Tobin tax. E si partirà solo dal 2014.
c) Gli Stati possono poi proibire le "vendite allo scoperto", come ha fatto la Germania.
d) Sarebbe utile l’emissione di Eurobond, perchè a quel punto sarebbe l'Europa il garante del debito e i paesi che hanno maggiori problemi di debito pubblico potrebbero così ottenere prestiti a interessi abbastanza bassi. La Germania che si oppone agli Eurobond rifletta, dato che con politiche recessive ha ridotto gli sbocchi nell’eurozona per le merci tedesche, provocando l’attuale crescita zero della stessa Germania; e inoltre l’eventuale insolvenza della Grecia o, ancor più, di altri paesi come Italia o Spagna, porterebbe al fallimento delle maggiori banche francesi e tedesche, fortemente esposte nei loro confronti, rendendo necessario un loro costosissimo salvataggio, più dispendioso del finanziamento di tali debiti sovrani da parte di un organismo comunitario
e) Come ha già fatto con successo la Procura di Trani che le ha indagate per
aggiotaggio e turbativa dei mercati per aver diffuso report inaffidabili sull'Italia, andrebbero esercitate in sede civile, anche attraverso l’Avvocatura dello Stato, azioni risarcitorie contro le Agenzie di rating. Il rapporto “incestuoso” con la propria clientela e il perverso intreccio proprietario che ne costituisce l’assetto societario sono già di per sé un pesante indizio di colpevolezza delle Agenzie di rating. È arrivato il momento di pensare ad un’agenzia pubblica di rating.
f) Si potrebbero nazionalizzare alcune banche di interesse nazionale, attuare una divisione tra banche commerciali e banche di investimento e applicare le regole di Basilea 3 con divieto di gestione fuori bilancio di qualsiasi titolo
PER ORGANIZZARE UNA RISPOSTA COMUNE EUROPEA, SINDACALE E POLITICA, CAPACE DI CAMBIARE LE ATTUALI SCIAGURATE SCELTE ULTRALIBERISTE DI POLITICA ECONOMICA DELL’UNIONE EUROPEA.
PER UNA SOCIETÀ CHE METTA AL CENTRO IL BENESSERE DEI POPOLI E LA SALVAGUARDIA L’AMBIENTE
PER RICONQUISTARE UNA DEMOCRAZIA REALE IN CUI DONNE E UOMINI, COMUNITÀ, LAVORATRICI E LAVORATORI ABBIANO IL DIRITTO DI DECIDERE LIBERAMENTE SULLE SCELTE CHE RIGUARDANO TUTTE E TUTTI.
15 OTTOBRE, ROMA ORE 14 P. ZZA DELLA REPUBBLICA
Franco Pinerolo
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